Guerra Ucraina e caro prezzi: l’intervento di Draghi!

La guerra in Ucraina porterà importanti conseguenze sul caro prezzi. Draghi ritiene opportuno che l’Ue agevoli nuove misure a sostegno di imprese e famiglie.

Mario Draghi nel corso del suo recente intervento in Parlamento, ha ripercorso le tappe che hanno portato alla guerra in Ucraina e ha voluto rivendicare i criteri con i quali sono state comminate le sanzioni nei confronti della Russia e le decisioni in merito alla cessione delle armi all’Ucraina per difendersi.

Conferma il ruolo che l’Italia ha scelto di avere nei confronti di un deplorevole attacco nei confronti di un Paese libero e sovrano, ma anche una difesa della democrazia e della libertà che sono state faticosamente conquistate dopo la Seconda guerra mondiale. 

Il presidente del Consiglio ha voluto così ribadire la vicinanza all’eroica resistenza del popolo ucraino e del suo presidente Zelensky ma anche al dissenso delle migliaia di russi che stanno manifestando con coraggio contro la guerra.

Il premier ha tenuto a ribadire che esistono concreti rischi alle interruzioni delle forniture di gas dalla Russia, per cui l’Italia, insieme alla Germania, sarebbe il Paese che ne subirebbe le maggiori conseguenze visto che i nostri approvvigionamenti di gas ammontano al 40% del fabbisogno.

Guerra Ucraina: nuovi interventi per gestire il rincaro delle bollette

L’Italia è pronta a ulteriori inasprimenti nei confronti della Russia, di comune accordo con i paesi Ue, così come a nuovi interventi per gestire il rincaro delle bollette con l’auspicio che Bruxelles le agevoli onde evitare delle conseguenze eccessive sulla ripresa in atto.

Il Premier è tornato a sottolineare l’importanza della proposta fatta in sede europea circa un approccio comune per lo stoccaggio e l’approvvigionamento di gas che permetterebbe di ottenere prezzi migliori ma anche la possibilità di proteggersi insieme nel caso in cui si dovessero verificare degli shock isolati.

Relativamente al breve termine assicura che l’Italia è comunque in grado di far fronte alla chiusura delle forniture da parte della Russia in virtù delle riserve e alla primavera ormai prossima.

Una disponibilità quindi momentanea che per il futuro ci porterà a fare delle valutazioni circa la possibilità di incrementare le importazioni di gas da altri fornitori (Algeria e Azerbaijan) e ricorrere a incremento di forniture di gas liquido oltre alla riapertura delle miniere di carbone o al petrolio, senza però che sia necessario investire su nuovi impianti.

La priorità dovrà essere diversificare le fonti di approvvigionamento e non essere così dipendenti dalle decisioni di un singolo Paese. 

Allo stesso tempo andrà accelerato l’aumento della produzione da rinnovabili continuando, innanzitutto, a semplificare le procedure che attualmente rappresentano il maggior ostacolo, per i progetti onshore e offshore di rinnovabili.

In merito alle difficoltà a cui andrà incontro il Paese il segretario del Pd Enrico Letta ha richiesto l’allungamento delle scadenze del patto di stabilità in modo da consentire di gestire le conseguenze derivanti dall’applicazione delle sanzioni. La Meloni, invece, ha richiesto a Bruxelles che siano stanziate risorse a fondo perduto.

Guerra Ucraina: cresce l’inflazione per i costi  dell’energia 

L’Istat ieri ha comunicato i dati del consuntivo 2021 che hanno registrato una crescita reale del Pil del 6,6% e un rapporto con il debito al 150,4% del Pil stesso (riduzione di 4,9 punti).

Sempre l’Istituto nazionale di statistica nella sua stima preliminare su febbraio indica l’incognita principale per il futuro prossimo nell’inflazione che su base annua è stata registrata al 5,7% (rispetto al 4,8% calcolato su gennaio) ossia su livelli che il nostro Paese non ha mai registrato nei 21 anni di appartenenza all’euro. Infatti, il valore più alto risale al 1991. 

