Nuovo digitale terrestre: 36 milioni di TV a rischio!

A settembre arriverà il nuovo digitale terrestre, mandando in pensione il vecchio sistema DVB-T1 e 36 milioni di televisori non compatibili. La nuova rete sarà occupata dalla banda di trasmissione del 5G. Come sapere se tra le TV da sostituire c'è anche la nostra?

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Come sappiamo il progresso non è senza vittime. In questo caso a subire l’onda del cambiamento sono i televisori italiani che da settembre 2021 rischiano di essere obsoleti a causa del nuovo digitale terrestre DVB-T2 (Digital Video Broadcasting - Second Generation Terrestrial), che prenderà definitivamente il posto del vecchio entro giugno del 2022. Il nuovo segnale permetterà una qualità audio e video migliore e libererà le frequenze a 700 Mhz, le stesse che verranno utilizzate dalla rete 5G

Per appianare la spesa delle famiglie costrette a dire addio alla propria TV (e non saranno poche secondo le stime), il governo ha aperto a un bonus per l'acquisto di un nuovo apparecchio, con la promessa di renderlo più sostanzioso entro i prossimi mesi.

Arriva la tecnologia Mpeg-4: cosa cambierà?

La nuova tecnologia utilizzata per la decodifica dei canali in chiaro del nuovo digitale terrestre si chiama Mpeg-4 e sostituirà quella usata attualmente, la Mpeg-2. Questo balzo in avanti consentirà di ottenere una qualità audio e video nettamente migliore, arrivando a sostenere immagini in 8K. 

Un bel salto in avanti rispetto al 2009, quando il termine “digitale terrestre” entrò nelle nostre case e spense per sempre le trasmissioni analogiche, dando il via alla vendita massiccia delle nuove televisioni a schermo piatto, led e LCD e alla corsa sfrenata nei negozi di apparecchi elettronici per ritirare i decoder, necessari per convertire il segnale sui vecchi televisori a tubo catodico.

La novità che prenderà il via effettivo entro fine giugno del 2022 sarà la sostituzione delle frequenze televisive con quelle per la rete mobile. Una cosa simile era già successa nel 2011, quando i canali dal 61 al 69, occupati interamente da reti locali, vennero smantellati per lasciare spazio alle reti di telefonia mobile sulle frequenze a 800 Mhz.

Con la nuova banda a 700 Mhz occupata dalle reti 5G andranno a scomparire i canali dal 49 al 60, che secondo la numerazione LCN aggiornata comprendono: Spike! (49), Sky TG24 (50), Mediaset TGCom24 (51), DMAX (52), Italia 53 (53), Rai Storia (54), Mediaset Extra (55), HGTV Home & Garden Tv (56), Rai Sport+ HD (57), Rai Sport (58), Motor Trend (59) e SportItalia al canale 60. La decisione è stata presa dal Consiglio e dal Parlamento Europeo con la Decisione 2017/899 che impone come termine ultimo il 30 giugno 2020 per un graduale passaggio alla rete di telefonia mobile la banda 700 Mhz. 

Quindi perché lo switch si avrà solo dal settembre 2021? La Commissione Europea ha concesso ad alcuni Paesi, tra cui l’Italia, la possibilità di allungare i tempi di passaggio al nuovo digitale terrestre a causa del forte uso che tale tipologia di trasmissioni ha nella nostra penisola, dove fino a pochi anni fa la diffusione di canali via satellite e delle piattaforme streaming non rappresentava in nessun caso la maggioranza dell’utenza televisiva italiana, ancora saldamente ancorata alla TV in chiaro trasmessa dalla linea terrestre. A questa tendenza contribuisce anche la scarsa diffusione ancora oggi in molte zone d’Italia della banda larga e ultra-larga.

L’Italia ha ottenuto così una deroga di due anni alla scadenza del termine imposto dall’Unione Europea, posticipando il passaggio al 30 giugno 2022. Insieme alla deroga l’Unione Europea ha concesso ai paesi membri anche un indennizzo per la liberazione dei canali da elargire ai broadcaster detentori e un bonus per l’acquisto di un nuovo televisore alla popolazione che vedrà diventare obsoleto il proprio schermo.

Passaggio diviso in quattro aree 

Lo switch-off in Italia avverrà con una suddivisione dello Stivale in quattro zone, in cui il segnale sarà spento gradualmente, a partire dal 1° settembre, con l’avvio della codifica Mpeg-4 fino al 30 giugno. Le aree 1 e 3 saranno le prime, con il passaggio che si completerà entro la fine del 2021, mentre la zona 2 e la zona 4 il digitale si aggiornerà dal 1° aprile 2022 fino alla data fatidica del 30 giugno, quando tutta Italia sarà ufficialmente passata al DVB-T2.

