Indennità Covid-19: nel 2022 sarà prorogata?

Si tratta di un bonus, meglio conosciuto anche come Bonus Covid 19 sotto forma di contributo a fondo perduto, destinato a tutte le attività commerciali che nel corso del 2020 sono state soggette a limitazioni in merito alle aperture e che, quindi, hanno subito forti cali nel fatturato. Scopri se verrà o meno prorogata nel 2022!

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Nel 2021 i lavoratori italiani hanno potuto usufruire di molte agevolazioni, con la speranza, da parte del Governo, di poter risollevare le sorti del nostro Paese. 

Tra i vari bonus che sono stati messi a disposizione, rientra anche l’Indennità Covid-19. 

Anche attraverso le fonti come fiscoetasse.com, informazionefiscale.it e il sito stesso dell’Inps - scopriremo in cosa consiste l’indennità covid-19, quali sono i requisiti per poterla richiedere, entro quando è possibile presentare la domanda e quali sono tutte le novità del 2022!

Indennità Covid-19: che cos’è?

Come dimenticare quando agli albori del 2020 si è iniziato a sentir parlare sui mezzi di comunicazione di massa – telegiornali, stazioni radio, riviste, quotidiani, giornali online, ovunque insomma – dell’insorgenza in Cina (ed in particolare nella città di Wuhan) di una forma di polmonite dalle cause sconosciute, finendo così, l’11 marzo 2020, nel turbine di quella che si era poi trasformata in una pandemia globale.

Due giorni prima, infatti, in Italia era stato dichiarato il primo lockdown totale: si è trattato di un momento memorabile per la storia del nostro Paese.

Tutti a casa: bambini, lavoratori, anziani, soggetti di qualsiasi età, ad eccezione delle persone che uscivano per necessità dalle loro abitazioni, munite di autodichiarazione da esibire agli eventuali controlli di un Pubblico Ufficiale. Ogni ambito di rapporto sociale doveva necessariamente restare chiuso: serrande abbassate, dunque, per le attività nel campo della ristorazione (bar, ristoranti, pizzerie, agriturismi ecc.) e dell’intrattenimento (teatri, cinema, discoteche, palestre, musei) e per tutte le restanti attività a contatto con il pubblico.

Dopo quasi due anni da quel periodo, ancora oggi il Covid-19 (ridefinito, successivamente, SARS-CoV-2) continua a mietere vittime, nonostante la situazione sia drasticamente migliorata, grazie soprattutto all’introduzione dei vaccini, con i quali è possibile proteggere con probabilità molto elevate se stessi e gli altri in caso di contagio.

Siamo tutti consapevoli del fatto che l’emergenza abbia lasciato dietro di sé una scia devastante in ambito economico e sociale in tutto il mondo, con un occhio di riguardo al contesto nazionale.

Per questo motivo il Governo si è mobilitato fin da subito tramite l’emanazione di decreti sempre aggiornati –ne sono stati emanati talmente tanti che, ad un certo punto, era difficile stare dietro alle normative sempre diverse – e lo stanziamento di fondi per sostenere i cittadini italiani in questa situazione delicata.

Tra le diverse agevolazioni che sono state promosse, rientra anche l’Indennità Covid-19, le cui linee guida sono state definite dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) e dal Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) attraverso il Decreto Sostegni Bis (decreto legge numero 73 del 25 Maggio 2021).

Che cos’è l’Indennità Covid-19 nello specifico? Si tratta di un bonus, meglio conosciuto anche come Bonus Covid – come possiamo leggere anche su money.it - sotto forma di contributo a fondo perduto, destinato a tutte le attività commerciali che nel corso del 2020 (nella versione originale; mentre si fa riferimento al 2021, a seguito della proroga dello stesso) sono state soggette a limitazioni in merito alle aperture e che, quindi, hanno subito forti cali nel fatturato.

Indennità Covid-19 da 1600 euro: chi può presentare la domanda?

Chi può, dunque, usufruire concretamente dell’Indennità Covid-19? 

La domanda per l’indennizzo potrà essere presentata da tutti i possessori di partita IVA (in particolare nei settori che vedremo di seguito, contraddistinti da specifici codici ATECO), residenti in Italia, che tra il 1° Gennaio 2019 ed il 26 Maggio 2021 abbiano cessato la loro attività lavorativa.

Rientrano, pertanto, nelle categorie approvate dalla Circolare numero 90 del 29 Giugno 2021:

  • I lavoratori che hanno attività nel settore del turismo (alberghi e residence, villaggi turistici, ostelli della gioventù, rifugi collocati presso le aree di montagna, colonie situate sia in località marittime sia in quelle montane, bed and breakfast, attività di affitto di case e appartamenti per scopi di vacanza o affitto a studenti e lavoratori, aree attrezzate per le roulottes e i camper, campeggi, gestione di vagoni letto; attività di alloggio e di ristorazione, connesse alle aziende agricole; tutti i vari servizi nel campo della ristorazione, quali ristorazione con somministrazione, ristorazione ambulante, ristorazione con preparazione di cibi d’asporto, ristorazione su treni e navi, bar, gelaterie e pasticcerie, anche ambulanti; gestione di stabilimenti balneari presso località marittime, fluviali e lacuali; attività delle agenzie di viaggi, dei tour operator, degli accompagnatori turistici e delle guide alpine)
  • I lavoratori che hanno attività nel settore degli stabilimenti termali 
  • I lavoratori intermittenti, con contratti a chiamata sia con obbligo di risposta sia senza tale obbligazione, che abbiano svolto la loro attività lavorativa per almeno 30 giorni, nel periodo temporale che va dal 1° Gennaio 2019 al 26 Maggio 2021 e che non abbiano stipulato altri contratti di lavoro subordinato a tempo indeterminato
  • I lavoratori autonomi occasionali, non possessori di una partita IVA e non iscritti ad altre forme di previdenza obbligatoria o in possesso di altri lavori con contratto a tempo indeterminato
  • I lavoratori incaricati delle vendite a domicilio, che possano dimostrare un reddito di almeno 5000 euro in riferimento al 2019 e che non svolgano altre attività con contratti a tempo indeterminato
  • I lavoratori nel mondo dello spettacolo che nel 2019 non abbiano superato i limiti reddituali di 75.000 euro annui 

