Meno soldi per gli acquisti delle famiglie a Natale

Il rincaro dei prezzi dei prodotti al dettaglio quest’anno potrebbe mettere non poco in difficoltà le famiglie italiane. Dalla benzina alle bollette dell’energia elettrica, i rincari sono dappertutto, quest’anno ci saranno meno soldi per gli acquisti di Natale, si calcola che la spesa destinata alle feste subirà una contrazione di -230 euro a famiglia.

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Il rincaro dei prezzi dei prodotti al dettaglio quest’anno potrebbe mettere non poco in difficoltà le famiglie italiane. Dalla benzina alle bollette dell’energia elettrica, i rincari sono dappertutto, quest’anno ci saranno meno soldi per gli acquisti di Natale, si calcola che la spesa destinata alle feste subirà una contrazione di -230 euro a famiglia.

Anche quest’anno mettere via i soldi nel salvadanaio forse non è servito a tirar fuori dal portafoglio una quota extra per i tanto desiderati regali di Natale.

Il rincaro di moltissimi prodotti di uso quotidiano, fondamentali per vivere, spostarsi, e talvolta sopravvivere, sta mettendo a dura prova le casse e i risparmi degli italiani.

Ma chi ne farà le spese non saranno solo i cittadini, la contrazione per famiglia quest’anno sarà di almeno -230 euro per nucleo familiare, il che significa che complessivamente sono in forse la spesa di 4,6 miliardi che rischia letteralmente di affossare la ripresa economica collegata direttamente al commercio e agli acquisti di Natale.

Né da notizia l’agenzia di stampa AGI su agi.it

“I rincari dei prezzi al dettaglio che si stanno registrando in tutti i settori, la corsa senza sosta dei listini dei carburanti alla pompa e le bollette dell’energia alle stelle rischiano di affossare i consumi di Natale, causando un crollo degli acquisti pari in media a -230 euro a famiglia e una contrazione di spesa per complessivi 4,6 miliardi di euro.“

L’argomento viene denunciato da Assoutenti - l’Associazione per la tutela dei consumatori - che ha compiuto uno studio sui prezzi e sul loro andamento per monitorare a seguito della pandemia come si comporteranno gli italiani nel periodo più prolifico economicamente di tutto l’anno commerciale.

Vediamo più nel dettaglio quali sono le situazioni critiche che stanno minacciando i prossimi consumi.

Meno soldi in mano alle famiglie a causa dei rincari, a rischio gli acquisti

I risultati non sono confortanti. Se facciamo un giro in rete, già da qualche mese uno dei temi più scottanti nell’economia non soltanto Nazionale o Comunitaria, ma mondiale è il rincaro delle materie prime.

Dalla mancanza di microchip al rincaro dei beni energetici, interi mercati hanno subito un rallentamento della produzione con un evidente salita dei costi di produzione, a cui sono seguiti rincari sul prodotto al dettaglio.

L’Unione Europea proprio sulla crisi dei microchip ha dovuto muoversi due mesi fa per trovare una soluzione condivisa atta ad arginare l’avanzata orientale e porsi in una situazione di indipendenza dal mercato estero delle materie prime. Situazione non semplice.

E’ quanto riporta anche Panorama sul sito panorama.it:

Il presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen, durante il suo discorso del 15 settembre tenutosi a Strasburgo, aveva dichiarato: L'obiettivo finale è aumentare la quota globale di produzione di semiconduttori in Europa al 20% del totale mondiale entro il 2030, creare tutti insieme un ecosistema di chip europei all'avanguardia, compresa la produzione, che garantisca la nostra sicurezza di approvvigionamento e consenta di sviluppare nuovi mercati per la tecnologia europea innovativa.”

La carenza di un prodotto digitale come banalmente il microchip, che siamo sempre stati costretti ad importare dall’estero, ha creato un dominio di fabbricazione asiatica, che oggi con la crisi, non riusciamo più a sostenere in termini di costi, ma che per l’Europa è fondamentale per il settore digitale perché è un prodotto sui cui si fonda la nostra recente economia.

Rincari su prodotti energetici e bollette salate per le famiglie

Ma se il prodotto digitale, sta mettendo a ferro e fuoco la stabilità produttiva del nostro paese nonché quello dell’Unione, non è da meno il rischio di inflazione generato dai prezzi dei beni energetici, primo tra tutti il gas naturale.

Come riportato dal Corriere della Sera su corriere.it, già a metà ottobre la crisi del gas, evocava drammatiche previsioni sulla carenza di materia prima proprio all’inizio della stagione fredda invernale:

“Da inizio anno il costo è triplicato. La causa principale è il calo dei flussi di gas provenienti dalla Russia verso l’Europa, che stanno limitando le forniture in un mercato che ha poche scorte, ma anche per via di una forte domanda a fronte di un’offerta minore. A poche settimane dall’inizio dell’accensione dei riscaldamenti, le scorte europee sono in calo di circa il 20%, al di sotto della media stagionale.”

La guerra delle materie prime, non ha lasciato indenne l’energia elettrica, i rincari li abbiamo visti direttamente in bolletta.

Bollette salate con un + 30% in questo ultimo trimestre dell’anno. Sono i dati riportati da Arera, che ha sottolineato come i prezzi delle materie prime siano ai massimi storici in questo momento. 

Una famiglia italiana tipo, quest’anno rispetto al 2020 può rischiare di arrivare a spendere entro la fine dell’anno solo in energia elettrica una cifra media di 630 euro all’anno. Un vero e proprio salasso se si pensa che l’energia è un bene primario.

