Cosa deve fare la Germania per avere una ripresa veloce

Il 29 giugno il parlamento tedesco ha reagito come fanno normalmente i parlamenti quando c'è un problema, vale a dire, consentire al governo di spendere di più. Per rispondere alle difficoltà economiche dovute all'epidemia di virus C e al lockdown, ha approvato un tipico pacchetto di stimolo keynesiano al fine di stimolare la domanda aggregata.

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Il 29 giugno il parlamento tedesco ha reagito come fanno normalmente i parlamenti quando c'è un problema, vale a dire, consentire al governo di spendere di più. Per rispondere alle difficoltà economiche dovute all'epidemia di virus C e al lockdown, ha approvato un tipico pacchetto di stimolo keynesiano al fine di stimolare la domanda aggregata.

L'obiettivo del pacchetto di stimolo economico era quello di riportare l'economia tedesca verso un "percorso di crescita sostenibile [...] che garantirà posti di lavoro e prosperità". Interpreto qui il termine "crescita sostenibile" come crescita che gli individui vorrebbero davvero e che sosterrebbero attraverso le loro azioni volontarie in un'economia di mercato. Si tratta quindi di una crescita che non si basa su sovvenzioni fiscali e debito pubblico e che si sgretolerebbe senza tali sovvenzioni o in caso di indebitamento pubblico eccessivo. In parole povere, il finanziamento di nuove strutture mantenute in vita solo da sussidi statali continui non può essere descritto come crescita sostenibile.

La situazione iniziale

Il virus C e le reazioni politiche all'epidemia hanno portato ad uno shock mondiale di domanda e offerta. Dal lato dell'offerta, la produzione ha dovuto essere interrotta a causa della malattia, del lockdown e dell'interruzione delle catene di approvvigionamento. Inoltre vi sono problemi di società indebitate con liquidità insufficiente: poiché molte aziende non potevano e non possono più produrre, la produzione globale è crollata.

Dall'altra parte ci sono stati cambiamenti drastici dal lato della domanda. Innanzitutto, meno produzione significa naturalmente meno domanda (Legge di Say), un lavoratore le cui ore di lavoro sono state ridotte produce di meno, guadagna di meno e quindi richiede anche meno in termini reali.

Inoltre la composizione della "domanda aggregata" è cambiata: vi è una minore domanda di turismo, trasporti e attività ricreative che implicano un contatto fisico con altre persone. Al contrario, la domanda per attività, servizi e prodotti digitali che aumentano la sicurezza sanitaria (ad es. mascherine) è aumentata. Alcuni di questi cambiamenti nella domanda ci accompagneranno nel lungo periodo: ad esempio, un declino a lungo termine del trasporto aereo ed un aumento dell'apprendimento e del lavoro da casa potrebbero portare a cambiamenti strutturali nella domanda.

La domanda cambierà anche nel lungo periodo, perché c'è stata una massiccia ridistribuzione a causa della crisi del virus C e delle relative restrizioni. Mentre, ad esempio, i dipendenti pubblici non hanno subito perdite finanziarie, gli imprenditori e i dipendenti privati hanno subito gravi perdite. Chi ha tratto profitto dalla crisi del virus C ha aumentato la domanda per i suoi prodotti rispetto a chi è risultato perdente.

A causa dello shock della domanda e dell'offerta, i fattori di produzione devono adattarsi alle nuove circostanze. È necessaria una ristrutturazione della struttura produttiva: alcune aziende e settori devono ridursi; altri devono espandersi. Alcune aziende devono essere ricapitalizzate, in particolare quelle che hanno un modello di business redditizio ma sono state costrette a fermarsi; altre dovrebbero scomparire del tutto. In un'economia di mercato, i consumatori decidono quali aziende e settori vincono/perdono attraverso le loro decisioni di acquisto. Sarebbe una presunzione di conoscenza per lo stato decidere a livello centrale quali settori e società dovrebbero ricevere nuovo capitale e quali no.

