Pagamento Assegno Unico dimezzato? Ecco cosa è successo!

Ci sarà un pagamento dell'assegno Unico per gennaio 2022? Sì, ma dimezzato! Vediamo insieme come stanno le cose.

L’Assegno Unico può venire dimezzato!

Purtroppo può succedere anche questo, specie in questo periodo di transizione tra l’assegno ponte e la versione Universale, quella disposta dal 1 gennaio 2022 per tutti coloro che ancora non beneficiano dell’ultimo supporto alla natalità del governo Draghi.

Per saperne di più, ti suggerisco questo video di approfondimento a cura della Redazione The Wam.

La situazione dell’Assegno è abbastanza complessa, visto che a causa della transizione e delle nuove richieste di ISEE, l’INPS ha disposto un nuovo calendario sia per le richieste, sia per l’erogazione dell’assegno per tutti i richiedenti.

Inoltre in molti si ritroveranno con un dimezzamento dell’importo mensile. In questo articolo cercheremo di fare il punto sulla situazione, e anche di riassumere le principali novità che riguardano questo nuovo Assegno Universale.

Assegno Unico: pagamento a rischio? Vediamo perché!

L’Assegno Unico è un nuovo ammortizzatore sociale per tutte le famiglie a rischio a causa di una riduzione del reddito familiare, o peggio in caso di perdita di lavoro dovuta alla crisi economica e sanitaria.

Lo conosciamo principalmente come “assegno ponte”, cioè la versione transitoria prevista da luglio 2021 per i primi richiedenti, in particolare quelli che non possono accedere agli Assegni al Nucleo Familiare, come:

  • nuclei familiari di lavoratori autonomi, 
  • nuclei familiari con soggetti in stato di inoccupazione. 
  • nuclei che beneficiano di assegni familiari come coltivatori diretti, coloni, mezzadri,
  • titolari di pensione da lavoro autonomo.

Per loro la situazione è cambiata dal 1 gennaio 2022, quando l’INPS ha cambiato la sua veste in Assegno Unico Universale, che comprende ora nuovi importi e nuovi requisiti d’accesso.

Purtroppo, a causa della contiguità non solo della versione ponte e di quella Universale, ma anche di altri bonus quali bonus bebè e gli assegni familiari, non decaduti come invece era previsto fino a poco tempo fa.

Per loro è ancora possibile fare richiesta anche a febbraio, ma in questo caso ci sarebbe la problematica della compatibilità dei bonus con l’assegno.

Questo, e anche altro, può mettere a rischio il pagamento mensile dell’assegno. Ma anche la stessa composizione del nucleo familiare può compromettere la stabilità dell’importo mensile.

Assegno unico: pagamento dimezzato! Ecco come

Nel caso in cui la composizione del nucleo familiare abbia subito delle modifiche importanti, può accadere che l’importo mensile subisca delle variazioni.

Questo può accadere nel caso in cui ci sia una modifica anagrafica riguardo ai figli o ai genitori presenti nel nucleo. In caso di trasferimenti o addirittura di cessioni nell’affido, il richiedente, se non ha più la potestà o il carico del figlio, si ritroverebbe a non dover disporre più dell’assegno, a favore invece dell’altro coniuge o nuovo tutore che sia.

Questo succedere in caso di soggetti in cui è in corso un atto di separazione o di divorzio, ma anche in caso di non convivenza nello stesso tetto.

Questo è stato disposto anche per via delle modifiche attuate per la nuova attestazione ISEE per il 2022, che prevede un nuovo modo di intendere il nucleo anagrafico.

Precedentemente si faceva valere la regola del nucleo familiare singolo, cioè di poter fare nucleo a parte, nonostante allo stesso indirizzo di casa risultassero altri nuclei familiari. Praticamente una “furberia”, così per avere un calcolo dell’ISEE più clemente, e avere più probabiltà di accedere a servizi e prestazioni.

Assegno unico: attenti all’ISEE minorenni!

Quando si fa richiesta dell’Assegno Unico bisogna provvedere a richiedere l’ISEE ordinario se la situazione economica è “stabile” da 12 mesi, o dall’ultimo accertamento condotto dal Centro di Assistenza Fiscale o dal patronato locale.

