Bonus ristrutturazioni: attenti alla proroga per il 2022!

Il Bonus ristrutturazioni, previsto dalla Legge di Bilancio 2021, è disponibile da inizio anno, e come altri bonus dovrebbe ricevere la proroga per il 2022. Però bisogna vedere cosa cambierà in questo supporto economico, specie rispetto agli altri incentivi e sconti disposti per rinnovare o ristrutturare la propria casa.

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Il bonus ristrutturazioni, uno dei tanti supporti economici proposti dalla Legge di Bilancio 2021, sembra sia prossimo alla proroga per il 2022.

Questo significa che sarà disponibile anche per il prossimo anno la possibilità di avere accesso alla detrazione fiscale, pari al 50%, entro però i limiti di spesa previsti dalla norma.

Come altri bonus, come il Superbonus 110%, sono previsti anche per il prossimo anno, così come molti altri sconti o indennizzi di vario genere, come l'assegno unico per i figli.

Però sono state necessarie delle modifiche al bonus , come già è accaduto in merito all'introduzione dell'opzione relativa alla sostituzione di sanitari e rubinetti e per i sistemi di filtraggio di acqua potabile. 

Ma intanto facciamo il punto della situazione.

Bonus ristrutturazioni: ecco come funziona nel 2021

Per bonus ristrutturazioni si intende una detrazione fiscale, cioè un taglio alle tue tasse previste dalla tua Dichiarazione dei Redditi, che ammonta al 50%, ma solo per alcuni lavori di manutenzione ordinaria o straordinaria, che sia un condominio o la propria abitazione privata.

Introdotto, come detto, con la Legge di Bilancio del 2021, si potrà accedere al rimborso IRPEF per le spese dei lavori di manutenzione stra/ordinaria, ma a patto che la spesa non sia superiore di 96000 euro.

Oltre quella cifra la detrazione, pertanto, non è acconsentita. 

Ci sono ovviamente degli obblighi, nonché dei requisiti da seguire per poter procedere al raggiungimento di questa detrazione, perché non si tratta semplicemente di queste due cifre che ho snocciolato, cioè il 50% di detrazione e i 96000 euro di limite.

Bonus ristrutturazioni: ecco tutti i requisiti per il 2021

Come primo atto nell'accesso al bonus ristrutturazioni, e quindi per ottenere la detrazione fiscale del 50% sulle spese di manutenzione, bisogna inviare una comunicazione all'ENEA (acronimo per Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile), in particolare se i lavori riguardano una ristrutturazione con annesso risparmio energetico.

Oltre a questo step burocratico, devi a sua volta confermare la tua posizione giuridica, cioè il fatto di essere almeno uno di questi soggetti:

  • proprietari dell'immobile, anche in caso di nuda proprietà;
  • essere titolari di un diritto reale di godimento, che può essere anche l'usufrutto;
  • essere semplici locatari o comodatari, ma con l'approvazione del proprietario.

Non poca gente, anzi molta più di quella prevista per il Superbonus 110%. Anzi, la lista è ancora più lunga, perché ci possono entrare anche le imprese.

Bonus ristrutturazioni: ora spetta anche alle società!

Il bonus ristrutturazioni nel 2021 ha permesso anche l'aggiunta di altri soggetti giuridici, però non più cittadini privati ma anche figure aziendali o società.

Infatti a quelle accennate precedentemente si aggiungono anche chi:

  • è socio di una coperativa, che può essere divisa o meno;
  • è imprenditore individuale, per immobili non rientrati tra beni strumentali;
  • è un soggetto avente un reddito prodotto con forma associata (cioè in SAS, SNC, società semplici...).

Ad essi si aggiunge anche una condizione particolare, quello del titolare del contratto preliminare di vendita. Ha diritto al bonus solo se:

  • il possesso della proprietà è immessa assieme;
  • il contratto preliminare, inteso come compromesso, viene registrato in maniera regolare;
  • paga i lavori con i suoi soldi.

