Il ministro del lavoro Andrea Orlando lo aveva preannunciato. Prima della riforma delle pensioni, bisogna pensare agli ammortizzatori sociali. Si devono riformare perchè il mercato del lavoro è cambiato a causa della pandemia. E con lo stop al divieto di licenziamento dal 1 luglio 2021, si aprirà un periodo critico per chi perderà il lavoro. Oggi a sostegno di chi è lasciato a casa c'è la cassa integrazione e la NASpI. Per i disoccupati c'è anche il reddito di cittadinanza. Ma non possono funzionare senza politiche attive del lavoro. Soprattutto per gli over 55 anni. La fascia che in caso di perdita di lavoro è troppo giovane per la pensione ma troppo vecchio per una ricollocazione del lavoro. L'Inps ha proposto una riforma della NASpI proprio a favore di questi soggetti.
NASpI: a chi spetta
Partiamo dall'analizzare a chi spetta la NASpI, nuova assicurazione sociale per l'impiego, che ha sostituito l'indennità di disoccupazione. La misura di sostegno all'impiego spetta a tutti coloro che hanno perso il lavoro e risultano in disoccupazione. Questo status non deve derivare da una scelta volontaria di lasciare il lavoro. Ma la disoccupazione deve derivare da una decisione involontaria collegata ad una presa di posizione del lavoro che ha consegnato una lettera di licenziamento o avviato una procedura collettiva di licenziamento. La NASpI è rivolta ai lavoratori subordinati che hanno perso il lavoro in modo del tutto involontario.
Sintetizzando quanto fin qui scritto, la NASpI spetta a lavoratori subordinati, apprendisti, soci lavoratori di cooperative con rapporto di lavoro subordinato con le medesime cooperative, personale artistico con rapporto di lavoro subordinato, dipendenti a tempo determinato delle pubbliche amministrazioni, che si sono trovati licenziati.
Mentre la NASpI spetta ad esempio al dipendente inquadrato come dirigente di un'azienda privata, che è stato licenziato per giustificato motivo oggettivo, lo stesso dirigente di una pubblica amministrazione a tempo indeterminato (come tutti i dipendenti a tempo indeterminato della PA) non ha accesso alla NASpI.
NASpi: la novità sui beneficiari
Il decreto di Agosto 2020, convertito poi dalla legge 13 ottobre 2020, n. 126, ha introdotto importanti novità per l'accesso alla NASpI. Il periodo particolare di un anno fa con il blocco dei licenziamenti, che sparirà dal 1 luglio 2021, aveva in qualche modo ingabbiato le imprese che si trovarono costrette a far richiesta di cassa integrazione ma con l'obbligo poi di riprendere i lavoratori non appena la situazione fosse migliorata. Ebbene, qualora i datori di lavoro, avessero trovato, in accordo con le principali sigle sindacali, un accordo collettivo aziendale per la risoluzione consensuale del rapporto di lavoro, il lavoratore che aderiva poteva fare domanda di accesso alla NASpI. L'Inps ha poi chiarito nel messaggio n.689 del 17 febbraio1 2021 che non è necessario che l'accordo collettivo sia firmato da tutte le sigle sindacali, ma che sia sufficiente che sia sottoscritto anche da parte di una sola di queste organizzazioni sindacali, nonché l’adesione all’accordo da parte del lavoratore.
Come funziona la NASpI
Il sostegno economico erogato dall'Inps spetta solo se l'interessato presenta domanda, a condizione di soddisfare tutti i requisiti che vedremo più tardi. In base a quando viene presentata la domanda, la NASpI è erogata di conseguenza. Così se la domanda viene presentata entro l'ottavo giorno, la NASpI matura dall'ottavo giorno successivo alla perdita di occupazione. Se la domanda è presentata dopo l'ottavo giorno, la NASpI decorre dal giorno dopo la presentazione della domanda.
Chi invece impiega più tempo può avere 38 giorni per inoltrare all'Inps la richiesta di NASpI. In questo caso, la NASpI decorre dal 38mo giorno successivo al licenziamento per giusta causa, se la domanda viene presentata entro il trentottesimo giorno. Dal giorno successivo alla presentazione della domanda, se presentata oltre il trentottesimo giorno successivo al licenziamento, ma entro i termini di legge.
Inps paga mensilmente la NASpI sul conto corrente comunicato in sede di domanda per un numero di mesi pari al numero di mesi di contribuzione effettivamente validi maturati nei quattro anni precedenti al richiesta della NASpi. Il numero massimo di mesi di erogazione non può superare 24.
NASpI e importi: ma quanto spetta?
L'importo del nuovo assegno sociale per l'impiego varia in base a due fattori. La retribuzione media degli ultimi quattro anni e il numero degli anni di contributi versati. La prima variabile determina l'importo mensile. La seconda, gli anni di contributi, determina per quanti mesi l'importo NASpI sarà erogato.
