Conto corrente: occhio al prelievo! Scattano le manette

Quante volte ci siamo chiesti se prelevando dal proprio conto corrente corriamo qualche rischio? Ci siamo mai chiesti se facendo un bonifico si può correre il pericolo di finire con le manette ai polsi? Ognuno fa del denaro che ha ciò che vuole. Ma fino ad un certo punto, perchè la lente dell'Agenzia delle Entrate è sempre puntata su ogni nostro movimento monetario. Allora cerchiamo di prestare attenzione a poche regole per evitare di dover poi finire davanti la Guardia di Finanza a giustificare alcune operazioni.

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Quante volte ci siamo chiesti se prelevando dal proprio conto corrente corriamo qualche rischio? Escludendo gli eventi avversi come lo scippo, o il furto in casa una volta arrivati e depositato il denaro prelevato in un luogo sicuro, probabilmente mai. Ci siamo mai chiesti se facendo un bonifico si può correre il pericolo di finire con le manette ai polsi? Sicuramente no. Ognuno fa del denaro che ha ciò che vuole. Ma fino ad un certo punto, perchè la lente dell'Agenzia delle Entrate è sempre puntata su ogni nostro movimento monetario, anche sul conto corrente. Anche nel caso di movimenti per noi ritenuti banali o naturali come il bonifico ripetitivo a nostro figlio per mantenerlo all'università. Allora cerchiamo di prestare attenzione a poche regole per evitare di dover poi finire davanti la Guardia di Finanza a giustificare alcune operazioni.

Bonifico dal conto corrente: regole da seguire

Fare un bonifico è un gioco da ragazzi. Uno smartphone, un tablet ed il gioco è fatto. Oppure andare in banca, ed effettuare l'operazione presso lo sportello bancario. Ma il Covid ha aumentato il numero degli utenti che prediligono i conti correnti online e comunque fare le operazioni online. Così sarà sufficiente inserire il beneficiario del bonifico, l'importo, l'IBAN del beneficiario e la data di esecuzione. Spesso si tralascia la causale o si inserisce una dicitura non sempre inequivocabile o utile per fugare ogni dubbio all'Agenzia delle Entrate. Puntare su una corretta e completa descrizione dell'operazione di bonifico nella causale ci farà evitare di dover tante spiegazioni alla Guardia di Finanza.

Le regole sono molto semplici. A volte sembrano banali. Ma proprio per questo spesso sottovalutate. 

La causale è un campo che aiuta, qualora non c'è nulla da nascondere, a far comprendere a chi controlla i nostri movimenti bancari, della bontà dell'operazione. Inviare denaro al proprio figlio per pagare l'affitto, dovrà riportare in causale denaro donato al figlio cpon nome e cognome indicando che serviranno per pagare affitto. Così come 300 euro inviati come regalo al nipote, dovranno essere bene supportati nella causale. 

Conto corrente: meglio bonifico o prelievo?

A questo punto potrebbe sorgere la domanda: se fare un bonifico può generare rischi, meglio prelevare e fare del denaro ciò che si vuole. Apparentemente sia il bonifico che il prelievo di denaro sono operazioni semplici. Ma le segnalazioni che partono da parte della banca verso l'Unità di informazione finanziaria (UIF), ci sono in entrambi i casi. L'operazione del prelievo è in sé lecita. Ma c'è una regola che va rispettata per non far scattare i controlli. La banca è obbligata a comunicare all'UIF ogni operazione superiore a 10.000 euro prelevato nell'arco del mese solare. La comunicazione non scatta se i prelievi, anche se fatti giornalmente, nell'arco dei 30 giorni sono sotto la soglia di 1.000 euro.

Anche i bonifici sono soggetti a segnalazione. Il provvedimento UIF del 25 agosto 2020 ha fissato una stretta sugli accertamenti che interessano le operazioni finanziarie di importo superiore a 5.000 euro. In buona sostanza, la nuova regola stabilisce che le banche, poste e intermediari comunichino periodicamente alla UIF le operazioni finanziarie che realizzano i clienti il cui importo è pari o superiore a 5.000 euro.

A questo punto non c'è un canale da preferire tra un bonifico o il prelievo, ma solo rispettare regole basilari e soprattutto essere sempre in grado di spiegare all'Agenzia delle Entrate la provenienza del denaro.

Conto corrente: occhio ai giroconti

Il bonifico non è altro che un trasferimento di denaro da un soggetto ad un altro. Sia esso un soggetto persona fisica che giuridica. Con il bonifico si mettono in comunicazione due soggetti distinti di cui uno riceve i soldi dall'altro. Le regole per un bonifico a prova di Agenzia delle Entrate le abbiamo indicate poco sopra. La cosa importante è descrivere bene nella causale il motivo del bonifico. Se invece un contribuente ha due conti correnti a lui medesimo intestato, le regole cambiano? No. In questo caso il bonifico si chiamerà giroconto perchè il titolare di entrambi i conti è lo stesso. Occhio! Se un conto corrente è intestato a moglie e marito e l'altro solo al marito o alla moglie, nella causale del bonifico di partenza dal conto cointestato si deve indicare chi sta effettuando l'operazione così come nel caso in cui il bonifico è destinato al conto cointestato è utile indicare chi è il beneficiario. I giroconti non sono a rischio, ma il Fisco potrebbe considerare il trasferimento di fondi come modalità per distrarre denaro riciclato o denaro da non dichiarare. 

Il giroconto tra conti correnti fa scattare i controlli?

