Manovra 2022: al via Bonus e assegno unico Inps!

La manovra 2022 porta benefici pari 24,4 miliardi di agevolazioni fiscali. Ma la vera novità riguarda l'assegno unico Inps. Dal 1 gennaio si può fare domanda.

La manovra per il 2022 è entrata in vigore e porta benefici pari 24,4 miliardi di agevolazioni fiscali a cittadini e imprese per il prossimo triennio, grazie a tutta una serie di interventi  a livello fiscale da parte del Governo come esenzioni, riduzione di aliquote e crediti d’imposta.

Le legge di bilancio andrà infatti ad incorporare anche un importante pacchetto di bonus e agevolazioni con le quali si va a rafforzare il già rilevante volume delle tax expenditures. Infatti, al superbonus e le detrazioni per i lavori sulle facciate, su cui si sono confrontate a lungo le forze politiche e governo, si sono aggiunti anche molti sconti per altre misure di nicchia.

Però resta da considerare che in alcuni casi, la gestione di bonus e agevolazioni, dovrà attendere dati completati dai riscontri ex post. Solo allora si potrà ottenere un quadro definito dell’efficacia che hanno i singoli interventi sul fronte edilizio.

Sempre in ottica di semplificazioni il nuovo anno rivoluzionerà la modalità di corresponsione dei componenti della busta paga dei lavoratori dipendenti inerenti al supporto del proprio nucleo familiare. In particolare, le modifiche riguarderanno gli importi erogati per i figli.

Manovra 2022: bonus e agevolazioni approvate

L’elenco delle agevolazioni previste per il triennio fino al 2024 rientra nelle logiche dichiarate dal governo di effettuare una politica espansiva, andando a ricercare un efficientamento energetico mediante il Superbonus 110% o di carattere idrico andando ad applicare uno sconto fiscale per chi cambia i rubinetti, così, con la stessa logica, si farà anche per giardini e i mobili. 

Il maggiore per rilevanza economica e il forte contributo che ha fornito nel 2021 alla ripresa dell’edilizia e al Pil, è rappresentato comunque dal Superbonus per gli interventi di risanamento energetico degli edifici e per la loro messa in sicurezza. 

C’è stato a riguardo un lungo braccio di ferro tra l’esecutivo, che voleva ridimensionarlo per gli elevati effetti sui saldi della finanza pubblica, e la maggioranza che al contrario ha fatto pressione in modo insolitamente coeso circa il rinnovo del 110% con l’obiettivo di continuare a sostenere la ripresa economica e la crescita del Paese. 

In termini concreti gli importi messi a disposizione dal governo per il prossimo triennio per il superbonus (che dal 1° gennaio 2024 però sarà ridotto inizialmente al 70% e successivamente al 65 per cento) sono risorse pari a quasi 2,9 miliardi.

Ma, come detto, l’impegno voluto dal premier è importante su tutto il pacchetto che riguarda i bonus della casa. Ad esempio, tra le agevolazioni più utilizzate figura la detrazione del 50% per il recupero del patrimonio edilizio (meglio nota come bonus ristrutturazioni), per cui è stato stanziato quasi un miliardo complessivamente per l’anno appena iniziato e nei due successivi.

Anche se, va sottolineato, gli effetti della detrazione saranno successivamente spalmati lungo dieci anni di utilizzo, così come avviene anche per il bonus mobili collegato agli interventi di recupero edilizio e per il quale la mediazione finale tra Governo e Parlamento ha previsto un tetto di spesa di 10mila euro per il 2022 che scende a 5mila per il 2023 e il 2024.

La spalmatura temporale nel tempo fa sì che ad esempio l’impatto degli oneri sia rinviato anche per altre agevolazioni. E’ il caso anche della proroga al 2022 del credito d’imposta per le misuvalenze nei Pir (piani individuali di risparmio) a beneficio delle Pmi e dell’economia reale ma con limite ridotto dal 20% al 15% delle somme investite negli strumenti finanziari qualificati.

Il nuovo intervento contenuto nella manovra produrrà effetti finanziari negativi per 16,9 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2027 al 2041 per poi azzerarsi nel 2042.

Comunque, al di là dei numeri per i bonus edilizi, va sottolineato il cambiamento di rotta rispetto ai presupposti iniziali con l’introduzione di misure di contrasto a politiche evasive lette dal governo come pericolose e completamente sostituite, in virtù della pressione della maggioranza, da obiettivi di sostegno congiunturale. 

Manovra 2022: tutti gli interventi fiscali

Lo stesso discorso lo si può realizzare per la riduzione dell’aliquota Iva del gas (al 5%) anche nel primo trimestre del 2022 che rientra nel pacchetto di misure funzionali a far fronte all’aumento dei costi dell’energia, ossia uno dei possibili elementi di rischio sul cammino della crescita economica.

Quindi, più in generale, il raggio d’azione della politica fiscale si configura come una sorta di primo step per un progetto più ampio di riforma o almeno di restyling nel Ddl di delega, da attuarsi nei prossimi anni, che riprenderà sin dai prossimi giorni con il suo iter in commissione Finanze alla Camera.

In questa ottica si dovrà attendere l’addio all’Irap che attualmente è stato previsto solo per autonomi, professionisti e ditte individuali, ma che è la base di partenza per arrivare a cancellare del tutto l’imposta regionale. 

