Sei escluso dal RdC? Puoi richiederlo con l’Isee più basso!

Un Isee troppo alto potrebbe non essere più in grado di rispecchiare fedelmente la nuova condizione reddituale intervenuta, ad esempio, a seguito di un improvviso licenziamento. Occorre quindi un aggiornamento alla nuova situazione economica, che consenta l’accesso a prestazioni sociali e al RdC, ai quali prima non si aveva diritto. L’Isee Corrente può venire in nostro aiuto abbassandone il valore.

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L’attuale contesto socio-economico, ulteriormente aggravato dalla crisi epidemiologica, per molti italiani significa la perdita di molti punti fermi, primo fra tutti quello legato alla condizione economica e occupazionale.

I bonus e isostegni governativi tentano di incrociare, fra polemiche più o meno giustificabili, le esigenze di questi cittadini. La certificazione Isee, in moltissimi casi, è la porta di accesso ai benefici, il lasciapassare che offre finalmente qualche vantaggio ai nuclei familiari in situazioni di disagio.

Ma se la propria condizione lavorativa e economica è peggiorata recentemente, e l’Isee attualmente in corso di validità, riferito ai due anni precedenti, non rispecchia più la reale situazione, cosa si può fare? Attendere il 31 dicembre, giorno di scadenza dell’Isee, e presentare una nuova certificazione in gennaio potrebbe essere una soluzione. Tuttavia non terrebbe conto degli avvenimenti recenti, e molte opportunità e agevolazioni statali potrebbero sfuggirci.

L’Isee Corrente, potrebbe essere la soluzione più adatta, capace di aggiornare la nostra posizione economica rispetto a quanto può fare l’Isee ordinario.

Cos’è l’Isee Corrente

A partire dallo scorso anno, in concomitanza con l’inizio della pandemia, l’Isee Corrente è stato una delle richieste maggiori giunte presso i centri di consulenza fiscale.

Si tratta di una versione più aggiornata della situazione economica del nucleo familiare, perché riferita a un periodo più ravvicinato rispetto a quanto riesce a fotografare l’Isee ordinario.

Se l’Isee ordinario fa riferimento alla situazione reddituale del nucleo familiare dei due anni precedenti, l’Isee Corrente restringe la visuale e fa riferimento all’ultimo anno o agli ultimi due mesi nel caso dei lavoratori dipendenti.

Quando si può richiedere l’Isee Corrente

Da quanto possiamo leggere nel Messaggio INPS del 23 ottobre 2019, l’Isee Corrente può essere richiesto al verificarsi di una delle tre seguenti condizioni:

  • Una variazione superiore al 25% della situazione reddituale complessiva del nucleo familiare, rispetto a quanto certificato dall’Isee ordinario,
  • Una variazione, per almeno un componente del nucleo familiare, della situazione dell’attività di lavoro autonomo o dipendente,
  • Una variazione, per almeno un componente del nucleo, di una interruzione dei trattamenti assistenziali, indennitari o previdenziali, anche se non rientrano nel reddito complessivo ai fini IRPEF.

Il calcolo dell’Isee Corrente viene effettuato considerando gli ultimi 12 mesi. Nel caso, però, di lavoratore dipendente a tempo determinato che ha subito la perdita, la sospensione o la riduzione dell’attività lavorativa, oppure di un componente del nucleo familiare che ha perso un trattamento assistenziale, il calcolo dell’Isee Corrente farà riferimento agli ultimi due mesi di reddito presentati nella DSU moltiplicati per sei.

La validità dell’Isee Corrente

Il modello Isee Corrente ha validità di sei mesi.

Originariamente la sua validità era di due mesi, trascorsi i quali si rendeva necessario un nuovo aggiornamento. L’articolo 28-bis del Decreto Crescita del 2019 ha apportato alcune modifiche alle procedure relative all’Isee Corrente, fra le quali anche l’estensione della sua validità a sei mesi.

La stessa norma prevede, inoltre, che è necessario aggiornare l’Isee Corrente prima della della sua scadenza naturale dei sei mesi, quando durante il periodo della sua validità, intervengano variazioni della situazione occupazionale per un componente del nucleo familiare, ad es. se trova lavoro.

Alla stessa maniera, l’Isee Corrente andrà aggiornato prima della sua scadenza se un componente del nucleo ha iniziato la fruizione di un trattamento previdenziale, assistenziale o indennitario, anche se esente IRPEF.

In entrambi i casi l’aggiornamento dell’Isee Corrente va effettuato entro due mesi dalla variazione.

