Nasce il Bonus Restauro! 100.000 euro per ristrutturare casa!

Alcuni bonus ristrutturazione tramontano per sempre, altri fanno la loro comparsa con l’anno nuovo. Pronta per il 2022 arriva infatti una nuova agevolazione per le ristrutturazioni edilizie, che copre le spese ammesse per manutenzione e restauro degli edifici ad uso abitativo. Si tratta del bonus restauro che offre ai beneficiari fino a 100.000 euro di finanziamento per le spese di ristrutturazione sostenute nel 2021 e da sostenere nel 2022. Vediamo meglio di cosa si tratta.

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La Legge di Bilancio 2022, ormai in bozza e in attesa degli emendamenti finali, ha gettato scompiglio nel mondo dei bonus ristrutturazione, con le controverse manovre che hanno abbassato la detrazione del bonus facciate al 60% e ridotto la proroga al Superbonus 110%, concedendo solo un rinnovo parziale alle villette.

In compenso però arriva il decreto attuativo, firmato dal Ministro della Cultura, Dario Franceschini, e dal Ministro dell’Economia e delle Finanze, Daniele Franco, che sancisce l’entrata in vigore di un nuovissimo bonus ristrutturazione, previsto dal DL Sostegni bis, convertito in legge il 23 luglio scorso.

Si tratta del bonus restauro, un contributo extra, che copre spese di manutenzione, restauro e recupero degli edifici di interesse storico o artistico. 

Un bonus che in un paese come il nostro, dove sono molti gli edifici e le normali abitazioni vincolate alla tutela della Sopraintendenza proprio per il loro interesse storico, avrà una platea molto ampia.

Si tratta di un credito d’imposta che copre il 50% dei costi, con possibilità di usare anche la cessione, fino al massimale di 100.000 euro e che sarà disponibile dal prossimo febbraio, pur coprendo anche le spese già effettuate, sono infatti considerate spese ammissibili tutte quelle sostenute nel 2021 e nel 2022.

Vediamo come funziona in dettaglio questo nuovissimo bonus ristrutturazione, come richiederlo e quali sono le spese ammesse in dettaglio.

Una panoramica completa invece su tutti bonus ristrutturazione attivi nel 2022 la trovate nel video YouTube del Geometra Danilo Torresi:

 

Bonus restauro senza ISEE, chi sono i destinatari di questa nuova agevolazione ristrutturazione?

Il panorama dei bonus ristrutturazione nel 2022 si arricchisce di un altro incentivo, il bonus restauro, che copre non solo le spese di alcuni interventi edilizi, ma anche quelle relative alla manutenzione, la protezione e la sicurezza degli immobili ad uso abitativo se questi sono di interesse storico artistico, cioè sotto tutela.

Per quanto riguarda i destinatari di questo nuovo bonus restauro il decreto attuativo indica solo ed esclusivamente gli immobili che appartengono a persone fisiche e che non siano utilizzati per attività commerciali di nessun genere.

Per quanto riguarda le spese ammesse si indicano tutti i tipi di interventi volti, citiamo alla lettera, “alla manutenzione, protezione e restauro" di immobili che abbiano un interesse storico o artistico.

A quanti svolgono lavori coperti dal bonus spetta un credito d’imposta pari al 50% dei costi sostenuti nel biennio 2021-2022, ma il bonus erogherà comunque una cifra massima di 100.000 euro a beneficiario. Il totale di fondi messi a disposizione per l’assegnazione di questo specifico incentivo è pari ad un milione di euro.

Si tratta di un incentivo che fa parte di quelli che spesso vengono definiti come “bonus senza ISEE”, termine con cui si intendono i contributi fruibili a prescindere dal reddito ISEE dei richiedenti e che non accrescono, per i beneficiari, lo stesso.

Quali sono le spese ammesse dal bonus restauro?

Per quanto riguarda più in dettaglio tutti i tipi di spese ammesse il decreto attuativo per il bonus restauro indica tutti i tipi di ristrutturazione come indicato dall’articolo 29 del Codice dei beni culturali. 

Poi, i costi relativi ad ogni tipo di impianto il cui scopo sia la conservazione dell’immobile o il miglioramento della sicurezza, ma non sono ammesse le spese relative al solo adeguamento tecnologico.

Infine, il bonus restauro copre anche eventuali spese relative all’abbattimento delle barriere architettoniche.

Come richiedere e usare il nuovo bonus restauro

Per usare il bonus restauro e farsi riconoscere il credito d’imposta spettante sarà necessario presentare richiesta telematica, che dovrà essere inoltrata nel mese di febbraio successivo a quello in cui è stata sostenuta la spesa. Per la presentazione delle istanze il Ministero dei Beni Culturali ha creato un apposito modulo, che sarà disponibile entro il 31 dicembre 2021 e aggiornato l’anno seguente se sarà necessario.

In parole povere, quanti usano il bonus restauro per le spese sostenute nel 2021 dovranno presentare istanza dal 1 al 28 febbraio 2022, mentre per le spese affrontate nel 2022 la finestra di tempo sarà aperta dall’inizio alla fine di febbraio 2023.

Ogni caso il Decreto spiega quali informazioni e allegati saranno necessari per presentare l’istanza e cioè: la data di inizio e fine dei lavori; l’ammontare complessivo delle spese sostenute per l’intervento; la descrizione dei lavori effettuati; l’attestazione effettiva delle spese sostenute; gli estremi del provvedimento di tutela; una copia dell’autorizzazione per i lavori edilizi.

