Bonus Ristrutturazione 2022: sconto e cessione verso lo stop

Finalmente il DDL Bilancio 2022 ha tracciato il percorso dei bonus ristrutturazione 2022, con cambiamenti normativi importanti per Superbonus 110%, bonus facciate e bonus casa. Ma l’utilizzo degli stessi con sconto e cessione diventa a rischio, per effetto del nuovo Decreto dedicato alle agevolazioni ristrutturazione, che impone nuovi paletti.

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Finalmente siamo entrati nel 2022, con tutti i cambiamenti politici che l’inizio del nuovo anno comporta e con l’entrata in vigore della nuova Legge di Bilancio.

Questo documento, di vitale importanza perché definisce e pianifica la spesa pubblica dell’anno in corso, è anche la sede in cui i bonus ristrutturazione subiscono gli aggiustamenti normativi.

Per quanto riguarda la manovra di bilancio 2022 il percorso di ridefinizione dei bonus edilizi è stato particolarmente tortuoso e le normative dei vari incentivi sono state più volte riscritte con veri e propri stravolgimenti.

Da questa complessa manovra il più danneggiato è stato senza ombra di dubbio il bonus facciate 90%, che vedrà una detrazione ridotta del 30% l’anno prossimo. Secondo in classifica il Superbonus 110%, per cui era stata promessa una maxi-proroga fino al 2025 e che invece vede gli edifici unifamiliari ammessi all’agevolazione solo per un altro anno e i condomini fino a fine 2023.

Anche il bonus mobili ha pagato le spese della carenza di fondi pubblici e vedrà un 2022 con importi ridotti e requisiti più stringenti.

In questo scenario gli unici bonus ristrutturazione per cui non sono previsti tagli agli importi sono il bonus casa 50% e il bonus verde.

In compenso però la Legge di Bilancio 2022 stabilisce anche, per il tempo della loro durata, che i bonus ristrutturazione ammettano l’utilizzo con sconto in fattura e cessione del credito.

Se questa è certo una bella notizia a guastare le feste ci pensa peró il DL 157 del 11 novembre 2022, detto Decreto Anti-frodi perché, al fine di evitare truffe come sovrafatturazione di prezzi, stabilisce una serie di requisiti aggiuntivi per utilizzare tutti i bonus ristrutturazione, con particolare attenzione alla fruizione mediante sconto e cessione.

Insomma, se la Legge di Bilancio smantella parte dei bonus ristrutturazione, arriva anche il DL Anti-Frode a rendere più difficile il loro utilizzo, perciò vediamo in dettaglio come saranno i vari bonus ristrutturazione in versione 2022.

Bonus ristrutturazione 2022, attivi detrazione Irpef (5/10 anni), sconto in fattura e cessione del credito

Prima di addentrarci nel vivo della normativa relativa a ciascuno dei bonus ristrutturazione, andando a scandagliare quali sono i cambiamenti imposti alle singole agevolazioni, a partire dallo scorso 12 novembre per effetto del DL Anti-frodi, vediamo cosa significa utilizzare un'agevolazione con detrazione Irpef, sconto in fattura e cessione del credito.

Per l’utilizzo dei bonus edilizi (bonus casa 50%, bonus facciate e Superbonus 110%) come confermato dalla Legge di Bilancio 2022 per il tempo di attivazione ci sono tre modalità di utilizzo.

Detrazione Irpef (di 5 anni per il Super Bonus e 10 anni per gli altri incentivi): in questa casistica il proprietario dell’immobile paga la cifra piena le ristrutturazioni, inserisce la spesa nella dichiarazione dei redditi e il totale coperto dai bonus ristrutturazione viene sottratto dalle tasse dovute a fine anno. Tale detrazione viene divisa in 5 quote annuali per il Superbonus 110% e in 10 quote annuali per bonus casa, bonus facciate.

Sconto in fattura: facile da spiegare e opzione preferita di tutti, in questo caso è l’impresa che esegue le ristrutturazioni che anticipa i costi e applica uno sconto direttamente sul prezzo finale. Cioè, chi usa il Superbonus 110% non paga nulla delle spese ammesse, perché questo copre il totale dei costi; chi usa il bonus facciate paga nel 2022 con uno sconto sconto del 60% e chi usa il bonus casa del 50%. La parte infatti coperta di vari bonus sarà restituita alla ditta che ha anticipato tali spese con credito d’imposta.

