La trimestrale di Apple, seguita dalla visita di Tim Cook all’Università Bocconi all’inizio di questa settimana, deve aver impressionato anche il Papa che, parlando dell’importanza della convivialità nella vita familiare, ha detto “a tavola con il telefonino non è famiglia, è un pensionato!”.
Apple è oggi la prima società al mondo per capitalizzazione di Borsa, circa 650 miliardi di dollari. Dalla trimestrale comunicata a fine ottobre, risulta che il 2015 è stato il migliore anno di sempre per Apple, con ricavi cresciuti del 28% a 235 miliardi di dollari. Nell’ultimo trimestre, Apple ha venduto oltre 48 milioni di iPhone, prodotto che conta per oltre i tre quinti del fatturato, ben più della vendita di computer. Dopo il risultato clamoroso, gli investitori si chiedono ora quali saranno i prossimi passi dell’azienda di Cupertino che siede su oltre 200 miliardi di liquidità. Cifra con la quale, per rendere l’idea, la Apple potrebbe comprarsi, se volesse, i gioielli dell’industria automobilistica tedesca con uno schiocco di dita, o le principali aziende europee nel settore energetico, tutte insieme.
Dietro Apple, svettano altre società quotate sul listino tecnologico del Nasdaq, come Google, o Amazon (che questa settimana ha toccato il suo massimo storico oltre i 650 dollari per azione).
Dal 2009 al 2015, emerge da uno studio di PwC, le aziende USA stanno estendendo la loro posizione dominante: oltre metà delle “Top 100” quotate sono americane. Apple vale circa 10 volte di più della più piccola fra le prime 100 aziende al mondo.