Sempre nella stessa delega va ricordato anche il superamento del meccanismo dell’aggio sulla riscossione con gli oneri di funzionamento che erano connessi al recupero, traslati sulla fiscalità generale, anche in questo caso un primo passo in attesa che successivamente venga rivisto l’intero sistema. Sempre la delega fiscale, nell’ottica della semplificazione, avrà il compito di riordinare le tax expenditures.

Manovra 2022: l’assegno unico Inps prende forma

Sempre in ottica di semplificazioni il nuovo anno rivoluzionerà la modalità di corresponsione dei componenti della busta paga dei lavoratori dipendenti inerenti al supporto del proprio nucleo familiare. In particolare, le modifiche riguarderanno gli importi erogati per i figli.

In virtù del Dlgs 230/21 emanato recentemente si andrà ad istituire e regolamentare l’assegno unico universale (Auu) che, a partire da marzo, andrà a sostituire i premi che sono stati previsti in caso nuove nascite, adozioni, nonchè i vari bonus bebè e tutte le agevolazioni per i figli con una età sotto i ventuno anni.

In altre parole ci sarà un solo assegno che sarà gestito e pagato direttamente dall’ente di previdenza (Inps), a cui i lavoratori dovranno presentare richiesta tramite un’applicazione già disponibile sul portale www.inps.it, o richiedendo il supporto del patronato.

Manovra 2022: chi a diritto all’assegno unico

Al nuovo assegno avranno diritto i nuclei familiari con figli fino a 18 anni, 21 anni nel caso in cui  sia impegnato per studi e/o tirocini o lavori ma il cui reddito totale resti al di sotto degli ottomila euro.

Nel caso in cui all’interno del nucleo familiare sia presente un figlio disabile, i limiti di età non troveranno applicazione. Non assume rilevanza la situazione lavorativa dei genitori, nel senso che  potrebbero anche essere inoccupati.

L’ammontare degli assegni va da un minimo di cinquanta euro (25 euro per i figli maggiorenni) ad un massimo di 175 euro (85 euro per i figli maggiorenni), per ogni figlio, importi che subiscono l’influenze del valore dall’ISEE .

L’assegno verrà corrisposto anche se non viene presentata l’ISEE, in tal caso l’importo riconosciuto sarà al minimo, ovvvero 50 euro..

La domanda andrà inoltrata una sola volta nell’anno e dovrà far riferimento a tutti i figli, integrandola nel caso in cui si verifichino mutazione nel nucleo famigliare come ad esempio delle nascite per cui l’assegno unico sarebbe assegnato sin dal settimo mese di gravidanza.

Fiscalmente l’assegno non concorrerà a formare reddito da lavoro poiché rientrerà in regime di neutralità fiscale.

L’assegno unico sarà percepibile d’ufficio anche ai percettori del reddito insieme allo stesso Rdc. Inoltre, andrà a risolvere una delle numerose criticità connesse al Reddito, quella per cui i figli valgono la metà degli adulti e i nuclei numerosi sono penalizzati. 

Assegno unico Inps: ecco quando e come richiederlo

In merito alla presentazione della richiesta l’Inps ricorda di inoltrare le richieste entro il 28 febbraio, in modo da assicurarsi le tempistiche necessarie e scongiurare che nel mese di marzo i lavoratori si trovino con una minore disponibilità economica. Qualora le istanze pervenissero successivamente alla fine di febbraio, il pagamento verrà eseguito entro la fine del mese seguente.

La normativa relativa all’assegno unico è già in vigore e tutte le relative istanze telematiche possono già essere presentate ma l’erogazione dello stesso avverrà da marzo per consentire ai richiedenti di poter produrre l’istanza corredata dall’Isee.

Questo necessario slittamento di due mesi delle tempistiche. Tale situazione ha indotto a identificare come arco temporale annuo porta alla erogazione del nuovo assegno da marzo a febbraio dell’anno successivo. Le relative domande si potranno presentare dal 1° gennaio di ogni anno, tenendo presente che quelle presentate che saranno presentate sino al 30 giugno daranno diritto agli arretrati da marzo, mentre chi l’istanza a dal 1° luglio perderà i mesi pregressi.

Va ricordato che la gestione dell’assegno unico è di esclusiva competenza dell’Inps, per cui il datore di lavoro non sarà coinvolto. Infatti, nel caso dell’assegno per il nucleo familiare era richiesto il coinvolgimento del datore per l’erogazione all’interno del cedolino dello stipendio, per il nuovo assegno sarà l’Inps a gestire direttamente il pagamento. Ogni eventuale disservizio o anomalia dovranno, quindi, essere gestite necessariamente con l’Istituto di previdenza.

Il calcolo dell’Isee 

L’Isee, ossia, l’indice sintetico del patrimonio, è divenuto fondamentale per poter determinare la modalità contributiva spettante per nucleo famigliare. L’Isee, infatti, tiene conto del livello reddituale, delle proprietà patrimoniali (mobiliari e immobiliari) e delle caratteristiche di ciascun nucleo familiare, per composizione (numero dei figli) oltre che alla eventuale presenza di componenti che presentano disabilità.

Il calcolo può essere effettuato anche online accedendo al sito dell’Inps oppure facendo richiesta ad un Caf. Il vantaggio derivante dal calcolo dell’indicatore, oltre alla valutazione che consente l’attribuzione dell’assegno unico dà diritto anche a tutta un’altra serie di agevolazioni di bonus di natura fiscale.

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