Contributi a fondo perduto: Tris di aiuti per le Partite IVA

Chi svolge attività d’impresa, chi esercita lavoro autonomo o chi è titolare di reddito agrario può fare richiesta di un contributo a fondo perduto. Con la conversione in legge del Dl Sostegni bis torna il tris di aiuti per le partite IVA, che hanno registrato ricavi o compensi tra i 10 milioni di euro e i 15 milioni di euro. In questo modo le attività che hanno subito dei danni durante l'emergenza sanitaria potranno risollevarsi.

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Si allarga la platea dei beneficiari dei contributi a fondo perduto, con il mutamento in legge del DL Sostegni bis. 

Tra le novità si evidenziano un tris di aiuti in favore delle partite IVA che abbiano registrato compensi o ricavi oltre i 10 milioni di euro. Rientrano in questa categoria le attività d’impresa, i titolari di reddito agrario e chi esercita lavoro autonomo

Nella prima stesura del testo del decreto la misura era stata introdotta, ma poi abrogata successivamente. Ora è stata inserita nuovamente, ma cambiando forma. Al momento non ci sono conferme ufficiali. 

Per far in modo che la nostra economia vada verso una ripresa, occorre spingere verso gli aiuti di una certa entità. In questo modo tutte le attività che sono state danneggiate dalla situazione epidemiologica, potranno risollevarsi e ritrovare un equilibrio.

Molte aziende, infatti, sono state penalizzate fortemente dalle varie politiche di chiusura e dalle limitazioni, che sono state messe in atto dal Governo per contenere la diffusione del coronavirus.

Contributi a fondo perduto Partite IVA: nuovi aiuti in arrivo

La commissione Bilancio della Camera ha approvato vari emendamenti, tra i quali ci sono un tris di aiuti per le Partite IVA. Sono interessati coloro che hanno registrato compensi o ricavi compresi tra i 10 milioni di euro e i 15 milioni di euro. Ora il provvedimento si trova in Senato

Queste misure non sono delle novità, erano già comparse nella prima stesura del Dl n.73 del 2021, con la possibilità di essere applicate qualora ci fossero state delle risorse in eccedenza. Il 30 giugno 2021, con l’approvazione del Dl Lavoro, il consiglio dei Ministri aveva abrogato questa misura.

Nel corso dell’iter trasformativo da decreto a legge questi aiuti sono tornati in una nuova forma, si potrebbe dire con una veste rinnovata.

Contributi a fondo perduto Partite IVA: chi sono i beneficiari

L’art 1, al comma 30 bis, dell’attuale formulazione della legge delinea chi sono i beneficiari di questa misura, ovvero coloro che

hanno conseguito ricavi di cui all’articolo 85, comma 1, lettere a) o b), o compensi di cui all’articolo 54, comma 1, del medesimo testo unico superiori a 10 milioni di euro, ma non superiori a 15 milioni di euro […]

Tutti coloro che lavorano mediante Partita IVA e hanno incassato compensi o registrato ricavi rientranti in un determinato range, ossia tra i 10 milioni di euro e i 15 milioni di euro possono richiedere i contributi a fondo perduto. Questa fotografia deve essersi concretizzata nel secondo periodo di imposta, anteriore all’entrata in vigore della decreto Sostegni bis convertito in legge.

Contributi a fondo perduto Partite IVA: verso la conferma?

Con l’introduzione di questa misura di sostegno al reddito si assiste ad ampliamento dei beneficiari: l’erogazione degli aiuti avvengono a imprese e professionisti che fino ad ora erano stati esclusi da quando è iniziata l’emergenza epidemiologica. La soglia di accesso all’inizio era di 5 milioni di euro, spostati a 10 milioni di euro con il precedente Decreto Sostegno.

Il tris di aiuti prevede un contributo standard e il suo pagamento automatico, come indicato dal DL Sostegni bis; un contributo alternativo e un contributo standard, non prevede il pagamento automatico della seconda quota; un contributo alternativo con percentuale del 30%.

