3 metodi legali per abbassare l’Isee

A volte si perdono benefici economici, perché non si conosce ciò a cui si ha diritto. Ecco i consigli per abbassare l'Isee legalmente e ottenere più soldi!

Per quale motivo abbassare l’Isee rappresenta un argomento interessante di cui trattare? La risposta è molto semplice. Grazie a un Isee basso è possibile ottenere molte più agevolazioni, sussidi e bonus di quanto invece non si verifica per chi ha un indicatore della situazione economica familiare più elevato.

Se l’Isee rispecchiasse la situazione del singolo, ci sarebbero meno difficoltà, dal punto di vista della stima della reale situazione economica in cui versa il nucleo familiare. Ma come ben è facile immaginare, non potrebbe essere così. All’interno della famiglia ci sono i figli che, minorenni, non possono provvedere al loro sostentamento. E in questo caso, va da sé che gli aiuti economici devono aumentare in proporzione.

Ma spesso invece si vive insieme ad altre persone che hanno un reddito. E magari, pur essendo disoccupati, non si ha diritto ad alcun sussidio statale.

Dal momento che l’Isee prende a riferimento non la condizione individuale del singolo contribuente ma l’intera situazione familiare, chi ancora convive con i genitori percettori di reddito non potrà ottenere le agevolazioni. 

Da qui scaturisce per l’appunto la domanda che fa da titolo a questo articolo e a cui cerchiamo di dare una risposta precisa e puntuale: è possibile abbassare l’Isee in modo legale? E se sì, come si fa?

Ecco tutte le spiegazioni.

Cosa fa abbassare Isee? La novità!

Ci sono tanti modi per abbassare l’Isee, primo fra tutti quello di dichiarare il falso.

Ovviamente, nel corso di questo articolo, prendiamo in considerazione solo metodi legalmente accettabili, così da non dover incorrere in problemi con la legge.

Il primo parametro tra tutti, su cui intervenire per abbassare l’Isee, è l’ammontare del reddito.

Senza dubbio, la più grande novità per quanto riguarda l’Isee 2022, è che è possibile abbassarne il valore, ricorrendo al cosiddetto Isee corrente.

Si tratta di una novità introdotta a seguito del lockdown del 2020, legato allo scoppio della pandemia da Covid-19. Tante famiglie sono comunque riuscite a barcamenarsi e a mantenersi in piedi, conservando il proprio posto di lavoro. 

Il 2021 invece per molti non è stato così generoso. A seguito di licenziamenti e chiusure attività di vario genere, molti nuclei familiari si sono trovati, nell’arco di poco tempo, senza un reddito sul quale fare affidamento.

Dichiarare oggi dei redditi del 2020, quando invece- allo stato attuale della situazione, non si ha un lavoro, risulterebbe senza dubbio fuorviante per ottenere un sussidio economico.

Per questo motivo, si può accedere al cosiddetto Isee corrente, ma soltanto se l’abbassamento degli introiti nell’anno 2021 è pari almeno al 25% rispetto a quelli del 2020. O se si considera una diminuzione del proprio patrimonio pari almeno al 20%. 

Tutti coloro che dunque hanno visto peggiorare la propria condizione economica nel 2021, rispetto all’anno precedente, hanno diritto all’Isee corrente, che quindi risulterà più basso e aprirà la porta ad assegni e sussidi più consistenti.

Come abbassare Isee 2022

Come abbiamo dunque accennato in apertura, ci sono metodi legali per cui è possibile ottenere subito un Isee più basso (come l’Isee corrente appunto), pratiche illegali che non sono oggetto di nostro interesse e altri escamotage comunque possibili, per quanto elusivi e al limite dell’accettazione.

In altre parole, si tratta di alcune astuzie che permettono di raggiungere lo scopo ma che non sempre corrispondono, in maniera effettiva, alla realtà dei fatti. 

Come analizzeremo nel paragrafo dedicato, uno di questi metodi può essere quello di intestare a una terza persona un assegno circolare, ma custodendolo personalmente (e gelosamente, visto che in realtà non si ha affatto intenzione di darlo a qualcun altro!).

In questa maniera, si svuota il conto e quindi si abbassa la giacenza media, che è uno dei parametri richiesti per il calcolo dell’Isee.

Oltre a ricorrere a un Isee corrente o a un assegno circolare, ci sono altri tre metodi utili per riuscire ad abbassare l’Isee. 

Eccoli illustrati nel dettaglio.

3 modi per abbassare Isee

Una delle circostanze più comuni, nel corso delle quali si realizza di poter effettivamente abbassare l’Isee, è nel momento in cui si cambia residenza.

Infatti, bisogna tenere in considerazione che l’Isee rappresenta uno strumento per valutare quale sia la condizione economica in cui versa un nucleo familiare. Questo significa che, ai fini del calcolo, è indispensabile contemplare il reddito da lavoro, altri introiti di tipo pecuniario e il patrimonio di tutti i membri della famiglia.

Attenzione alla definizione, dunque! L’Isee va a rappresentare la situazione economica dell’intero nucleo familiare. Quindi racchiude sia tutti coloro che risultano essere sotto lo stesso tetto ma anche chi è ancora fiscalmente a carico.

Per intenderci: non è sufficiente spostare la residenza del figlio presso la casa al mare, se poi quest’ultimo non ha reddito proprio e quindi risulta ancora a carico dei genitori. Non può avere un Isee intestato a sé e pertanto non può beneficiare dei vari sussidi disponibili.

Anche a proposito del cambio di residenza, c’è chi approfitta del vantaggio di avere una seconda casa di proprietà, per poter abbassare l’Isee. Può essere il caso di una coppia di coniugi, che “si separa” solo per quanto riguarda la residenza. 

