Caregiver familiare: chi è e a quali agevolazioni ha diritto

Il caregiver si prende cura di un familiare che presenta delle specifici condizioni di salute e/o di disabilità. Sono stati istituiti due Fondi per sostenere economicamente e socialmente questo figura non professionale. In caso di assistenza a persone con handicap gravi, il caregiver può beneficiare di alcune agevolazioni previste dalla legge 104/1992.

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La figura del caregiver è stata delineata dalla legge 205/2017 all’art. 1, commi 254-256. Per promuovere questa figura è stato istituito un fondo per sostenere il caregiver familiare nel triennio 2018/2021.

È stato sbloccato da poco tempo e le risorse economiche stanno iniziando ad essere ripartite fra le regioni. Tutto ciò per evidenziare il valore economico e sociale di questa nuova figura non professionale. 

Un ulteriore fondo è stato creato con la Manovra del 2021, con l’estensione al 2023. Tali risorse verranno erogate con le stesse finalità del primo.

Le Regioni stanno inserendo nella loro programmazione questi aiuti. Nel 2021 ci sono già degli strumenti di sostegno economico che vengono erogati su richiesta ai caregiver familiari.

Cargiver familiare: chi è questa figura 

Cargiver è un termine anglosassone che indica colui che si prende cura. Il caregiver familiare, di conseguenza, è colui che si prende cura di un familiare con particolari condizioni di salute e/o di disabilità.

L’art. 255 della legge 205/2017 definisce il cargiver familiare la persona che decide di assistere e di prendersi cura del coniuge ( dell’altro sesso o dello stesso sesso), del convivente, di un familiare (entro il terzo grado) che

a causa di malattia, infermità o disabilità, anche croniche o degenerative, non sia autosufficiente e in grado di prendersi cura di sé, sia riconosciuto invalido in quanto bisognoso di assistenza globale e continua di lunga durata […]

Questa figura non professionale è composto in prevalenza da donne, che possono essere figlie, nipoti e sorelle e rientrano in una percentuale del 74% e il 31% ha meno di 45 anni. 

Di che cosa si occupa il caregiver? Durante il giorno non si occupa solamente della persona a cui è stata affidata, ma cerca di mantenere anche l’equilibrio all’interno di tutta la famiglia. Nello specifico al cargiver viene affidato l’aspetto terapeutico del malato e/o disabile, l’assistenza sanitaria, il conforto morale, la somministrazione dei pasti e delle medicine.

Chi si assume l’incarico di “prendersi cura di”, nonostante possa mettere in campo delle eccellenti doti di multitasking, è comunque a rischio. Poco alla volta mette da parte le proprie necessità, col rischio di andare incontro a un crollo psicofisico.

Quando si hanno molte mansione da portare a termine in poco tempo, cercando di offrire la migliore assistenza possibile alle persone anziane e/o disabili è inevitabile che, prima o poi, arrivino dei cedimenti. Ed è qui che occorre un aiuto.

Fondo Caregiver: le risorse stanziate per gli anni 2018 -2023

Inizialmente per il Fondo per il sostegno del titolo di cura e di assistenza del caregiver familiare erano stati stanziati 20 milioni di euro per ogni anno a partire dal 2018 fino al 2020. Queste risorse non sono state utilizzate, in quanto l’iter di approvazione parlamentare del disegno di legge non era ancora stato completato.

Nel 2020, con l’emergenza epidemiologia, sono state stanziate risorse pari a 44,4 milioni di euro, come indica il DPCM del 27 ottobre del 2020, presente in Gazzetta ufficiale a partire dal 22 gennaio 2021 (data della sua pubblicazione).

Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, con la Legge di Bilancio 2021, ha istituito un ulteriore fondo a sostegno del valore economico e sociale di questa figura non professionale. Le risorse stanziate riguardano il periodo che va dal 2021 al 2023, per ogni annualità sono stati destinati 30 milioni di euro.

Se alla fine di ogni esercizio sono presenti delle somme residue e che non sono impegnate all’interno del fondo, queste devono essere versate nel bilancio dello Stato per essere assegnate nuovamente al fondo stesso.

Fondi: Ripartizione e accesso alle risorse economiche

Le Regioni devono programmare determinati percorsi per poter attuare gli interventi di sollievo e sostegno al caregiver familiare. Questo deve avvenire all’interno di una programmazione integrata sia da un punto di vista sociosanitario sia nell’ambito della progettazione delle risorse provenire dai due Fondi.

La pianificazione deve avvenire nel rispetto dei modelli organizzativi delle Regioni e ci deve essere, altresì, un confronto con le autonomie locali. Devono, inoltre, essere coinvolte le organizzazioni di rappresentanza delle persone con disabilità.

I fondi vengono trasferiti in una soluzione unica, entro 45 giorni dalla domanda, alle Regioni dal Dipartimento per le politiche della famiglia della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Ci deve, comunque, essere una verifica preventiva prima dell’invio, in quanto bisogna accertare la coerenza degli interventi che si vogliono mettere in campo con le finalità espresse dalla normativa.

Le Regioni, entro 60 giorni dal versamento delle risorse economiche, si impegnano a trasferirle ai territori a secondo di quanto è stato deciso in sede di pianificazione regionale.