La necessaria ristrutturazione implica una riallocazione delle risorse, essenziale per il desiderato ritorno ad un percorso di crescita sostenibile. La riallocazione dei fattori di produzione dipende, da un lato, dalle istituzioni economiche, che possono facilitare o ostacolare la ripresa, e dall'altro dall'intervento statale, che rischia sempre di porre l'economia su un percorso insostenibile e creare dipendenze difficili da revocare. Questa riallocazione deve anche tenere conto della fragilità finanziaria dell'economia.

Cosa può facilitare una ripresa?

Cosa si deve fare per accelerare una ripresa?

Innanzitutto, tutte le normative che impediscono la produzione devono essere terminate soprattutto quelle legate al virus C. Inoltre ci sono molte normative che rendono il mercato del lavoro tedesco poco flessibile. Nel settore energetico, nel settore sanitario e nel settore automobilistico ci sono molti regolamenti, alcuni dei quali abbastanza nuovi, che ostacolano gravemente la produzione in Germania.

È la libertà economica, che utilizza meccanismi di aggiustamento basati sul mercato, che riduce gli effetti negativi degli shock di domanda e offerta e facilita una rapida ripresa economica. E questa intuizione teorica può anche essere illustrata empiricamente. La libertà economica ha accelerato il ritorno ad un percorso di crescita nel caso dell'influenza spagnola del 1918: nel lungo termine i Paesi con un maggiore grado di libertà economica hanno sofferto meno delle conseguenze della pandemia. Questa scoperta è coerente con altri studi empirici che dimostrano che la libertà economica è associata a recessioni meno gravi e riprese più rapide.

In secondo luogo, c'è il problema delle ricapitalizzazioni. Senza di esse alcune aziende scompariranno, perché il loro capitale è esaurito o perché la domanda si è spostata. Al fine di riattivare una crescita sostenibile, sono quindi necessari investimenti privati ​​per ricapitalizzare le società con modelli di business redditizi a lungo termine o per creare nuove società nei settori più promettenti. In altre parole, la ricapitalizzazione deve concentrarsi su società redditizie e sulla creazione di nuove società in base agli spostamenti della domanda.

Due condizioni devono essere soddisfatte affinché questi investimenti si materializzino: in primo luogo, le nuove opportunità di profitto devono essere scoperte da imprenditori in concorrenza ed è qui che deve entrare in gioco la deregolamentazione; in secondo luogo, è necessario incentivare i risparmi privati ​​(riduzione dei consumi) senza che essi siano assorbiti dallo stato attraverso un aumento del debito pubblico.

Entrambe le condizioni devono essere soddisfatte, perché se i risparmi privati ​​aumentano ma non ci sono nuove opportunità di profitto, gli investimenti confluiranno in attività non produttive come i titoli di stato; se, dall'altra parte, vengono scoperte nuove opportunità di profitto ma non ci sono risparmi, allora non nasceranno affatto.

Esiste il pericolo che le tasse e il debito pubblico assorbano il risparmio privato, pertanto, se si vuole raggiungere un percorso di crescita sostenibile, le tasse sul capitale e sui profitti dovrebbero essere abbassate. Tuttavia il piano di stimolo tedesco non le abbasserà, bensì ridurrà temporaneamente l'imposta sul valore aggiunto (IVA), il che comporterà un aumento dei consumi, vale a dire, un minor risparmio. L'abbassamento delle imposte sulle plusvalenze, delle imposte sulle successioni, delle imposte sulle donazioni e delle imposte sul reddito delle società incoraggiano il risparmio e l'accumulo di capitale. Queste misure aumenterebbero anche l'attrattiva della Germania agli occhi degli investitori internazionali e potrebbero attirare risparmi dall'estero.

Per raggiungere un percorso di crescita sostenibile, anche il settore privato dovrebbe essere sostenuto riducendo il disavanzo pubblico e la spesa pubblica. Una spesa pubblica più bassa mette a disposizione del settore privato risorse che altrimenti sarebbero state sequestrate dallo stato e che possono contribuire alla ristrutturazione.

