Cassa integrazione prorogata, ma con nuove regole: eccole!

Il Decreto Sostegni ter ha stabilito una proroga della cassa integrazione, almeno fino alla fine dello stato di emergenza, per aiutare i settori più colpiti: turismo, alberghiero, attività ricreative e turismo, ma anche trasporti e musei. Vi sono, tuttavia, nuove regole.

Image

La pandemia da Covid-19 con la conseguente impossibilità di spostarsi liberamente ci ha messo di fronte a una crisi economica dai risvolti piuttosto gravi, soprattutto per i settori del turismo, dei trasporti, alberghiero e della cultura. Risvolti per risolvere i quali il Governo, oltre ad aver stanziato alcuni tipi di contributi a fondo perduto, ha deciso di prolungare la cassa integrazione per i lavoratori delle aziende che rientrano nei settori sopracitati.

Infatti, nonostante gli ultimi dati Istat registrino un aumento dell'occupazione di 494 mila unità rispetto a novembre 2020, è anche vero che il turismo non è mai andato così male come in questi due anni. A tale proposito Il Sole 24 Ore riporta che:

Il calo dell’attività turistica ha inciso per oltre un quarto sulla perdita complessiva del valore aggiunto registrato in Italia. [...] Il crollo dei viaggi internazionali ha colpito soprattutto tour operator e agenzie di viaggio con i servizi collaterali (-55%) e ristorazione (-52,7%). Il comparto dell’ospitalità è riuscito a resistere (-18%) nonostante la caduta della parte alberghiera.

La proroga della cassa integrazione

Dunque, per risollevare la situazione delle aziende italiane, il Decreto Sostegni ter ha varato due misure relative alla proroga della cassa integrazione, proprio come la definizione stessa comanda:

La Cassa Integrazione Guadagni (CIG) è un ammortizzatore sociale, fruito in costanza di rapporto di lavoro, finalizzato a sostenere economicamente il salario dei lavoratori di imprese che si trovano in determinate situazioni di difficoltà, a fronte delle quali richiedono una riduzione o una sospensione del rapporto di lavoro.

Ma quali sono queste due misure che ruotano intorno alla cassa integrazione?

1. Estensione della CIG senza contributo addizionale

La cassa integrazione viene allungata di tre mesi, ma senza contributo addizionale, cioè le PMI possono non pagare quel contributo fissato al 9% che le aziende normalmente versano al lavoratore per le ore non prestate a causa della riduzione dell’orario di lavoro o della sua sospensione totale – è disciplinato dagli articoli 5 e 29, comma 8, del dlgs 148/2015.

La misura, per la quale è stato previsto uno stanziamento di risorse di circa 80 milioni di euro, è entrata in vigore l’1 di gennaio e sarà attiva fino al 31 marzo 2022, ossia la fine dello stato di emergenza.

Questa forma di integrazione si rivolge ai settori più colpiti dai continui lockdown e dalle limitazioni agli spostamenti come:

  • alberghi, B&B, agenzie, tour operator, affittacamere
  • bar, catering e ristoranti
  • stabilimenti termali e parchi divertimenti
  • night- club, discoteche, sale da ballo, sale giochi
  • musei
  • trasporti pubblici e privati su strada, taxi, impianti di risalita

I sindacati, tuttavia, si dimostrano insoddisfatti di questa proroga di tre mesi della cassa integrazione perché, come si suol dire, «del doman non v’è certezza». Si fa portavoce delle richieste sindacali la la segretaria confederale Uil Ivana Veronese, che chiede «ulteriori 12 settimane per le aziende che stanno soffrendo del turismo, terziario e artigianato evitando meccanismi troppo farraginosi e specifici».

2. Estensione della cassa integrazione Covid per le grandi aziende strategiche

La proroga della cassa integrazione Covid, per cui sono stati stanziati 42,7 milioni di euro, si rivolge alle imprese con più di mille dipendenti e che siano strategicamente rilevanti per l’Italia.

La misura non incide sui periodi di cassa integrazione ordinaria e sarà valida fino al 31 marzo 2022.

In sintesi, ecco un video a cura di Informazione Fiscale in cui viene brevemente riassunto cosa è cambiato sulla cassa integrazione a partire dall’1 gennaio 2022:

Cassa integrazione: nel 2022 platea più ampia

Al di là delle agevolazioni sopracitate, la cassa integrazione 2022 presenta nuove regole, e una di queste riguarda la platea dei fruitori.

Anzitutto, nel 2022 la cassa integrazione spetta anche agli apprendisti e ai lavoratori a domicilio ossia ai lavoratori subordinati che svolgono l’attività nel proprio domicilio o in un luogo che non sia la sede del datore di lavoro e agli apprendisti legati con contratto per qualifica o diploma professionale, di alta formazione e ricerca, di specializzazione tecnica superiore o presso aziende che si avvalgono del FIS, Fondo di Integrazione Salariale.

In secondo luogo, la Legge di Bilancio 2022 mira a mettere in atto un «sistema di protezione sociale universale» e cambia i requisiti di anzianità di lavoro effettivo che erano necessari per ricevere la cassa integrazione inizialmente richiesti dal decreto legislativo n. 148, del 14 settembre 2015.

Perciò, dall’1 gennaio possono avvalersi della cassa integrazione coloro che hanno svolto solo 30 giorni di lavoro anziché 90 – il calcolo dei giorni parte dalla data in cui viene inoltrata la domanda per la cassa integrazione.

