Cartelle esattoriali 1° marzo: silenzio-assenso di Draghi?

C'è la data di ripresa della macchina del Fisco: salvo proroghe dell'ultimo minuto, dal 1° marzo 2021 dovrebbero essere notificati i primi atti dei 50 milioni rimasti in archivio presso l'Agenzia delle Entrate Riscossione. Quello che resta in dubbio è la possibile mossa "salva contribuenti" che Draghi potrebbe attuare in calcio d'angolo: il silenzio in Parlamento è un segnale?

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Nel lungo discorso che Mario Draghi ha tenuto in Senato – dove il premier incaricato ha ottenuto la fiducia (304 erano i senatori presenti, 262 i voti favorevoli, 40 i contrari, e 2 gli astenuti) – non è stato fatto alcun riferimento all’imminente scadenza della rottamazione, del saldo e dello stralcio delle cartelle esattoriali. Il 28 febbraio, infatti, scade la proroga prevista da diversi provvedimenti degli ultimi mesi: ciò significa che, a partire dal 1° marzo 2021, potrebbero essere notificati 50 milioni di atti da inviare a scaglioni nel corso di due anni onde evitare pericolosi affollamenti sui pagamenti.

Le priorità che il Governo di Mario Draghi dovrà affrontare in tempi strettissimi, a quanto pare, non riguardano la Riscossione, ma invece temi come i Ristori – il Decreto Ristori 5 è ancora in attesa dell’ok, dopo l’approvazione dello scostamento di bilancio da 32 miliardi di euro – e si rende necessaria (come annunciato nel discorso del nuovo Presidente del Consiglio dei Ministri) una riforma strutturale degli scaglioni dell’Irpef, secondo il modello danese. Infine, importante anche attuare una corrispondente riforma della Pubblica Amministrazione (il neo Ministro Renato Brunetta è sceso a muso duro contro i “fannulloni” sin dal Governo Berlusconi).

Dal 1° marzo 2021, dunque, saranno circa 2 milioni i contribuenti chiamati a saldare le rate concordate grazie alla pace fiscale, ma il calendario dei pagamenti è ricco di appuntamenti.

Cosa potrebbe cambiare a partire dal 1° marzo 2021 per le cartelle fiscali? Siamo ancora in tempo per un nuovo rinnovo? Come si comporterà il Governo di Mario Draghi in merito alla pace fiscale e alla rottamazione delle cartelle? Ecco tutto quello che occorre sapere prima del giorno nero del Fisco.

Cartelle esattoriali: Mario Draghi resta in silenzio

Se Mario Draghi e la sua squadra di Ministri non adotteranno alcun altro provvedimento entro i prossimi giorni, la sospensione delle cartelle esattoriali prevista dal decreto legge numero 7 del 2021 potrebbe essere l’ultima. 

La scadenza è attualmente fissata al 28 febbraio 2021, che però coincide con una domenica e pertanto l’invio delle notifiche dei circa 50 milioni di atti in stallo presso l’Agenzia delle Entrate Riscossione (34 milioni dei quali di cartelle esattoriali e 16 milioni di avvisi dell’Agenzia delle Entrate) procederà a partire dal 1° marzo 2021 e per i prossimi due anni in modo scaglionato.

Le date da tenere in considerazione (e da appuntare in rosso sul calendario) sono due:

  • la prima è il 28 febbraio 2021, termine entro il quale è fissata la scadenza della sospensione dell’attività di riscossione. Ai 50 milioni di atti in arrivo per 2 milioni di contribuenti, quindi, vanno aggiunti almeno i pagamenti sospesi dall’8 marzo 2020. Entro il 31 marzo 2021, salvo nuove proroghe, quindi, i contribuenti dovranno saldare gli importi dovuti;
  • la seconda, invece, è il 1° marzo 2021, data legata alla cosiddetta pace fiscale. Entro tale termine, infatti, è necessario saldare le rate relative al 2020 per la rottamazione, saldo e stralcio delle cartelle fiscali.

