L'inflazione in media d'anno precipita in territorio negativo, ma non tutti i dati sono così deludenti (anzi).
Stando a quanto asseriscono gli ultimi dati ufficiali, nel mese di dicembre i prezzi al consumo sono cresciuti di quattro decimi di punto, dopo essere diminuiti nel mese precedente di un decimo in base all’indice NIC e di due decimi secondo l’armonizzato UE. Ne deriva che l'inflazione annua è salita a +0,5 punti percentuali contro +0,1 per cento di novembre su entrambi gli indici. Si tratta di un massimo da oltre due anni e mezzo, in grado comunque di condurre il 2016 a chiudere con un -0,1 per cento in media d’anno, per la prima variazione negativa dal 1959. Nonostante tale elemento simbolico, che mediaticamente è salito alla ribalta in maniera più incisiva degli altri, i dati sono da giudicarsi discretamente positivi e, comunque superiori alla maggior parte delle aspettative.
Perchè l'inflazione è cresciuta a dicembre
Per comprendere quali siano i motivi che hanno spinto l'inflazione di dicembre al rialzo, giova cercare di condurre quali siano le voci determinanti. In merito, si osservi come la salita dei prezzi a fine anno sia dovuta ai rincari significativi registrati nei trasporti (+1,4 per cento su base mensile, a causa della salita dei prezzi dei carburanti, oltre che degli aumenti, ma di natura stagionale, dei servizi di trasporto aereo) e nelle spese per cultura e tempo libero (+1,3 per cento su base mensile dopo tre mesi di calo, ma in gran parte di natura stagionale). Tra le principali voci in aumento, anche quelle legate ai prezzi degli alimentari (+0,5 per cento mese su mese per il secondo mese consecutivo, ancora per via soprattutto dei vegetali freschi). In calo ci sono invece i prezzi dei servizi ricettivi e di ristorazione, e ancora le bevande alcooliche e tabacco (entrambi -0,2 per cento su base mensile).