Esistono diversi tipi di Isee: sai come scegliere? Ecco come avere più agevolazioni Inps

Per ottenere bonus e agevolazioni, occorre spesso l'Isee. Ma quale? Ebbene, ne esistono diversi tipi ed è importante saper scegliere quello giusto. Ecco come.

Si fa presto a dire Isee. Ormai è linguaggio comune fare riferimento ai bonus con o senza Isee, all’importo dell’assegno unico, in base all’Isee e via di seguito. Ma ne esistono diversi tipi e imparare a conoscerli e ad usarli in maniera corretta, spesso si traduce in agevolazioni maggiori e cifre più elevate in accredito sul conto. 

Basti pensare al fatto che i bonus non sono tutti uguali e spesso se li aggiudicano soltanto alcune categorie di persone, che rispondono a specifici requisiti.

L’attenzione di questo articolo si focalizza proprio sui diversi tipi di Isee esistenti, ovviamente con l’obiettivo di sapere quale è meglio usare, a tempo debito, per ottenere un bonus e qual è, in linea generale, il funzionamento di questo documento così centrale, dal punto di vista dei sussidi governativi.

Isee ordinario o corrente, chiave di volta per l’assegno Inps per i figli

L’attestazione Isee è il documento principe che, a partire da quest’anno 2022, serve a tutte le famiglie con figli minori, per ricevere l’assegno unico.

O meglio, per essere più precisi, l’Isee è fondamentale per calcolare l’importo a cui si ha diritto, dal momento che invece, non presentando l’Isee, la somma che l’Inps eroga è di 50 euro al mese.

C’è stata una vera e propria corsa per ottenere il documento, soprattutto in vista del rinnovo dell’assegno, da parte di coloro che ne avevano già diritto nel 2021, nonché di tutti i nuovi beneficiari, a partire da marzo 2022.

L’Isee che occorre, per ottenere questo importante strumento di welfare familiare, è quello ordinario. In sostanza, si attestano oggi, quelli che sono stati i redditi e la situazione patrimoniale del 2020.

C’è però una possibilità di ottenere un assegno unico dall’importo più elevato, che consiste nel presentare il cosiddetto Isee corrente.

Si tratta di un documento che viene rilasciato solo in casi specifici, vale a dire nel momento in cui le condizioni economiche del nucleo familiare sono nettamente peggiorate, nel corso dell’anno 2021.

Se ad esempio uno dei componenti ha perso il posto di lavoro oppure se si è stati costretti a vendere la casa o il locale commerciale in cui si esercitava l’attività in proprio, ecco che è possibile ricorrere a questo documento.

Infatti, dichiarando redditi e patrimonio del 2020, l’Isee risulterebbe inevitabilmente più alto e l’assegno unico più basso.

L’Isee corrente allora permette di fotografare realmente la situazione familiare, se reddito e patrimonio sono diminuiti di almeno il 30% nel 2021, rispetto al 2020.

Infine, c’è un’altra possibile novità che si prospetta all’orizzonte ovvero l’Isee di prestazione come ipotesi al vaglio per il prossimo AUU.

Sempre per ciò che concerne l’assegno unico per i figli, la nuova ipotesi al vaglio vede la possibilità di introdurre una novità ovvero il cosiddetto Isee di prestazione e non più quello ordinario.

La differenza? Che non si terrebbe più conto della situazione patrimoniale di una famiglia o di quanti risparmi ha sul conto corrente, a suon di sacrifici, bensì solo ed esclusivamente degli introiti “vivi” su cui fare affidamento mese per mese.

Reddito Irpef e Isee familiare: differenza e utilizzo

Siamo abituati a richiedere tutti i bonus governativi a disposizione, di cui calcolare gli importi, sulla base del valore dell’Isee, per l’appunto. Ebbene, non si tratta in realtà dell’unico tipo di documento che si può prendere in considerazione, per stabilire se si ha diritto a ricevere un bonus oppure no.

Ne sono un esempio, tanto per chiarire il concetto, i due bonus una tantum previsti dal Governo Draghi. 