Un pericolo serio che se unito ai rischi conseguenti ad un nuovo shock sull’energia, come conseguenza della guerra in Ucraina e le sanzioni alla Russia, potrebbe togliere alcuni punti al Pil prospettato quest’anno andando a frenare il percorso di crescita intrapreso.

Un rischio anche per il percorso dei conti pubblici che dallo scorso anno hanno intrapreso un sentiero di normalità. L’emergenza e i rincari hanno portato il presidente del Consiglio a sottolineare l’opportunità di lavorare a regole comunitarie in grado di favorire nuovi aiuti a famiglie e imprese.

Guerra Ucraina: l’effetto sul carello della spesa 

Questa intensa accelerata dei prezzi potrebbe essere soltanto il prologo di quello che potrà accadere nel corso dei prossimi mesi. Il nuovo balzo dell’inflazione deriva dall’incremento dei prezzi dall’energia, che nel corso degli ultimi mesi è cresciuta fino a quasi raddoppiare.

Un effetto che ha iniziato a vedersi anche nella crescita dei prezzi fuori dal settore energetico. Infatti, i beni alimentari vedono crescere i costi per effetto dell’incremento dei prezzi delle materie prime e del rincaro del carburante con cui sono effettuati la maggior trasporti nel nostro paese.

A conferma di quanto detto la recente comunicazione dell’Istat che ha infatti rilevato come il carrello della spesa, ossia il paniere di beni individuato per le valutazioni sui consumi alimentati, sia cresciuto oltre il 4%.

Guerra Ucraina: l’inizio di un trend di incremento dei prezzi?

Non rappresenterà probabilmente un fenomeno di natura transitoria poiché, considerato il contesto, è difficile intravedere un miglioramento ma anzi un trend che persisterà anche nei prossimi mesi.

È questa l’opinione unanime delle associazioni Confcommercio, Confesercenti e Federdistribuzione.

Secondo Coldiretti la guerra in corso in Ucraina si trasferirá nei beni alimentari poiché ci sarà un impatto più forte dell’energia rispetto al costo della materia prima.

Le analisi delle categorie trovano riscontro nelle numerose richieste di nuovi aiuti che saranno destinate a intensificarsi presto nei confronti del governo.

Il premier Draghi, si è detto perfettamente consapevole dell’esigenza di intervenire ulteriormente per gestire conseguenze che vadano ad impattare eccessivamente sulla crescita. Ma restano da definire le regole e le risorse con cui realizzare le nuove misure di sostegno a famiglie e imprese.

Guerra Ucraina: il ruolo della finanza pubblica per le misure di sostegno

Il 2021 è stato, come detto, archiviato con numeri particolarmente positivi e migliori rispetto al previsto andando a rappresentare una solida base per proseguire la ripresa seppure si stia vivendo in un contesto più incerto e complesso cosi ha tenuto a ribadire recentemente il Mef.

I dati di fondo della finanza pubblica però, lasciano spazio ad un po’ di ottimismo per poter dare sostegno anche all’economia. Infatti, il percorso intrapreso ha permesso di avvicinare alla fine dello scorso anno obiettivi che erano stati programmati, dallo stesso esecutivo, molto più in là nel tempo. 

Il Def del 2021 e la Nadef riportavano stime peggiori riguardo al rapporto del debito pubblico e obiettivi che, invece, sono stati raggiunti già alla fine del 2021.

Il deficit al 7,2% è stato inferiore di oltre punti al sotto all’obiettivo governativo di ottobre, e anche il saldo primario è stato migliore di oltre punti rispetto alla stima della Nadef.

Quindi un percorso positivo, con addirittura dei risultati conseguiti in anticipo. Ma ora ci sono le incognite per il futuro in uno scenario caratterizzato dalle incognite della guerra e delle conseguenti ricadute economiche. 

