I mercati finanziari, dopo l’ultima infruttuosa votazione in Grecia, hanno iniziato a pensare l’impensabile ovvero che un paese membro dell’Eurozona possa abbandonare l’area, rendendo quindi l’euro una valuta revocabile e non definitiva.Si tratta di una situazione molto grave e pericolosa che trascende l’importanza della Grecia, dal punto di vista economico, nell’EMU.Considerata la debolezza dei paesi periferici il pericolo è che la Spagna e l’Italia possano perdere l’accesso ai mercati e quindi richiedere il sostegno da parte delle autorità europee ed internazionali.Riteniamo probabile, che qualora si avverasse il peggio per l’economia ellenica, i paesi appartenenti all’EMU implementeranno una serie di misure per mettere in sicurezza la zona euro, anche attraverso una più stringente integrazione, divenendo quindi un’entità più politica ed in grado di emettere, per esempio, titoli obbligazionari comuni.L’eventuale scenario negativo sulla Grecia potrebbe quindi costringere le autorità ad attuare una serie di iniziative finora rifiutate propendendo quindi anche per soluzioni meno ortodosse dal punto di vista di politica monetaria.Purtroppo rimane il rischio che i politici perdano tempo, come fatto finora, reagendo in modo passivo alle situazioni critiche dettate dal mercato.Per coprire questa amara eventualità gli investitori dovrebbero quindi detenere degli assets in grado di preservare il valore degli investimenti effettuati.Una prima opzione è quella di detenere valute estere che potrebbero ulteriormente apprezzarsi come, ad esempio, il biglietto verde. Tra le monete del G10 si nota come negli ultimi 3 mesi si siano indebolite la corona norvegese, reduce però da un intenso rialzo, la corona svedese e il dollaro della Nuova Zelanda.