Guida all’Assegno unico e ANF: come chiederli, importi, Isee

Assegno unico per figli a carico pronto alla partenza. La versione ponte del beneficio ai nuclei familiari viaggerà inizialmente su doppio binario: autonomi e disoccupati che beneficeranno fino a 600 € al mese, per le famiglie oltre i 3 figli, e lavoratori dipendenti che automaticamente avranno un aumento degli importi ANF. Domande fino al 30 settembre per garantirsi gli arretrati a partire da luglio.

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L’Assegno unico universale per figli a carico sta scaldando i motori per raggiungere la massima operatività il 1° gennaio 2022. Intanto la misura sta acquisendo una forma provvisoria, adattandosi alle varie categorie di contribuenti che ancora stanno percependo le detrazioni fiscali in busta paga.

Dal 1° luglio dunque, in una maniera o nell’altra si parte. I lavoratori dipendenti avranno un piccolo assaggio di assegno unico sotto forma di aumento sugli Assegni al Nucleo Familiare. Chi invece non percepisce gli ANF, potrà richiedere una versione ‘ponte’ ridotta dell’Assegno universale.

Vediamo allora come funziona il provvedimento a sostegno della famiglia e della genitorialità.

Cos’è l’Assegno unico INPS per figli a carico

Tassello fondamentale del grande disegno di legge conosciuto come Family Act, l’Assegno unico sarà la misura universale a sostegno della famiglia e della genitorialità che dal 1° gennaio 2022 andrà ad assorbire e sostituire l’intera costellazione di bonus e provvedimenti a favore delle famiglie con figli a carico.

Spariranno le detrazioni figli a carico, il fondo sostegno alla natalità, il bonus natalità (conosciuto anche come Bonus Bebè), il Bonus mamma domani e gli Assegni per il Nucleo Familiare.

Il suo carattere di universalità si rilette sia in questa sua capacità di fare fronte, con un’unica azione economica, a quanto attualmente stanno facendo di concertio le attuali misure, e sia nel suo rivolgersi a tutti i genitori, indipendente dai requisiti reddituali.

L’Assegno unico, a partire dal prossimo anno si concretizzerà in un’erogazione INPS mensile di importo massimo compreso fra 200 e 250 Euro per figlio a carico, dal settimo mese di gravidanza fino al compimento dei 21 anni di età.

Tutti i nuclei familiari avranno accesso alla misura il cui valore complessivo sarà composto da una quota base per tutti, più una quota di importo variabile e commisurata al valore dell’attestazione Isee. Ai redditi più alti, dunque, spetterà la sola quota base.

Questa, abbiamo detto, sarà la versione definitiva dell’Assegno unico, sulla quale l’Esecutivo è ancora al lavoro per attuare la Legge delega  n. 46 del 1° aprile 2021.

Prima di arrivare a questo punto, al fine di introdurre la misura in maniera graduale e non creare disagi alle famiglie che già percepiscono detrazioni, e la necessità di possibili futuri rimborsi, è stata programmata una versione ‘ponte’ dell’Assegno unico per autonomi e disoccupati, e parallelamente un incremento per 6 mesi degli Assegni al nucleo familiare per i lavoratori dipendenti.

A L’aria che tira su La7, Elena Bonetti, la Ministra per le pari opportunità e la famiglia, ci illustra funzionamento, importi, modalità di richiesta e di erogazione dell’Assegno unico per figli a carico per i prossimi 6 mesi.

 

Come richiedere l’Assegno unico per lavoratori autonomi e disoccupati

Dal 1° luglio, disoccupati di lungo corso, forfettari, incapienti, lavoratori autonomi e percettori di Reddito di Cittadinanza, ovvero tutti coloro che non percepiscono ANF, potranno fare richiesta all’INPS dell’assegno unico nella sua versione transitoria disposta dal DL 79/2021. Si tratta di circa due milioni di famiglie che non hanno mai ricevuto gli Assegni familiari, per le quali saranno mantenute le detrazioni fiscali attualmente vigenti, a cui si aggiungerà un assegno mensile per ciascun figlio.

Per i prossimi sei mesi l’erogazione sarà vincolata al tetto massimo Isee di 50 mila Euro (dal 2022 questo vincolo verrà eliminato).