Sul calcolo della mensilità NASpI si deve quindi avere sotto mano la retribuzione lorda degli ultimi quattro anni e trovare una media (dividere la somma ricevuta nei quattro anni per 48 mesi). Su questa media si applica il 75% se la retribuzione media è inferiore a 1.227,55 euro per il 2021. Se invece la retribuzione è superiore a quella soglia, la NASpI sarà pari alla somma tra 1.227,55 euro ed il 25% della differenza tra la retribuzione media e 1.227,55 euro. In ogni caso l'importo dell'indennità non può superare per il 2021 a 1.335,40 euro. Facciamo un esempio.
Se la retribuzione media è 1500 euro, la NASpI sarà pari a 1.227,55 euro più il 25% della differenza tra 1.500 euro e 1.227,55 euro. In totale la NASpI sarà di 1.295,66 euro.
Attenzione dal 4° mese la NASpI cala del 3% fino al termine, comportando quasi una riduzione della NASpI del 50% a fine godimento.
NASpi: stop al decalage del 3%
Con il Decreto Sostegni bis è stato fatto un passo avanti sulla NASpI anche se in via provvisoria. Per chi percepisce l'indennità non avrà più la riduzione del 3% come previsto, dal quarto mese in poi. L’articolo 38 del decreto Sostegni bis ha disposto la sospensione dell’applicazione della decurtazione sopra indicata. Tale sospensione è temporanea fino al 31 dicembre 2021. Per chi già percepisce la nuova assicurazione, e si trova ad esempio al settimo mese di erogazione, dal 1 giugno noterà un aumento della NASpI dovuto proprio all'assenza della riduzione del 3%. Per le nuove prestazioni decorrenti nel periodo dal 1° giugno 2021 fino al 30 settembre 2021 è sospesa fino al 31 dicembre 2021 l'applicazione della riduzione del 3%. Per poter ricevere la NASpI senza il decalage del 3% non si deve far nulla, perchè in automatico l'Inps applicherà la sospensione. Dal 1 gennaio 2022 l'importo della NASpI invece riprenderà ad applicare la riduzione del 3% e lo farà riprendendo anche le riduzione pregresse che sono state sospese.
NASpI: la proposta di riforma dell'Inps
Per eventi eccezionali ci vogliono misure eccezionali, e non solo. Il mondo del lavoro è cambiato e cambierà. La pandemia ha inferto un duro colpo all'occupazione ed ha creato una frattura più ampia a livello generazionale. Lo si vede dagli assi del PNRR che puntano su economia green, innovazione tecnologica. Campi in cui la generazione Z, è ormai il futuro pur essendo identificata con l'ultima lettera dell'alfabeto. E cosa accadrà a chi sarà spazzato via dallo tsnumai della disoccupazione avendo un età che non consente nè di andare in pensione nè di potersi ricollocare?
Propria a questa fascia di nuovi fragili si rivolge la proposta di Pasquale Tridico, presidente dell'Inps. Allargare la platea ed estendere il periodo di fruizione. I lavoratori cinquantacinquenni si trovano in una posizione, in caso di disoccupazione, in cui andare in pensione non è possibile non avendo maturato i requisiti. Ricollocarsi in tempo utile sul mercato del lavoro diventa complesso.
A loro punta la proposta dell'Inps allargando anche l'orizzonte temporale portando da 24 a 36 mesi massimi l'erogazione della NASpI. Inoltre il presidente Tridico Pasquale, propone anche di superare in via definitiva il decalage del 3% a partire dal primo giorno successivo al termine del terzo mese. Le due proposte varrebbero complessivamente 1 miliardo l'anno. L'alternativa potrebbe essere spostare il decalage del 3% dal terzo al settimo mese.
NASpI: tutti i requisiti per averla
All'inizio abbiamo ricordato chi sono i beneficiari della NASpI. I primi requisiti sono lo stato di disoccupazione involontaria e la tipologia di inquadramento contrattuale. Lo stato di disoccupazione deve essere dedotto dalla presentazione presso il Centro per l'impiego della dichiarazione di immediata disponibilità. Nei 15 giorni successivi alla presentazione della domanda, il richiedente deve recarsi presso il centro per l'impiego per la stipula del patto di servizio personalizzato. In mancanza, l’assicurato è convocato dal centro per l’impiego.
Oltre al requisito di disoccupazione, ci sono poi i requisiti contributivi e di lavoro. Sono necessarie almeno 13 settimane di contribuzione contro la disoccupazione nei quattro anni precedenti l'inizio del periodo di disoccupazione. La disposizione relativa alle retribuzioni di riferimento non si applica ai lavoratori addetti ai servizi domestici e familiari, agli operai agricoli e agli apprendisti, per i quali continuano a permanere le regole vigenti.
Per il requisito lavorativo, sono necessarie almeno 30 giornate di lavoro effettivo nei 12 mesi che precedono l'inizio del periodo di disoccupazione. Tale requisito è stato per il momento sospeso dal Decreto Sostegni, per le nuove domande NASpI fino al 31 dicembre 2021.