Bonus 2022, ecco cosa bisogna sapere!

Tempo di bonus. È stata approvata la legge di bilancio 2022. In Manovra arrivano le conferme di un insieme di esoneri e bonus destinati al lavoro.

Tempo di bonus. È stata approvata ufficialmente la legge di bilancio 2022. In Manovra arrivano le conferme di un importante insieme di esoneri e bonus da indirizzare al mondo del lavoro

Nel concreto siamo di fronte ad agevolazioni che potranno essere inoltrate dai datori di lavoro e dalle aziende pubbliche. Richieste che avranno come oggetto il reclutamento di nuovi dipendenti. Una strategia che ha come suo intento quello di sostenere l’occupazione, soprattutto in quei comparti dove le stime si rivelano essere ancora poco rassicuranti. 

Di seguito vedremo nella fattispecie ciascuna delle disposizioni che hanno ricevuto l’approvazione del Governo nel 2022.

Carlo Pagliai, in un video caricato sul suo canale Youtube, ci chiarsce le novità su superbonus e bonus edilizi per il 2022:

Bonus 2022, le disposizioni a favore del lavoro

E allora quali sono state le misure messe in atto per favorire lavoro e occupazione nel corso di quest’anno? Ci si muove tra ammortizzatori sociali e politiche attive.

La strategia di bilancio, per l’anno corrente, comprende miglioramenti organici e disposizioni considerevoli per il mondo del lavoro e per le politiche sociali.

Le manovre messe in campo per il rilancio sono diverse, si pensi solo agli ammortizzatori sociali e alla direzione delle crisi societarie. Il programma prevede una serie di interventi:

una autentica retata su praticantati e apprendistato (ecco in che modo si trasformeranno gli stage extracurriculari). Un’operazione che l’obiettivo di recidere la cattiva abitudine di usarli come mezzo legale per spolpare giovane forza lavoro;

provvedimenti di riforma della sicurezza nei contesti lavorativi;

sostegni effettivi in favore di giovani e donne;

l’opposizione alla delocalizzazione e nuove norme a sostegno della non autosufficienza.

Bonus 2022, lo sviluppo dello standard di equanimità complessiva

Occorrerà apportare interventi sulle diversità di trattamento e i divari tuttora vigenti. Il ministero del Lavoro ha tenuto quindi a sottolineare come il fine ultimo sia quello di sviluppare lo standard di equanimità complessiva dell’apparato, conseguendo una resa universale e una migliore ottimizzazione degli ammortizzatori sociali.

Una strategia fondamentale per tenere testa alle metamorfosi in corso, per far fronte alle precarietà del mercato del lavoro e per dare supporto alle mutazioni occupazionali. 

In sintesi, sarebbe essenziale che non vi fossero più lavoratori tagliati fuori dall’iter di tutela sociale, perfezionando le performance a sostegno dell’inclusività, come anche degli standard occupazionali.

Bonus 2022, chi cerca il lavoro e chi lo offre

Il binomio in questione suona così: assunzioni under 36 ed esenzioni versamenti del 100%

Abbiamo più volte fatto riferimento alle ultime riguardanti CIGS, NASPI e supporti invocati da imprese e imprenditori in regolarità di lavoro (vedi qui). 

Oggi andremo a esaminare invece gli ultimi bonus aiuti che hanno ricevuto l’approvazione a seguito della legge di bilancio per quanti, d’altro canto, nel 2022 il lavoro lo cercheranno oppure lo proporranno.

Innanzitutto, vi è stata la conferma del bonus assunzioni under 36. Si tratta della deroga contributiva riservata a quei datori di lavoro che, nel corso dell’anno appena cominciato, si faranno artefici dell’occupazione stabile di giovani under 36 a suon di contratti a tempo indeterminato.

Medesimo il discorso, non considerando la questione dell’età, anche per le aziende. In questo senso è avviato un tavolo di valutazione per l’amministrazione delle crisi societarie presso l’organismo per la crisi d’impresa. L’esenzione si attua nell’azzeramento (esonero del 100%) dei versamenti per un periodo equivalente a un triennio, attestandosi in un range che non superi i 6mila euro all’anno.

Bonus 2022, gli sconti per le PMI

Identico lo “sgravio” fiscale che sarà individuato per le PMI. Il bonus riguarderà quelle che durante l’anno in corso assumeranno per mezzo di contratti di apprendistato di primo livello. Nella fattispecie si tratta di qualifica e diploma professionale, diploma di istruzione secondaria superiore e certificato di specializzazione tecnica superiore. 

Un insieme che va ad abbracciare le società che insediano tra i propri ranghi un complessivo di dipendenti e lavoratori equivalente o al di sotto dei nove, che avranno la possibilità di ingaggiare nuovi addetti beneficiando di un esonero dai vari versamenti uguale al 100 per cento della contribuzione spettante.

In conclusione, strategie anche per fornire garanzia di stabilità produttiva e assicurare migliori margini occupazionali alle aziende: i dipendenti che a partire da gennaio 2022 rappresentino imprese cooperative (ovvero operazione di workers buyout) saranno sollevati dal dover contribuire il 100% dei versamenti previdenziali a onere dei datori di lavoro entro un tetto massimale che non vada oltre i 6 mila euro annui.