Gli importi mensili per figlio a carico, dal settimo mese di gravidanza ai 21 anni, sono commisurati al valore reddituale riportato in DSU. Si parte da una quota mensile massima per figlio di 167,5 Euro per nuclei con 2 minori a carico e Isee fino a 7.000 Euro. Per nuclei con 3 figli a carico, la quota per ciascuno di essi sale a 217,8 Euro.

Tali importi andranno a decrescere con l’aumentare del valore Isee, fino a raggiungere rispettivamente 30 e 40 Euro mensili per figlio per nuclei con Isee compreso fra 40 e 50 mila Euro. Oltre questo valore l’Assegno unico (almeno per i prossimi sei mesi) si azzera.

La tabella completa degli importi spettanti sulla base del valore Isee, è riportata dal Sole24Ore.

La versione dell’Assegno Unico appena descritta avrà durata temporanea dal 1° luglio 2021 per sei mesi e va richiesta all’INPS in modalità telematica accedendo alla procedura mediante le proprie credenziali (PIN, SPID, CNS, CIE). In alternativa è possibile fruire della consulenza di un intermediario abilitato (CAF, patronato).

Le tempistiche di inoltro delle domande saranno indicate nella Circolare attuativa INPS la cui pubblicazione è prevista entro il 30 giugno

Dall’intervista del 20 giugno su La7 alla Ministra per le pari opportunità e la famiglia, Elena Bonetti, abbiamo un'anticipazione a riguardo, e già da ora sappiamo che le domande saranno accolte sulla piattaforma INPS predisposta, che si manterrà anche una volta a regime l’Assegno unico.

Per tutte le domande presentate entro il 30 settembre 2021 saranno corrisposte le quote mensili arretrate a partire dal mese di luglio 2021. Per le domande inoltrate dal 1° ottobre, l’Assegno unico decorrerà dal mese di ottobre 2021 senza prevedere mensilità arretrate.

Come richiedere l’aumento degli ANF per il lavoratori dipendenti

Situazione meglio definita, invece, per i lavoratori dipendenti, almeno nei termini delle modalità di richiesta di questa prima fase transitoria dell’assegno unico. Per loro la nuova misura si concretizzerà in un aumento degli importi degli Assegni per Nucleo Familiare.

Dal giorno 17 giugno è attiva sul portale INPS la procedura di richiesta e di rinnovo degli ANF per lavoratori subordinati del settore privato che hanno diritto alla prestazione.

La richiesta degli Assegni ai Nuclei Familiari è una procedura che ogni anno si ripete in questo periodo. La procedura divenuta telematica dal 2019, prevede che il lavoratore dipendente faccia richiesta di rinnovo degli ANF corredandola dei dati relativi al reddito familiare dell’anno precedente. Su questi ultimi l’Istituto previdenziale provvederà a rimodulare gli importi per l’anno corrente sulla base delle diverse tipologie di nuclei familiari.

Dal 1° luglio 2021 c’è però una novità. In linea con il nuovo provvedimento di Assegno unico ponte, ai lavoratori subordinati sarà riconosciuto automaticamente un aumento mensile degli ANF pari a 37,5 Euro per ciascun figlio a carico, per i nuclei familiari fino a due minori, e di 55 Euro per ciascun figlio, per le famiglie in cui siano presenti almeno tre minori.

Per ottenere l’incremento relativo all’Assegno unico non sarà necessaria una ulteriore domanda, oltre a quella della normale richiesta annuale all’INPS degli Assegni al Nucleo familiare.

Il messaggio INPS n. 2331, indica che dal 17 giugno saranno accolte le domande di richiesta e rinnovo degli Assegni per i Nuclei Familiari. L’inoltro telematico delle domande potrà essere effettuato in maniera autonoma, accedendo al portale INPS con le proprie credenziali, oppure avvalendosi dei servizi offerti dagli intermediari abilitati.

Dal messaggio INPS leggiamo che la domanda sarà ritenuta valida per il periodo dal 1° luglio 2021 al 30 giugno 2022.

Intanto, per i prossimi 6 mesi, i lavoratori dipendenti fruiranno degli aumenti mensili per ciascun figlio visti poco fa. È verosimile pertanto che a partire da gennaio 2022, con l’introduzione della versione definitiva dell’Assegno unico, i subordinati saranno tenuti a inoltrare una nuova domanda per accedere alla misura universale.

