Cessione del credito: 3 regole semplici per evitare sanzioni

Cessione del credito: dal 17 febbraio cambia tutto con nuove regole da rispettare per evitare sanzioni salatissime! Leggi qui per sapere di cosa si tratta!

4,4 miliardi: è il numero di crediti ceduti e inesistenti in questi anni di bonus edilizi. Un numero talmente cospicuo che ha portato il Governo ad agire con una stretta anti-frode all’interno del Sostegni ter.

A parlarne è lo stesso direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, che in Parlamento fa sapere che le domande di cessione del credito sono state ben 4,8 miliardi, per un valore totale di oltre 38 miliardi e mezzo di euro, la maggior parte delle quali presentava

gravi irregolarità connesse alla creazione, anche da parte di organizzazioni criminali ramificate su tutto il territorio nazionale, di crediti d’imposta inesistenti per importi di vari miliardi di euro che […] sono stati in parte monetizzati presso istituti di credito o altri intermediari finanziari.

Soluzione: il Governo si appresta a varare nuove regole sulla cessione dei crediti. Per la precisione, si tratta di una stretta sulla modalità di presentazione delle domande.

Tuttavia, il problema che si presenta ora con le nuove modalità di cessione del credito è altrettanto grande perché, come rivela l’Abi, l’Associazione delle Banche in Italia, i nuovi vincoli generano stasi e incertezza anche per i contratti già attivi e molte aziende edilizie cominciano a bloccare i cantieri aspettando chiarimenti più precisi sulla normativa.

Chiarimenti che non stanno tardando ad arrivare, tanto che il Governo ha pensato a tre soluzioni distinte per evitare ulteriori frodi nella cessione del credito dei vari bonus ristrutturazione e 110%. Eccole riassunte in questo articolo.

Cessione del credito: in cosa consiste?

La cessione del credito – così come lo sconto in fattura – è una delle formule che il Decreto Rilancio ha ammesso per agevolare le persone che intendono avvalersi del Superbonus al 110%,del bonus ristrutturazione e facciate oppure per installare colonnine di ricarica per i veicoli elettrici.

Cessione del credito e sconto in fattura sono stati resi obbligatori dal Decreto Antifrode (DL 157/2021) per tutti coloro che intendono avvalersi di uno dei bonus casa sopracitati.

Ecco come funziona la cessione del credito

Si tratta di un accordo con cui un creditore trasferisce il proprio diritto di credito a un terzo soggetto, che lo riscuoterà dal debitore. Nel caso del Superbonus 110% […] a essere ceduto è il credito d’imposta.

In poche parole, se io devo effettuare alcuni lavori previsti da uno dei bonus messi a disposizione dallo Stato, posso avvalermi della cessione del credito pagando fattura piena alla ditta che esegue il lavoro; in seguito posso cedere il mio credito a Poste Italiane, a una banca o all’assicurazione – i cosiddetti intermediari finanziari –, i quali mi restituiranno l’importo totale del credito

Cessione del credito: le 3 nuove regole del 2022

Il problema che si è verificato in questi ultimi tempi è proprio quello delle cessioni del credito multiple, problema che ha spinto il Governo a un nuovo giro di vite sulle modalità per accedere a, e usufruire della, cessione del credito.

In particolare, da oggi 17 febbraio vengono introdotte tre nuove regole sulla cessione del credito che, se rispettate, evitano di incappare in sanzioni pesanti.

Le regole riguarderanno non solo bonus casa e superbonus, ma anche il bonus sisma e le spese per l’abbattimento delle barriere architettoniche a favore dei disabili.

Regola #1: i crediti ceduti prima del 17 febbraio 2022Inizialmente, si era parlato di uno stop definitivo alla cessione multipla del credito, la quale nel tempo ha dato origine a un numero di frodi pressoché illimitato. Tuttavia, le pressioni di banche e aziende che vedevano già compiersi un’ulteriore crisi del settore edilizio, ha portato il Governo a rivedere in parte la decisione.

Ora le cessioni del credito comunicate in modo valido e corretto all’Agenzia delle Entrate prima del 17 febbraio 2022 godono di una fase, per così dire “transitoria”, in cui possono essere cedute ulteriormente. La nuova cessione, disciplinata dal comma 2 dell’articolo 28 del Decreto Legge del 27 gennaio 2022, potrà però avvenire solo dopo il 17 febbraio (inizialmente la data prevista era quella del 7 febbraio, ma è stata poi posticipata ad oggi).

Regola #2: tre cessioni al massimoL’argomento è decisamente uno dei più caldi del momento, tanto che il Governo sta già lavorando per superare la fase transitoria a cui abbiamo accennato nel paragrafo precedente.

Sul tavolo di discussione c’è, infatti, una proposta che permetterebbe la cessione del credito per un massimo di tre volte, ma solo a banche o altri intermediari finanziari controllati dalla Banca d’Italia.

Regola #3: il codice identificativoAltra norma che potrebbe presto entrare in vigore e a cui bisogna fare più che mai attenzione è l’introduzione di un bollino blu o codice identificativo univoco per ogni cessione del credito.

In questo modo, l’Agenzia delle Entrate può agilmente risalire a ogni passaggio della cessione, verificando chi ne ha dato inizio e la relativa documentazione.

Cosa sta accadendo nella pratica? Lo spiega bene la dott.ssa Carmen Padula in un video sul proprio canale Youtube:

Scadenze 2022-2025 per la cessione del credito

Le nuove regole dovrebbero essere sancite con il decreto legge in arrivo domani 18 febbraio e atto, tra gli altri, ad arginare il caro bollette di luce e gas, oppure con un emendamento del Milleproroghe.

