Il Governo rinnova gli incentivi auto: novità dell'ecobonus!

Per tutto l'autunno il governo si è trovato costretto a rifinanziare l'ecobonus per le auto elettriche, continuamente a corto di fondi. Nonostante questa situazione nella manovra finanziaria non è stato istituito nessun sistema strutturali di incentivi, e ora molte associazioni e aziende del settore protestano, minacciando crolli del mercato e ripercussioni su consumatori e lavoratori.

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Fin da settembre dello scorso anno gli incentivi per le auto, soprattutto per quelle elettriche, sono stati al centro della discussione politica e parlamentare. Il continuo esaurirsi di questi bonus, con un mercato inaspettatamente vivace anche in periodo pandemico, ha messo in difficoltà il governo e creato situazioni paradossali. 

Era quindi lecito aspettarsi, come preannunciato dal ministero dello sviluppo economico, che questi incentivi avrebbero ricevuto nella legge finanziaria un fondo adeguato per essere non solo rinnovati, ma resi stabili e strutturali. Il mercato dell’auto, che sta soffrendo in questo periodo sia la pandemia che la crisi del commercio globale, ne aveva disperato bisogno. 

Questi incentivi però non sono stati rinnovati. Nella finanziaria non c’è nessun accenno ad un fondo per favorire l’acquisto di automobili poco inquinanti, e questo rischia di frenare le vendite in maniera irreparabile. Le auto elettriche costano infatti molto più di quelle tradizionali, e i consumatori difficilmente si sobbarcano volentieri migliaia di euro, se non decine di migliaia, di differenza. 

Il rischio, sottolineato da molte associazioni di produttori e consumatori, è quello d’un vero e proprio crollo del mercato, in particolare di quello elettrico che negli ultimi anni ha fatto segnare un continuo aumento del volume di vendite con percentuali altissime. Per questo il governo starebbe valutando di reintrodurre l’ecobonus con nuovi incentivi, in modo da continuare a favorire la transizione verso la mobilità del futuro

I consumatori spingono per un rinnovo degli incentivi anche a fronte dell’aumento dei prezzi della benzina e del gasolio. Verde e Diesel hanno raggiunto prezzi record a causa dell’aumento generalizzato del prezzo dell’energia, che sta colpendo anche le bollette. 

Ecobonus, la travagliata storia degli incentivi auto 

Era settembre del 2021 quando per la prima volta, con malcelata sorpresa del governo, gli incentivi per le auto elettrificate (nomenclatura che comprende auto elettriche, ibride e ibride plug in) terminavano prima del dovuto. 

Il mercato era inaspettatamente esploso, con un aumento di oltre il 200% delle vendite sugli anni precedenti. A parità di prezzo, o anche spendendo qualcosa di più in determinati casi, i consumatori italiani preferivano l’elettrico alle motorizzazioni tradizionali. Questo picco di vendite, favorito anche dal diffondersi di colonnine di ricarica in tutto il paese, aveva però creato una situazione paradossale. 

Gli ecoincentivi che il secondo governo Conte aveva stanziato non includevano infatti soltanto le motorizzazioni elettriche, ma anche quelle tradizionali meno inquinanti, seppur in misura minore. Il sistema era stato pensato con fondi divisi in compartimenti stagni. Quindi era stata stanziata una cera quantità di denaro per i veicoli elettrificati e un’altra per quelli a benzina e a gasolio, in maniera totalmente indipendente. 

Finita l’estate però il fondo per le automobili elettriche, ibride e ibride plug in si era completamente esaurito. Il risultato era stato che per diverse settimane gli unici ecobonus disponibili per comprare un’auto in Italia erano quelli legati alle motorizzazioni più inquinanti, mentre le auto a zero emissioni potevano essere comprate solo a prezzo pieno. 

Più volte durante l’autunno il governo ha tentato di mettere una pezza a questa situazione, iniettando nuovi fondi all’interno dell’ecobonus per veicoli elettrificati. Ma ogni volta che una nuova ondata di fondi arrivava, essa si esauriva in pochi giorni, se non in meno di 24 ore, a testimonianza della fortissima domanda di veicoli elettrici sviluppatasi in Italia negli ultimi due anni. 

Ecobonus, che fine hanno fatto gli incentivi in finanziaria?

Proroga su proroga gli incentivi per le auto elettriche sono arrivati alla manovra finanziaria. Tutti, sia i consumatori che i produttori, si aspettavano che una situazione così volatile sarebbe stata risolta in maniera strutturale. La soluzione era un migliore sistema di incentivi, che garantisse un travaso di fondi in caso di esaurimento dei bonus per i veicoli meno inquinanti. 

Arrivati all’approvazione però, ogni buon proposito espresso dal ministero per lo sviluppo economico è stato disatteso. Nessun accenno all’ecobonus per le automobili, né elettrificate né tradizionali. Neanche un euro per uno dei settori di maggior impatto sul PIL italiano, e cruciale per la transizione ecologica. 

Questo nonostante il viceministro allo sviluppo economico Gilberto Picchetto, a capo del tavolo automotive del ministero, avesse garantito uno stanziamento per il settore all’interno della manovra. Il governo, come ha spiegato lo stesso ministro, si è però trovato nella situazione di dover dirottare i fondi verso un’altra causa, in particolare verso gli interventi per calmierare i prezzi dell’energia e ridurre le bollette di luce e gas. 