L’approvazione definitiva di questa misura del sostegno al reddito dovrebbe arrivare entro il 24 luglio 2021. Per tale data ci sarà la conferma ufficiale della conversione del Dl Sostegni bis in legge. Questo tris di aiuti non è ancora definitivo e fino a quando non si sarà conclusa questa discussione, che è ancora in corso, non è possibile darla per certa, visto le continue inversioni di tendenza che ci sono state anche nel passato. 

Contributo Sostegni bis automatico: Contributo standard del 20%

Il primo aiuto, definito anche contributo Sostegni bis automatico, richiama quanto previsto dal Dl Sostegno e prevede un contributo standard. Viene applicato il 20% sulla differenza tra l’importo medio mensile fatturato e i corrispettivi dell’anno 2020 e la cifra media mensile fatturata e i corrispettivi dell’anno 2019. 

È una percentuale diversa da quella indicata nel primo Decreto Sostegni ed e, inoltre, più bassa rispetto a quella che è stata attribuita agli altri destinatari, ma dà diritto al pagamento della seconda tranche indicata dal Dl Sostegni bis.

Contributo Sostegni bis attività stagionali: il 20% si applica al periodo di riferimento

Il contributo Sostegni bis, il secondo dei tre aiuti, è una tipologia di contributo alternativo. Dovrà essere calcolato applicando sempre la percentuale del 20%, ma cambia il periodo di riferimento. Il nuovo periodo di riferimento è il 1° aprile 2020/31 marzo 2021 e 1° aprile 2019/31 marzo 2020.

Nel periodo compreso tra il 1° aprile 2019/31 marzo 2020 l’importo si potrà sommare con quello indicato nel DL Sostegni, ma non potrà essere erogato il secondo pagamento delineato nel DL Sostegni bis.

Contributo Sostegni bis perequativo: Contributo alternativo del 30%

Il terzo dei tris di aiuti, ovvero il contributo Sostegni bis perequativo, è un contributo alternativo, che può essere fruito solo da chi non ha diritto a quello standard. Si applica la percentuale del 30% alla differenza tra la somma media mensile del fatturato e i corrispettivi del lasso temporale che intercorre dal 1° aprile 2020 al 31 marzo 2021 e l’importo medio mensile del fatturato e i corrispettivi che va dal 1° aprile 2019 al 31 marzo 2020.

Contributi a fondo perduto Partite IVA: come avviene il calcolo del contributo

La prima tipologia di aiuti prevede che i beneficiari, in possesso dei requisiti previsti, riceveranno in automatico la cifra identica al contributo versato. L’Agenzia delle Entrate lo verserà sul conto dell’interessato.

In alternativa si può ricevere il contributo nella forma di credito di imposta e lo si potrà usare a compensazione tramite F24. Una volta scelta la modalità di fruizione di questa misura, non si potrà modificare la scelta.

Il secondo aiuto non tiene conto del calo che ha avuto il fatturato nel 2020 rispetto all’anno precedente, ossia il 2019; ma il riferimento è rivolto ai mesi in cui le attività commerciali sono state chiuse per contrastare la diffusione del coronavirus. I parametri sono gli stessi. 

Per chi ha avuto una calo nel fatturato o dei corrispettivi nel 2019 fino a 100 mila euro spetta il 60%; sopra i 100 mila euro e fino a 400 mila euro spetta il 50%; sopra i 400 mila euro e fino a 1 milione di euro spetta il 40%; sopra 1 milione di euro e fino a 5 milioni di euro il 30%; sopra i 5 milioni di euro e fino ai 10 milioni di euro il 20%. Oltre questo limiti non viene erogato nessun aiuto.

L’indennizzo potrà essere erogato dall’Agenzia delle entrate secondo due modalità, ovvero accredito automatico sul conto corrente o come riconoscimento di un credito di imposta, che potrà essere usato a compensazione tramite F24. La scelta con cui ricevere il contributo a fondo perduto è irrevocabile.

Il decreto sostegni bis dispone che per il terzo contributo trovi attuazione dopo il 10 settembre 2021. Verrà compilata una guida specifica per tale contributo, per le modalità e l’erogazione dello stesso.