Ricordiamo, infatti, che con l’introduzione dell’Assegno unico, il Governo mira a condensare in un’unica misura tutte le forme di sostegno attualmente in vigore a favore della genitorialità e della famiglia. Se non interverranno imprevisti o cambiamenti di programma, nei prossimi sei mesi saranno erogate dall’INPS le ultime mensilità di Assegni al Nucleo Familiare a favore dei lavoratori dipendenti.

Quanto detto fino a ora è riferito ai lavoratori subordinati del settore privato, che da luglio troveranno nelle proprie buste paghe le quote relative alle prestazioni familiari maggiorate della misura transitoria dell’Assegno unico. Nel loro caso sarà cura del datore di lavoro stesso anticipare per conto dell’INPS gli importi, per ottenerne il rimborso dall’Istituto stesso in un secondo tempo.

Come ricorda il Sole24Ore, la stessa procedura di domanda degli ANF va eseguita, nelle stesse modalità, anche per i lavoratori percettori dei trattamenti di Cisoa (impiegati), Ima, Aso, Cigo, Cigs e Cigd. Per loro l’INPS provvederà a erogare direttamente gli ANF senza l’intermediazione del datore di lavoro.

Posso avere l’avere l’Assegno unico con il Reddito di Cittadinanza?

Già dai suoi esordi, l’Assegno unico è sempre stato riconosciuto come misura di sostegno alla famiglia compatibile con il Reddito di Cittadinanza.

L’articolo n.4 del DL 79/2021 illustra chiaramente come il beneficio sia compatibile non solo con il RdC, ma anche con le eventuali altre misure a sostegno dei nuclei familiari con figli a carico, messe in atto dalle regioni, gli enti locali e le provincie autonome di Trento e Bolzano.

Riguardo il Reddito di Cittadinanza va fatta tuttavia una necessaria precisazione riguardante gli importi percepiti.

Il RdC è uno strumento di sostegno al reddito familiare la cui quota mensile viene calcolata sulla base dello stesso reddito, della  presenza di un canone di affitto, e del numero dei componenti costituenti il nucleo familiare stesso.

La scala di equivalenza utilizzata tiene dunque conto della presenza di minori, per i quali sono previste maggiorazioni. L’ingresso dell’Assegno unico comporterebbe dunque un'agevolazione ulteriore per ogni minore a carico, ragione per cui l’importo della quota mensile del Reddito di Cittadinanza verrà necessariamente decurtato.

Per i percettori di Reddito di Cittadinanza che faranno richiesta dell’Assegno unico, l’importo mensile complessivo sarà dunque pari alla quota teorica spettante di quest’ultimo ridotta della quota di Reddito di Cittadinanza relativa ai figli minori a carico, determinata tramite la scala di equivalenza.

Per quanto riguarda, invece, le modalità di erogazione da parte dell’INPS, l’Assegno unico sarà erogato congiuntamente al Reddito di Cittadinanza  e con le stesse modalità. Dunque tramite ricarica mensile sulla Carta RdC Postepay, il giorno 27 di ogni mese. Se invece si tratta di nuovi percettori di RdC, o di vecchi percettori che hanno riattivato il beneficio dopo la sua conclusione, la prima ricarica avverrà il giorno 15 del mese.

Restano ancora alcuni elementi da chiarire riguardo l’utilizzo degli importi ricaricati mensilmente. Ricordiamo, infatti, che la normativa che regola il RdC prevede limiti di prelievo di contante e di utilizzo (vincolato all’acquisto di determinati beni e servizi). Inoltre è sempre attivo il sistema di decurtazione di non oltre il 20% di quanto non speso sulla quota RdC sulla mensilità successiva.

Sicuramente le due quote, RdC e Assegno unico per figli a carico, pur venendo erogate congiuntamente sulla stessa carta ricaricabile, godranno di benefici differenti. Gli importi relativi all’Assegno unico, ad es. attraverso la variazione dei vincoli di prelievo e di spesa, potranno essere utilizzati liberamente, a differenza delle quote provenienti dal Reddito di Cittadinanza che continueranno a essere associate ai vincoli che già conosciamo.

Comunque, anche questo interrogativo sarà sciolto dalla prossima Circolare attuativa INPS, in pubblicazione entro il 30 giugno 2021, che definirà le modalità di richiesta e di erogazione della prossima fase transitoria dell’Assegno unico INPS per figli a carico.