Nuovo decreto? Ecco tutte le novità da sapere assolutamente!

Ogni settimana un nuovo decreto anti-Covid, nuove regole da seguire e nuove norme da applicare. Vediamo cosa ci aspetta in queste settimane!

Sembra ormai che ogni settimana esca una novità.

Per stare al passo con tutte queste nuove norme dovremmo leggere la Gazzetta ufficiale ad ogni uscita.

Ma in periodo di pandemia e di emergenza sanitaria, non è possibile non rimanere informati sulle nuove norme disposte dai decreti anti-Covid!

Certo, la prudenza non è mai troppa, il distanziamento e l’igienizzazione delle mani è sempre buona norma, ma per evitare un nuovo lockdown, questo non può bastare nei mesi invernali.

Dall’obbligo vaccinale per gli over 50, alle mascherine, ai Green Pass richiesti, le novità sono tante ed è meglio saperle tutte per non incorrere in incresciose situazioni e spiacevoli sanzioni!

Nuovi decreti in arrivo, tutto quello che è successo a gennaio!

Si è parlato di lockdown “light” per  non vaccinati, già dal 10 gennaio abbiamo visto come siano arrivate le prime strette, che anche con l’arrivo nel nuovo decreto verranno ovviamente mantenute.

Per fare dunque un ripasso generale prima di parlare del prossimo decreto si ritiene necessario.

A causa dell’impennata di casi Covid dopo le vacanze di Natale e sicuramente ci porteremo gli strascichi delle festività ancora per qualche settimana, è stato necessario introdurre l’obbligo vaccinale per tutti coloro che hanno più di 50 anni, considerati non sono la fascia più debole della popolazione, ma anche, a quanto i dati dicono, quella che presenta più dubbi e opposizioni in merito alla vaccinazione anti-Covid 19, per una platea di cittadini di 2,5 milioni.

Con l’inizio delle scuole, inoltre, altro luogo sicuramente ad alto rischio, si è reso necessario l’obbligo dell’utilizzo delle mascherine FFP2 già dalla scuola dell’infanzia per i docenti, così come per gli studenti di scuole primarie e secondarie a meno di esenzione per motivi specifici.

Anche la gestione della quarantena è cambiata:

alla materna con un positivo in classe scatta la sospensione delle attività per 10 giorni, stessa cosa non si può dire per le scuole elementari dove invece si applicherà la sorveglianza con tampone al primo e quinto giorno dalla scoperta del caso per non riportare la DAD ad essere una realtà.

Per scuole medie e superiori ci sono tre diversi step da seguire:

  • un caso positivo: si attiva l’autosorveglianza e l’obbligo di FFP2
  • due casi positivi: chi è vaccinato col terza dose o guarito da meno di 4 mesi resta in classe, gli altri in DAD
  • tre casi positivi: tutta la classe in DAD per dieci giorni.

Insomma, un gran caos sul fronte scuola.

Non che la questione Green Pass sia stata meno contestata.

Infatti, a conti fatti, a parte sul luogo di lavoro, il Certificato verde rinforzato, dato solo a chi è vaccinato con tre dosi o con due dosi e una guarigione, sarà praticamente obbligatorio ovunque tranne che in negozi e servizi essenziali.

Niente più treni, bus, metro, locali neanche all’aperto, alberghi, fiere, impianti di sci o altri luoghi che favoriscono la socialità e lo svago. Un vero e proprio lockdown per chi ha scelto di non vaccinarsi. Questa mossa estremamente contestata è stata vista non come una cautela vista l’impennata di casi, quanto piuttosto una “punizione” da parte del Governo.

Tra le novità importanti anche la terza dose cambierà, infatti sarà possibile farla prima, anche solo dopo i 4 mesi dalla seconda dose, così da garantire una copertura vaccinale migliore.

Dal 20 gennaio via anche a Green Pass Base per parrucchieri, barbieri ed estetiste, luoghi in cui finora non era richiesto, adesso almeno sarà necessario avere un tampone per poter accedere ai servizi utili alla persona.

Nuovi decreti in arrivo: nuove norme in atto da febbraio!

Ovviamente, le norme sono state scaglionate anche per dare il tempo a tutti di potersi adattare e attrezzare. I prossimi mesi, infatti, risulteranno cruciali per dare uno stop vigoroso alla circolazione del virus.

Dal 1° febbraio si accorcia a sei mesi la durata del Super Green Pass, ciò porterà alla necessità sicuramente di una quarta dose prima dell’estate per la maggior parte degli italiani, cosa che potrebbe non di poco rallentare il Servizio Sanitario Nazionale.

Dal 1° febbraio il Green Pass base sarà richiesto anche per accedere ad altri servizi fin ora non menzionati dalle norme, come filiali di banche, uffici di Poste Italiane e negozi. Da questo momento in poi, per accedere ad un qualsiasi ufficio pubblico. Sarà possibile accedere senza a questi servizi, a quanto si legge dalla bozza in attesa di approvazione, solo ai servizi considerati di “esigenza essenziale e primaria per la persona”. Il DPCM segnalerà quali sono le attività che sono state, dunque, interessate dall’esenzione dall’obbligo.

Forse uno dei punti più discussi è proprio l’obbligo per gli over 50 di andare a lavoro solo con il Super Green Pass. Fino ad oggi l’attività lavorativa era stata garantita col Green Pass base, con buona pace delle farmacie che sono risultate totalmente intasate da chi ogni 2 giorni ha dovuto rifarsi il tampone. Dal 15 febbraio invece, gli over 50 dovranno vaccinarsi per poter lavorare e la prima dose dovrà essere effettuata obbligatoriamente entro il 31 gennaio per poter garantire la partenza del Super Green Pass dal 15 febbraio.

