Il Ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schauble ha paragonato il tenere i tassi d’interesse bassi per supportare l’outlook economico alla situazione di un tossicodipendente (drug addict). Pensiamo che Schauble abbia ragione.
Ne è una prova l’euforia che si vede sui mercati a seguito della conferenza stampa della BCE di giovedì scorso a Malta e della riduzione dei tassi d’interesse in Cina. L’indice azionario tedesco Dax a 10800 è salito dell’8% in meno di una settimana (il 6% in due giorni!). I rendimenti del Bund decennale Germania sono sprofondati nuovamente sotto lo 0,5%. Il BTP decennale italiano rende meno dell’1,50% con spread ridotto a circa 100 punti base (quest’estate rendeva oltre il 2,5%). L’Euro è tracollato fino sotto 1,1050 nei confronti del Dollaro (da 1,15 di settimana scorsa), perdendo terreno anche contro le valute dei Paesi emergenti.
Il tutto senza che nulla di sostanziale sia stato deciso o cambiato rispetto a pochi giorni fa. Ciò che ha sovraeccitato i mercati è stata l’arte oratoria del Presidente Mario Draghi che ha aperto la strada a nuovi stimoli monetari da parte della BCE. I rischi al ribasso per l’economia e l’inflazione che non sale sono stati edulcorati dalla prospettiva di nuova liquidità. I mercati, in crisi di astinenza in vista del rialzo dei tassi negli USA, hanno di colpo accantonato ogni timore. Draghi ha stemperato gli scenari negativi del rallentamento cinese sulle esportazioni europee e dissipato le ombre sul caso Volkswagen. È troppo presto per valutare le conseguenze del caso Volkswagen, ha risposto a un giornalista. Si è discusso di un possibile nuovo ritocco dei tassi di deposito, ora già negativi al -0.20%. Per ora i tassi d’interesse restano invariati allo 0,05% e la possibilità di un aumento dell’entità o durata del piano di stimoli monetari (che la BCE ha iniziato a marzo 2015) verrà valutata in modo flessibile.