Hai 5000 euro? I buoni fruttiferi postali fanno al caso tuo!

Un metodo di guadagno spesso e volentieri sottovalutato, riguarda i buoni fruttiferi postali. Conservandoli, si possono guadagnare cifre interessanti.

Grazie ai buoni fruttiferi postali, numerose persone riescono ad auto-garantirsi dei profitti particolarmente interessanti. Questo, pur non avendo mai approfondito la complessa materia degli investimenti. Il tutto, a livello procedurale, risulta essere facile e intuitivo per tutti.

La barriera di accesso che questo settore impone, solitamente è piuttosto difficile da superare. Tuttavia, la soglia minima dei cosiddetti “buoni fruttiferi” riesce a garantire l’accesso anche a coloro che sono dei profani della materia degli investimenti.

Nel corso di questo articolo, con l’evolversi dei paragrafi, cercheremo di capire come riuscire a muoversi all’interno di questo settore. Ma ovviamente, non prima di aver fornito una definizione adeguata a riguardo. Definizione che, ovviamente, ci viene fornita dalla nota enciclopedia di Wikipedia. Citando quanto segue:

Nel caso in cui la definizione basilare non dovesse bastare, consigliamo fortemente la visione di un video pubblicato dal canale Youtube di Io Investo. Punto di riferimento in materia, il canale citato si occupa di sviscerare ogni singola tematica relativa agli investimenti.

Buoni fruttiferi postali, come si calcola l’importo?

Sul web così come offline, numerose persone si chiedono come si possa calcolare l’importo dei buoni fruttiferi postali. Domanda più che lecita, vista l’importanza del guadagno stimato per un investimento di questa tipologia. Ebbene, nel seguente paragrafo verrà di fatto riportato il modus operandi corretto per poter svolgere questa operazione

Prima di procedere, è doveroso fornire una definizione maggiormente specifica riguardo i buoni postali, che per comodità personale verranno abbreviati con la sigla “BFP“. I buoni postali, sono appunto dei prodotti di investimento elargiti dal mercato italiano.

Nello specifico, riguardano una garanzia concreta. Pertanto, il loro investimento si basa su dei fondamenti sicuri e concreti. Detto ciò, esiste a sua volta un metodo matematico ben preciso, per poter stabilire il rendimento ipotetico nel corso del tempo.

Naturalmente, si parla di ipotesi non a caso. Considerando tutte le variabili che possono subentrare in una fase così delicata, è bene esprimersi sempre per termini “condizionali”. Appurato ciò, si può introdurre l’argomento facendo una doverosa premessa: il periodo massimo di durata dei buoni fruttiferi postali, secondo il sito di BanksAbout, è di 20 anni

Dai 5 fino ai 20 anni, si può riscontrare una crescita in termini di rendimento che va dallo 0,05% fino allo 0,90%. Quasi l’1% della cifra totale, dunque. Ovviamente, la tabella citata riguarda solamente i buoni ordinari. Maggiore sarà la portata dei buoni, e altrettanto maggiore sarà il rendimento.

Ovviamente, bisogna tenere conto del fatto che la loro durata sia minore. Parlando per esempio dei buoni postali in formato 3×4, si avranno ben 8 anni in meno a disposizione, per poter vedere il proprio capitale accrescersi in maniera graduale.

La variabile più importante, in questi casi, è sicuramente quella della ritenuta fiscale. Questa ritenuta, si applica sugli interessi dell’assegno e sull’imposta di bollo. Dalla quale non si può prescindere in alcun modo, per forza di cose.

Buoni fruttiferi postali, a quanto può arrivare il loro valore dopo 30 anni?

Un altro interrogativo particolarmente in voga, riguardo ai buoni fruttiferi postali, è quello che concerne la loro durata. A distanza di anni, infatti, il loro valore può cambiare in maniera sostaziale. Benché la durata prescritta in precedenza è di circa 20 anni, a distanza di 30 anni – dunque all’epoca delle vecchie lire – si possono comunque ottenere dei riscontri molto interessanti.

Per poter fornire una risposta concreta, come spesso accade, è bene fare un esempio che sia altrettanto concreto. Come nel caso del sito di Investire Oggi, con un articolo che spiega in maniera approfondita i passaggi corretti da seguire per poterne stabilire il valore.

Innanzitutto, occorre fare una rapida operazione di “conversione“. Un buono postale dal valore di 100.000 lire, oggi avrebbe un valore pari a circa 50 euro. O poco di più, comunque. Successivamente, bisogna calcolare il relativo tasso di interesse, che col passare degli anni può arrivare ad un massimo del 12%.

A fornire un dato ben preciso, è sicuramente il relativo calcolo degli interessi. Per i primi 20 anni, l’assegno in questione matura degli interessi doppi. Gli interessi maturati, maturano a loro volta altri interessi. Questo, per una crescita praticamente raddoppiata. 

A livello netto, si può dunque ottenere un buono fruttifero postale dal valore di poco meno di 700 euro. Il rendimento in questione, dunque, è decisamente degno di nota. Maggiori delucidazioni a riguardo, si possono ottenere tranquillamente presso il sito ufficiale delle Poste.

Buoni fruttiferi postali: ecco come investire 5000 euro!

I buoni fruttiferi postali, ci possono consentire di investire delle cifre importanti per ottenere un rendimento altrettanto importante. Il caso studio elencato in precedenza, effettivamente, mostra come si possano ottenere dei riscontri potenzialmente molto interessanti.

