Google Earth ci fa viaggiare nel tempo

Google Earth propone il più grande aggiornamento dal 2017: Timelapse, una funzione che permette all'utente di viaggiare avanti e indietro dal 1984 al 2020, per vedere gli effetti dei cambiamenti climatici e della costruzione selvaggia di città, miniere e pozzi di petrolio

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Dal giugno del 2001 Google Earth permette ai curiosi di tutto il mondo di viaggiare senza spostarsi da casa. Con un semplice clic o l’inserimento di coordinate precise è possibile vedere ogni angolo della Terra con una risoluzione spaziale altissima, che in alcune zone è inferiore al metro quadro.

Un ultimo aggiornamento del software permetterà agli utenti di viaggiare nel tempo, andando indietro di 40 anni in molte zone del mondo, per mostrare i cambiamenti che l’uomo e la natura stessa hanno apportato al pianeta. Si tratta del più importante aggiornamento del software per l’esplorazione globale di Mountain View dal 2017.

Ritorno al futuro con Google Earth

Il sistema “Timelapse” di Google Earth permette all’utente di vedere alcune aree del mondo cambiare sotto i propri occhi nell’arco di circa 40 anni, dal 1984 al 2020. Una versione simile del sistema era già in uso, ma molto meno scorrevole e intuitiva da utilizzare.

Timelapse al momento è disponibile solo per la versione browser di Earth e si può usare sia scorrendo tra una serie di zone proposte da Google, sia in autonomia, “viaggiando” nel mondo.

Tra i punti di interesse troviamo la crescita esponenziale di città come Osaka o Bejing, lo scioglimento inesorabile di un ghiacciaio canadese, o ancora la riduzione del lago d’Aral, il più esteso lago al mondo. 

Il progetto ha richiesto oltre 24 milioni di immagini, sovrapposte per creare l’effetto di scorrimento in sincronia con una barra del tempo presente sotto l’immagine. Timelapse è nato dalla collaborazione tra Stati Uniti, Asia ed Europa per mappare visivamente la tragedia del cambiamento climatico e dell’antropizzazione di enormi aree del pianeta. In particolare, sono state utilizzate le immagini del programma satellitare americano Landsat e quello europeo Copernicus. 

A collaborare con il team di sviluppatori Google si sono aggiunti gli esperti del Create Lab della Carnagie Mellon University. Le macchine collegate tramite Google Cloud hanno richiesto oltre 2 milioni di ore di elaborazione dei dati per realizzare il bagaglio di informazioni video che noi utenti possiamo facilmente fruire. Un bagaglio di 4,4 terapixel video, l’equivalente di 530 mila video in 4k.

Al momento sono stati caricati circa 800 video su altrettante aree del mondo, suddivisi per sezioni tematiche (tra cui “espansione urbana”, “fonti di energia” e “foreste che cambiano”), esplorabili tramite l’apposita sezione di Earth. Altrimenti, nell’area “località in primo piano” sono disponibili 200 video selezionati tra le trasformazioni più rilevanti e di grande portata, comprese quelle derivate da calamità naturali come tsunami, uragani o terremoti.

Timelapse però non ha raccolto solo momenti tragici, ma mostra anche come il nostro pianeta vive e si muove, scavando canyon, allargando fiumi e trasformando i deserti. Tutte queste meravigliose immagini sono raccolte nella sezione “l’incanto del cambiamento”, che raccoglie video di 32 luoghi naturali in tutto il globo, dalle foreste boliviane ai fiumi del Madagascar.

Viaggiare nel tempo in Italia

Come sono cambiate in 37 anni le nostre città? Con il nuovo aggiornamento di Google possiamo vederlo davanti ai nostri occhi. Vedere come è cambiata la strada in cui siamo cresciuti o scoprire che il nostro quartiere non esisteva fino a 30 fa stupisce e impressiona. Così come fa vedere le grandi città italiane come Milano, Genova e Roma crescere a vista d’occhio e inglobare le periferie durante gli anni delle speculazioni edilizie, per poi rallentare durante il nuovo Millennio.

Come ovvio, non tutte le immagini hanno la stessa definizione, nonostante gli enormi sforzi degli sviluppatori. I fotogrammi risalenti agli anni Ottanta sono piuttosto sgranati, mentre vediamo la qualità visiva salire man mano che ci avviciniamo ai giorni nostri.

Cos’è Google Earth

Il programma nasce con il nome di Keyhole ed era sviluppato dalla Keyhole, inc., società che nel 2004 venne acquistata dal colosso dell’informatica Google, cambiando il nome in G Earth. Da allora il modello di navigazione ed esplorazione satellitare ha fatto passi da gigante, mostrandoci in altissima risoluzione ogni angolo del pianeta.

Il software di Google utilizza i dati DEM (Digital Elevation Model) raccolti dalla NASA durante la Shuttle Radar Topography Mission. Inoltre, il modello di Earth è aperto alle integrazioni da parte degli utenti, che possono inserire informazioni, testi e fotografie per arricchire la navigazione. 

Una delle prime modifiche fatte al programma Keyhole dopo l’acquisizione è stato l’inserimento degli edifici tridimensionali, prima limitati a 39 città americane e ora presenti in tutte le città medio grandi del globo. In questo un grande aiuto è arrivato dagli stessi utenti, che attraverso modelli di architettura 3D hanno realizzato i più importanti edifici per valore storico, artistico e culturale della Terra. Dal 2012 gli edifici tridimensionali sono realizzati automaticamente tramite stereofotogrammetria da foto aeree, per rendere i modelli ancora più precisi e coerenti con l’ambiente.

L’ultimo grande aggiornamento risale al 2017, quando venne implementato per desktop e mobile una funzione che prevede lo switch della visione da 2D a 3D, per simulare il volo sopra città e luoghi naturali con un’ottima percentuale di fotorealismo.

Con un sistema così geograficamente preciso non sono mancate le polemiche, sia di carattere geoplitico che di sicurezza nazionale. Molti Stati si sono lamentati ad esempio della nominazione di isole o porzioni contese di territorio. Esemplare il caso di Taiwan, indicata inizialmente come provincia cinese. Dopo le critiche degli abitanti dell'isola il nome è stato tolto, suscintando di contro le lamentele del governo cinese.

Molte forze militari del mondo, principlamente mediorentali, hanno lamentato la mancanza di discrezione nel rilevare luoghi segreti, come basi aeree e depositi militari. La minaccia alla sicurezza è stata palese quando nel 2006 sono stati rivelate erroneamente aree segrete appartenenti al Mossad, il servizio segreto istraeliano. Da allora sono stati fatti enormi passi avanti sulla privacy e sui segreti di Stato rilevabili da satellite, con una riduzione significativa di errori di questo tipo.