Uno, in vista dell’estate, consiste in un contributo di 200€ per compensare la perdita di potere d’acquisto, dovuta all’inflazione. L’altro consiste invece in un rimborso, pari a 60€, per chi ha necessità di acquistare un abbonamento per i mezzi pubblici, per motivi di lavoro o di studio.

Ebbene, questi due bonus si erogano sulla base del reddito della persona (Irpef) e non su quello familiare (nel caso di questi due bonus specifici che abbiamo presentato, il reddito Irpef del singolo non deve superare i 35 mila euro).

La differenza sostanziale consiste nel fatto che il reddito Isee fotografa la situazione familiare, tenendo conto delle entrate di tutti i componenti presenti all’interno dello stato di famiglia, della situazione patrimoniale nonché della giacenza media sul conto corrente.

Invece, il riferimento al solo reddito Irpef significa che si tiene conto soltanto delle entrate effettive di quella persona, senza prendere in considerazione null’altro.

Isee minorenni per i buoni scolastici e Isee Università e dottorato di ricerca

In sostanza, si tratta di una tipologia di Isee che si utilizza per degli scopi ben precisi, ad esempio per richiedere agevolazioni nei pagamenti dei più piccoli, che frequentano l’asilo nido, oppure per accedere alla mensa scolastica o ancora per ottenere i buoni per l’acquisto dei libri e del materiale didattico.

Si tratta di un documento che è alquanto complesso da gestire, differisce inoltre a seconda che i genitori del minore siano conviventi, sposati oppure separati o divorziati e via di seguito.

Il consiglio è di rivolgersi sempre a un Caf oppure al commercialista di fiducia, per essere certi di non sbagliare.

L’Isee Università è anch’esso un documento specifico, per il quale è preferibile il consiglio di un esperto. Si utilizza, in particolar modo, per ottenere borse di studio oppure essere esentati dal pagamento delle tasse universitarie.

Isee socio-sanitario, anche con Isee ristretto, se necessario

Questa tipologia di Isee permette di accedere a prestazioni sanitarie non residenziali, quindi assistenza domiciliare per persone maggiorenni con disabilità.

Esiste anche l’Isee socio-sanitario residenza, che consente di ricevere prestazioni di carattere residenziale, sempre a persone maggiorenni, come ricoveri presso istituti assistenziali o strutture protette.

Nel caso di questa tipologia di Isee, è possibile ricorrere al cosiddetto Isee ristretto, che in sostanza si limita a prendere in considerazione i redditi della persona che ha bisogno del sussidio e del coniuge.

Non vengono calcolati invece i redditi dei figli non più a carico, anche se appartengono ancora allo stesso stato di famiglia.

Dove si richiede l’Isee e come ottenerlo

Come abbiamo già avuto modo di sottolineare, l’Isee si richiede presso un Caf ad esempio oppure è possibile delegare il proprio commercialista di fiducia, nell’espletamento della pratica.

Ma non si tratta dell’unica strada percorribile, per ottenere il documento.

Infatti, l’Isee si richiede anche direttamente all’Ente che eroga la prestazione o ancora al proprio Comune di residenza.

Infine, si può procedere in autonomia, direttamente sul portale dell’Inps, quindi online accedendo con le proprie credenziali digitali come lo Spid, oppure recandosi presso gli sportelli di competenza.

Il calcolo del reddito Isee segue alla presentazione della DSU, vale a dire la dichiarazione sostitutiva unica e arriva all’incirca dopo 10-15 giorni dall’invio della pratica.

Natalia Piemontese
Natalia Piemontese
Consulente lavoro online e professioni digitali, classe 1977. Sono Natalia, Piemontese di cognome, pugliese di nascita e calabrese d'adozione. Laureata in Scienze Politiche presso l'Università degli Studi di Bari, ho conseguito un Master in Selezione e Gestione delle risorse umane. Mamma bis, scrivo sul web dal 2008. Sono specializzata in tematiche del lavoro, business nel digitale e finanza personale. Responsabile del blog #mammachebrand, ho scritto un e-book "Mamme Online, come gestire casa, lavoro e figli".
Seguici
161,688FansLike
5,188FollowersFollow
780FollowersFollow
10,800FollowersFollow

Mailing list

Registrati alla nostra newsletter

Leggi anche
News Correlate