Cosa mettere in un portafoglio sostenibile

La normativa SFDR dà un primo livello di informazioni, ma per trovare il fondo che risponde alle esigenze specifiche, gli investitori devono fare un passo in più.

Image

La normativa europea SFDR sull’informativa sulla sostenibilità nel settore dei servizi finanziari (Sustainable finance disclosure regulation), entrata in vigore il 10 marzo, ha portato a una nuova classificazione dei fondi. Sono considerati articolo 8 quelli che “promuovano caratteristiche ambientali o sociali” e articolo 9 quelli che “hanno un obiettivo di investimento sostenibile”.

Per i risparmiatori è un primo livello di informazione che, però, non basta per decidere quali strumenti possono soddisfare al meglio il desiderio di investire prestando attenzione ai fattori ambientali, sociali e di governance.

Questo non lo voglio

Immaginiamo che il mio obiettivo sia eliminare dal portafoglio quello che considero dannoso per il l’ecosistema, per la salute o per la società. In questo caso, dovrò orientarmi verso i fondi che adottano strategie di esclusione delle aree controverse, come le fonti fossili, il tabacco o le armi. I motivi per evitare determinate industrie possono essere valoriali, oppure il timore di incorrere in un rischio finanziario materiale (si pensi alle sfide della transizione energetica per le compagnie petrolifere), o nuove previsioni regolamentari.

I migliori della classe

Se il mio obiettivo è puntare sui campioni della sostenibilità, posso guardare a un fondo azionario attivo in cui il gestore combini l’analisi finanziaria con quella ESG, cercando i “migliori della classe” in ciascun settore (approccio best in class) ed escludendo i titoli più coinvolti in controversie o aree critiche. Posso anche scegliere un Exchange traded fund (Etf), ma devo essere consapevole che non ci sono standard o definizioni largamente condivise per i benchmark sostenibili, per cui i fornitori possono applicare regole diverse tra loro. Fanno eccezione gli “indici climatici europei” (EU Climate benchmark) per i quali la Commissione Ue ha stabilito una serie di requisiti minimi tecnici.

Fare impatto con i green bond

Raggiungere i miei obiettivi di sostenibilità con gli strumenti obbligazionari è più complicato. Ad eccezione dei corporate bond, la valutazione sostenibile dei titoli di debito presenta diversi ostacoli, tra cui i differenti livelli di disclosure o il fatto che le emissioni governative non possono garantire l’azzeramento dell’esposizione a determinate aree come le fonti fossili o gli armamenti. Inoltre, secondo le analisi Morningstar, le strategie ESG sul reddito fisso tendono a divergere in modo significativo dagli indici più comuni sul mercato, nei quali, ad esempio, l’energia ha un peso notevole.

Nell’impact investing, tuttavia, i titoli e i fondi obbligazionari hanno un vantaggio rispetto agli azionari, perché permettono di finanziare progetti ambientali o sociali in modo diretto con green e social bond. Secondo il Climate Bond Initiative, il mercato globale delle obbligazioni verdi vale oltre mille miliardi di dollari (dati a fine 2020), con un volume di emissioni record l’anno scorso di 290 miliardi.

Voglio seguire un trend

Infine, se sono interessato a uno specifico trend, posso scegliere un fondo tematico, ad esempio sulle energie rinnovabili o sull’acqua. Non tutti i comparti di questo tipo sono sostenibili, ma solamente quelli che utilizzano i criteri ESG per definire l’universo, selezionare i titoli e intraprendere attività di azionariato attivo con le imprese in portafoglio. Secondo gli analisti di Morningstar, proprio la loro specializzazione li rende più adatti a un ruolo non centrale, ma ausiliare a un asset allocation diversificata.

Di Sara Silano