Cashback vs Europa, che vuole annullarlo. Ecco cosa succede!

Se il cashback di Stato è stato sospeso senza esitazione, i motivi sono molteplici. Ma primo fra tutti conta il fatto che il premier Draghi, ex-presidente della BCE, vale la pena ricordarlo, non ha incontrato il parere favorevole da parte dell’Europa. Troppi soldi regalati, tuona la BCE. Ecco cosa accade ora.

Image

Se il cashback di Stato è stato sospeso senza esitazione, i motivi sono molteplici. Ma primo fra tutti conta il fatto che il premier Draghi, ex-presidente della BCE, vale la pena ricordarlo, non ha incontrato il parere favorevole da parte dell’Europa. 

Ricevendo il mandato a febbraio, non avrebbe potuto annullare il cashback da un giorno all’altro, quando già milioni di italiani stavano partecipando al concorso, sia per ottenere il rimborso del 10% sia per aspirare al super premio da 1.500 euro.

Non appena ne ha avuta la possibilità, ovvero allo scadere del primo semestre previsto per il conteggio delle transazioni, però non ha esitato un attimo.

Perché? Cosa è successo nell’arco di quei sei mesi?

Facciamo un passo indietro.

L’input ai controlli fiscali a raffica arriva dal Recovery Plan. 

Infatti Come si cita testualmente:

la Comunità europea impone a tutti gli Stati di attuare i sistemi di anti-evasione per la pioggia di miliardi che arriverà prossimamente. 

Questo perché per l’Italia sono stati previsti 

248 miliardi ma L’Ue chiede, a fronte di tale somma, l’attuazione di tutta una serie di sistemi di anti-evasione. Per scongiurare il rischio che, appunto un terzo di questi vadano a beneficio dell'evasione fiscale. 

Quindi il riferimento è chiaro. Si tratta di un intervento legislativo che è proprio l’Unione Europea a richiedere, lasciando poi agli Stati membri la possibilità di scegliere gli strumenti per perseguire l’obiettivo.

Ecco dunque individuata l’origine del cashback di Stato. D'altronde proprio il nostro Paese detiene il triste primato di maggior evasore d’Europa. Sul podio anche Francia e Germania, rispettivamente al secondo e terzo posto.

Vediamo in cosa consiste.

Cashback di Stato in Italia, perché non piace all’Europa

Il cashback introdotto dal governo Conte quindi si presenta come uno strumento di facile e intuitivo utilizzo, alla portata di tutti, per cercare di arginare il fenomeno dilagante.

In realtà già a dicembre 2020, quando il cashback è stato presentato in via sperimentale per tre settimane, Yves Mersch della Banca Centrale europea (BCE), inviò una lettera all’ ex Ministro dell’Economia e delle Finanze Roberto Gualtieri, criticando in maniera decisa tale misura.

Questo perché, se è vero che si tratta di uno strumento finalizzato alla lotta contro l’evasione, in realtà prevede un esborso di denaro, in qualità di ricompensa alla popolazione, praticamente soldi regalati. Il rapporto costi/benefici non sembrerebbe essere risultato favorevole, a primo impatto, motivo che ha scatenato per l’appunto l’indignazione della Comunità Europea.

Si legge testualmente nella lettera della BCE a Gualtieri

l’introduzione di un programma cashback per strumenti di pagamento elettronici sia sproporzionata alla luce del potenziale effetto negativo che tale meccanismo potrebbe avere sul sistema di pagamento in contanti

e aggiunge che 

compromette l’obiettivo di un approccio neutrale nei confronti dei vari mezzi di pagamento disponibili.

Ecco un video in cui Francesco Carrino, esperto di fiscalità, illustra le motivazioni dello schiaffo ricevuto dal governo italiano

Si esorta infine a ricordarsi dell'obbligo di consultare la Bce, per quanto concerne adempimenti futuri.

Nel tentativo di complicare il “gioco” e quindi di rallentare la scalata di massa verso il super cashback da 1.500 euro, la BCE inoltre puntualizzava che fosse assolutamente necessario portare i cittadini a effettuare una grande quantità di transazioni digitali, per poter aspirare al bonus.

Dalla padella alla brace, tutti oggi sappiamo com'è andata a finire.

Furbetti del cashback: è davvero colpa dei soliti noti?