Perché il nodo interessante è anche questo: hai diritto alla detrazione, ma così facendo dovrai pagare di tasca propria le spese, anche se solo per l'acquisto dei materiali.

Allora la domanda sorge spontanea: c'è un modo per non spendere soldi? C'è, e si chiama cessione del credito.

Bonus ristrutturazioni 2021: conviene la detrazione o la cessione di credito?

Anche per il bonus ristrutturazioni 2021 mi tocca fare la domanda se conviene o meno la cessione di credito rispetto alla detrazione. "Anche", perché in un recento articolo avevo trattato della cessione di credito in merito al Superbonus 110%. 

Il punto sta nel fatto che per entrambi ci sono delle disposizioni, e soprattutto delle curiose pendenze tra le parti, che potrebbero far pensare al fatto che il Governo stesso preferisca che il contribuente chieda più la detrazione rispetto alla cessione.

Tanto per cominciare, la detrazione, o tecnicamente parlando lo sconto in fattura, riguarda anche il semplice contribuente, che paga di proprio pugno anche i materiali e a fine anno, nella denuncia dei redditi, avrà un taglio dell'IRPEF.

Però tocca mettere mano al portafoglio, cosa che con la cessione di credito non succede.

Nel caso della cessione infatti puoi lasciare la riscossione del credito ad un'impresa cessionaria, così sarà lei, a fine lavori, a riscuotere la detrazione finale, o se gli conviene, a cederlo agli istituti di credito, o ad agenzie di riscossione.

Con la semplice detrazione, i rischi si riducono e il controllo è esercitato sul contribuente, quindi in tempi brevi si avrà la risposta.

Con la cessione del credito, nel rischio di una cessione continua tra le parti, i tempi di controllo si allungano, e il rischio di un effetto domino qualora l'esito sia negativo potrebbe generare le stesse problematiche che già a tempo debito ho segnalato nell'articolo sul Superbonus 110%.

Poi va anche aggiunto che i lavori stessi sono condizionati dalla disposizione del pagamento.

Bonus ristrutturazioni 2021: hai il bonus ma solo per questi lavori!

Per l'accesso al bonus ristrutturazioni 2021 i lavori sono contingentati secondo quanto previsto sia dalla Legge di Bilancio 2021 sia dalle aggiunte dell'art. 16-bis del TUIR (Testo Unico delle Imposte sui Redditi).

Pertanto i lavori validi sono:

  • quelli relativi alla manutenzione stra/ordinaria;
  • quelli relativi al restauro, risanamento conservativo e alla ristrutturazione, nel caso di condomini sulle parti comuni o su singole unità immobiliari residenziali o anche rurali.

Se non v'è chiaro cosa s'intenda per manutenzione ordinaria ecco un paio di esempi:

  • ascensori e scale di sicurezza da installare;
  • servizi igienici da migliorare o anche realizzare;
  • infissi esterni e serramenti o persiane da sostituire o modificare con serrande e con materiale specifico;
  • scale e rampe da rifare;
  • interventi finalizzati al risparmio energetico;
  • recinzione dell’area privata
  • costruzione di scale interne.

A questi si aggiunge anche la sostituzione del gruppo elettronico di emergenza, trasformandoli con generatori di emergenza a gas di ultima generazione.

Così come anche la sostituzione delle porte interne, ma solo se si parla di condominio, perché è tutt'ora escluso per gli edifici singoli.

O meglio, è escluso se rientra in quella ordinaria: puoi cambiare le porte di casa tua se rientra in quella straordinaria.

L'importante è che alla fine la spesa per queste porte interne deve risultare utile al completamento degli interventi, cioè non può essere mirata solo alle porte.

Se volete eventuali chiarimenti sulla questione, vi suggerisco il video del Geometra Danilo Torresi.

E tutto questo per avere la detrazione, che è al 50%, ma se vi dico di stare attenti alla proroga del 2022, ci sarà un motivo!

