Le negoziazioni di Washington agitano Wall Street

I numeri sul Coronavirus continuano a frenare in particolare i mercati europei, anche se non è che il quadro epidemiologico USA sia particolarmente bello.

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La telenovela dell'accordo bipartizan sul piano di stimolo pre -elettorale in US continua a portare a spasso i mercati, mentre il sentore di un recupero di Trump alimenta la volatilità. I numeri sul Coronavirus continuano a frenare in particolare i mercati europei, anche se non è che il  quadro epidemiologico USA sia particolarmente bello.

Sul fronte stimolo il newsflow è diventato più  costruttivo nelle ultime ore, con la Pelosi che ha scritto ai Democratici che vi sono stati progressi nella trattativa  e che spera di avere un accordo entro la settimana. La deadline di ieri sera è  sparita  come per miracolo. Il capo della maggioranza al Senato Mc Connell ha dichiarato che metterà al voto qualunque accordo venga fatto tra Mnuchin e la Pelosi,  ma che questo ottenga il passaggio è tutto un altro paio di maniche.

Sembra evidente che al Senato un accordo di importo elevato non ha il gradimento dei Repubblicani. Mc Connell si limita a non rigettarlo a priori. In realtà comincia ad esserci anche una questione di tempi. Un "accordo entro la settimana" può essere presentato alla House of Representatives lunedi e votato non prima di mercoledì, il che lascia appena 6 giorni al Senato per approvarlo prima del voto. Perchè dovrebbero? A quel punto il vantaggio per Trump sarà minimo.

L'impressione personale è che la trattativa proceda perchè Mnuchin è spinto da Trump a cercare un deal ad ogni costo, e la Pelosi vuole attribuire interamente McConnell e C. la responsabilità di un mancato accordo.

Comunque sia, queste news hanno conferito alla seduta asiatica un tono tendenzialmente positivo. Sul fronte macro, le esportazioni coreane dei primi 20 giorni di Ottobre (aggiustati per i giorni lavorativi) sono salite del 3,2% mese su mese, e dello 0.6% anno su anno. Molto forti le importazioni, +11% mese su mese e +6% anno su anno. Un buon segnale per l'attività nell'area.

I principali indici hanno mostrato progressi moderati, ad eccezione di Jakarta e delle "A" shares cinesi, rimasti fermi al palo. A testimoniare il buon momento per l'economia cinese ci ha pensato la  divisa, in ulteriore recupero sul $, contro il quale ha segnato i massimi da metà 2018.

Su fronte Covid si nota un deterioramento ulteriore del quadro in USA. La media a 7 giorni dei nuovi casi ha quasi raggiunto il picco di fine luglio. Rispetto a quell'ondata questa ha avuto un andamento meno rapido (è anche partita da un livello più alto), ma è più uniformemente diffusa nel paese, cosa che non depone bene per il prosieguo (vedi grafici di Pantheon Macro e Goldman Sachs.

Tra l’altro, alcuni "swing states" (Florida, Michigan, Pennsylvania, Ohio, Wisconsin) stanno mostrando numeri di nuovi casi e percentuale di positivi su test in rapida crescita, cosa che potrebbe avere un impatto sulle elezioni.

In Europa la  situazione continua a deteriorarsi, con in particolare i numeri italiani e tedeschi in crescita esponenziale. Vedi figura, courtesy of Pantheon Macro.

Se non altro,  mentre Italia e  Germania insieme a Olanda, Belgio, Austria sono nel pieno dell'esplosione, i paesi colpiti per primi  stanno iniziando a ottenere risultati. La Spagna ha casi e ospedalizzazioni in modesto calo, la Francia ha visto il picco di casi (per ora) 5 o 6 giorni fa e ha percentuali di infetti su tamponi in calo, e  in U.K. la crescita sta rallentando. E' possibile che nel corso delle prossime settimane anche quest'ondata in Europa venga messa progressivamente sotto controllo. Ma nel breve le misure di contenimento sono destinate ad aumentare e diventare più pervasive, e c'è comunque l'incognita del clima, e del fatto che con ogni probabilità le  autorità  si rifiuteranno di fare lockdown come quelli operati a marzo.

Ci ha provato, l'azionario EU, a partire in positivo. Lo sforzo è stato rapidamente represso sull'apertura del contante, da violenti flussi di vendite. Al  di la del Covid, e delle bizze dei politici USA al Congresso, è difficile trovare un catalyst preciso di questa debolezza. Ma certo la forza dell'€, rovescio della medaglia delle vendite di Dollari, non aiuta molto.

