La consapevolezza che la tecnologia non solo in futuro, ma già oggi stia ridefinendo la finanza è fuori discussione, anche da parte delle realtà più scettiche al riguardo. Ma è tempo di reinventare la banca del futuro, piuttosto che operare aggiustamenti a un modello che non è più adeguato. Ecco quindi i tre passi che le banche possono compiere per affrontare ciò che riserverà il futuro.
Pochi anni fa parlavo del fatto che il futuro del settore bancario sarebbe stato definito dalla tecnologia. Non che l’idea fosse particolarmente nuova, specialmente per quei comparti dell’industria bancaria che avevano già visto come, in un mercato guidato dalla tecnologia, le aziende di market making avevano sostituito i trader multimilionari. Tuttavia c’erano ancora parti del settore che opponevano resistenza al cambiamento.
Oggi, la consapevolezza che la tecnologia - non solo guardando al futuro, ma già nel presente - stia cambiando la fisionomia della finanza è evidente. Non c’è giorno in cui un CEO di una banca non parli dell’impegno dell’organizzazione profuso nell’innovazione mirata ad accogliere le sfide del futuro. Sfortunatamente, per molti, questi discorsi sono di poco valore. Con ciò non voglio dire che le intenzioni di questi CEO non siano autentiche e che, di fatto, non intendano agire in tale direzione. Il fatto è che per molte organizzazioni si tratta semplicemente di utilizzare il fattore tecnologico su un modello di banca ormai obsoleto.
Certo, è duro vedere come sarà il futuro: se, ad esempio, la rivoluzione tecnologica porterà alla creazione di una manciata di “superbanche” (capaci di far propria l’innovazione per competere in ogni singola area dell’attività finanziaria) o se invece avremo una moltitudine di realtà specializzate su un prodotto o un servizio. Ma ci sono alcune cose che le banche possono fare per affrontare il futuro.