Pronti a fare il pieno di carburante? E’ il momento giusto!

Il carburante ha raggiunto prezzi esagerati nelle ultime settimane. Ora, però, grazie al taglio delle accise, i prezzi sono diminuiti. È ora di fare il pieno!

In quasi tutti i distributori di benzina i prezzi sono ribassati di almeno 30 centesimi di euro a litro, ed è subito corsa al distributore con il prezzo più basso per fare il pieno!

Dopo settimane di prezzi esorbitanti (quasi tre euro al litro in autostrada!), la benzina è tornata a prezzi più accessibili, ma restano comunque sempre abbastanza alti.

Nel frattempo sui social ci si scambia consigli su quali sono le pompe che fanno pagare il carburante anche due millesimi in meno e si scappa a fare il pieno. Effettivamente questo è il momento giusto, prima che il petrolio si alzi ancora e anche questo taglio delle accise risulti davvero insufficiente (visto che è un taglio misero di soli 25 centesimi).  

Il problema ora resta dei benzinai, che hanno pagato il carburante in giacenza al prezzo vecchio, con le vecchie accise, e sono costretti a rivenderlo invece al prezzo ribassato. Ora sono loro a perderci. Ma andiamo con ordine.

Prezzi ribassati, ora è il momento di fare il pieno di carburante; i benzinai, invece, non sono contenti

Mentre gli automobilisti, dopo settimane passate a pagare il carburante anche a 2,50 euro, sono felici e fanno la fila per fare il pieno ai loro veicoli, resta l’amarezza dei benzinai stavolta. La categoria è in sofferenza, perché in carburante che hanno in giacenza è stato pagato a prezzi vecchi e secondo le vecchie accise, dunque adesso rivenderlo a prezzo ribassato significa non guadagnarci quasi nulla. 

I benzinai sperano vivamente che il Governo intervenga presto per riempire questo gap tra il prezzo applicato per decreto e il costo vivo che invece i benzinai hanno dovuto sostenere acquistando il carburante. 

I prezzi del carburante sono uguali dappertutto?

La risposta è no. Mentre gli automobilisti pensavano di trovare prezzi ribassati un po’ dappertutto, si sono dovuti ricredere. Il primo giorno di taglio alle accise (lo ricordiamo di soli 25 centesimi) non ha avuto lo stesso effetto su tutti i distributori

Anzi in alcune città è un vero e proprio caos. L’unica certezza è che ormai benzina e diesel sono al di sotto dei 2 euro al litro e si può respirare un tantino.

Il decreto per il rincaro sul carburante, prevede un taglio di 25 centesimi di accise che, comprendendo l’Iva, arriva a più o meno un ribasso di 0,30 centesimi a litro

Ma non tutti i benzinai sono uguali. Per i distributori sotto un logo, è il gestore che impone il prezzo. Poi ci sono le pompe bianche, senza “nomi famosi” per così dire. E questi gestori hanno reagito in modo diverso, generando a volte anche differenze rilevanti tra un distributore e un al tro. Ecco perché molti automobilisti fanno il giro della città per trovare il distributore meno costoso e usano anche il passaparola.

Prezzi del carburante: alcuni benzinai si rifiutano di abbassare i prezzi

Stefania Caimmi, che gestisce un Q8 a Cernusco sul Naviglio, ha affermato che non abbasserà i prezzi fino a quando non terminerà la giacenza di carburante che lei ha pagato con le vecchie accise.

Quella di Stefania è davvero una buona idea? Probabilmente no. La domanda è una: chi mai si fermerà a fare benzina in questo distributore se a poche centinaia di metri di distanza ci sono altre compagnie che hanno già ribassato il prezzo? E dunque, come farà questa imprenditrice o chi sta facendo come lei, a finire le giacenze? È un cane che si morde la coda.

Conviene abbassare il prezzo del carburante, al momento, perderci qualcosa e finire il prima possibile le giacenze, sperando in un intervento del Governo che aiuti gli imprenditori in difficoltà. 

L’agenzia delle dogane ha imposto ai rivenditori di comunicare le proprie giacenze, in base proprio a queste comunicazioni dovrebbero arrivare delle compensazioni da parte del Governo. Probabilmente la compensazione sarà elargita sotto forma di credito d’imposta. 

Prezzo del carburante ribassato per sempre? Macché! Solo per 40 giorni

Cari cittadini avete 40 giorni di tempo per fare continui pieni alle vostre auto, perché è solo per questo tempo che durerà il taglio delle accise deciso dal Governo Draghi. E dopo? E dopo non si sa. Tutto è incerto, aleatorio, pieno di forse e di però. 

Questa incertezza non aiuta, per esempio, gli autotrasportatori, che se pur ora stanno respirando, non sanno che ne sarà delle loro attività da qui ad un mese. Non faranno in tempo a finire il pieno, che ritroveranno il carburante di nuovo al di sopra dei due euro.

La spiegazione di una simile mossa del Governo, così limitata, è un rebus. Non si riesce davvero a comprendere perché il Governo abbia deciso di elargire questa elemosina sul carburante per soli 40 giorni. L’inflazione secondo tutti gli analisti durerà nel medio lungo periodo, quindi a cosa servono solo 40 giorni?

Aumento del prezzo del carburante: il ruolo della guerra 

Alessio Passini, presidente di Saca, la Cooperativa bolognese, afferma che la guerra non ha fatto altro che esasperare l’innalzamento dei prezzi a cui si stava già assistendo da un po’. Prima la colpa era della ripresa troppo repentina post pandemia, poi dell’inflazione, poi della guerra. Insomma alla fine a pagare sono sempre  e solo i consumatori finali.  

Secondo il Presidente Passini, il Governo deve riconoscere, e in fretta, che chi utilizza il carburante a fini professionali deve assolutamente godere di una agevolazione fiscale, altrimenti è impossibile rientrare nei costi. È il classico cane che si morde la coda perché i contributi che percepiamo sono insufficienti e si resta comunque in perdita.

Ci sarebbe bisogno di un serio abbattimento della pressione fiscale da parte delle Regioni e da parte del Governo.

Carburante: nel frattempo il governo sta pensando ad un bonus carburante per i dipendenti

Il bonus carburante, per un massimo di 200 euro elargibili, dovrebbe essere svincolato da Isee, reddito e quant’altro. 

Con la pubblicazione del Decreto Legge “Energia” nr. 21 pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 21 marzo, le aziende private potranno erogare un bonus del valore massimo di 200 euro ai propri dipendenti sotto forma di buoni carburante. 

Questi costi saranno interamente deducibili per l’azienda, non solo! Queste 200 euro non concorreranno al reddito imponibile del lavoratore che le riceve.

Questo tipo di bonus carburante non potrà essere concesso ad personam, bensì ad una categoria stabilita di dipendenti o a favore di tutti i dipendenti. 

Nell’individuazione delle categorie, si potrebbe per esempio decidere di elargirlo a tutti i pendolari che devono coprire una determinata distanza chilometrica per raggiungere l’azienda, oppure ai lavoratori con famiglia e monoreddito, oppure ai lavoratori con figli e così via.  

Si auspica che l’Agenzia delle Entrate possa intervenire al più presto con una comunicazione ufficiale e fugare ogni dubbio sulle modalità in cui gli imprenditori potranno elargire questo bonus carburante messo in campo dal Governo. 

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