Dal 1° luglio 2022 tutti i canali televisivi italiani trasmetteranno con il nuovo standard, senza il periodo di trasmissione parallela come successo all'arrivo del digitale terrestre. Tra il 21 e il 30 giugno quindi, dopo la prima fase di passaggio tra la tecnologia Mpeg-2 e la Mpeg-4, tutta Italia vedrà i programmi in chiaro tramite il sistema DVB-T2.

Questa la divisione per zona delle regioni: 

Zona 1: Emilia-Romagna (esclusa la provincia di Piacenza), Veneto e Friuli-Venezia Giulia. 

Zona 2: Liguria, Toscana, Umbria, Lazio, Campania e Sardegna

Zona 3: Piemonte, Val d'Aosta, Lombardia (esclusa la provincia di Mantova) e Trentino-Alto Adige

Zona 4: Marche, Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia

La Sicilia sembrerebbe essere la regione più colpita dall'arrivo del nuovo standard di trasmissione per le reti in chiaro. Solo nell'isola un milione di televisioni saranno a rischio rottamazione già da settembre, oltre ai 250 mila apparecchi a tubo catodico presenti nella regione che diventeranno definitivamente obsoleti tra pochi mesi.

Quali televisori saranno coinvolti dal cambiamento?

Secondo le stime del Ministero dello Sviluppo Economico saranno 36 milioni i televisori che rischiano di trasmettere solamente uno schermo nero a partire da settembre 2021, molti di questi usati come “prime TV”, cioè come schermo principale della casa, quello solitamente situato in salotto per intendersi. 

Con l’affermazione nel 2022 dei canali trasmessi con il sistema DVB-T2 sarebbero invece 9 milioni le TV italiane che non riuscirebbero a decodificare il segnale, necessitando di un decoder o di essere del tutto sostituite. In totale 45 milioni di televisioni diventate obsolete in poco meno di un anno.

Il nuovo sistema DVB-T2 trasmetterà tutti i programmi in chiaro in alta definizione, rendendo impossibile agli apparecchi che non la sostengono la trasmissione dei programmi. Sono fuori da questa equazione tutte le televisioni acquistate dal gennaio 2017 che posseggono già lo standard per trasmettere in Mpeg-4, in arrivo a settembre. 

Per essere certi che il proprio televisore sia conforme e non trovarsi a osservare il proprio riflesso anziché Ra1 si possono controllare le specifiche relative sul manuale d’istruzioni, trovando scritta l’indicazione Dvbt-2 Hevc Main 10. Se avete perso il libretto di istruzioni niente paura; basterà andare sul sito messo a punto dal Ministero per lo Sviluppo economico e digitare marca e modello del proprio televisore. 

Un metodo ancora più semplice è andare sui canali 100 o 200 del digitale. Si tratta rispettivamente dei nuovi canali Rai e Mediaset; se è presente una schermata blu con la scritta “Test Hevc main 10” allora il televisore è compatibile con il nuovo standard di trasmissione, altrimenti potrebbe interessarvi il bonus TV messo a disposizione dal governo.

Bonus TV: come funziona e chi ne ha diritto

Per supportare l’acquisto di una nuova televisione o di un decoder che codifichi il segnale il Ministero dello Sviluppo economico ha messo a disposizione dal 18 dicembre 2019 fino al 31 dicembre 2022 un bonus di 50 euro che verrà detratto al momento dell’acquisto della nuova TV o del nuovo decoder. 

Dopo le polemiche riferite allo scarso ammontare del contributo a fronte di una spesa che senza difficoltà arriva alle svariate centinaia di euro, il Ministro Giorgetti durante il suo intervento del 17 marzo scorso alla Commissione Trasporti della Camera, ha ventilato l'ipotesi di un nuovo bonus, commentando che è in corso "una riflessione rispetto all'opportunità di rafforzare l'incentivo per l'adeguamento del parco televisori delle famiglie". Al momento però non è ancora stata precisata una data o una cifra riferita alla nuova risorsa per le famiglie che dovranno acquistare un'altra televisione.

Per ottenere il bonus basterà presentarsi presso il proprio rivenditore di elettronica con un’autocertificazione in cui si dichiara un reddito ISEE familiare che non superi i 20 mila euro annui e che altri membri del nucleo familiare non abbiano usufruito del bonus Il modulo è disponibile sul sito del Ministero per lo Sviluppo economico a questo link.  Insieme all'autocertificazione andranno consegnati al rivenditore un documento di identità e il proprio codice fiscale. Il contributo è valido per l'acquisto di un solo apparecchio (TV o decoder DVB-T2) e può essere usato solo una volta per nucleo familiare.

Il bonus TV resterà disponibile fino a scadenza o fino all’esaurirsi della somma messa a disposizione dal Ministero, circa 250 milioni di euro. Dopo un anno la spesa totale ammonta a poco più di 15 milioni, che però è previsto aumenti in fretta a causa dell’avvicinarsi del passaggio al nuovo digitale terrestre.