Come precisa l’art. 1 del DPCM del 27 ottobre del 2020:

Le risorse di cui al comma 1 sono destinate alle regioni che le utilizzano per interventi  di sollievo e sostegno destinati al caregiver familiare […]

Ci sono delle casistiche in cui queste risorse devono essere erogate in via prioritaria. Ciò avviene quando il caregiver si prende cura di persone in condizione di disabilita' gravissima. Non solo.

La priorità è riconosciuta al cargiver che, con documentazione alla mano, non è riuscito a sistemare le persone di cui si prende cura nelle strutture residenziali, a causa delle normative disposte durante l’emergenza; a progetti di accompagnamento finalizzati alla deistituzionalizzazione e al riunione del caregiver con la persona assistita.

Deve essere stilato un programma e delle linee guida in merito agli interventi di sollievo e sostegno dei caregiver, coinvolgendo le organizzazioni che rappresentano le persone con disabilità. Le Regioni hanno la possibilità di poter cofinanziare questi progetti con le proprie risorse.

Il Dipartimento per le politiche della famiglia ha il compito di monitorare come vengono realizzate le progettualità presentate e finanziate dalle Regioni, a seconda del territorio e/o del Comune.

I caregiver e la legge 104

Se il cargiver assiste un familiare che presenta una disabilità grave, ha diritto ai permessi previsti dalla legge 104 del 1992, ha la priorità per farsi il vaccino Covid e alla pensione anticipata con la modalità APE Social ( qualora ci siano tutti gli altri requisiti del caso). 

Per richiedere la legge 104 bisogna chiedere il verbale di legge 104 con handicap grave. Il medico di base deve rilasciare un certificato, il quale evidenzi lo status della persona richiedente. Tale certificazione deve essere inviato dal medico, per via telematica, all’INPS e fornire al richiedente il numero di protocollo della pratica.

Il passo successivo è quello di inviare all’INPS la domanda di legge 104, con varie modalità.

Utilizzando il canale web, accendendo con le proprie credenziali al sito www.inps.it, menzionando il numero di protocollo ricevuto dal medico di base.

In alternativa si può utilizzare il contact center INPS e INAL. Si può chiamare gratuitamente da telefono fisso il numero verde 803164, o utilizzare il proprio cellulare digitando il numero 06164164, è un numero a pagamento e il costo è diverso a secondo del proprio gestore telefonico.

Si possono, inoltre, usare i servizi telematici messi a disposizione dei patronati e degli altri intermediari.

Ricevuta la richiesta, l’Istituto previdenziale convoca il richiedente per poterlo esaminare. La visita di controllo sarà eseguita da una commissione medica appartenente all’ASL.

Terminato il controllo verrà rilasciato il verbale che attesta l’handicap grave, secondo quanto prevede la legge 104, art. 3, comma 3. Secondo tale articolo quando vi è una minorazione (singola o multipla), che riduce l’autonomia personale

[...] in modo da rendere necessario un intervento assistenziale permanente,  continuativo e globale nella sfera  individuale o in quella di relazione, la situazione   assume connotazione di gravita'. 

Handicap grave: Quali agevolazione ha il cargiver?

Quando al soggetto è stato riconosciuto l’handicap grave attraverso il verbale di legge 104, il caregiver ha diritto ad alcune agevolazioni, in base alla legge 104/1992. 

Può richiedere permessi retribuiti per 3 giorni al mese, può scegliere la sede lavorativa e può usufruire del congedo straordinario, il quale è retribuito per due anni se convive col familiare che assiste. Può, inoltre, rifiutare il trasferimento lavorativo e il lavoro notturno e può chiedere l’APE Sociale per caregiver.

Se la persona disabile lavora può fruire in prima persona dei permessi e può scegliere un solo lavoratore per la sua assistenza, il cosiddetto referente unico. Questa scelta è revocabile e rettificabile nel corso del tempo. 

Il principio del referente unico decade quando bisogna fare assistenza a un figlio. Entrambi i genitori, naturali e adottivi, possono richiedere i permessi in modo alternato.

l’APE Sociale per caregiver: requisiti per farne richiesta

L’APE Social per cargiver può essere richiesta qualora il caregiver abbiamo un’anzianità contributiva di almeno 30 anni. Deve, inoltre, rivestire questa figura da almeno 6 mesi dal momento in cui presentano la domanda e la persona che assistono deve rientrare tra quelle indicate all’art. 255 della legge 205/2017.

L’APE Social può essere richiesta dai caregiver che assistono una persona con handicap grave o a cui una commissione competente ha riconosciuto l'invalidità civile, con relativa riduzione della capacità lavorativa, che deve essere superiore o uguale al 74%.

La domanda deve essere presentata all’INPS, l’Istituto previdenziale a riaperto le domande per accedere a questa misura pensionistica. Si legge nel messaggio dell’ente n. 62 dell’08/01/2021 che possono presentare:

[…] domanda di riconoscimento delle condizioni di accesso al beneficio dell’APE sociale i soggetti che, nel corso dell’anno 2021, maturano tutti i requisiti e le condizioni previste dall’articolo 1, commi da 179 a 186, della legge n. 232/2016 e ss.mm.ii. 

Si precisa, altresì, che anche chi ha perfezionato i requisiti negli anni precedenti al 2021 può presentare la relativa richiesta.