Il ministro Speranza, infine, fa sapere che sarà cura del ministero della Salute predisporre gli elenchi dei soggetti over 50 inadempienti all’obbligo vaccinale, tramite il sistema di anagrafe vaccinale nazionale, a cui sarà inviata una comunicazione che potrà essere trasmessa a sua volta all’ASL di competenza per l’eventuale certificazione relativa al differimento o all’esenzione dall’obbligo vaccinale.

Per contrastare gli effetti delle vacanze sulla circolazione del virus, è stato anche deciso che fino al 28 febbraio è possibile per gli studenti sottoporsi gratuitamente ai tamponi, per garantire l’autosorveglianza in caso di contatto con un compagno di classe positivo.

Nuovo decreto: ma quando scade lo stato di emergenza?

Ad oggi, quel che si sa è che il 31 marzo scadrà lo stato di emergenza. La qual cosa però non ci assicura assolutamente che in caso di non miglioramento dei dati sui contagi, lo stato di emergenza non possa essere in realtà prolungato. Allo stato di emergenza sono legate tutte una serie di agevolazioni, come il lavoro agile, lo smartworking e la sorveglianza sanitaria eccezionale che venendo meno potrebbero in poco tempo riportarci agli inizi della primavera ad una situazione disastrosa.

Fino al 31 marzo, inoltre, è stato trovato l’accordo tra il Generale e commissario per l’emergenza, Francesco Figliuolo, d’intesa con il ministro della salute, e le farmacie, per calmierare i prezzi delle mascherine FFP2 a 75 centesimi, visto l’obbligo imposto di utilizzo praticamente in ogni attività al chiuso.

“Alla luce delle nuove restrizioni messe in atto dal Governo per contrastare la pandemia – dice il deputato M5S Giuseppe L’Abbate  – c’è la necessità di utilizzare le mascherine di tipo FFP2 nei luoghi chiusi obbligatoriamente o anche all’aperto. Introdurre un tetto al costo di questi dispositivi di protezione per tutelare le fasce più deboli della popolazione, dinanzi all’inevitabile aumento della richiesta, non eviterà distorsioni di mercato. Basterebbe, piuttosto, che lo Stato si prendesse carico di distribuire attraverso la rete di farmacie e parafarmacie le mascherine FFP2 alle famiglie più deboli individuandole attraverso il codice fiscale e acquistandole attraverso la centrale di acquisto Consip”.

 “Quello in cui ci troviamo, infatti, è uno shock dal lato della domanda e cioè un aumento, concentrato in un breve periodo, della domanda di un prodotto: nel nostro caso le mascherine di tipo FFP2 – dice poi  – L’introduzione di un prezzo calmierato, però, non rappresenta una soluzione praticabile in quanto provocherebbe la rarità del bene, spostando più avanti il punto di equilibrio del mercato, generando così il panico tra i cittadini che non riuscirebbero a trovare sul mercato le mascherine”.

La stessa intesa che si trovò ad inizio pandemia per il prezzo calmierato per le mascherine chirurgiche a 50 centesimi si è resa necessaria negli ultimi giorni vista la crescita esponenziale della domanda.

Ad oggi ricordiamo infatti che lo strumento di maggiore sicurezza è la mascherina FFP2 sia per noi che per chi ci sta intorno.

Il commissario Figliuolo però non è l’unico ad aver preso una posizione in queste nuove norme. Anche il ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta ha firmato insieme al collega del Lavoro Andrea Orlando una circolare per sensibilizzare amministrazioni pubbliche e datori di lavoro privati a favorire il lavoro agile per cercare di contenere i contagi. 

Si legge infatti che 

“Facciamo partire tutti gli schemi di lavoro agile già presenti nelle norme, il privato utilizzerà il massimo della flessibilità per garantire sicurezza e servizi, stessa cosa farà il pubblico – ha spiegato il ministro Brunetta – Massima flessibilità per arginare i contagi”

Aziende ed uffici pubblici dovranno quindi coniugare, in base alle effettive necessità, la piena operatività dei servizi e la massima sicurezza dei lavoratori e degli utenti.

Nuovo Decreto anti-Covid: le novità non finiscono qui

Un’altra novità che presto farà molto discutere è l’obbligo di Green Pass per chi attualmente percepisce il reddito di cittadinanza.

La misura economica di emergenza, infatti, trova un gap burocratico tra la legge di Bilancio e il decreto del 7 gennaio poichè chi percepisce il sussidio deve obbligatoriamente frequentare i centri per l’impiego.

Questo obbligo si traduce nella presentazione di almeno il Green Pass base, quindi quello ottenibile con un tampone rapido negativo.

Stando ai dati forniti dal governo su chi percepisce il Reddito di Cittadinanza e l’andamento della campagna vaccinale, risulta che molti beneficiari sono a rischio, in quanto tra non vaccinati e non guariti si parla di circa 100 mila persone.

Ovviamente, questo inasprimento della norma è un altro tentativo di portare questi soggetti ad iniziare il ciclo vaccinale il prima possibile, in modo da raggiungere una percentuale di copertura ottimale entro la fine dell’inverno.

Infine, per le persone che accedono senza Green Pass ai servizi o alle attività in cui è obbligatorio averlo, è prevista una sanzione da 400 a 1.000 euro; la stessa è prevista al soggetto tenuto a controllare il possesso della certificazione se omette il controllo.

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