In mattinata ha ricominciato a crescere l'ottimismo per un accordo sulla Brexit, con il negoziatore di parte EU Barnier a twittare che "un deal è alla portata". Fonti anonime hanno riportato che le trattative "stanno per ricominciare.

  • BREXIT TALKS SET TO RESTART, AIMING FOR DEAL BY MID-NOVEMBER

Così la sterlina ha iniziato la sua ascesa contro $ e €. Ma l'azionario non ha reagito in maniera particolare, restando pesante.

Nel primo pomeriggio, in assenza di dati, il ping pong di headline sullo stimolo si è infiammato. Da prima sono usciti commenti positivi, da parte dei più interessati ad ottenere un accordo, ovvero lo staff della Casa Bianca. Meadows è andato su Fox a dire che entrambe le parti vogliono un accordo entro 48 ore. Kudlow ha dichiarato a CNBC che le cose si stavano muovendo e si viveva una sensazione di ottimismo. Ciò ha garantito una buona apertura a Wall Street e permesso all'Europa di recuperare un poco.

Successivamente McConnell ha dato una nuova dimostrazione dell'entusiasmo del Senato Repubblicano per un piano di importo elevato, dichiarando che "i Democratici vogliono carriole di denaro per gli stati" e ribadendo che il  Senato voterà a breve il suo progetto di legge da 500 bln, un importo che è un "non starter" per i Democratici.

  • MCCONNELL SAYS DEMOCRATS WANT `WHEELBARROWS' OF CASH FOR STATES
  • MCCONNELL SAYS SENATE WILL VOTE SHORTLY ON GOP $500B AID BILL

Su queste basi, Wall Street ha perso forza, e l'Europa è precipitata sui minimi di seduta.

Gli indici continentali chiudono quindi con perdite rilevanti, e l'Eurostoxx 50 nuovamente respinto nella parte bassa del recente range (ormai sono 4 mesi), vicino al supporto in area 3.150. Ulteriore recupero dell'€ e della Sterlina, galvanizzata dalla notizia che le negoziazioni riprenderanno a Londra la prossima settimana, per ottenere un deal a metà novembre. Cosa dicevamo, lunedì, delle deadline?

Pressione al rialzo sui rendimenti, in simpatia con gli USA, e spread BTP che restituisce il calo maturato in giornata in seguito all'annuncio del collocamento di un nuovo 30 anni  (con però parziale buyback della parte breve della curva). In calo le commodities, e in rialzo i metalli preziosi.

Dopo la chiusura EU, altra agitazione sul fronte stimolo. La Pelosi è tornata in argomento mostrando nuovo ottimismo:

  • PELOSI SAYS SHE THINKS HAVE PROSPECT FOR STIMULUS AGREEMENT
  • PELOSI SAYS SHE'S `PRETTY HAPPY' ABOUT STATE OF RELIEF TALKS
  • PELOSI SAYS SHE WANTS STIMULUS DEAL BEFORE ELECTION
  • PELOSI: THERE WILL BE STIMULUS BILL, QUESTION IS ON TIMING

Rapido recupero di Wall  Street di queste news. Ma ecco il chiarimento:

’m optimistic, because even with what Mitch Mcconnell says -- we don't want to do it before the election -- but let's keep working so that we can do it after the election.

Insomma, se non lo facciamo prima, lo facciamo dopo. Ma quanto "dopo" dipende dal risultato delle elezioni, e comunque non prima di Febbraio.

Più passa il tempo, più l'accordo diventa nell'interesse dei Democratici, e quindi i Repubblicani saranno più restii a prestarsi. Tranne Trump e il suo staff, che non hanno niente da perdere. Ormai il tempo è poco e il disegno della Pelosi di tirarla in lungo per non addossarsi la colpa del fallimento è quasi riuscito.

Certo, le elezioni non dipendono solo da questo. Nei prossimi giorni dovremmo capire se la vicenda dello scandalo di Hunter Biden impatterà sul consenso del padre. Se Trump davvero recupera, prepariamoci ad altra volatilità. Viceversa, il tempo lavora per Biden (Fivethirtyeight ha portato la probabilità di una sua vittoria a 88%, proprio perchè a sondaggi invariati, l'eventualità di una rimonta diventa più remota)