Conto corrente cointestato: la sentenza che fa tremare tutti

Il conto corrente cointestato subisce un duro colpo e corre davvero un brutto rischio dopo una sentenza che potrebbe stravolgere tutto. Ecco di cosa si tratta.

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Il conto corrente cointestato è uno strumento sempre più diffuso perchè consente di abbattere i costi di gestione dei rapporti bancari.

Anche per questo motivo la cointestazione di un conto corrente ricorre frequentemente tra moglie e marito o anche tra altri membri della stessa famiglia, come genitori e figli.

Conto corrente cointestato: tanti vantaggi, ma occhio alle brutte sorprese

Indubbiamente un conto corrente cointestato offre diversi vantaggi oltre a quello del risparmio sul fronte dei costi, ma al contempo richiede un'adeguata conoscenza del suo funzionamento e delle regole da seguire in determinati casi, perchè si corre il rischio di andare incontro a brutte sorprese.

Sicuramente può essere classificata come tale quella contenuta in una delle ultime sentenze pronunciate negli ultimi mesi.

Conto corrente: una sentenza che stravolge tutto

Ci riferiamo in particolare a quella della commissione tributaria provinciale di Perugia che sta facendo discutere e non poco, oltre a rappresentare un pericoloso precedente.

Stiamo parlando della sentenza 104/21 che la Commissione tributaria provinciale di Perugia ha pronunciato lo scorso 4 dicembre 2020, per poi depositarla il 26 febbraio 2021.

In sintesi, la sentenza in questione ha stabilito che per i pagamenti partiti da un conto corrente cointestato, la detrazione Irpef relativa all'onere in questione spetta nei limiti del 50%.

Conto corrente cointestato: detrazioni Irpef solo al 50%. Il caso

In altre parole, le spese che si possono scaricare dalle tasse, si può beneficiare solo a metà di questo vantaggio nel momento in cui il pagamento è effettuato tramite un conto corrente cointestato.

La Commissione tributaria provinciale di Perugia ha pronunciato questa sentenza partendo dal caso di un contribuente residente in Umbria che ha detratto interamente dall'Irpef la somma versata per la previdenza complementare che, in base a quanto stabilito da Testo Unito per le Imposte sui redditi può essere dedotta dal reddito fino a 5.164,57 euro annui.

Il pagamento era stato effettuato con un bonifico partito da un conto corrente che il contribuente aveva cointestato con sua moglie.

Dall'Agenzia dell'Entrate però è partita una cartella esattoriale con la quale è stata richiesta la restituzione del 50% della detrazione, contestando il fatto che il pagamento era partito da un conto corrente cointestato.

Il contribuente ha presentato ricorso, opponendosi alla richiesta dell'Agenzia delle Entrate, evidenziando che nel conto corrente cointestato a firma disgiunta ognuno degli intestatari ha piena libertà di disporre interamente della somma depositata.

Conto corrente cointestato: le motivazioni alla base della sentenza

Una tesi che però non è stata accolta dalla Commissione tributaria provinciale di Perugia che ha respinto il ricorso, dando ragione all'Agenzia dell'Entrate.

I giudici di merito hanno motivato la loro decisione spiegando che il contribuente non ha dimostrato la provenienza e la titolarità esclusiva delle somme utilizzate per il pagamento.

Dal momento che nel conto corrente cointestato la liquidità disponibile è riconosciuta nella misura del 50% di proprietà dei due intestatari, la deducibilità della spesa effettuata dal contribuente umbro è stata riconosciuta solo per metà.

Conto corrente cointestato: un pericolo precedente. Ecco perchè

Come detto prima si tratta di una sentenza che ha già fatto molto discutere perchè se l'orientamento della Commissione tributaria provinciale di Perugia dovesse affermarsi ed estendersi in altre pronunce, farà cadere diversi benefici fiscali di cui si può godere al momento utilizzando un conto corrente cointestato.