Cosa potrebbe cambiare nel breve termine con l’avvento d Mario Draghi a Palazzo Chigi?

Cartelle esattoriali: possibile nuove proroga?

Se l’ultima proroga della scadenza della sospensione delle cartelle fiscali era stata approvata in calcio d’angolo, la stessa cosa potrebbe verificarsi anche per l’imminente data del 28 febbraio 2021. A riguardo, però, il nuovo esecutivo di Mario Draghi non ha lasciato trapelate alcun indizio in merito alla pace fiscale, alla rottamazione e saldo e stralcio delle cartelle. La macchina del Fisco è pronta a partire dal 1° marzo 2021.

L’ipotesi del Governo guidato da Giuseppe Conte era quella di sospensione dei pagamenti fino al 30 aprile 2021, ma la data scelta a conti fatti è stata quella del 28 febbraio 2021 (che coincide con la giornata di domenica).

Draghi potrebbe salvare i contribuenti dall’azione del Fisco? Solo un intervento tempestivo del nuovo Governo potrebbe far slittare ulteriormente le date per l’invio degli atti ancora in archivio.

Pace fiscale, il calendario dei pagamenti delle rate

Quali sono le date utili per programmare il pagamento delle rate della pace fiscale da pagare entro il 1° marzo 2021? Sono ben 7 i pagamenti mancati dallo scorso marzo 2020, ai quali si aggiunge il nuovo pagamento di quest’anno relativo alla rottamazione ter delle cartelle esattoriali.

Per quanto riguarda, quindi, la rottamazione ter delle cartelle esattoriali, al 1° marzo 2021 occorre saldare 4 rate:

  • 28 febbraio 2020;
  • 31 maggio 2020;
  • 31 luglio 2020;
  • 30 novembre 2020.

Per quanto riguarda, invece, il saldo e lo stralcio delle cartelle fiscali le rate da versare sono due:

  • 31 marzo 2020;
  • 31 luglio 2020.

Mentre, però, per la rottamazione ter è previsto un termine di pagamento con margine massimo fino a 5 giorni (tenendo conto di sabato 6 marzo e domenica 7 marzo), la reale scadenza slitterebbe fino all’8 marzo; per quanto riguarda il saldo e lo stralcio, invece, non è previsto alcun margine di 5 giorni.

Saldo e stralcio delle cartelle: come saldare i pagamenti

I metodi di pagamento del saldo e stralcio delle cartelle esattoriali erano stati suddivisi e rivisti dai precedenti decreti che ne hanno fatto slittare i termini fino al 1° marzo 2021. 

L’attuale tabella da prendere come riferimento è la seguente:

  • il 35% del totale di pagamento andava saldato entro il 30 novembre 2019;
  • il 20% del totale di pagamento andava saldato entro il 31 marzo 2020 (diventato ora il 1° marzo 2021 per effetto dei decreti che hanno prorogato i termini);
  • il 15% del totale di pagamento andava saldato entro il 31 luglio 2020 (slittato anch’esso al 1° marzo 2021);
  • il 15% del totale di pagamento va saldato entro il 31 marzo 2021;
  • il 15% del totale di pagamento va saldato entro il 31 luglio 2021.

Ai termini sopra elencati occorre aggiungere un tasso di interesse annuale pari al 2% nel caso di mancato rispetto delle scadenze, fatta eccezione per le proroghe stabile a livello nazionale.

Saldo e stralcio cartelle: rischio di sovraffollamento dei pagamenti

Lo slittamento dei termini per il saldo e lo stralcio delle cartelle esattoriali potrebbe comportare un affollamento del pagamento dei contribuenti al 1° marzo 2021 e complicare il lavoro dell’Agenzia delle Entrate Riscossione, soprattutto in merito a eventuali notifiche mancate o errate. 