Tutte queste categorie di lavoratori hanno diritto ad un rimborso del valore di 1600 euro una tantum, cioè una volta soltanto: insomma, un unico bonus di cui usufruire.

Un discorso a parte meritano, invece, gli operai agricoli a tempo determinato ed i pescatori autonomi, i quali possono richiedere un indennizzo una tantum rispettivamente di 800 euro per i primi e di 950 euro per i secondi.

Per finire, in merito ai collaboratori sportivi, il Bonus Covid varia in base al valore dei compensi annuali che i lavoratori hanno ricevuto nel 2019. 

Si passa, quindi, da un minimo di 800 euro per gli individui che hanno ricevuto compensi per un totale inferiore ai 4.000 euro annui; ad una cifra intermedia di 1.600 euro per coloro che hanno incassato compensi tra i 4.000 euro e i 10.000 euro annui; ad un massimo di 2.400 euro per i soggetti che hanno superato il reddito dei 10.000 euro annui.

Quali sono le scadenze per presentare la domanda al fine di ottenere l’Indennità Covid-19?

L’Indennità Covid-19 ha chiuso i battenti il 30 Settembre 2021. A partire dal 25 Giugno 2021, per presentare la domanda era necessario accedere sul sito web dell’INPS, inserendo le proprie credenziali di accesso con SPID o CIE (la carta d’identità elettronica), muniti di codice fiscale e dei propri recapiti utili al fine di eventuali comunicazioni e procedere con la compilazione della stessa, specificando sia la categoria di indennità che si intendeva richiedere, sia la tipologia di lavoro che si effettuava. Prima di terminare l’operazione era opportuno aggiungere anche il metodo di pagamento prediletto con il quale poter ricevere il buono.

Per conoscere l’esito del mandato e la data in cui il pagamento sarebbe stato effettuato, bisognava accedere nuovamente alla pagina web dell’INPS, consultando l’area dedicata al proprio fascicolo previdenziale.

Eventualmente, per le persone meno inclini all’utilizzo della tecnologia, era anche possibile richiedere l’indennizzo rivolgendosi direttamente ad un Patronato oppure contattando i recapiti telefonici gratuiti dedicati al servizio (si trattava del numero 803164 se si chiamava da rete fissa o del numero 06164164 per contatti da cellulare).

Si ricorda che il bonus poteva essere integrato con altri contributi: il reddito di cittadinanza, l’assegno ordinario di invalidità e la NASPI (l’indennità mensile di disoccupazione) non rappresentavano ostacoli al fine dell’ottenimento dell’indennità. Tuttavia coloro che usufruivano già del Reddito di Emergenza o che ne erano entrati in possesso nel corso del 2021, non potevano presentare la domanda per il Bonus Covid.

Coloro che, secondo il Decreto Sostegni (il decreto legge numero 41 del 22 Marzo 2021), avevano già usufruito dell’indennizzo del valore di 2.400 euro richiedibile tramite l’INPS entro il 31 Maggio 2021, avevano l’opportunità di ricevere il secondo sostegno, senza l’obbligo di dover presentare una nuova domanda.

Qualora, al momento della presentazione della domanda, non si siano superati i controlli in merito ai requisiti richiesti, l’INPS provvederà, tramite il messaggio numero 3530 del 18 Ottobre 2021, alla riesamina delle domande che sono state respinte.

In ogni caso, l’INPS ricorda che l’Indennità Covid-19 non è soggetta ad IRPEF, in quanto non costituisce fonte di reddito.

L’Indennità Covid-19 sarà prorogata nel 2022?

Il termine entro il quale presentare la richiesta per ricevere l’Indennità Covid-19 è scaduto il 30 Settembre 2021. Ci si domanda, arrivati a questo punto, se nel 2022 tale agevolazione verrà mantenuta, quali potrebbero essere le nuove direttive, chi potrà usufruirne. Al momento non ci sono notizie che confermano la proroga del Bonus Covid anche per il prossimo anno. 

Occorrerà, dunque, pazientare ancora prima di ricevere ulteriori aggiornamenti.

I settori maggiormente colpiti dalla situazione di emergenza sono stati quelli del turismo e della ristorazione, che hanno visto crollare in ginocchio migliaia di attività, senza possibilità di risanamento alcuno e proprio questi settori sono quelli che si chiedono con più insistenza se vedrà mai la luce un bonus covid 2022.

Sebbene tutti auspichiamo un ritorno alla normalità più celere possibile, ci auguriamo, dunque, che anche nel 2022, il Governo italiano possa proseguire a fornire ai cittadini in difficoltà gli aiuti economici di cui necessitano, con l’augurio che l’anno prossimo l’Italia possa tornare in pista sul mercato finanziario più forte che mai.