Bonus Partite Iva di 1.000 euro: la scadenza è vicina!

Per chi ha Partita Iva da relativamente pochi anni, a partire dal 2018 e il 2019, è possibile accedere ad un nuovo interessante bonus di 1.000 euro erogato come contributo a fondo perduto. Si tratta di un ulteriore sostegno a quelli previsti in precedenza, rivolto alle Partite Iva indipendentemente dal calo di fatturato registrato dal 2019 ad oggi. Per chiedere questo bonus c'è ancora poco tempo, bisogna affrettarsi!

Image

Arriva un nuovo interessante bonus per le Partite Iva, che può arrivare fino alla cifra di 1.000 euro per i beneficiari. Si tratta di un contributo a fondo perduto aggiuntivo rispetto a quelli che sono stati introdotti in precedenza in Italia con l'arrivo dell'emergenza sanitaria.

Il bonus per le partite IVA da 1.000 euro è rivolto a tutti i cittadini che hanno cominciato un'attività recentemente, e si tratta di un bonus che non è strettamente correlato al requisito del fatturato. Negli scorsi mesi infatti lo stato ha garantito diversi tipi di sostegni grazie al Decreto Sostegni e al Decreto Sostegni bis, in base al calo di reddito percepito dal 2019 al 2021, prendendo in considerazione il periodo di emergenza sanitaria.

Questo bonus invece è destinato unicamente ai cittadini che hanno aperto partita IVA avviando una propria attività nel 2019, indipendentemente dal calo di fatturato recepito nei mesi successivi. Si tratta di un particolare bonus disponibile per una finestra temporale piuttosto breve, perché è possibile fare domanda di accesso per circa un mese, come spiega un articolo di Investireoggi.it:

"Un nuovo bonus partita IVA di 1.000 euro è in arrivo. Poco meno di un mese di tempo per richiederlo. La finestra temporale per le domande si è aperta il 9 novembre 2021 e si chiuderà, salvo proroghe, il 9 dicembre 2021."

Il sostegno in questione può arrivare fino a 1.000 euro per le Partite IVA che sono state avviate dal 2019, di qualsiasi settore lavorativo. Si tratta di un bonus che include tutti i cittadini possessori di partita IVA che erano rimasti esclusi dagli scorsi contributi a fondo perduto previsti dal Decreto Sostegni bis.

Vediamo in questo articolo come funziona nel dettaglio questo bonus da 1.000 euro, chi può accedervi, e quali sono le modalità e le tempistiche riferite a questa particolare forma di aiuto economico ai lavoratori autonomi e imprenditori. Ricordiamo che lo stato, grazie anche a diversi fondi europei, al momento è impegnato per garantire una ripresa economica del paese, successivamente alla crisi che ha colpito l'Italia con l'arrivo della pandemia.

Bonus Partite Iva aperte nel 2019

Questo nuovo bonus per le Partite Iva è arrivato come nuovo contributo a fondo perduto direttamente con la conferma da parte dell'Agenzia delle Entrate. Si tratta di un sostegno garantito a tutte quelle imprese che sono state avviate nel 2019.

Questi cittadini hanno di fatto avviato un lavoro di tipo autonomo precedentemente allo scoppio dell’emergenza sanitaria, e sono stati quindi esclusi inizialmente da tutti i contributi fondo perduto erogati verso altri soggetti con Partita Iva.

Per questi ultimi infatti il Decreto Sostegni prima, e il Decreto Sostegni bis dopo, hanno garantito contributi a fondo perduto specificatamente per coprire la perdita economica subita da queste attività successivamente allo scoppio della pandemia.

Erano quindi state escluse inizialmente tutte le Partite Iva aperte nel periodi successivi, a partire dal 2019. Grazie a questo nuovo bonus è possibile anche per questi cittadini usufruire di un sostegno economico di 1.000 euro. Ci sono comunque alcune condizioni che è necessario rispettare per poter accedere a questo tipo di bonus:

  • Aver cominciato l'attività autonoma con attivazione della Partita IVA nel 2018, e con inizio attività nel 2019. L’informazione deve essere confermata dal Registro delle Imprese;
  • Aver ricevuto da questa attività ricavi non superiori ai 10 milioni di euro nel 2019;
  • Essere una attività di impresa regolarmente avviata.

Questo bonus è particolarmente vantaggioso perché include tutta una serie di cittadini che precedentemente non erano stati presi in considerazione, però è anche vero che la finestra temporale per poter richiedere l'accesso ai 1.000 previsti è piuttosto ridotta. Si tratta di un mese di tempo per tutti lavoratori autonomi che vogliono procedere alla domanda, avendo i requisiti per poterla presentare.

Bonus Partite Iva novembre 2021

Di fatto per poter chiedere l'accesso questo particolare bonus è necessario procedere a presentare la richiesta in modalità telematica, tramite il portale ufficiale proposto dell'Agenzia delle Entrate. Bisogna però fare in fretta, perché questa agevolazione sarà disponibile ai cittadini che possono accedervi solamente per un mese, in quanto i tempi sono piuttosto stretti.

Entro il 9 dicembre 2021 quindi è necessario chiedere all'Agenzia delle Entrate questo bonus da 1.000 euro, perché non verrà accreditato in modo automatico. Come già accade per diverse piattaforme messe a disposizione delle amministrazioni pubbliche italiane, è necessario avere con sé una modalità di accesso digitale, come lo SPID, o la carta d'identità elettronica.

