Nuovi bonus, pensioni, Cig e Rdc:le prossime sfide di Draghi

Arriveranno nuovi bonus Covid in autunno? Dare una risposta a questa domanda non é facile. Sono tanti i fattori che incideranno, tra cui l’evoluzione della pandemia. Ma non é l’unico aspetto, infatti dopo la faticosa intesa sulla giustizia, Palazzo Chigi dovrà trovare la quadra su pensioni, Cig e concorrenza. Altissima la tensione su reddito di cittadinanza. Il nodo costi. Ma vediamo cosa quali sono i programmi del Governo.

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Arriveranno nuovi bonus Covid in autunno? Vediamo da cosa puó dipendere la possibiltá di prorogare o meno le indennitá riconosciute a sostegno di famiglie e imprese, non tralasciando i liberi professionisti e partite Iva che forse hanno pagato il prezzo piú alto a seguito delle continue chiusure.

Prima di tutto é importante ricordare che in Italia  é stato prorogato lo stato di emergenza fino al 31.12.2021, questo potrebbe comportare una scelta obbligata da parte di Draghi di non poter rinunciare a nuove forme di sostegno dell’economia.

Si presume che le misure di sostegno non spariranno improvvisamente ma é evidente che saranno gestite in modo diverso. L’ intenzione del Governo è di evitare il ricorso eccessivo alla leva del deficit, al quale sia il governo “Conte bis” che l'attuale esecutivo sono ricorsi pesantemente per fronteggiare l'emergenza pandemica. 

É facile supporre che gli aiuti continueranno a favore di quelle categorie che non sono riuscite ancora a riperdersi a causa del perdurare delle regole restrittive come nel caso dei lavoratori stagionali o dei gestori di locali da ballo che continuano a restare chiusi. 

Nuovi bonus ma non solo: pensioni, Cig e RdC nei piani di Governo

L’autunno del Governo italiano sará costellato da una serie di interventi molto impegnativi e importati in vista della nuova legge di bilancio. 

Infatti c’e’ molta attesa soprattutto su tre fronti che saranno oggetto di riforma: pensioni, Cig e concorrenza. Per non parlare della forte tensione in tema di reddito di cittadinanza che sta dividendo la maggioranza  tra la Lega che insiste per ottenere un’ampia rivisitazione in senso restrittivo e il M5S che punta invece al rafforzamento di questo strumento. 

Le riforme. Dopo la faticosa intesa sulla giustizia, Palazzo Chigi dovrà trovare la quadra su pensioni, Cig e concorrenza. Sale la tensione sul reddito di cittadinanza. Il nodo é soprattutto sui costi. Un volta messa da parte la riforma della giustizia dopo aver raggiunto un non facile compromesso,  Mario Draghi volge il suo sguardo già alle complicate sfide di autunno che lo attendono. 

Sono tre e riforme che attualmente sono in agenda, riforme che hanno subito dei ritardi da parte di Palazzo Chigi (forse voluti anche per attenuare le tensioni politiche) rispetto alle tempistiche previste nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e sono fisco, concorrenza e ammortizzatori sociali.

Ma il presidente del Consiglio Draghi dovrà trovare una soluzione anche su due altri temi molto delicati:  pensioni, con le scelte per il dopo Quota 100, e la rimodulazione, oltre al rifinanziamento, del Reddito di cittadinanza. 

Si aggiunge anche un altro capitolo non ancora chiaro che riguarda il tema dello stop al blocco dei licenziamenti, che non é chiaro se ci sará una riapertura delle trattative o meno visto che una buona parte della x della maggioranza spera ancora in qualche modo di risedersi al tavolo per discuterne. 

Una serie di argomenti molto delicati, tutti concentrati in poche settimane, e che troveranno il loro culmine verso metà ottobre insieme al battesimo della legge di bilancio, attesa in una versione piú semplificata e agevole.

Pensioni, Cig e RdC per la manovra il conto parte da oltre 10 miliardi 

Il grande punto interogativo sulle risorse da destinare alla riforma degli armotizzatori sociali (leggi anche: "Lavoro: ammortizzatori sociali per tutti! Ma entro quando?") rappresenta uno degli aspetti piú determinanti della prossima manovra di questo autunno.

Ed é forse questo il motivo che ha spinto la maggioranza a proporre delle nuove misure cercando di ottenere quante piú risorse possibili, che peró, per la precisione, ancora non é chiaro da dove saranno attinte.

Per la prossima, nonché prima legge di bilancio che porterá il nome di Mario Draghi, il Welfare potrebbe rappresentare un problema non da poco, soprattuto perché con il passare dei giorni le richieste di fondi aumentano sempre di piú( stiamo parlando di oltre 10 miliardi di euro).

Infatti degli otto miliardi previsti per la riforma, proposta dal Ministro Orlando, degli ammortizzatori sociali, di cui circa 1,5 miliardi saranno attinti dallo stop anticipato del cashback, andranno aggiunti ta i cinquecento e gli ottocento milioni da destinare alle pensioni e a tutti gli interventi post Quota 100.

Una dotazione che Movimento Cinque Stelle, Lega e sindacati auspicano al raddoppio, ma l’Inps ha giá lasciato intendere che non é sostenibile per i conti pubblici pensare alla c.d. Quota 41 ( tanto voluta dai sindacati e dalla Lega ), ossia la possibilitá di andare in pensione raggiunti i quantum anni di contribuzione a prescindere dall’etá del contribuente. 

Una ipotesi che non solo l’INPS, conti alla mano, considera impensabile, ma anche la Ragioneria generale dello Stato valuta come impossibile.