Perciò, il Fisco ha intenzione di dilazionare l’invio dei 50 milioni di atti nel corso di due anni onde evitare di mettere in difficoltà i contribuenti.

Un’altra possibile (e doppia) problematica legata alla ripresa delle notifiche degli atti è quella, da un lato, di mettere in ginocchio i contribuenti a causa della crisi legata al Covid-19 e alla situazione economica attuale italiana; dall’altro lato, di lasciare il Fisco a bocca asciutta per i mancati adempimenti che i contribuenti dovrebbero soldare.

Cartelle esattoriali: sanzioni e rischi

La proroga dal 10 dicembre scorso al 1° marzo 2021 potrebbe mettere in serio rischio i contribuenti che si dovranno adeguare alla decisione che il Governo presieduto da Mario Draghi potrebbe prendere a giorni. La mancata proroga della sospensione delle cartelle comporterebbe l’obbligo per i 2 milioni di contribuenti ai quali verranno notificate le cartelle esattoriali di saldare le rate dei diversi mancati pagamenti in un’unica soluzione.

Per coloro che non riusciranno a versare tali debiti, infatti, scatteranno opportune e necessarie (quanto odiate) sanzioni.

A fronte di un tardivo, omesso o mancato pagamento esiste una norma che fissa al 30% la sanzione da applicare nel caso di rate non versate, alla quale si devono aggiungere gli interessi legali per chiudere le liti pendenti.

Infine, esiste anche una norma che prevede la decadenza dalla rottamazione o del saldo e stralcio nel caso in cui il debito non venga tempestivamente pagato.

Che fine ha fatto il Decreto Ristori 5?

I tanto acclamati aiuti contenuti nel Decreto Ristori 5 – finito al vertice dei provvedimenti ai quali il Governo di Mario Draghi dovrà dare seguito a breve – non sono ancora stati discussi dal nuovo esecutivo. Mentre si attende l’inizio dei lavori, però, è stata fissata l’agenda e il programma di Governo: al centro i vaccini, la situazione emergenziale, la scuola (con la previsione di lezioni pomeridiane e un calendario prolungato fino a giugno) e le necessarie riforme del Fisco (in particolare delle aliquote Irpef) e della Pubblica Amministrazione.

All’interno del provvedimento che da solo vale 32 miliardi di euro, dovrebbero essere confermati gli aiuti già inseriti nella bozza dal precedente Governo presieduto da Giuseppe Conte, ma con alcune variazioni sui requisiti di accesso agli aiuti.

In particolare, saranno previsti requisiti molto stringenti per accedere ai contributi a fondo perduto destinati ai settori lavorativi maggiormente colpiti dalla crisi economica (pista da sci e impianti, ristoranti e turismo in primis). Inoltre, dovrebbe essere confermato il bonus 1.000 euro per le Partite Iva aperte da almeno 3 anni, che hanno versato regolarmente i contributi e che hanno registrato – nel periodo pandemico – un calo di fatturato nel 2020 pari ad almeno il 33% dei corrispettivi rispetto al medesimo periodo del 2019. Il bonus 1.000 euro (salvo ulteriori modifiche) dovrebbe essere esteso anche ai lavoratori stagionali, autonomi e intermittenti. Infine, nel Decreto Ristori 5 dovrebbe confluire anche il blocco dei licenziamenti – invocato dai sindacati solo per le aziende colpite dalla crisi economica – e una nuova proroga della cassa integrazione in deroga.

Nel Ristori 5 potrebbero appunto confluire gli aiuti per il settore sciistico e per i dipendenti di questo settore (si tratta, secondo le ultime voci di palazzo, di almeno 4,5 miliardi di euro di perdite che andranno almeno in parte rimborsate), oltre a prevedere una possibile nuova data per la rottamazione delle cartelle esattoriali e per il saldo e lo stralcio delle stesse. Forse solo per i contribuenti che sono stati particolarmente colpiti dalla crisi portata dal Covid-19.