Bonus ristrutturazioni: attenti alla proroga per il 2022!

Il bonus ristrutturazioni è stato prorogato, come altri bonus relativi all'edilizia, ma va detto che questa proroga è costata qualcosa perché potesse avvenire.

Per chi ha un po' di memoria storica, c'era nella Legge di Bilancio 2012 una detrazione simile, sempre del 50%. Questa detrazione in realtà era del 36%, prima del 2011, ed era stata stabile fino alla Legge di Bilancio del 2012, che l'ha aumentata di 14 punti percentuali, fino all'attuale 50%.

Purtroppo questo aumento non è mai stato fisso, ma temporaneo. Ogni anno veniva rinnovata, con la stessa percentuale, ma, a meno di ulteriori novità dalla prossima Legge, fino a nuovo ordine, dal 1 gennaio 2022 la detrazione passerà dal 50% al 36%.

Motivo di questo ritorno ad una detrazione bassa? Non è chiara, ma si suppone sia dovuto alle basse entrate fiscali per l'anno fiscale 2020, dovuto alle varie esenzioni e alla pace fiscale disposta dal Governo Conte II e anche dall'attuale Governo Draghi. Si parla di un calo del 5,3%, cioè 25,183 miliardi di euro in meno all'erario.

Pertanto il fisco dovrà ricominciare a riprendere i soldi. Intanto vediamo come dovrai pagare per questo bonus, e soprattutto come richiederlo.

Bonus ristrutturazioni 2021: ecco come richiederlo e come pagare

Per accedere al bonus ristrutturazioni bisogna prima di tutto fare la Dichiarazione dei redditi, indicando nel modello 730 gli oneri sostenuti.

Ma questo solo per la detrazione, sennò, per la cessione del credito, dovrà trasmettere il modulo telematico direttamente all'ADE al seguente indirizzo.

Perché le spese devono essere sostenute entro il 16 marzo, ma dell’anno successivo a quello relativo alle spese.

Come per il Superbonus 110%, bisognerà conservare i documenti per un'eventuale controllo dell'ADE:

  • le abilitazioni amministrative come la concessione, autorizzazione o comunicazione di inizio lavori;
  • la dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà con indicata la data di inizio dei lavori e attestazione di agevolazione degli interventi di ristrutturazione;
  • l'accastamento per gli immobili non censiti;
  • ricevute dell'IMU pagato;
  • delibera condominiale dell'approvazione per il lavori nelle parti comuni;
  • dichiarazione del consenso del possessore all'esecuzione dei lavori se soggetto diverso dai familiari;
  • comunicazione con data di inizio dei lavori per l'ASL;
  • fatture e ricevute sulle spese sostenute con bonifici di pagamento.

E questi documenti valgono per tutti e due i casi, che sia cessione o detrazione, che sia Denuncia dei Redditi o modulo specifico per l'ADE.

Mentre per i pagamenti si dovrà procedere due sistemi di pagamenti:

  • bonificio bancario;
  • bonifico postale parlante.

In essi dovranno essere ben noti i seguenti dati:

  • causale del versamento;
  • codice fiscale del beneficiario della detrazione;
  • codice fiscale o P. IVA del beneficiario del pagamento.

E questo vale anche per la cessione di credito, solo che toccherà fare tutto all'impresa. A te rimarrà vedere i lavori procedere, e sperare che non succeda nulla di grave durante i lavori o a seguito dell'esito per la verifica e per l'accettazione dell'accredito. 

Anche perché, dato l'aumento dei costi delle materie prime, compreso quelle edilizie oltre che informatiche, bisogna comunque far rientrare tutto nelle spese, dato che nel 2022 è sempre posto come limite di spesa 96000 euro. Sennò al peggio il resto tocca pagarlo di tasca propria, e senza detrazione o cessione di credito che tenga.

O al peggio passare un quarto d'ora indimenticabile presso l'Agenzia delle Entrate.