C'è tempo quindi tutto il mese di novembre 2021, fino a qualche giorno di dicembre per poter presentare la richiesta di questo bonus, ricordandosi che è indispensabile seguire i criteri visti sopra per l'accesso. Non è da escludere che il tempo massimo per poter procedere alla richiesta verrà ulteriormente prorogato, ma su questo bisogna ancora attendere le conferme ufficiali.

In ogni caso è possibile procedere grazie all'aiuto di un professionista del settore per presentare la richiesta, come ad esempio un intermediario abilitato oppure il commercialista di fiducia. Come spiega un articolo di Wallstreetitalia.com è necessario utilizzare un’area riservata del portale dell'Agenzia delle Entrate:

“"La domanda è predisposta in modalità elettronica esclusivamente mediante il servizio web disponibile nell’area riservata del portale “Fatture e Corrispettivi” del sito internet dell’Agenzia delle Entrate."

la procedura è piuttosto semplice, ma va effettuata entro il 10 dicembre per non rischiare di perdere la possibilità di ricevere una cifra che può arrivare fino a 1.000 euro come bonus. Il contributo può essere erogato per un valore massimo di 1.000 euro, ma potrebbe anche accadere che le Partite Iva riceveranno un valore inferiore in base a quante sono le domande presentate in correlazione ai fondi messi a disposizione.

Bonus Partite Iva e reddito di cittadinanza

Molti italiani si chiedono cosa accade se un lavoratore autonomo ha la necessità di chiedere il reddito di cittadinanza. Il reddito di cittadinanza è una misura a sostegno economico delle famiglie e dei lavoratori italiani che verrà garantita anche per il 2022.

Il reddito di cittadinanza consiste in una erogazione mensile specifica per il nucleo familiare che lo richiede, e con il prossimo anno verranno rese più stringenti le modalità per accedere a questa forma di sussidio. Per poter accedere al reddito di cittadinanza è necessario, oltre ad essere cittadini italiani, avere un valore ISEE inferiore a 9.360 euro, e rispettare anche alcuni limiti che riguardano da vicino al patrimonio immobiliare e mobiliare.

Molti si chiedono se è possibile ricevere i contributi a fondo perduto, incluso il bonus da 1.000 euro, garantiti per le Partite IVA, pur ricevendo il reddito di cittadinanza. La risposta è affermativa: nulla vieta a chi ha una Partita IVA e lavora in autonomia di poter accedere al reddito di cittadinanza, purché vengano rispettati i limiti esistenti sul reddito e sul patrimonio.

Sia per chi lavora come dipendente sia per chi è autonomo è garantito l’accesso al reddito di cittadinanza qualora fosse necessario e per chi rispettasse i criteri entro cui è possibile riceverlo. Come ricorda un articolo recente di Fiscozen.it non esiste nessun problema nel ricevere il reddito di cittadinanza se si è lavoratori autonomi:

"Secondo gli ultimi chiarimenti, non esiste alcun veto per i lavoratori autonomi che impedisca loro di accedere al reddito di cittadinanza. Dunque, l’essere titolari di una Partita IVA, di per sé, non costituisce un problema."

Molti cittadini cadono in errore nel momento in cui rinunciano a presentare richiesta dell’RdC avendo una Partita Iva aperta, perché di fatto il fattore importante è verificare il possedimento dei requisiti, in ogni caso.

Partite Iva e green pass

Un'altra domanda che spesso si pongono gli italiani che lavorano in autonomia è la correlazione tra Partita Iva e green pass: è possibile per chi lavora con la Partita Iva essere esonerato dal green pass? Oppure sussiste l'obbligo sia per i lavoratori dipendenti che per i lavoratori autonomi?

Secondo le disposizioni che riguardano da vicino il green pass, questa certificazione che attesta l'avvenuta vaccinazione, oppure la guarigione dal virus, oppure ancora l'esito negativo di un tampone, è obbligatoria per tutti i lavoratori.

Dal 15 ottobre infatti tutti i cittadini che vogliono accedere al luogo di lavoro devono necessariamente avere con sé il green pass, e possono essere soggetti a controlli da parte dei datori di lavoro o di personale apposito. Per il momento l'obbligo sussiste fino alla fine di dicembre, ovvero fino al termine dello stato di emergenza, esteso tutti i luoghi di lavoro, sia pubblici che privati.

Tuttavia questa certificazione è obbligatoria anche per chi lavora in autonomia con Partita Iva, nel pubblico come nel privato. Si tratta di lavoratori come i consulenti, i professionisti, idraulici e elettricisti, negozianti, ma anche colf e badanti.

Anche per chi lavora con partita IVA è possibile essere sottoposti a controlli per la verifica del possesso del green pass, e sono previste sanzioni in tutti i casi in cui questa certificazione non è presente. Ma chi si occupa di controllare i lavoratori autonomi? Di fatto se un lavoratore autonomo come un idraulico viene a casa, non è necessario chiedere di mostrare il green pass.

Eppure è possibile che il cittadino lo richieda. Di fatto cittadini che ricevono in casa un idraulico o elettricista non sono datori di lavoro, quindi non sono tenuti a richiedere (come obbligo) l'esibizione del green pass, anche se possono comunque accertarsene.

Si può dire in conclusione che il green pass è steso tutti i lavoratori, sia dipendenti che autonomi, di qualsiasi settore, ed è necessario anche per le Partite IVA, almeno fino alla fine del 2021 e dell'emergenza sanitaria.