Cosa occorre per abbassare l’Isee

Se la nostra situazione reddituale o previdenziale ha subito una variazione improvvisa, come potrebbe accadere ad es. nel caso di perdita del lavoro causa Covid, possiamo richiedere l’Isee Corrente. Si tratta di un nuovo Isee in grado di offrire una fotografia più recente della nostra nuova condizione e consentirci l’accesso ad agevolazioni che altrimenti non avremmo ottenuto.

Per abbassare l’Isee, riportandolo dunque dal suo valore ‘Ordinario’ a quello ‘Corrente’, sono necessari tre documenti:

  • L’Isee ordinario in corso di validità,
  • La certificazione che attesti come sia intervenuta la variazione della condizione lavorativa (la chiusura della partita IVA, o la lettera di licenziamento), o del trattamento previdenziale, con la specifica del tipo di variazione e della data in cui è intervenuta,
  • Tutta la documentazione attestante quanto si è percepito nei 12 mesi precedenti la presentazione dell’Isee ordinario. Si fa dunque riferimento alle buste paga e alle certificazioni di lavoro autonomo, ma anche a quanto beneficiato di trattamenti previdenziali, assistenziali e indennitari percepiti da amministrazioni pubbliche, a qualunque titolo, incluse le carte di debito assistenziali (Assegni Familiari, Reddito di cittadinanza, Bonus onnicomprensivi, ecc.).

L’Isee Corrente può essere richiesto nelle stesse modalità previste per l’Isee ordinario. 

Il 94% delle richieste di Isee viene inoltrato all’INPS dai CAF e patronatiForse questa è la soluzione più vantaggiosa e che può evitare minori errori e inutili ritardi.

L’alternativa è la compilazione della propria Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) in maniera autonoma utilizzando la sezione dedicata del sito web INPS.

L'Isee più basso per richiedere il Reddito di Cittadinanza

Per chi è già in possesso di un Isee ordinario, e ha subito eventi imprevisti che possono avere modificato sensibilmente la situazione economica del proprio nucleo familiare (uno per tutti l’emergenza Covid) richiedere una fotografia aggiornata alla nuova posizione potrebbe offrire l’accesso a prestazioni e agevolazioni statali prima precluse da un valore Isee troppo alto.

Il Reddito di Cittadinanza può essere preso come esempio. Per il 2021 l’accesso al RdC prevede un Isee non superiore a 9.360 Euro annui. Se a seguito di perdita di lavoro, la propria condizione economica ha subito un cambiamento sensibile, e gli altri requisiti di accesso sono rispettati, un Isee Corrente potrebbe rilevare un valore inferiore a 9.360 Euro annui, diversamente da quanto era certificato prima del licenziamento.

A questo punto sarà allora possibile accedere al Reddito di Cittadinanza senza necessariamente dovere attendere il rinnovo dell’Isee ordinario.

Del resto l’Isee Corrente nasce da un emendamento al Decreto Crescita del 2019. Molti lavoratori infatti, rimanevano esclusi dal Reddito di Cittadinanza pur essendo ora disoccupati a seguito di licenziamento, in quanto il loro Isee mostrava un valore alto perché riferito ai due anni precedenti, quando ancora erano in attività lavorativa. Al cessare di quest'ultima, la situazione reddituale subiva una variazione peggiorativa che tuttavia non veniva rilevata dall’Isee ordinario.

L’Isee Corrente cerca allora di cogliere questa esigenza, e offrire una lettura più frequente e veritiera dei parametri reddituali del nucleo familiare.

Come abbassare ulteriormente l’Isee

Quello appena visto è il sistema legale forse più sicuro per abbassare il valore dell’Isee e accedere alle agevolazioni di Stato, qualora sussistano comprovate ragioni di un peggioramento delle condizioni economiche.

Al di fuori di eventi improvvisi che possono giustificare la richiesta di un Isee Corrente, un valore Isee ordinario può essere mantenuto basso intervenendo innanzitutto sulle giacenze medie sui conti correnti.

Il RdC prevede, ad es., come soglia massima di accesso al beneficio, un patrimonio finanziario non superiore a 6.000 Euro (incrementabile sulla base dei componenti il nucleo familiare). Agendo su questo valore, con prelievi di contante, o la co-intestazione di un conto corrente si andrà ad abbassare il valore Isee, e nel caso specifico del RdC, si andrà a raggiungere la soglia di accesso.

Attenzione però, che il secondo co-intestatario del conto corrente deve essere necessariamente una persona esterna al nucleo familiare. La giacenza media, infatti, pur venendo considerata per metà importo, se si tratta di due persone dello stesso nucleo familiare, ai fini Isee sarà considerata sempre per intero.

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