Il governo quindi è atteso da sfide inedite e complesse per proseguire nel recupero del Pil, perso con la crisi pandemica, e nella graduale riduzione del debito pubblico all’interno di un percorso di riforme e di pianificazione strategica. 

Lo ha ribadito recentemente anche il presidente della Corte dei conti nel corso del suo discorso all’inaugurazione dell’anno giudiziario della magistratura contabile.

I giudici della Corte dovranno rivolgere le proprie attenzioni all’attuazione del Pnrr, a cui sono collegati i fondi comunitari e nazionali a sostegno dell’economia, ma che portano con se un forte incremento del rischio di frodi.

Per questo i magistrati sono tornati a chiedere di incrementare il livello di attenzione nei confronti degli illeciti che molte deroghe concepite per il Pnrr hanno abbassato.

Guerra Ucraina: cambieranno gli accordi con la UE poter supportare il paese e la crescita?

La guerra in atto in Ucraina e la conseguente chiusura dei rapporti economici con la Russia (in attesa di nuove sanzioni e possibili) stanno portando a considerare con urgenza la riapertura di dossier per gli aiuti a famiglie e imprese. 

Infatti, sarà innanzitutto da considerare l’effetto delle sanzioni e il sostegno alle aziende che risultano colpite dal blocco di pagamenti e sugli import-export con la Russia.

Poi saranno da valutare eventuali ritorsioni di Mosca, circa il possibile inasprimento delle sanzioni, con ripercussioni sulle forniture di gas. Temi a cui si aggiungeranno i rincari energetici conseguenti e l’impatto sui beni di consumo per le famiglie.

Insomma, se l’esecutivo pensava di aver gestito con la recente approvazione del decreto energia le esigenze di supporto da fornire per non condizionare la crescita, si trova, invece, ad affrontare l’attualità e il prossimo futuro per cui si dovrà trovare una risposta per ammortizzare la forte spinta inflattiva.

Un problema che il premier sta valutando con attenzione e che ha voluto collegare ai lavori relativi ad una richiesta di riforma delle regole fiscali Ue poiché il conflitto per il governo di Kiev sta modificando profondamente nei presupposti iniziali a livello congiunturale.

Poiché, la guerra porterà sicuramente delle importanti conseguenze sul prezzo dell’energia che richiederanno nuove misure a sostegno delle imprese e delle famiglie il premier ritiene opportuno che l’Unione Europea le agevoli, per non condizionare eccessivamente la ripresa. 

Il suo riferimento ad una visione strategica e di lungo periodo nella discussione ovviamente è per le nuove regole di bilancio della Ue.

Il premier rilancia la proposta di riforma che era stata avanzata a fine 2021 insieme al presidente francese Emmanuel Macron, in cui si prevedeva di ampliare, rispetto all’ordinario, i tempi di rientro dal deficit speso per effettuare gli investimenti negli obiettivi centrali in ottica Ue. 

Le nuove regole dovranno quindi andare a favorire gli investimenti nelle aree di maggiore importanza per il futuro dell’Europa, come la sicurezza e la difesa dell’ambiente. E visti i rischi di interruzione delle forniture del gas russo porteranno ad ostacolare la transizione energetica nel breve, andrà tenuto conto che le recenti vicende però rafforzano il tema della transizione energetica come obiettivo strategico per l’Unione europea.

Quindi un primo piano immediato, funzionale per famiglie e imprese, è reso un po’ meno complicato proprio grazie al congelamento del Patto di stabilità e crescita e, intanto, l’Italia ha realizzato un ottimo risultato, rispetto alle migliori previsioni, nel  2021 per Pil, riduzione di deficit e debito  e ci si auspica che il miglioramento prosegua quest’anno condizionata dall’incognita, sull’intensità e sulla durata della frenata economica che da dovrà essere contrastata con l’intervento dello Stato.

È su quest’ultimo aspetto che si gioca la partita vera per la definizione delle nuove regole, in un negoziato in cui l’Italia si avvicina con l’incognita, della ratifica del Mes.

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