S’era scritto all’inizio di marzo:
La data del 26 febbraio non sarà mai importante quant’era stato lo scorso 29 gennaio (in particolare sul mercato americano), ma è comunque una data che conta, e non poco, perché ci spalancherà i cancelli di quel che, sulla scia di un poeta come Borges, si potrebbe anche indicare come “il giardino dei sentieri che si biforcano”: un’avventura dei mercati che, se non abbiamo sbagliato i calcoli, non dovrebbe chiudersi prima del prossimo 23 marzo. Alcuni mercati, molto probabilmente, non troveranno per tempo l’’uscita e così continueranno a “girar a vuoto” all’interno del giardino anche in futuro (seppur non in eterno), ma i più, e soprattutto quelli che invero contano, sapranno certamente lasciarsi alle spalle i suoi cancelli. E quando noi accenniamo ai “mercati che invero contano” è del tutto evidente che stiamo facendo riferimento, in particolare, a quelli del cosiddetto “Vecchio Mondo” (USA, Giappone, Inghilterra, Germania…):
- proprio questi ultimi, infatti, aggrappati alla loro Inerzia (la linea verde che sull’Argoritmo della Gru sale sempre con la giusta regolarità), confidano di poter uscire, ovviamente al rialzo, dall’evidente imbarazzo che di fatto n’ha bloccato l’Impulso (linea gialla) dopo i massimi di gennaio.
Ed il tutto, allora, per giustificar le nostre parole, s’accompagnava alla seguente immagine:

Purtroppo (s’aggiungeva sempre quel giorno),
- sarà soprattutto tra i “potenziali” mercati del Nuovo Mondo che il rischio di restare a “girar a vuoto nel giardino dei sentieri che si biforcano” (una volta chiusi i suoi cancelli) si rivelerà particolarmente alto.
Dire quali saranno i potenziali mercati del Nuovo Mondo che imboccheranno l’uscita per tempo non è ancor possibile: nell’ormai prossimo Nuovo Mondo, infatti, troveranno posto solo i mercati cui riuscirà tal impresa, mentre tutti gli altri dovranno accontentarsi, ancor una volta, di far parte del cosiddetto “mondo a parte”, nell’ovvia attesa di tempi migliori che forse, però, non arriveranno mai. Tra i mercati che, ad ogni buon conto, dovrebbero farcela c’è di sicuro, a nostro parere, quello italiano, la cui Inerzia (linea rossa), rispetto a quella del ben più generico “Nuovo Mondo”, mostra già una conclamata inversione al rialzo. Senza mancar poi di sottolineare che il suo Impulso, a differenza di quello del Nuovo Mondo, non ha mai violato al ribasso i propri minimi del 2016 (come si può facilmente evincere dal grafico che troverete più sotto): è vero, l’Impulso non riesce a violare l’Inerzia al rialzo, ma ha dalla sua tempo e modo per farlo più avanti. Guai, tuttavia, a credere che (solo perché “destinato” a far parte del Nuovo Mondo) il nostro mercato n’uscirà, in ogni caso, “alla grande”: anzitutto, non sappiamo ancora quando il Nuovo Mondo riuscirà davvero ad imporsi sul Vecchio (e soprattutto se vi riuscirà mai… a dispetto delle più rosee speranze di chi scrive), ma non sappiamo neppure se il contributo che potrà fornire il nostro mercato, nel corso de “la dura battaglia”, sarà valido od imbarazzante (come già accaduto talvolta in passato).

Quel che accadrà dopo il 23 marzo, ad ogni modo, è ancor avvolto nel più fitto dei misteri: la sola cosa che sappiamo, o crediamo di sapere, è che l’enigma si scioglierà di certo entro il 26 aprile e che molto probabilmente il tutto dovrebbe avvenire in modo quasi improvviso, sostanzialmente “inatteso dai più”!
Ora che il 26 aprile è definitivamente alle nostre spalle possiamo anche trarre le prime conclusioni su quant’accaduto, nonché spingerci ad avanzar alcune timide ipotesi su quel che potrà accadere, quanto meno nel futuro più immediato, cominciando dal Vecchio Mondo…

