Bonus pubblicità, proroga della scadenza: cosa cambia ora?

Bonus pubblicità: sei ancora in tempo per richiederlo! Il malfunzionamento del sito dell'Agenzia delle Entrate ha costretto il Dipartimento per l'informazione e l'editoria a disporre una proroga della scadenza del bonus pubblicità. Puoi ottenere un credito di imposta al 50% sulle spese per gli investimenti pubblicitari. Cosa cambia e qual è la nuova scadenza?

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Il bonus pubblicità si può ancora richiedere, ma per poco: un provvedimento del Capo del Dipartimento per l’informazione e l’editoria ha prorogato il termine per la presentazione delle domande a causa dei disservizi registrati sul sito dell’Agenzia delle Entrate. Che cosa cambia ora?

La scadenza per la presentazione delle domande del bonus pubblicità era fissata al 31 marzo 2022, ma dei problemi di accesso all’Agenzia delle Entrate hanno spinto il Ministero per l’Editoria a spostare avanti di circa una settimana il termine per la presentazione delle istanze

Le regole rimangono le stesse: si può richiedere un credito di imposta fino al 50% per tutti gli investimenti pubblicitari effettuati nel corso del 2022 – o pianificati per i mesi successivi – tramite qualsiasi mezzo stampa. 

Vediamo nel dettaglio come funziona il bonus pubblicità 2022, a chi spetta, come si richiede e qual è la nuova scadenza.

Bonus pubblicità: cos’è e come funziona?

Il bonus pubblicità 2022 consiste in un credito di imposta spettante a tutte le imprese, attività commerciali e a chiunque abbia effettuato investimenti pubblicitari, tramite qualsiasi mezzo di comunicazione di massa, di ottenere una sorta di “rimborso” – in compensazione – per le spese sostenute.

Introdotto dal decreto legge numero 50 del 2017, è stato confermato anche dalla Legge di Bilancio: per gli anni 2021 e 2022 sono state messe a disposizione risorse per un totale di 90 milioni di euro. 

Una parte di queste risorse (65 milioni di euro) sono destinati alla copertura dei crediti di imposta relativi agli investimenti pubblicitari effettuati sui giornali quotidiani e periodici, sia cartacei sia digitali. La restante parte (25 milioni di euro), invece, è destinata alla copertura dei crediti di imposta richiesti dai lavoratori autonomi e dalle imprese che hanno investito in emittenti televisive o radiofoniche sia a livello locale sia a livello nazionale, analogiche o digitali.

Ma un’importantissima novità riguarda proprio la scadenza: è ancora possibile richiedere il bonus pubblicità anche dopo il 31 marzo. È stata disposta la proroga: a quando?

Bonus pubblicità: proroga della scadenza all’8 aprile

In un primo momento il bonus pubblicità deve essere richiesto dalle aziende, attività commerciali, lavoratori autonomi o chiunque effettui un investimento pubblicitario direttamente all’Agenzia delle Entrate. L’orizzonte temporale per l’invio delle istanze era compreso tra il 1° marzo e il 31 marzo 2022.

Tuttavia, il malfunzionamento del sito web dell’Agenzia delle Entrate degli ultimi giorni non ha permesso a tutti gli interessati di presentare la propria domanda, motivo per cui il Capo del Dipartimento per l’informazione e l’editoria ha emanato un provvedimento che dispone la

proroga il termine ultimo di presentazione delle suddette comunicazioni telematiche dal 31 marzo al giorno 8 aprile 2022.

C’è tempo, quindi, fino all’8 aprile per inoltrare la propria richiesta in questa prima fase del bonus pubblicità 2022. 

La seconda fase, invece, prenderà il via dal 1° al 31 gennaio 2023, orizzonte temporale all’interno del quale i richiedenti dovranno inviare all’Agenzia delle Entrate la dichiarazione sostitutiva degli investimenti effettuati.

Bonus pubblicità: cosa è cambiato nel 2022?

Quali sono le novità del bonus pubblicità 2022 rispetto agli scorsi anni?

Abbiamo detto che questo credito di imposta è stato introdotto da una legge del 2017, ma è effettivamente entrato in vigore a decorrere dal 2018.

In quell’anno, potevano inviare la propria richiesta per accedere al credito di imposta tutti i lavoratori autonomi e le imprese che avessero effettuato investimenti pubblicitari su giornali cartacei o digitali, emittenti televisive o radiofoniche, o qualsiasi altro mezzo di comunicazione pubblicitaria nel corso dell’anno. 

Il credito di imposta inizialmente previsto per il bonus pubblicità era pari al 75% delle spese sostenute, eventualmente innalzabile al 90% in caso di start up innovative, micro imprese o piccole e medie imprese.

Successivamente, per gli anni a venire venne previsto un incremento dell’1% rispetto agli investimenti effettuati l’anno precedente. 

A partire dall’anno 2020, però, il credito di imposta del bonus pubblicità è sceso al 50% delle spese sostenute dai richiedenti (al netto dell’Iva). Per le annualità comprese tra il 2020 e il 2022, inoltre, viene eliminato il margine incrementale dell’1% degli investimenti effettuati rispetto all’anno precedente: non sarà necessario, quindi, rispettare questa condizione.

Bonus pubblicità: a chi spetta e per quali investimenti?

Come abbiamo visto nel piccolo salto nel passato del precedente paragrafo, il bonus pubblicità spetta sia ai lavoratori autonomi titolari di ditte individuali, sia alle imprese o, agli enti non commerciali, e a chiunque abbia sostenuto – o sia in procinto di sostenere – nel corso del 2022 delle spese relative a investimenti pubblicitari. 