Per il gas la situazione non è diversa. Considerando il riscaldamento delle proprie abitazioni, si parla di una cifra in bolletta pari quasi al doppio, oltre i 1.130 euro di spesa annuii, circa 150 euro in più rispetto all’anno precedente.

I livelli dei prezzi del gas di oggi sono quelli del 2019, cioè prima della pandemia, dove al contrario durante c’era stata una discesa dei valori, mentre per l’energia elettrica i consumi sono saliti di + 13% rispetto a prima del Covid.

I rincari ci son in realtà in tutti i settori. Per non parlare della benzina e dei carburanti.

Il prezzo della benzina self service secondo l'Osservatorio prezzi del Ministero dello Sviluppo economico è salito a 1,750 euro al litro e a 1,615 euro al litro per il diesel, con un aumento di 3,41 centesimi in più rispetto alla scorsa settimana per la benzina.

Dall’alimentare ai viaggi, pochi soldi per gli acquisti delle famiglie italiane

I rincari delle materie prime, fanno da traino anche al resto dei prodotti. Le spese fisse per energia, benzina, e gas così aumentate, rischiano di mettere in crisi la spesa annuale disponibile per le famiglie da dedicare ai regali di Natale.

E’ quanto temono proprio i responsabili di Assoutenti. 

Prima del Covid, il giro di affari intorno ali regali di Natale raggiungeva una quota di oltre 29 miliardi di euro, una spesa che anche se svolta solo in un determinato periodo dell’anno, restituiva una boccata di ossigeno ai commercianti rispetto a tutto il resto del periodo rimanente. 

Ma sempre di più ora ci si aspetta una vera e propria lotta al caro-vita, scelta necessaria per rimanere nel volume dei consumi prestabiliti.

Per dare una idea delle cifre di cui stiamo parlando, nel 2019 in Italia i cittadini italiani hanno speso 169 euro pro capite per fare gli acquisti di Natale. L’introito che ne è derivato per i commercianti è stato un volume di affari di circa 9 miliardi di euro.

Quest’anno sono quindi a rischio circa 1 miliardo di consumi, il 12% in meno rispetto al 2019 anno prima della pandemia. Questo perché viene a mancare il budget medio da spendere per i propri amici o familiari.

Ed a rischio non sono solo l’acquisto dei doni, ma le feste in generale. 

Si sa che gli italiani sono il popolo che più di tutti ama festeggiare il Natale e il Capodanno intorno alla tavola imbandita. 

Sono il popolo che spende più volentieri per acquisti legati all’ambito gastronomico, a piatti e cene golose, per ristoranti e spese casalinghe. L’amore e la passione per il cibo di certo non ci manca. 

Solo per imbandire le tavole di Natale e Capodanno, ogni anno le famiglie italiane spendono quasi 5 miliardi di euro di cui 2,7 miliardi per la cena della vigilia e per il pranzo del giorno dopo, e 2,3 milioni per gli acquisti alimentari riservati al cenone di Capodanno insieme al pranzo del 1° di Gennaio. 

I prodotti che più di tutti sono oggetti dei rincari, questa volta sono: farina, grano, olio e latticini, in sostanza i prodotti usati come materie prime principali in cucina. Il che non è da dire che se ne possa fare a meno. 

Si prevede che proprio per questa ragione ci sarà un calo dei consumi generali sulle spese alimentari per le feste pari al 5% della spesa registrata nello stesso periodo del 2019, con un valore di contrazione del volume totale che si aggirerà sui 250 milioni di euro.

Stessa cosa vale anche per chi la cena o il pranzo li vorrà fare al ristorante.

Sono 715 i milioni di euro spesi nel 2019 per pranzi e cenoni durante le feste.

Ad amare l’idea di pranzare fuori il 25 dicembre sono quasi 4,9 milioni di italiani e spendono 270 milioni di euro per godersi il Natale intorno al tavolo del ristorante accompagnati dai propri cari. 

Ancora di più, 5,6 milioni sono gli italiani che la sera di Capodanno fanno la stessa cosa, cenone al ristorante, spendendo ancora oltre, 445 milioni di euro.

Quest’anno la crisi potrebbe mettere a repentaglio di queste cifre la cifra di 107 milioni di euro, che in meno nelle tasche dei ristoratori potrebbe pesare parecchio su coloro già ampiamente colpiti dalle chiusure dei lockdown di quest’anno.

Se il cibo, è il grande protagonista messo in discussione, non da meno lo sono i viaggi.

A rischio anche le vacanze di Natale e di Capodanno con la previsione di un calo degli acquisti nel settore già messo a dura prova dalle chiusure dei lockdown e che solo adesso stava riprendendo quota proprio nel nostro paese.

Il mercato vale 13 miliardi di euro e coinvolge medialmente 18 milioni di italiani che decidono di passare le feste fuori dalla propria regione se non addirittura fuori dal proprio paese. 

Il quesito è se o no anche quest’anno ci saranno limitazioni agli spostamenti

Nel caso non vengano imposti provvedimenti in tal senso, resta comunque possibile che la voce viaggi e spostamenti, venga ridotta drasticamente per fine anno. 

Nel caso dovesse succedere, parliamo di un taglio che riguarderebbe il 25% della spesa rispetto al 2019, con un importante abbassamento dei consumi che si attesterebbe intorno ai 3,25 miliardi di euro.

Quindi non ci resta che sperare di riuscire anche stavolta a far quadrare i conti.