Oltre tutto nella lista della spesa, a detta di alcuni tecnici, vanno considerati anche le risorse da destinare per tappare i buchi derivanti non solo dalla cassa integrazione,  la cui erogazione si é protratta a seguito del perdura dello stato pandemico, ma anche da altri rifinanziamenti degli interventi a sostegno sempre dovuto al prolungarsi della pandemia.

Giovedì scorso, come scrive "Il Sole 24 Ore",  il presidente del Consiglio di Indirizzo e di Vigilanza (Civ) dell’Inps, Guglielmo Loy, ha mostrato tutta la sua preoccupazione su quegli che sono gli effetti determinati dal cosiddetto decreto imprese ( ovvero il decreto legge del 30 giugno 2021, n. 99) sui conti dell’ Ente previdenziale, che dovrebbe farsi direttamente carico di ben due miliardi e mezzo di euro dei sei miliardi e mezzo  che dovrebbero essere stanziati per la cassa integrazione.  

Va comunque sottolineato che l’Inps ha registrato una crescita rispetto all’anno precedente delle entrate contribute, una crescita pari all’8,02% dei primi sei mesi del 2021, come ricorda il quotidiano economico. 

Pensioni e Cig, il problema dei buchi finanziari

Il problema dei buchi nella gestione dei finanziamenti per la cassa integrazione è stato giá fonte di polemiche già dai mesi scorsi. 

L’anno scorso, l’Ente previdenziale, sotto la  guida di Pasquale Tridico ha elargito prestazioni legate alla Cassa integrazione per oltre 18 miliardi, chiudendo il bilancio con un disavanzo di oltre i sette miliardi di euro.

Lo stesso Tridico ha evidenziato recentemente come l’aumento considerevole delle entrate contributive che si é registrata nei primi sei mesi di quest’anno sia da valutare come un segnale molto importante, che da speranza di poter superare tutti effetti economici negativi legati alla pandemia nell’arco del 2021. 

Pensioni e Cig i conti salgono anche per Naspi e reddito di cittadinanza

Ma dubbi e incognite non finiscono qui riguardo Welfare e prossima legge di bilancio. Infatti all’elenco della spesa vanno aggiunti i finanziamenti per la Naspi che ammontato a circa 1-1,5 miliardi di euro, nonché tutte le altre risorse che buona parte della maggioranza vorrebbero che fossero destinate al rafforzamento e all’estensione del Reddito di cittadinanza. A conti fatti l’asticella dei costi si avvicinerebbe ai 15 miliardi, asticella che potrebbe salire ancora volgendo lo sguardo al tema pensioni nell’ipotesi in cui dal confronto sulle pensioni, dovessero passare proposte come Quota 41 o la possibilità di uscita, anche in versione integralmente “contributiva”, a 63-64 anni d’età anche solo considerando la versione totalmente contributiva. 

Tutte possibiltá che il il Ministero dell'Economia e delle Finanze non gradisce, che peró si è mostrato disponibile a non ostacolare tutti quegli interventi rivolti a favorire i lavoratori che svolgono attività gravose o usuranti, prevedendo la possibilitá di estendere la platea da includere nella proroga dell’Ape sociale. 

E probabile che quando ripartirá il confronto a settembre in considerazione dell’approvazione della manovra, emerga una certa disponibilità nel valutare altre misure per rendano più interessante  l’accesso alla previdenza complementare.

La posizione del Mef su previdenza e ammortizzatori sociali resterá comunque di estrema prudenza e cautela anche nelle prossime.

Riguardo il destino del Reddito di cittadinanza sembra invece appeso soprattutto all’esito dello scontro all’interno della maggioranza  tra la Lega che insiste per ottenere un’ampia rivisitazione in senso restrittivo e il M5S che punta invece al rafforzamento di questo strumento. 

Quali sono i piani di Governo per il prossimo autunno

L’intenzione del Governo è di evitare il ricorso eccessivo alla leva del deficit, al quale sia il governo “Conte bis” che l'attuale esecutivo sono ricorsi pesantemente per fronteggiare l'emergenza pandemica, per altro ancora in corso. 

Ma questa linea prudente non sembra collimare con le aspettative dei partiti, che proprio a ottobre, in pieno del semestre bianco, saranno alle prese con le elezioni amministrative in molti comuni. Draghi é pienamente consapevole della situazione, ma dalla sua ha anche un’altra certezza, ovvero che se i leader di maggioranza porteranno all’esasperazione le loro posizioni, dovranno assumersi la responsabilità di un brusco stop al processo d'attuazione del Recovery plan, con la conseguenza di perdere gli importanti aiuti europei fondamentali per superare quella che potrebbe essere una nuova ondata pandemica, e quindi con la necessità di sostenere ancora categorie e attività in difficoltà. 

Quindi la situazione per i prossimi mesi non si annuncia in discesa e tutti problemi che hanno preceduto l’intesa sulla riforma della giustizia costituiscono un risonante campanello d’allarme per Palazzo Chigi. Ed per questo motivo che la Lega ha fatto sapere che il Reddito di cittadinanza dovrá cambiare le sue sembianze, cosa inaccettabile per i Pentastellati che invece auspicano in rafforzamento del sussidio. Complicato anche l’accordo in tema di pensioni. La Lega esclude a priori un ritorno alla legge Fornero, il Mef sarebbe favorevole a interventi meno invasivi, sia per non far lievitare la spesa pensionistica sia per non indispettire Bruxelles, mentre Movimento cinque stelle, sindacati e Pd spingono ( anche se con soluzioni diverse) per nuove forme di flessibilità in uscita.