Bonus 2022, il supporto all’occupazione di giovani e donne 

Importanti anche le attività che in manovra sono state dedicate alle strategie di riqualificazione. Attenzione meticolosa è stata prestata intorno al discorso dei giovani (under 29 anni e Neet) e delle donne. Protagonisti purtroppo indiscussi di una nefasta recessione occupazionale.

In questa prospettiva, vi è stata una assegnazione ad hoc di investimenti ai Centri per l’impiego destinati a operazioni inerenti la realizzazione delle politiche attive del lavoro in supporto ai giovani di età compresa tra i 16 e i 29 anni, non impegnati né inclusi in un itinerario di studio o formazione (gli altrimenti detti Neet). 

Non è tutto. Si segnala anche un aumento di circa 50 milioni di euro per il Fondo per il sostegno della parità salariale di genere allargandone i propositi di utilizzazione e immaginando, per di più, che sia riservato al rinforzo della presenza costante delle donne al mercato del lavoro, anche per mezzo della stesura puntuale di normative che incoraggino le aziende a garantire a ogni modo l’equiparazione di genere.

Il Fondo andrà ad agevolare il finanziamento degli automatismi premiali a sostegno delle aziende, anche per le imprese aventi meno di 50 dipendenti, attesi dalla normativa sulla parità salariale (L n. 162 del 2021) che ha ammesso l’attestazione della equiparazione di genere.

E ancora. Viene introdotto presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali un cachet per i percorsi di formazione propedeutici al conseguimento della certificazione di equiparazione di genere, con una assegnazione di 3 milioni di euro a disposizione per quest’anno.

Bonus 2022, l’indennizzo alla maternità, le novità sul sostegno 

L’Esecutivo ha posto la sua attenzione anche sulla questione delle madri lavoratrici. I termini previsiti sono i seguenti: 

il sussidio alla maternità che agevola le lavoratrici in proprio e in partecipazione predisposta e permanente, commercianti, artigiane ed impresarie agricole, allargato a un trimestre, a cominciare dal terzo mese post parto;

in prova, per l’anno in corso, l’esenzione dai versamenti contributivi previdenziali a spese delle lavoratrici madri operanti nel privato. I termini rientrano nel 50 per cento a cominciare dal ritorno al posto di lavoro in seguito al godimento del congedo previsto dalla legge per la maternità (e per un arco temporale di 365 giorni a partire dal giorno del suddetto rientro). Sebbene serbando la percentuale di imposta delle opere pensionistiche, quasi certamente tale decisione avrà come fine la scongiura del fenomeno delle celebri dimissioni in bianco.

Bonus 2022, reclutamento al femminile

Parlando di garanzie a giovani e a donne, sarebbe opportuno rammentare come ricordate la disposizione 178/2020, con il fine di arginare il prolungarsi delle conseguenze congiunturali sul lavoro figlie della crisi pandemica, abbia sancito la crescita al 100% della dispensa per le nomine/conversioni a tempo indeterminato attuate nel biennio 2021-2022 a suon di Esonero giovani e Incentivo Donne.

Andiamo a vedere come opera l’esenzione per gli ingaggi di donne lavoratrici nel suddetto biennio.

La legge di bilancio 2021 ha comprovato che questi reclutamenti sia ammesso una dispensa contributiva del 100%, entro un massimale tetto equivalente a 6.000 euro all’anno.

L’Inps, tramite la comunicazione del 5 novembre 2021 n. 3809, ha poi riportato come dall’11 novembre 2021 sarebbe stato possibile inoltrare istanza di beneplacito, avvalendosi del formulario “92-2012” compreso all’interno del Cassetto previdenziale, che dispone i datori di lavoro, in possesso del beneficio, delle regolamentazioni operative e contabili connesse all’uso dell’esonero, solamente alle nomine/conversioni a tempo indeterminato in atto nel 2021.

A poter porre domanda ogni datore di lavoro nel privato. Ne restano fuori le pubbliche amministrazioni e le società del settore finanziario.

Bonus Sud, le novità

Operativo nel 2022 anche l’esonero contributivo per le imprese del Mezzogiorno.

Non è stato inserito dalla legge di bilancio 2022 e nemmeno protratto il celebre bonus sud, ovvero l’esonero contributivo dovuto ai datori di lavoro privati aventi sede operativa in regioni sfavorite

La funzionalità è identica a quella del bonus assunzioni under 36, sebbene sia ammesso fino a 48 mesi ai datori di lavoro privati che ultimino reclutamenti nel contesto operativo delle seguenti regioni: Abruzzo; Molise; Campania; Basilicata; Sicilia; Puglia; Calabria; Sardegna.

Una esenzione riconosciuta a ciascun datore di lavoro nel privato, che sia imprenditore o meno. Un discorso valevole anche per il settore agricolo

Il sostegno in essere è valevole per i nuovi ingaggi a tempo indeterminato e per le conversioni dei contratti a scadenza in contratti a tempo indeterminato, in atto nel biennio 2021-2022, di persone che, al giorno in questione, non abbiano terminato il trentaseiesimo anno di età e non abbiano mai firmato un contratto a tempo indeterminato nell’arco della loro vita professionale.

Rimangono fuori dal sostegno, le relazioni di apprendistato e i contratti di occupazione domestica, in rapporto ai quali il disegno legislativo vigente già consta l’attuazione di percentuali di imposta di stima ridotta in confronto a quella standard.

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