Su questo quesito si è interrogata la Commissione Tributaria Regionale della Campania, più specificatamente nella sentenza n. 23 del 24 febbraio 2020. Il testo unico sui redditi delle persone fisiche non ritiene assoggettabili a trattenuta fiscale i versamenti ricevuti sul conto corrente anche se fatti con bonifico o giroconto o versamento in contanti. Sulla base di questa previsione la Commissione Tributaria di cui sopra ha sposata a pieno il principio non rilevando la necessità di effettuare controlli sui bonifici in ingresso purchè ci sia l'accortezza di indicare la provenienza del denaro e soprattutto che sia sempre possibile dimostrarlo anche in futuro. La vincita ad un gioco, la donazione di denaro da parte di parenti, i proventi della vendita di un proprio bene non sono soggetti a tassazione dei redditi purchè sia sempre dimostrabile la provenienza del denaro. 

Nel caso di giroconto l'unica cosa che il contribuente sarà tenuto a dimostrare è che gli spostamenti di denaro siano effettivamente frutto di un giroconto e che, soprattutto, provengano da un altro conto corrente a lui intestato o cointestato. Tali movimentazioni bancarie, quindi, non potranno essere oggetto di ulteriore verifica.

Conto corrente: il movimento di contanti può far scattare le manette

L'altro lato della medaglia del conto corrente è il versamento. Finora abbiamo dato alcune semplici e banali regole di come prelevare dal conto corrente sia con bonifico, giroconto o in contanti. Anche l'operazione di versamento di denaro contante deve essere fatta in modo tale da evitare che possano scattare non solo le attenzioni dell'Agenzia delle Entrate ma anche di indagini finanziarie. 

Il versamento di denaro sul conto corrente espone la banca ad un'operazione molto rischiosa perchè deve accertare la provenienza del denaro stesso ai fini della normativa sull'antiriciclaggio. Ogni versamento effettuato sul proprio conto corrente sarà frutto di richieste di chiarimento da parte della banca che poi annoterà quello che voi dite nelle causali di versamento. Queste informazioni serviranno poi alla banca stessa se effettuare segnalazioni di operazioni sospette all'Unità d'Informazione Finanziaria. Quando il versamento è superiore a 10.000 euro la banca è tenuta a segnalare questo movimento. Anche nel caso in cui i versamenti sono frazionati e la somma mensile versata supera i 10.000 euro. 

Con molta probabilità questa segnalazione sarà anche inviata all'Agenzia delle Entrate per accertare la provenienza del denaro. Infatti potrebbe rientrare come somma da dichiarare tra i redditi e dunque essere tassata. Così il nipote che riceve insolitamente una somma importante per il suo compleanno, e viene versato sul proprio conto corrente, potrebbe far scattare i controlli, perchè l’Agenzia delle Entrate, incrociando i dati presenti sulle sue banche dati può valutare quali contribuenti assoggettare ad un accertamento fiscale.

Conto corrente: manette per uso dei contanti?

Qualsiasi operazioni effettuata sul proprio conto corrente, se accuratamente supportata da idonee prove sull'origine della provvista economica non espone a rischio. Così anche il prelievo da bancomat o sportello non crea problemi al contribuente. Attenzione però a quello che poi si farà con il contante. La legge 231/2007 e le successive modifiche hanno introdotto una serie di limitazioni all'uso del contante per arginare il fenomeno del riciclaggio ma anche dell'evasione. Il 1 luglio, scatterà infatti l'abbassamento della soglia all'utilizzo dei contanti che si porterà a 1.999,99 euro. La soglia si abbasserà ulteriormente da 1 gennaio 2022 quando sarà portata a 999,99 euro. Questo significa che non si potranno fare pagamenti in contanti oltre questa soglia, altrimenti potrebbero scattare controlli e sanzioni. La sanzione applicata per il mancato rispetto di questa soglia è molto alta:

  • da 2.000 euro a 50.000 euro per le violazioni commesse e contestate dal 1° luglio 2020 al 31 dicembre 2021;
  • da 1.000 euro a 50.000 euro per le violazioni commesse e contestate dal 1° gennaio 2022.

Meglio privilegiare gli strumenti tracciabili, come ad esempio un bonifico oppure la ricarica di una carta Postepay.

Conto corrente: quali movimenti evitare

Come abbiamo visto ogni operazione in entrata ed uscita dal conto corrente deve essere sempre giustificata o giustificabile. Ci sono però delle operazioni molto particolari che necessitano di una maggiore attenzione.

La prima è il bonifico verso l'estero. La soglia fissata che richiede particolari adempimenti prima di fare il bonifico è di 5.000 euro. Il rischio che si cela dietro questa operazione è il riciclaggio di denaro da parte di organizzazioni criminali. L'articolo 648 bis del codice penale in materia di riciclaggio sancisce pene severe

con la reclusione da quattro a dodici anni e con la multa da euro 5.000 a euro 25.000. La pena è aumentata quando il fatto è commesso nell'esercizio di un'attività professionale. La pena è diminuita se il denaro, i beni o le altre utilità provengono da delitto per il quale è stabilita la pena della reclusione inferiore nel massimo a cinque anni.

In questi casi, però, l'Istituto di credito potrebbe richiedere una dichiarazione scritta in cui il titolare di conto motivi il passaggio di denaro all’estero.

Un'altra casistica in cui bisogna essere prudenti è quando si posseggono carte di credito, prodotti assicurativi, conti deposito o investimenti soprattutto in presenza di movimenti bancari che destano il sospetto di entrate in nero che non risultano nella dichiarazione dei redditi.