Nella finanziaria non si sono persi soltanto gli ecobonus, ma anche tutto il sistema di bonus-malus e l’ecotassa che scoraggiavano l’acquisto di veicoli più inquinanti. Non si esclude che le misure possano essere prorogate all’ultimo minuto, durante l’approvazione del decreto milleproioghe, la legge che permette di prorogare numerosissime misure temporanee che garantiscono il funzionamento di varie normative. 

Ecobonus, gli incentivi torneranno nel 2022

La totale assenza di ecobonus per sostenere il settore automotive ha causato ovvie reazioni sia tra le associazioni dei consumatori sia soprattutto tra quelle dei produttori. Il primo a parlare a riguardo è stato Carlos Tavares, amministratore delegato di Stellantis, il gruppo che riunisce FCA e PSA, produttrici dei marchi Fiat e Citroen. 

Tavares non ha risparmiato attacchi al governo, mettendo in campo immediatamente l’alto costo delle tecnologie elettriche come argomento per gli incentivi, e di fatto minacciando una ristrutturazione in caso le vendite calassero:

“Le tecnologie per l’auto elettrica attualmente hanno un costo più alto del 50 per cento rispetto a quelle tradizionali. Ovviamente non possiamo ribaltare per intero questo costo sui consumatori, soprattutto sulla classe media, perché smetterebbero di comprare. Allo stesso tempo non possiamo operare in perdita, perché saremmo costretti a ristrutturare le attività e questo avrebbe rilevanti ricadute sociali

Dello stesso avviso è l’Unrae, l’associazione che riunisce i produttori di veicoli commerciali in Italia. Anche questo segmento del settore risulta duramente colpito dalla crisi e dalla mancanza di incentivi per i mezzi elettrici. L’Unrae sottolinea che l’Italia si rimasto l’unico paese dell’Unione Europea a non avere incentivi per l’acquisto di veicoli elettrici.

“In un contesto europeo, dove si distinguono i piani di incentivazione varati in Francia, Germania, Spagna, Regno Unito, l’Italia spicca tra i maggiori mercati come l’unico a non aver previsto alcuna risorsa per l’automotive. Per il solo 2022 fra Pnrr e Leggi di Bilancio la Germania ha stanziato 2.100 milioni di euro, la Francia 1.245 e la Spagna 619 milioni di euro.”

A rassicurare produttori e consumatori è intervenuto nuovamente il viceministro allo sviluppo economico Picchetto. Il senatore di Forza Italia ha assicurato che il ministero sta lavorando per reintrodurre gli incentivi, ma c’è ancora da determinare quali siano le cifre che verranno messe a disposizione del settore per quest’anno. Difficilmente comunque sarà un intervento strutturale, e si continuerà sulla stessa traccia “sperimentale” degli anni scorsi.

Ecobonus, senza incentivi crolla il mercato?

Ma quale può essere il reale impatto della fine degli incentivi sul mercato dell’automobile. Ovviamente c’è da aspettarsi un calo delle vendite, ma per quantificare questo calo bisogna guardare soprattutto al segmento elettrificato. 

Le auto elettriche, ibride e irride plug in sono infatti le uniche che hanno invertito la tendenza di calo delle immatricolazioni degli ultimi anni. Se ad inizio 2021 rappresentavano soltanto il 6% del totale delle auto vendute, grazie agli incentivi sono ormai il 13%, se si considerano i dati aggiornati a dicembre 2021. 

Il problema quindi risulta duplice. Non solo un calo nell’immatricolazione delle auto elettriche potrebbe risultare disastroso per la frenata che determinerebbe nel settore, ma anche perché tarperebbe le ali all’unico segmento in forte crescita di tutto il settore automotive. 

Se a questo si aggiungono le minacce dell’amministratore delegato di Stellantis Tavares, quindi le eventuali ricadute che un calo delle vendite delle auto elettriche potrebbe avere sugli impieghi nelle fabbriche italiane, il quadro potrebbe diventare molto complesso. Nel discorso entra anche la conversione dell’impianto Fiat di Termoli in una cosiddetta gigafactory, un impianto di produzione di batterie per automobili. 

Ecobonus, nuovi record per il prezzo della benzina

Uno dei motivi per cui le motorizzazioni elettriche stanno sopravanzando quelle tradizionali nella crescita delle vendite è anche l’aumento del prezzo della benzina. Negli ultimi mesi il caro energia e l’aumento del prezzo del petrolio si sono fatti sentire alla pompa di benzina, spingendo i carburanti a prezzi mai visti. 

Secondo i dati dell’osservatorio carburanti del ministero dello sviluppo economico, anche questa settimana i prezzi della benzina, del diesel, del GPL e del metano sono aumentati. La verde si è spinta oltre 1,75 euro al litro, con il diesel a dieci centesimi in meno. 

Mentre il GPL limita a pochi centesimi gli aumenti e si attesta ancora sotto gli 0,85 euro al litro, il metano fa segnare nuovi record. Dall’inizio di questa crisi il metano è stato il carburante che ha fatto registrare gli aumenti più radicali, più che raddoppiando il proprio prezzo. Se prima del caro energia un metro cubo di metano costava meno di un euro al litro, ora sfiora i due, con picchi di 1,995 euro.