Una diatriba avvenuta in tempi recenti presso numerose community online, riguarda il raporto di convenienza che intercorre tra bfp e titoli di Stato. Ma esattamente, cosa sono i titoli di Stato? Si tratta di obbligazioni ben precise che vengono erogate periodicamente dal Ministero dell’Economia. Ovviamente, per conto dello stato, e non in maniera autonoma.

Tramite il metodo di calcolo descritto in precedenza, non sarà difficile stabilire approssimativamente il rendimento che una cifra di 5000 euro può arrivare a generare. Innanzitutto, a livello strategico, bisognerebbe basare la propria scelta sugli assegni in formato 4×4. Il loro rendimento, si basa su un periodo di circa 16 anni, con un rendimento annuale (in termini lordi) decisamente più alto della media.

Gli interessi maturati nel corso del tempo, si possono riscuotere solamente dopo circa 12 anni. Una cifra di 5000 euro, tenendo conto di tutte le variabili osservate precedentemente, può arrivare a maturare una cifra netta di 5555,59 euro totali. Cifra particolarmente interessante, considerando la crescita che si può arrivare a registrare nel corso del lungo periodo.

Nonostante possa sembrare un periodo lungo e duraturo, bisogna pur sempre considerare che si tratta di un investimento il cui ragionamento va effettuato nel corso del lungo periodo. Pertanto, deve essere una cifra da mettere via in tutti i sensi. Anno dopo anno, il capitale investito avrà comunque una crescita graduale. Crescita che, alla fine del periodo stimato, ci potrà garantire un risultato ottimale.

Buoni fruttiferi postali: come funzionano gli assegni cointestati?

Buoni fruttiferi postali. Se ne fa sempre un gran parlare, da anni e per chissà quanto tempo ancora. Nonostante le tipologie di assegno siano numerose, le persone mostrano ancora un grande interesse per questo argomento. Tuttavia, un grande interesse spesso e volentieri può condurre anche a delle grandi perplessità.

La maggior parte di queste, sono collegate alla tematica dei buoni postali cointestati. Il tratto più vantaggioso di questi assegni, riguarda il fatto che le persone che possono sottoscriverlo possono essere fino a 4. Naturalmente, il guadagno finale dovrà essere ripartito in maniera equa.

Tuttavia, alcune clausole possono far sì che alcune questioni diventino piuttosto aspre. Per esempio, la clausola che permette ad uno dei contestatari – se in possesso del titolo cartaceo – di incassare l’intera cifra. Ma ovviamente, nelle fasi iniziali di stipulazione, si può chiedere di escludere tale opzione.

Inoltre, i buoni sottoscritti hanno un valore nominale. Pertanto, non si può cambiare affatto l’intestatario. In caso di decesso, altra casistica parecchio delicata, vengono interpellati gli eredi del defunto. Ovviamente, dando per scontato che la clausola menzionata in precedenza non sia presente.

Nel corso dell’ultimo paragrafo, scopriremo invece come ritirare i buoni fruttiferi postali nei quali è stato investito il nostro capitale. La procedura, naturalmente, è piuttosto semplice. Oltre che sorprendentemente rapida.

Buoni fruttiferi postali, come si ritirano?

I buoni fruttiferi postali, si possono ritirare presso gli uffici postali presenti nella nostra città di riferimento. La cifra in questione, è totalmente rimborsabile in contanti. Ovviamente, nei limiti della disponibiltà dell’ufficio in questione. In caso di cifre particolarmente consistenti, è bene rivolgersi agli uffici notoriamente “capienti”. O facoltosi, per meglio dire.

Poste Italiane, inoltre, ha dichiarato tramite un comunicato ufficiale come l’intero importo sia rimborsabile in qualsiasi momento. Pertanto, le clausole imposte in precedenza possono valere solamente col verificarsi di determinate condizioni. Un altro interrogativo degno di nota, riguarda la figura che può occuparsene.

Ebbene, a poterli ritirare sono solamente gli intestatari del buono. Altre domande a riguardo, si possono tranquillamente rivenire tramite una ricerca approfondita su Google. Per il momento, basti pensare che le informazioni basilari contenute in questo articolo possono essere adeguate per avere una visione di insieme piuttosto esaustiva.

Essendo una materia notoriamente di facile accesso, non è necessario conoscere ogni singola nozione nello specifico. Tuttavia, è bene informarsi ugualmente prima di sottoporsi ad un investimento di questo tipo. Diversamente, il senso di smarrimento potrebbe essere un fattore prevalente a tutti gli effetti. Con conseguente esperienze poco piacevoli.

Andrea Marras
Andrea Marras
SEO Copywriter, classe 1998.Ho 22 anni, un diploma presso l'Istituto Magistrale Baudi di Vesme Iglesias, e una passione per il SEO Copywriting. In passato, mi sono occupato dell'ottimizzazione di articoli di stampo sportivo per conto di testate web quali Termometro Politico e Calcio d'Angolo. Ho studiato il mondo dei social e dell'editoria online con grande impegno e dedizione, sperando che questa possa divenire la mia professione principale. Nel frattempo, oltre alle collaborazioni con varie testate di riferimento, curo anche un progetto di personal branding su LinkedIn.Il mio motto è? Chi lotta può perdere
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