Oltre alla data del 17 febbraio già citata, vi sono altre scadenze da segnare in calendario per chi ha deciso di ricorrere ai vari bonus casa e alla cessione del credito:

– 31 dicembre 2024: sconto in fattura e cessione del credito possono essere richiesti fino a tale data per chi usufruisce di:

  • bonus ristrutturazioni 50%
  • ecobonus ordinario
  • sismabonus ordinario
  • bonus facciate
  • agevolazioni per impianti fotovoltaici e colonnine di ricarica dei veicoli elettrici

– 31 dicembre 2025: per chi richiede la cessione del credito relativa al superbonus 110% solo nelle aree colpite da sisma: il nesso tra danni e sisma sarà accertato da apposita scheda AeDES (Agibilità e Danno in emergenza sismica)

– per condomini o mini-condomini con quattro unità immobiliari, invece, le date di scadenza del superbonus sono le seguenti:

  • 31 dicembre 2023 -> aliquota al 110%
  • 31 dicembre 2024 -> aliquota al 70%
  • 31 dicembre 2025 -> aliquota al 65%

Cessione del credito: attenzione al visto di conformità!

Al di là delle regole a cui dovremo presto abituarci, è doverosa una precisazione, che resta valida anche per l’anno in corso:

tutti i bonus edilizi che non rientrano nel 110%, richiedono il visto di conformità e l’attestazione di congruità dei prezzi sia nel caso di cessione del credito sia nel caso di sconto in fattura.

Ne abbiamo parlato già altrove in questa testata, ma facciamo una breve ricapitolazione.

Il visto di conformità, chiamato anche “visto leggero”, è un’attestazione che conferma la corrispondenza tra la dichiarazione dei redditi e i documenti inviati nella domanda per cessione del credito o sconto in fattura. Deve essere redatto da un professionista abilitato,che può essere il commercialista di fiducia, un consulente del lavoro o i responsabili di assistenza fiscale Caf.

L’attestazione di congruità è, invece, una certificazione che conferma che i requisiti tecnici e le spese sostenute rientrano nei parametri richiesti per ottenere l’agevolazione in questione.

>> Se stai pensando di chiedere la cessione del credito e vuoi saperne di più su questi due documenti necessari, leggi: Bonus edilizi: l’Agenzia delle Entrate cambia tutto!

Per quali lavori si può chiedere la cessione del credito?

Fino al 31 dicembre 2024, la cessione del credito può essere richiesta per numerosi interventi di ristrutturazione e riqualificazione edilizia come:

  • spese di ristrutturazione che possono essere detratte anche in dieci anni
  • spese per la riqualificazione energetica – ecobonus – divisibili in dieci anni
  • sismabonus – anche in questo caso le spese possono essere spalmate nell’arco di dieci anni
  • bonus facciate per recupero o restauro delle facciate di edifici – spese detraibili in dieci anni
  • creazione di box auto pertinenziali e autorimesse che rientrano nel recupero del patrimonio edilizio
  • Superbonus 110% – in questo caso, la cessione del credito è valida fino a fine 2025
  • installazione di impianti fotovoltaici
  • installazione di colonnine di ricarica per veicoli elettrici
  • spese per l’eliminazione di barriere architettoniche in edifici che esistono già – le spese devono essere sostenute dall’1 gennaio 2022 al 31 dicembre 2022

>> Per saperne di più sui bonus casa attivi quest’anno, leggi anche: Dal Superbonus al giardino: guida completa bonus casa 2022!

Cessione del credito o sconto in fattura?

Cessione del credito e sconto in fattura sono due tipi di agevolazioni che lo Stato ha previsto per aiutare i cittadini che intendano intraprendere vari lavori di riqualificazione e ristrutturazione.

Si tratta di due opzioni diverse per cui la scelta dell’una esclude l’altro.

Mentre la cessione del credito consiste nella possibilità di trasformare la detrazione in credito d’imposta e girarlo a un soggetto terzo – banca, Poste Italiane, istituto finanziario –, che lo utilizza in compensazione delle imposte, lo sconto in fattura funziona un po’ diversamente.

Quest’ultimo, com’è facile immaginare, consiste di uno sconto in fattura che la ditta fornitrice dei servizi applica alla somma di pagare. Per esempio, se devo pagare una fattura di 20mila euro e decido di scegliere questa opzione al posto della cessione di credito, potrei pagare 10mila euro al fornitore (questo è soltanto un esempio perché la percentuale reale dello sconto dipende dalla detrazione a cui ho diritto).

>> A proposito di sconto in fattura, leggi anche questo articolo per maggiori dettagli: Bonus con sconto in fattura: i nuovi requisiti necessari

Tuttavia, vi sono alcuni casi in cui lo sconto in fattura non può essere un’opzione, ma è obbligatorio scegliere la cessione del credito. Questi casi riguardano chi rientra nella no tax area (8.145 euro annui), riceve redditi soggetti a tassazione separata, ha partita iva a regime forfettario o percepisce redditi da cedolare secca su locazioni.

Infatti, nella circolare del 18 maggio 2018, n 11/E l’Agenzia delle Entrate specifica che tutti coloro che hanno un reddito imponibile possono usufruire della cessione del credito, anche se “non sono tenuti al versamento dell’imposta”.

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