Cessione del credito: sia l’impresa che ha applicato lo sconto in fattura, sia i proprietari che hanno usufruito dei bonus di ristrutturazione detrazione Irpef possono ottenere la cifra che gli spetta più rapidamente, cedendo questo credito che lo Stato ha verso di loro ad una banca o un istituto finanziario.

Sull’utilizzo dei bonus ristrutturazione con sconto in fattura e cessione del credito si consiglia la visione del video YouTube di Simone Paramatti:

  

Che cos’è il DL Anti-frode? Come cambia i bonsu ristrutturazione 2022?

Il DL Anti-frodi contiene come recita il testo del de reto: una serie di misure di contrasto alle frodi in materia di detrazioni per lavori edilizi e cessioni dei crediti. Cioè in, parole più semplici, aumenta la documentazione necessaria da presentare per l’utilizzo dei bonus ristrutturazione, al fine di evitare le frodi fiscali, la più comune delle è quella di gonfiare i prezzi delle ristrutturazioni, cioè fatturare prezzi più alti del reale costo dei valori, così da ottenere un finanziamento pubblico più ampio.

Come agisce il DL Anti-frodi su Superbonus 110%, bonus facciate 60% e bonus casa 50% 

Le modifiche apportate dal Decreto Anti-frode, introduce adempimenti aggiuntivi per usare i bonus ristrutturazione con tutte e tre le opzioni, ma agendo in maniera diversa sui vari bonus, procediamo perciò con ordine partendo dal Superbonus 110%, perché su di essa il Decreto Anti-frodi vigila in modo particolare, essendo l’unico bonsu ad offrire ristrutturazioni a costo zero.

L’articolo 1 comma 1, lett. a del DL 157/2021 (Decreto Anti-frodi) delibera in merito al Superbonus 110%, estendendo l’obbligatorietà del visto di conformità nel caso il si usufruisca dell’agevolazione con detrazione Irpef in cinque anni, sconto in fattura e cessione del credito.

Un prossimo decreto ministeriale di competenza del Ministero della transizione ecologica si occuperà di individuare per alcuni tipi di bene i cosiddetti valori massimi a cui si dovrebbe fare riferimento per asseverare la congruità delle spese.

Diversamente tali obblighi aggiuntivi sono necessari per bonus facciate 90% o 60% e bonus casa 50%, ma solo se si opta per la cessione del credito o lo sconto in fattura, mentre non ci sono adempimenti extra per la detrazione Irpef in dieci anni.

Tali cambiamenti, che di fatto integrano e modificano quanto precedente stabilito dal Decreto Rilancio del 2020, sono da considerarsi validi per tutte le fatture pagate ed emesse a partire dal 12/11/2021.

Ricordiamo infine che per i bonus ristrutturazione (bonus verde, bonus mobili ed elettromestici), che non ammetto la possibilità di avere lo sconto in fattura o utilizzare la cessione del credito, ma concedono solo la detrazione Irpef in dieci anni, non ci sono cambiamenti con il decreto Anti-frodi.

Scadenze e importi dei bonus ristrutturazione 2022, con il via alla Legge di Bilancio

Se il DL Anti-frodi vigila sull’utilizzo dei bonus ristrutturazione, la Legge di Bilancio 2022 ne stabilisce i cambiamenti da un'altra prospettiva, cioè deliberando in merito a scadenze e requisiti.

In tale scenario si decide che il Superbonus 110% sarà valido per le villette (senza alcun tetto ISEE), fino al 31 dicembre 2022, ma con l’obbligo che non oltre il 30 giugno 2022 il Sal (stato avanzamento lavori) sia al 30%.

Per edifici condominiali invece la scadenza è fissata al 31 dicembre 2023, cioè un anno in più delle villette. Per tali edifici ci sarà ancora la possibilità di usare l’agevolazione per un ulteriore biennio, ma con detrazione al 70% nel 2024 e al 60% nel 2025.

Il bonus facciate 90%, valido solo per il 2022, viene ridotto, con uno sconto che copre solo il 60% delle spese ammesse.

Il bonus casa 2022 resta invece invariato e attivo fino al 2024, cioè con detrazione o sconto del 50% applicabile alla spesa massima di 96.000 euro e valido per la gran parte delle ristrutturazioni su interni ed esterni.

Infine, il bonus mobili che fa parte dei bonus ristrutturazione, perché può essere usato solo se sull’immobile per cui si acquistano i beni sono stati effettuati interventi edilizi a partire dall’anno precedente. Tale incentivo che consiste in una detrazione del 50%, ma diminuisce i suoi importi perché la spesa massima ammessa è ora di 10.000 euro e la detrazione massima di 5.000 euro.