Non ci sono limiti di fatturato o di reddito per poter accedere alla misura, ma attenzione ai mezzi scelti per gli investimenti.

È possibile richiedere il credito di imposta al 50% per gli investimenti effettuati sui giornali quotidiani e riviste, cartacei oppure digitali, purché registrati presso il Tribunale e al cui interno sia riscontrabile un Direttore responsabile.

Al tempo stesso risultano validi anche tutti gli investimenti effettuati su emittenti televisive o radiofoniche, analogiche o digitali, sia a livello nazionale sia a livello locale: anche in questo caso è necessaria l’iscrizione dei mezzi di comunicazione al ROC.

Sarà poi opportuno, nel momento di presentazione della domanda, che il soggetto richiedente dichiari di essere iscritto regolarmente sugli “elenchi dei fornitori, prestatori di servizi ed esecutori di lavori non soggetti a tentativo d’infiltrazione mafiosa”.

Bonus pubblicità: come richiederlo?

Come si può richiedere il bonus pubblicità 2022? Una volta precisate tutte le novità dell’anno, scopriamo come inviare la propria richiesta.

Dal 1° marzo all’8 aprile 2022 – per effetto dell’ultima proroga del Dipartimento dell’Editoria – è possibile prenotare il proprio credito di imposta per gli investimenti pubblicitari sui mezzi di comunicazione (stampa locale o nazionale, giornali quotidiani o riviste, cartacei o digitali, emittenti televisive e radiofoniche, analogiche o digitali, cartelloni pubblicitari, ecc…) direttamente dal sito web dell’Agenzia delle Entrate.

Per accedere al portale del Fisco è necessario utilizzare le proprie credenziali SPID, CIE o CNS: a questo punto si potrà accedere alla sezione dedicata al bonus pubblicità.

All’interno della domanda andranno inserite tutte le spese sostenute o previste per il 2022 relative agli investimenti pubblicitari della propria impresa o ditta individuale.

Per presentare l’istanza si possono sfruttare diversi canali:

  • una società di gruppo;
  • intermediari abilitati.

Il termine ultimo per la presentazione delle domande per il bonus pubblicità, lo ribadiamo, è stato spostato all’8 aprile 2022.

Bonus pubblicità: pubblicazione dei beneficiari e importi

Una volta raccolte tutte le domande utili per ottenere il bonus pubblicità 2022, sarà il Dipartimento per l’informazione e l’editoria a stabilire l’elenco dei beneficiari, avendo cura di indicare anche l’importo e la percentuale di credito di imposta spettante a ciascuno.

Il credito di imposta spetta, infatti, nella misura del 50% delle spese sostenute per gli investimenti pubblicitari, ma qualora dovessero esserci troppe domande e pochi fondi risulterà necessario rivedere le percentuali in proporzione alle risorse disponibili.

Il credito ottenuto si può fruire solamente in compensazione al modello F24, indicando il codice tributo “6900”.

È possibile anche rinunciare al beneficio, barrando l’apposita casella sul modello di domanda. Anche per rinunciare al credito di imposta occorre rispettare i termini utili per l’invio della domanda (con scadenza prorogata all’8 aprile 2022).

Agenzia delle Entrate: sito in tilt per diverse ore

Per quasi tutto il pomeriggio di mercoledì 30 marzo il sito web dell’Agenzia delle Entrate è andato in tilt e non è stato è proprio raggiungibile: ciò ha mandato nel panico moltissimi contribuenti alle prese con le richieste del bonus pubblicità o con il saldo delle scadenze fiscali, per non parlare di tutti coloro che avrebbero dovuto richiedere il Green pass. Cosa è successo?

L’Agenzia delle Entrate stessa, tramite i canali social (qui riportiamo Twitter) ha avvisato i cittadini con un messaggio:

Il nostro sito è momentaneamente irraggiungibile a causa di problemi tecnici. Ci scusiamo per il disagio. Il partner tecnologico è al lavoro per risolvere il prima possibile il disservizio, che non ha in alcun modo interessato la sicurezza di dati sensibili.

Moltissimi utenti hanno iniziato a pensare a un ennesimo attacco hacker – basti pensare all’ultimo operato ai danni di Trenitalia –, ma in realtà si è trattato di un disservizio, o meglio un malfunzionamento definito come “guasto tecnico” dalla società partner Sogei.

L’Agenzia delle Entrate non ha ancora specificato i dettagli di questo guasto, ma stando alle prime notizie trapelate sul web, pare si sia verificata una caduta di tensione dell'impianto elettrico.

Ad oggi pare che i servizi siano tornati a funzionare correttamente, ma per risolvere eventuali questioni in sospeso, almeno per quanto riguarda il bonus pubblicità, è stata prorogata la scadenza per la presentazione delle domande.

Agenzia delle Entrate: proroga delle scadenze a causa del blocco?

Il bonus pubblicità non è stato l’unico incentivo bloccato a causa del malfunzionamento del sito web dell’Agenzia delle Entrate. Ci sono anche diverse scadenze fiscali che non sono state rispettate a causa del malfunzionamento della piattaforma.

Tuttavia, esiste una norma che consente di posticipare le scadenze nel caso in cui gli uffici non siano in grado di funzionare per eventi eccezionali e imprevisti (ai sensi dell’articolo 1 del decreto legge numero 498/1961). 

Sarà un provvedimento dell’Agenzia delle Entrate a chiarire questa situazione.