Una volta inviata richiesta questa sarà trasferita alla Sopraintendenza archeologica, la quale entro 60 giorni verificherà i requisiti e comunicherà l'esito prima all’Agenzia delle Entrate e poi ai beneficiari, cioè se si è ammessi o no ad usare il bonus restauro.

Si faccia però attenzione, perché questo nuovo bonus ristrutturazione sarà erogato fino  ad esaurimento dei fondi, questo vuol dire che l’assegnazione avverrà secondo il criterio cronologico, cioè dando priorità a chi ha presentato per primo l’istanza.

Qualora invece ci fossero fondi residui, cioè se concessi tutti i bonus agli aventi diritto ci fossero ancora finanziamenti da utilizzare, questi serviranno ad attivare il bonus a restauro anche per l’anno successivo.

Bonus restaurato con credito d'imposta a compensazione e cessione del credito

Il bonus restauro è fruibile solo con credito d’imposta a compensazione, per cui si dovrà usare il modello F24, in questo caso da trasmettere obbligatoriamente in via telematica con i canali resi disponibili dall'Agenzia delle Entrate, come espressamente indicato dal già citato decreto attuativo.

È però possibile al fine anche di recuperare liquidità cedere a terzi, comprese le banche e gli istituti finanziari, tutto o parte del credito che spetta.

Per quanto riguarda la cumulabilità con gli altri incentivi, è esclusa la possibilità di utilizzo della bonus restauro con gli altri finanziamenti messi a disposizione dal TUIR.

Per quanto riguarda i controlli riguardo il possibile indebito utilizzo del bonus restauro, questi saranno di competenza delle Soprintendenze, che eseguiranno controlli a campione sui beneficiari.

Come molti bonus ristrutturazione, quali il bonus verde e il bonus mobili, non si tratta di incentivi che consistono in un pagamento diretto. Nel caso del bonus restauro esso consiste infatti in un credito d’imposta a compensazione.

Quando infatti lo stato eroga dei contributi a fondo perduto può farlo con pagamento diretto, cioè versando direttamente ai beneficiari quanto spetta come incentivo. Ma in questo caso si tratta di un “credito d’imposta a compensazione”, cioè l'importo del bonus restauro “compensa” i debiti dei beneficiari con l’erario.

Spiegandolo in parole più semplici, tutti dobbiamo qualcosa allo Stato a fine anno e cioè i soldi delle tasse, gli incentivi sotto forma di credito d’imposta a compensazione, consistono in uno sconto sulle tasse da cui viene sottratto l’importo spettante come incentivo, nel nostro caso il bonus restauro.

Tuttavia, sempre nello specifico caso del bonus restauro, viene ammessa la cessione del credito, con cui questo “credito”, ovvero l'importo che lo Stato ci deve, può essere ceduto a terzi, ad esempio a banche o istituti finanziari così da recuperare liquidità.

Come verificare se il proprio immobile è posto sotto tutela e se si ha diritto al bonus restauro

Si è detto che il bonus restauro arricchisce il panorama delle agevolazioni ristrutturazione, destinando un incentivo specifico agli immobili sotto tutela.

Proprio l’alto numero di immobili in queste condizioni presente sul territorio italiano ha spinto alcuni esperti del settore a credere che il finanziamento sia troppo esiguo.

Avere un’abitazione che è al tempo stesso un bene culturale porta infatti numerosi vincoli, ma anche qualche agevolazione. Realizzare interventi edilizi su immobili sotto tutela prevede ad esempio delle autorizzazioni da parte della Sopraintendenza, che dipende dal Ministero dei Beni Culturali.

A regolare la disciplina di tutela degli immobili di interesse storico è l’apposito Codice dei beni culturali. Tale testo si divide in più parti, nella seconda sono regolati i beni culturali propriamente detti, nella parte terza i cosiddetti beni paesaggistici.

Cerchiamo però adesso di capire come verificare se un’immobile risponde a queste caratteristiche, cioè se è sotto tutela e se può sfruttare il bonus restauro.

Prima di tutto il cosiddetto “vincolo”, che indica un bene sotto tutela, deve essere indicato negli atti di rogito relativo all’immobile, che ne specifica anche tipologia e caratteristiche.

Ad ogni per la verifica immediata in ogni circostanza esiste un portale web nazionale che si chiama vincoliinrete.beniculturali.it.

La piattaforma offre agli utenti la possibilità di verificare gli immobili sotto tutela con una mappa oppure indicando i dati catastali.

Tuttavia, quando si compie questa operazione è bene tener presente che i vincoli vengono continuamente aggiornati, cioè che continuamente nuovi immobili sono posti sotto tutela, il che non garantisce che al momento in cui si consulta il portale Vincoli in Rete questo sia realmente aggiornato.

Perció, il modo più sicuro rimane presentare domanda di richiesta relativa alla presenza del vincolo sull’immobile direttamente agli uffici della Soprintendenza.

In caso in cui l’immobile sia sotto tutela esso risponde ai requisiti perché sia ristrutturato con il bonus restauro.

In ogni caso un immobile può essere sotto tutela o perché viene emesso un vincolo specifico per esso o perché ricade in una tipologia di immobili già di suo coperta dalla tutela. Sono ad esempio posti sotto tutela tutti gli immobili di interesse storico, appartenenti allo Stato o alle amministrazioni pubbliche in generale al compimento del settantesimo anno di età, diversamente dagli edifici privati. Tuttavia, in alcuni casi essi possono uscire dal vincolo presentando la domanda di verifica dell’interesse culturale.