Nuove regole per la Cassa Integrazione Straordinaria

Il nuovo decreto parla anche di Cassa Integrazione Straordinaria, o CIGS, ossia

un'indennità erogata dall'INPS per integrare la retribuzione di lavoratori di aziende che devono affrontare situazioni di crisi e riorganizzazione o contratti di solidarietà difensivi.

Anche nel caso della cassa integrazione straordinaria si assiste a un allargamento della platea dei fruitori: ora, infatti, è destinata a tutte le imprese che hanno più di quindici dipendenti e non usufruiscono di altri tipi di agevolazioni, quali fondi bilaterali alternativi, di solidarietà bilaterali o il fondo territoriale intersettoriale delle province autonome di Trento e Bolzano.

La tutela economica prevista da questo tipo di cassa integrazione coinvolge non solo dirigenti e dipendenti, ma anche, apprendisti e lavoratori a domicilio.

Novità in tema di contributi

Le news sulla cassa integrazione nel 2022 continuano e abbracciano anche i contributi lavorativi.

La cassa integrazione straordinaria richiede che sia versato un contributo ordinario dello 0,90% di cui lo 0,30% a carico del lavoratore e lo 0,60% a carico del datore di lavoro.

Queste regole si applicano a tutte le aziende di ogni settore – compresi compagnie aeree, di gestioni aeroportuale e i partiti politici – che abbiano più di quindici dipendenti.

Inoltre, è previsto anche un contributo addizionale obbligatorio eccezion fatta per le imprese che operano nei settori del turismo, della ristorazione, dell’intrattenimento e della cultura per le quali la cassa integrazione è estesa fino a fine marzo senza l’obbligo di versare questo tipo di contributo, proprio come indicato poco sopra.

Cassa integrazione anche per il turismo?

Come detto a inizio articolo, al settore turistico spetta un tipo di cassa integrazione “scontata” che elimina, per i datori di lavoro, l’obbligo di versare i contributi addizionali.

Tuttavia, ci si aspetta che oltre alla cassa integrazione e alla sua proroga, il Governo vari altre misure più significative per assistere uno dei settori più fiorenti in Italia, nonché il più colpito dalla pandemia. 

Già l’estensione della cassa integrazione ha fatto molto di per sé perché senza di essa sarebbero stati a rischio oltre 200 milioni di posti di lavoro, ma la Confesercenti non molla l’osso e continua a chiedere nuovi aiuti da parte dello Stato. Infatti:

Le imprese del comparto che ha un indotto diretto sul Pil di oltre 36 miliardi di euro e che occupa 570 mila addetti stanno fronteggiando una crisi senza precedenti che deve essere affrontata dal governo con misure specifiche e a largo respiro temporale.

Per dire, un recente censimento del Ministero del Turismo ha confermato che agenzie di viaggio, strutture alberghiere e ristoranti, discoteche e parchi divertimento sono stati i più colpiti dalle continue chiusure forzate, tanto da mettere a rischio disoccupazione oltre 700mila lavoratori in tutta Italia.

Ben venga, dunque, la cassa integrazione prorogata e agevolata, sebbene Nicola Forte, consulente fiscale Fiavet, Federazione Italiana Associazioni Imprese Viaggi e Turismo, abbia già messo in luce alcune criticità al riguardo, sottolineando che la cassa integrazione agevolata:

non basta in quanto relativa al periodo 1° gennaio-31 marzo 2022. Dal 1° aprile non vi è alcuna certezza sulla ripartenza dei flussi.

Non solo cassa integrazione: gli altri aiuti alle imprese

Sulla scia delle critiche mosse da Nicola Forte, si stagliano quelle avanzate anche dalle altre organizzazioni del turismo organizzato, per le quali servono aiuti concreti al di là della cassa integrazione – estesa o agevolata che sia – perché si tratta di una sola goccia nel mare che dimostra solo poco interesse per il turismo organizzato.

In particolare, le critiche si rivolgono alla serie di ammortizzatori sociali stanziati che sarebbero del tutto inadeguati a risollevare un settore così colpito negli ultimi due anni: non bastano cioè i 100 milioni aggiunti al Fondo Unico per il turismo – per un totale di 220 milioni di euro.

Gli ammortizzatori ordinari prevedono normalmente un'anticipazione del salario da parte dei datori di lavoro e le imprese, in fortissima crisi di liquidità, non sono minimamente in grado di farvi fronte. Per ottenere il pagamento diretto da parte di Inps, le aziende dovranno produrre tutta una serie di documenti che invece, per la cassa Covid, non dovevano produrre per dimostrare la palese ed oggettiva crisi finanziaria in corso. 

A ciò si aggiunge il fatto che le procedure per richiedere gli ammortizzatori ordinari sono piuttosto macchinose dal punto di vista burocratico rispetto alla cassa Covid e le aziende non possono permettersi di aspettare ancora a lungo. Dunque, calcola Confcommercio, se il Governo non attua qualcosa di più concreto oltre alla cassa integrazione, molte imprese si troveranno presto nella condizione di dover licenziare migliaia di lavoratori.

Altri aiuti previsti a favore del settore della ristorazione, del turismo e dell’intrattenimento, sono i cosiddetti contributi a fondo perduto, per un ammontare di circa 2 miliardi di euro, come previsto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, PNRR.

In particolare, questi aiuti sono così ripartiti:

  • 160 milioni per il settore turistico e dell’organizzazione di eventi
  • 390 milioni per cinema, teatri, parchi e giardini di interesse storico-artistico
  • 400 milioni di euro per il quinquennio 2021-2026 per l’imprenditoria femminile
  • 30 milioni per le industrie conciarie italiane

A questi si aggiungono alcune agevolazioni per le aziende contro il caro bollette di luce e gas.