Pur convivendo, ognuno avrà il proprio reddito nonché risulteranno dei figli a carico ma verosimilmente con un Isee molto più basso rispetto alla somma di quanto in possesso di entrambi. Ognuno dunque potrà beneficiare personalmente di varie agevolazioni e indennizzi.

Il secondo metodo che permette di abbassare l’Isee riguarda invece la gestione “furba” del conto corrente. Non c’è solo l’opzione dell’assegno circolare, di cui illustriamo il funzionamento (relativamente all’abbassamento dell’Isee) nel paragrafo successivo. 

Infatti si può anche decidere di cointestare il conto corrente con una terza persona (ma non del proprio nucleo familiare), come un amico ad esempio oppure un fratello o sorella che vivono per conto loro.

Il conto dunque risulta di proprietà al 50% e pertanto anche la giacenza media che si va a calcolare risulta dimezzata. Certo è che si tratta di un metodo alquanto delicato, a meno che davvero i soldi non siano per metà dell’uno e per metà dell’altro cointestatario.

Se invece il denaro appartiene solo a una persona (e l’altra persona è presente in maniera fittizia, solo per lo scopo di abbassare l’Isee), è chiaro che bisogna fidarsi ciecamente. Da un punto di vista legale, l’altra persona ha comunque diritto di andare a prelevare la metà del denaro dal conto e nessuno può fermarla!

C’è ancora un modo che permette di abbassare l’Isee in maniera legale ovvero agire sugli immobili. 

Cosa significa?

Come è noto, il calcolo dell’Isee avviene sulla base dei redditi o altri introiti percepiti ma anche sul valore patrimoniale di una famiglia, sia dal punto di vista mobiliare (l’auto ad esempio) sia dal punto di vista degli immobili di proprietà.

Per abbassare il valore dell’Isee, è possibile intestare un immobile a un figlio ad esempio, purché non risulti residente con loro né fiscalmente a carico, come abbiamo già rimarcato.

In caso contrario, si può invece intestare un appartamento a un genitore, concedendo l’usufrutto ma mantenendo quindi solo la nuda proprietà

Quest’ultima non concorre alla formazione del valore dell’Isee.

Come abbassare Isee: assegno circolare

Si tratta di un metodo legale al 100%, per quanto un po’ elusivo, come già abbiamo avuto modo di sottolineare.

Tutte le volte in cui una persona richiede un assegno circolare, sul suo conto viene segnata un’operazione negativa, con addebito dell’importo e riduzione della giacenza. Il che concorre ad abbassare l’Isee. 

In pratica, il titolare del conto può richiedere alla banca il rilascio di un assegno circolare, da intestare a qualcuno, ad esempio un familiare. L’assegno chiaramente non va nelle mani dell’intestatario, ma resta custodito dal proprietario. Intanto però, anche se in maniera fittizia, il conto corrente si svuota. Non avendo più giacenza media considerevole, ecco che di conseguenza anche il valore dell’Isee si abbasserà.

È possibile revocare l’assegno entro i tre anni successivi.

L’altro grande vantaggio di questo genere di operazione è che in tanti, così comportandosi, riescono anche ad evitare i pignoramenti.

Se abbassi l’Isee, aumenta l’assegno unico!

Questo è solo uno dei tanti esempi che potremmo riportare, per dimostrare l’importanza di avere un Isee il più basso possibile e non perdere benefici a cui si ha diritto.

Infatti, il calcolo degli importi spettanti per l’assegno unico sono direttamente proporzionali al valore riportato nell’attestazione Isee.

Ricapitolando dunque, per poter aumentare l’importo dell’assegno mensile si può:

  • presentare l’Isee corrente invece di quello ordinario
  • agire sul saldo e sulla giacenza media del proprio conto corrente in banca o alla posta
  • spostare la residenza del partner in un’altra abitazione

Abbiamo approfondito l’argomento in questo articolo intitolato Aumentare l’importo dell’assegno unico 2022: come si fa!, di cui si consiglia la lettura, per maggiori dettagli.

In questa sede, concludiamo accennando al fatto che è possibile ottenere realmente un importo vantaggioso per l’assegno unico, non solo abbassando l’Isee ma anche verificando le maggiorazioni a cui si ha diritto.

Infatti, sono previsti contributi aggiuntivi nel caso in cui entrambi i genitori lavorano. L’assegno unico è più sostanzioso per le famiglie numerose, inoltre lo Stato prevede un aiuto supplementare anche nei confronti di mamme giovani, con meno di 21 anni.

L’assegno unico inoltre è maggiorato in caso di bambino con disabilità. Questo contributo economico è previsto senza limiti di età, per l’intera durata della vita del figlio.

Infine, vale la pena ricordare che il limite massimo di età è pari a 18 anni, per ricevere l’assegno unico. C’è però una possibilità di continuare a percepire il contributo fino ai 21 anni, se il figlio si iscrive all’Università, frequenta corsi di formazione oppure si impegna in attività di tirocinio.

Natalia Piemontese
Natalia Piemontese
Consulente lavoro online e professioni digitali, classe 1977. Sono Natalia, Piemontese di cognome, pugliese di nascita e calabrese d'adozione. Laureata in Scienze Politiche presso l'Università degli Studi di Bari, ho conseguito un Master in Selezione e Gestione delle risorse umane. Mamma bis, scrivo sul web dal 2008. Sono specializzata in tematiche del lavoro, business nel digitale e finanza personale. Responsabile del blog #mammachebrand, ho scritto un e-book "Mamme Online, come gestire casa, lavoro e figli".
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