Sfortunatamente la spesa pubblica è aumentata e di molto. E tutto ciò significa meno risorse al settore privato, poiché lo stato non ne crea di nuove. Non è Babbo Natale.

Esistono diversi modi in cui lo stato può ottenere il controllo di queste risorse che spende in seguito. Innanzitutto attraverso aumenti delle tasse, il che non è il caso di questo programma di stimolo visto che è finanziato attraverso la spesa in deficit.

L'aumento dei prestiti pubblici può essere finanziato in due modi: in primo luogo, può essere finanziato da reali risparmi privati, portando ad un crowding out degli investimenti privati ​​che invece sono importanti per la ristrutturazione economica; in alternativa il nuovo debito pubblico può essere finanziato attraverso la stampa di denaro e questo significa anche che lo stato ha accesso a risorse aggiuntive che altrimenti sarebbero state disponibili per il settore privato ad un costo inferiore. Quando l'offerta di moneta aumenta, lo stato fa aumentare i prezzi dei fattori di produzione e quindi le imprese private si ritrovano meno risorse disponibili. Risultato: la possibilità di investimenti privati ​​si riduce. Al fine di conseguire una crescita sostenibile è necessario ridurre le spese statali, ciò garantirebbe una ripresa più rapida in quanto il settore privato in difficoltà avrebbe più risorse a disposizione ed i suoi costi diminuirebbero.

Attraverso le sue spese aggiuntive, indipendentemente dal fatto che siano finanziate da aumenti delle tasse, da un ridimensionamento o da un aumento dell'offerta di moneta, lo stato toglie risorse al settore privato e impedisce una ripresa economica veloce.

Sovvenzioni e ridistribuzione

Riforme strutturali, deregolamentazione per promuovere l'aggiustamento al mercato e ristrutturazione della struttura produttiva non sono voci incluse nel pacchetto di incentivi. Non sono previsti tagli fiscali che stimolino il risparmio privato. Invece c'è una riduzione temporanea dell'IVA, che tende a stimolare un consumo aggiuntivo piuttosto che un ulteriore risparmio privato. Nemmeno il debito pubblico e la spesa pubblica diminuiranno, quest'ultima infatti salirà di quasi il 43%. Quasi la metà della spesa pubblica è finanziata con l'emissione di nuovi debiti e la solvibilità economica della Germania è ulteriormente minacciata dalla mutualizzazione del debito pubblico a livello europeo attraverso i canali già esistenti. Se i mercati finanziari diventeranno nervosi in futuro a causa di una crisi economica europea e alti livelli di debito pubblico, gli occhi verranno puntati sul debito pubblico tedesco.

La maggior parte delle misure del pacchetto di stimolo sovvenziona determinati gruppi d'interesse. Creano una ridistribuzione tra la popolazione, ma non servono per raggiungere un percorso di crescita sostenibile.

I sussidi includono finanziamenti per l'acquisto di auto elettriche, un bonus per bambini di €300, sussidi per istituzioni culturali, stati federali e comuni, promozione dell'assistenza all'infanzia, società ferroviaria pubblica, promozione di determinate regioni ed energia verde, nonché aiuti allo sviluppo. Queste sono tutte misure di pura ridistribuzione: prendono risorse da alcuni attori di mercato e le danno ad altri. Questo processo indebolisce la Germania nel lungo termine, poiché promuove imprese non redditizie, aumentando così i costi delle società tedesche redditizie e impedendo la creazione di nuove società.

Conclusione

Il pacchetto di stimolo non soddisfa il suo scopo ufficiale. Infatti è dannoso: la spesa pubblica non sarà ridotta, non ci saranno riduzioni fiscali o misure che consentano un maggiore risparmio privato, delle deregolamentazioni neanche l'ombra. Invece il pacchetto contiene una politica industriale; innovazione statale e pianificazione economica centrale; e sussidi e misure di ridistribuzione.

Di Philipp Bagus

Traduzione di Francesco Simoncelli