I libretti postali sono un investimento sicuro? Sì certamente, ma che non mettono al riparo dal rischio di un pignoramento. Sostanzialmente poco cambia rispetto ad un conto corrente, sul quale la lunga mano dell'Agenzia delle Entrate può arrivare in qualsiasi momento, quando ci siamo macchiati della colpa di non aver saldato un debito con il fisco. Purtroppo anche il libretto postale può essere pignorato in qualsiasi momento, così come avviene con il conto corrente che è stato aperto in banca.
Succede, purtroppo, che le persone si ritrovino in difficoltà economica. Può accadere a tutti: si perde il lavoro, un investimento sbagliato o addirittura un divorzio che si è concluso tra mille carte bollate ed un assegno di mantenimento troppo esoso. In questi ultimi ventiquattro mesi, poi, c'è stata la pandemia, che ha impedito di lavorare a molte persone. Arrivano puntuali come un orologio svizzero tutti gli impegni finanziari che ci siamo presi nel tempo, ma che non riusciamo a rispettare. A questo punto il debitore di turno - il fisco o una finanziaria con cui abbiamo aperto il debito - ci presenta il conto ed arriva a pignorarci lo stipendio, il conto corrente o il libretto postale.
Libretto postale, partono i pignoramenti!
Inutile girarci intorno, la notizia che preoccupa la maggior parte dei risparmiatori e dei contribuenti è quella che riguarda i pignoramenti dei conti correnti che sono partiti il 2 novembre 2021. Quanti abbiano depositato i propri risparmi in un libretto postale non possono sentirsi al sicuro: nel caso in cui abbiano un debito pregresso con il fisco e non abbiano provveduto a mettersi in regola, il pignoramento potrà scattare anche sul libretto postale. L'attività di riscossione da parte dell'Agenzia delle Entrate è ripartita, dopo la lunga pausa determinata dal Covid.
A dover temere la lunga mano degli 007 delle tasse evase sono quanti hanno beneficiato della sospensione dei pagamenti, nel periodo compreso tra l'8 marzo 2020 ed il 31 agosto 2021. Avrebbero dovuto versare almeno una delle rate pregresse. Se fossero riusciti a fare questo sforzo economico, non sarebbero decaduti dal piano di dilazione e avrebbero potuto evitare il pignoramento del conto corrente o del libretto postale. Ricordiamo, infatti, che il termine ultimo per sanare la propria posizione era il 31 ottobre 2021, che essendo un giorno festivo, così come lo è anche il 1° novembre 2021, il tutto è slittato al 2 novembre 2021. Purtroppo chi non ha provveduto a mettersi in regola, adesso corre pesanti rischi.
Vedersi pignorare il conto corrente od il libretto postale è un rischio reale. A temere l'arrivo del pignoramento saranno quanti hanno accumulato dei debiti ed hanno delle cartelle esattoriali che devono ancora essere riscosse. L'unica strada da percorrere, purtroppo, è quella di saldare i debiti pregressi contratti con l'Agenzia delle Entrate, che permette di rateizzare le somem da rimborsare.
Libretto postale: i limiti al contante!
Conto corrente e libretto postale viaggiano su binari paralleli, ma portano entrambi sulla stessa strada. Il fisco tiene sempre più sotto controllo le operazioni che si effettuano quotidianamente, soprattutto quando si pensa di prelevare del contante. Lo scopo di questo controllo da far invidia al Grande Fratello, è quello di combattere l'evasione fiscale: a rimetterci, come sempre, però sono i piccoli contribuenti, dei quali sono tenuti sotto osservazioni tutti i movimenti.
Ricordiamo che la legge non pone alcun tipo di limite al prelievo del contante: sia che questo venga fatto allo sportello o con un bancomat. Non importa se i risparmi siano depositati su conto corrente o su un libretto postale. Non sono stati perfettamente definiti o delineati, ma esistono dei paletti che è comunque meglio non superare per evitare di finire nell'occhio del ciclone dell'Agenzia delle Entrate: il rischio è che possano partire un'infinità di controlli e la situazione potrebbe diventare poco piacevole per i diretti interessati.
E' bene ricordare che nel caso in cui si stia parlando di imprese od aziende le verifiche possono scattare nel momento in cui siano prelevati 1.000 euro di contanti al giorno, anche se l'operazione viene effettuata tramite il bancomat. Oppure se si supera la soglia dei 5.000 euro mensili. Più basso, senza dubbio, è il limite che viene posto ai privati, che dovranno sottostare ai limiti che vengono imposti dal proprio istituto di credito, che generalmente permette di prelevare somem che rientrano in un range compreso tra i 500 ed i 1.000 euro al giorno.
I limiti ai prelievi!
E' necessario sottolineare che esistono dei libretti postali di varia natura e di diversa tipologia. Ognuno di questi risponde a regole e limiti diversi. La categoria più diffusa, ossia quella ordinaria, permette di prelevare il denaro contate direttamento allo sportello dell'Ufficio postale presso il quale è stato aperto il proprio deposito e non esiste limite massimo da rispettare.
Nel caso in cui si dovesse decidere di prelevare con una carta da uno sportello di una filiale che non sia la propria, il limite da rispettare è quello di 600 euro. In caso di possesso di carta e di prelievo al Postamat effettuato tramite essa, rimane il tetto massimo di 600 euro al giorno e quello di 2500 euro mensili.