Ammonta a 1.3 miliardi di yuan (210 miliardi di dollari) la cifra liberata dal premier cinese Li Keqiang attraverso il taglio di un punto percentuale del Reserve Requirement Ratio, il coefficiente di cassa bancario, per combattere il rallentamento dell'economia e stimolare la crescita attraverso nuova liquidità disponibile per il settore dei prestiti. La mossa di Pechino arriva dopo i dati relativi alla crescita nominale del primo trimestre, crollata del 5,8% rispetto all'anno precedente, il dato più basso dal 2009 ad oggi. “La produzione industriale ha subito un brusco rallentamento e nello stesso momento ha cominciato a fare capolino un inesorabile processo di deflazione – spiega Gianmaria Panini, di Geneve Inves - la Cina ha bisogno insomma di tornare a sostenere la crescita in maniera più solida e la scelta del governo va in questa direzione”.Il taglio del coefficiente di cassa (RRR), può essere interpretato anche come una delle azioni decise dalla Cina all'interno di un progetto di riforma economica di tutto il sistema di cui si parla già da diversi mesi. Secondo l'analisi di Geneve Invest infatti, benchè il coefficiente di cassa giochi usualmente un ruolo secondario nell'equilibrio delle economie in crescita, è pur vero che la Cina ne ha sempre mantenuto un controllo estramemente rigido, stampando miliardi di yuan per assorbire il surplus commerciale generato dagli investimenti in valuta estera nel paese. “La Cina in questo momento vive uno stato di grande surplus commerciale, ma i flussi speculativi sono diventati molto più volatili – spiega ancora Gianmaria Panini - “il denaro entra ed esce dal paese di mese in mese con grande rapidità e dunque, grazie a movimenti di afflusso contante dall'estero ridotti, la banca centrale cinese non ha più bisogno di intervenire troppo pesantemente nel mercato valutario, mentre ha piuttosto la necessità – continua – di ragionare su nuovi sistemi di creazione di liquidità da rendere disponibile per il mercato finanziario.”