Nulla di cui stupirsi, in fondo, se si ripensa a quel che s’era scritto le scorse settimane…
Il nostro Argoritmo non parrebbe granché ottimista su quel che potrà accadere al Vecchio Mondo in aprile: l’Impulso (giallo) è scivolato sotto l’Inerzia (verde) e questo non è mai di buon auspicio per il futuro dei corsi.
…ma, soprattutto, del tutto in linea con quel che s’era detto giusto una settimana fa:
Il quadro odierno sull’Argoritmo del Vecchio Mondo non solo conferma i timori del passato, ma li rende ancor più concreti: l’Impulso, infatti, non solo è scivolato ulteriormente verso il basso, ma in corso di settimana ha persino bucato la propria linea dello zero. Alla fin fine se l’è cavata, ma che tale recupero potrà reggere anche a quel che vorrà accadere nei prossimi giorni non è per nulla scontato, anzi… Ancor una volta, a destar gran preoccupazione è la distanza tra Inerzia ed Impulso: col trascorrere dei giorni, infatti, la stessa s’è fatta sempre più ampia ed il rischio che possa diventar qualcosa d’incolmabile, ormai, è invero molto ma molto alto.
La violazione al ribasso della “linea dello zero” da parte dell’Impulso preoccupa soprattutto perché è stata confermata, in una settimana in cui il mercato azionario non ha mostrato alcuna criticità o, quanto meno, nella quale lo stesso era riuscito a neutralizzare tutte quelle apparse.
Abbandoniamo, ora, il grafico che moveva dal secondo semestre del 2015 e focalizziamo il nostro sguardo solo su quant’accaduto all’Argoritmo della Gru del Vecchio Mondo nel 2018:

L’Impulso (giallo) è esattamente quel che avete visto in precedenza, ovviamente ingrandito, mentre l’Inerzia (verde), nell’immagine qui sopra, tiene solamente conto di quant’accaduto nel 2018: una “forzatura” utile ad evidenziare la criticità della fase in corso (l’Inerzia 2018, infatti, sta per violare a propria volta al ribasso la linea dello zero: evento di cui non avremmo avuto alcuna percezione se ci fossimo fermati all’immagine di pagina precedente). E, in ogni caso, giacché sull’Impulso non s’è compiuta alcuna forzatura, il responso che noi s’andava cercando è davvero alquanto sincero. S’era detto, infatti…
Quel che accadrà dopo il 23 marzo è ancor avvolto nel più fitto dei misteri: la sola cosa che sappiamo, o crediamo di sapere, è che l’enigma si scioglierà di certo entro il 26 aprile e che molto probabilmente il tutto dovrebbe avvenire in modo quasi improvviso, sostanzialmente “inatteso dai più!”…
…ed oggi sappiamo che l’Impulso del nostro Argoritmo dal massimo del 23 marzo è sceso, in modo inatteso ed improvviso, al minimo del 26 aprile, violando al ribasso la propria linea dello zero così da porre, forse, un autentico sigillo sugli eventi futuri (una qualche incertezza di fondo è corretto mantenerla giacché è passata una sola seduta dal 26 aprile e non possiamo certo lasciarci andare a non ancor fondati proclami): quel che dovremo cercare ed attenderci in maggio saranno, pertanto, le dovute conferme allo scioglimento “definitivo” dell’enigma sopra citato. D’altronde, già ad inizio aprile c’eravamo espressi in modo preciso su quel che si doveva fare “per cercar di capire” ed oggi è necessario farlo con un’attenzione persino maggiore:
Se vogliamo davvero capire quel che potrà accadere in futuro, sarà meglio che la nostra attenzione si focalizzi esclusivamente sullo “S&P500-Vecchio Mondo” ed il “FTSE MIB-Profeta del Nuovo(?)”: sappiamo che la cosa farà sorridere “i più”, ma forse sta per finire il tempo in cui un raffreddore a New York è destinato a diventar sempre e comunque una polmonite in quel di Milano!
Se guardiamo il nostro Argoritmo su Milano è del tutto evidente che ci troviamo in una situazione ancor in divenire, ma è un divenire indubbiamente positivo” quel che s’annuncia ai nostri occhi:

l’Impulso (bianco), infatti, non solo s’è ripreso e pur abbondantemente l’Inerzia (rossa), ma parrebbe quasi volersi portare, con decisione, oltre i propri massimi degli ultimi due anni.
Onde evitare, tuttavia, di cader in eccessivi entusiasmi, sarà meglio fare sull’Argoritmo di Milano quel che s’è fatto prima sull’Argoritmo del Vecchio Mondo, riducendone così la visione a quel che è avvenuto nel solo anno 2018:

Confermiamo che l’Impulso di quest’ultima immagine è nei fatti identico a quello dell’immagine precedente, mentre l’Inerzia è tarata sul solo 2018, così che il cucirsi dell’Impulso attorno alla stessa possa rivelarsi ora ben più evidente.
In realtà, c’è anche un altro aspetto che vogliamo sottolineare grazie a quest’ultima immagine:
- quella del nostro mercato, se si realizzerà l’impresa (raggiungimento della luce del sole con la violazione al rialzo della linea dello zero, N.d.R.), non sarà comunque una “cavalcata delle valchirie”.