Contributi a fondo perduto Partite IVA: I requisiti per presentare domanda

I requisiti per poter accedere a questa misura di aiuto sono diversi. Il principale è quello di avere compensi o ricavi rientranti in un range specifico, ovvero tra i 10 milioni di euro e i 15 milioni di euro.

Per gli altri requisiti restano confermati quelli indicati nelle altre misure. Le Partite IVA devono avere una Partita IVA attiva a partire dal 26 maggio 2021. Devono, inoltre, aver registrato un calo considerevole del fatturato medio mensile e dei corrispettivi; nel confronto fra i due periodi questo calo deve essere pari al 30%

I due periodi da esaminare sono il 1° aprile 2019/31 marzo 2020 e il 1° aprile 2020/31 marzo 2021. 

Contributi a fondo perduto Partite IVA: chi sono gli esclusi

Questa tipologia di aiuto economico non spetta a chi lavora con Partita IVA dalla data del 26 maggio 2021, ossia quando è entrato in vigore il DL Sostegni bis. Chi ha terminato la propria attività in data 26 maggio 2021, con la conseguente cessazione della parti IVA.

Non rientrano tra i beneficiari gli enti pubblici, indicati all’art. 74 del TUIR e gli intermediari finanziari e le società di partecipazione, citati all’art. 162 bis del TUIR.

Contributi a fondo perduto Partite IVA: Come presentare la domanda

Coloro che hanno i requisti richiesti per richiedere il contributo a fondo perduto Sostegni Bis, possono richiederlo presentando la domanda esclusivamente per via telematica. La procedura di invio della domanda deve avvenire attraverso due modalità.

La prima attraverso una procedura web resa disponibile dall’Agenzia delle entrate. Si deve entrare nel portale Fatture e Corrispettivi, andare nella sezione Contributo a fondo perduto.

Con questa procedura si può compilare e inviare una procedura alla volta. Con questa modalità l’invio è già disponibile dal 5 luglio 2021 e terminerà il 2 settembre 2021.

L’altra modalità riguarda un software di redazione di mercato, che è stato programmato seguendo le tecniche pubblicate all’interno del sito online dell’Agenzia delle Entrate.

Per inviare il file relativo alla richiesta del contributo a fondo perduto, si deve usare il canale telematico Entratel /Fisconline: lo stesso con cui vengono trasmesse le dichiarazioni dei redditi.

Con questa modalità si possono inviare, con una sola trasmissione, più istanze alla volta.  L’invio è iniziato il 7 luglio 2021 e terminerà il 2 settembre 2021.

Nell’istanza deve avere determinati dati. Primo fra tutti il codice fiscale di colui che richiede il contributo. Poi ci sono quelli che certificano il possesso dei requisiti indicati per ottenere il beneficio.

Dati che servono per calcolare la cifra del contributo spettante, ovvero i compensi o i ricavi dell’anno 2019 e l’ammontare del fatturato medio mensile e dei corrispettivi nei periodi 1° aprile 2019/31 marzo 2020 e 1° aprile 2020/31 marzo 2021.

Contributi a fondo perduto Partite IVA: Cosa succede dopo la trasmissione dell’istanza

Una volta trasmessa l’istanza, l’Agenzia delle Entrate, attraverso il suo sistema informativo, risponde con un messaggio contenente il protocollo telematico che viene assegnato al file della richiesta. Questo codice deve essere conservato con molta cura, in quanto permette di risalite all’istanza che è stata trasmetta. 

Il sistema farà dei controlli formali per controllare la documentazione. Se l’esito è negativo, la domanda viene scartata e viene inviata, appunto, un ricevuto di scarto. Se l’esito è positivo, viene inviata una ricevuta in cui si informa che l’istanza è stata presa in carico

In caso di errori, il contribuente deve semplicemente inviare una nuova istanza con i dati corretti che sostituisce quelle precedenti. Questa operazione può essere effettuata fino al riconoscimento del contributo.