Il dilagare dei cosiddetti furbetti del cashback ha condotto al malcostume delle micro-transazioni da pochi centesimi, rese possibili da un vuoto normativo che ha favorito, nella pratica, questa tipologia di operazioni fraudolente.

Infatti il regolamento del cashback si limita a precisare che, per concorrere al rimborso previsto del 10%, è necessario effettuare transazioni elettroniche per poter pagare i propri acquisti.

Nulla si specifica in merito ad esempio a un minimo di importo previsto oppure a limiti temporali, come quello di non eseguire transazioni a ripetizione, una di seguito all’altra, a distanza di pochi minuti, tra l’altro sempre presso lo stesso esercente!

Un meccanismo “diabolico” che ha innescato una serie di reazioni a catena. Nell’immediato la sospensione del cashback imposta dall’oggi al domani, dal premier Draghi. Infatti la fine del primo semestre di cashback di Stato si è concluso il 30 giugno 2021. Già a partire dal giorno seguente, si sarebbe dovuto inaugurare il secondo semestre di concorso ma così non è stato.

Inoltre, i pagamenti dei premi di super cashback assegnati sarebbero dovuti già arrivare e invece sono slittati. Questo a causa dei controlli governativi eseguiti dalle autorità competenti, al fine di individuare le operazioni ritenute fraudolente e cancellarle.

Questo tipo di intervento ha richiesto ben evidentemente del tempo supplementare. La classifica ufficiale del super cashback è infine arrivata ma per quanto riguarda gli accrediti sul conto corrente, potrebbero slittare addirittura a settembre.

E per la serie piove sul bagnato, proprio l’esclusione di tanti cittadini dall’assegnazione del super cashback (che invece pensavano di avere già in tasca) ha spianato la strada verso una pioggia di ricorsi al Consap, che non fanno altro che intasare la macchina burocratica e aumentare i costi di gestione.

Cashback di Stato sospeso, quando tornerà? 

Intanto si inizia a parlare di quando arrivano i rimborsi. A quanto pare i primi flussi sono già stati inviati ma a ogni modo nel decreto voluto dall’ex-premier Conte era già previsto un termine massimo di 60 giorni, entro il quale erogare il rimborso a tutti i cittadini aventi diritto.

Per quanto concerne invece il pagamento del super cashback, la situazione si è complicata. Come abbiamo già avuto modo di sottolineare, a causa dei controlli imposti dalla scoperta di operazioni fraudolente, i tempi di assegnazione dei premi si sono dilatati e la classifica ufficiale è stata pubblicata un paio di settimane fa.

Il problema ora è che si prevede già una serie di ricorsi al Consap, motivo per cui l’allocazione delle risorse disponibili per il super cashback necessita ancora di qualche settimana per diventare definitiva.

Infatti i pagamenti dei premi dovrebbero iniziare a vedersi a settembre.

E poi? Cosa succederà?

Ancora non si hanno comunicati ufficiali a tal riguardo. Si vocifera che si potrebbe tornare a utilizzare tale strumento a partire da gennaio 2022, ma quel che è certo è che per farlo è necessario un intervento deciso per modificare alcuni parametri.

Verosimilmente si dovrà pensare a un importo minimo per poter rendere la transazione elettronica valida ai fini del cashback. In questo modo si eviterebbero quelle centinaia di micro-transazioni da pochi centesimi l’una, che tanto hanno fatto indignare, a ragione, gestori di pompe di benzina e di supermercati con le casse automatiche.

Inoltre sarebbe auspicabile l’introduzione di limitazioni anche per quanto riguarda l’uso della carta elettronica a distanza di pochi minuti tra una transazione e l’altra, soprattutto se avviene presso lo stesso esercente o distributore. 

Nel frattempo, tutti coloro che ormai hanno preso la mano, per così dire, col sistema e vogliono beneficiare ancora dei rimborsi cashback, possono approfittare dell’opportunità lanciata da Satispay.

Si tratta di un’App che, a seguito della sospensione del cashback di Stato, ha deciso di continuare a offrire il rimborso del 10% sugli acquisti, per tutto il 2021.

In realtà, le App o piattaforme di pagamento che in Italia consentono il cashback sono numerose. Il sistema infatti esiste già da ben prima dell’introduzione del cashback di Stato. La differenza importante sta nel fatto che le percentuali di rimborso sono più basse, aggirandosi in media intorno al 2-3% e fino al 5% (anche se poi un sistema di raccolta punti permette di ottenere agevolazioni sempre maggiori).