Altrimenti toccherà richiedere l’ISEE corrente, ma solo se negli ultimi 12 mesi è accaduto di:

  • aver perso il lavoro,
  • essere stato sospeso dal lavoro,
  • aver subìto la riduzione del lavoro e dello stipendio,
  • aver perso uno o più trattamenti pensionistici o assistenziali.

Si può addirittura chiederlo in merito ad una perdita del 30% del proprio reddito, ma solo se tale perdita è accaduta di recente, negli ultimi due mesi.

Altrimenti si potrà richiedere, nel caso di prestazioni e servizi ai minori, l’ISEE minorenni, che è specifico che il minore in questione ha come genitori due soggetti non conviventi o non coniugati.

In questo caso l’assegnazione spetterà a chi ne ha la potestà o il carico economico, a meno che il giudice non abbia preposto un provvedimento di allentamento del genitore dalla residenza familiare. E di conseguenza l’annullamento dell’affidamento.

Sono condizioni che anche nell’importo dell’assegno mensile si ripercuotono. Specie nel caso di soggetti divorziati o separati.

Assegno unico dimezzato per le famiglie divorziate e separate!

A seguito di alcune problematiche riscontrate dalle famiglie aventi coppie separate o divorziate, l’attuale presidente dell’INPS, Pasquale Tridico, ha voluto chiarire la situazione della riduzione dell’assegno in sede parlamentare, davanti alla Commissione Affari sociali della Camera.

Come riportato dal Corriere, in caso in cui i due genitori siano separati o divorziati, potranno avere due opzioni davanti a loro:

  • cedere la metà dell’assegno all’altro genitore,
  • lasciare l’intera cifra all’ex partner, se questi si assumerà il carico.

In questo caso bisognerà collegarsi al sistema online dell’INPS e fare l’inoltro della propria domanda, cosicché l’ex partner del richiedente riceverà un SMS e gli verrà richiesto se inserire i dati per ottenere la metà dell’assegno, o attuare una cessione al 100% dell’importo mensile.

Questa situazione s’è generata anche dal fatto che in Italia, forse anche grazie alla pandemia da Covid, ci sono attualmente 681.000 uomini e 990.000 donne.

Per la cronaca, la separazione è quando una coppia coniugata non è più obbligata ad adempiere a doveri coniugali e morali. Mentre il divorzio è quando si ha anche la possibilità di risposarsi, oltre ad altre particolarità proprie dell’ordinamento italiano.

Negli ultimi anni la quota è aumentata drasticamente, in particolare durante la pandemia sono state registrate quasi il 60% in più richieste di separazione e divorzio, probabilmente per via delle pressioni psicologiche dettate dai lockdown e dalla limitazione di mobilità.

Pertanto, se il problema era gestibile perché casi più contenuti, ora potrebbe diventare la norma, anche perché attualmente in Italia ci sono ben 11 milioni di minori a cui spetterebbe questo assegno.

Senza contare i maggiorenni e i soggetti diversamente abili.

Assegno Unico: ecco cosa cambia nei pagamenti da gennaio 2022!

Altro grande cambiamento per l’Assegno Unico è principalmente negli importi che saranno erogati dal 1 gennaio 2022.

Se prima erano previsti degli importi tra 167 e 210 euro al mese a seconda della composizione del nucleo familiare e dell’ISEE dichiarato, ora si potrà avere anche una minima di 50 euro pur avendo un ISEE superiore a 50.000 euro.

Prima, se superavi 40.000 euro, scattava la sospensione dell’assegno, e si poteva avere la massima soltanto con un ISEE inferiore a 7.500 euro, non ora che si può avere ben 170 euro anche con un ISEE da 15.000 euro.

Inoltre, fino al 31 dicembre si poteva richiederlo solo per chi avesse figli minorenni, cioè non al di sopra dei 18 anni.

Dal 1 gennaio si potrà fare richiesta anche se il figlio:

  • non è ancora nato, e la madre è al settimo mese di gravidanza;
  • ha più di diciotto anni ma meno di ventuno.

Nel caso dei maggiorenni, sarà possibile richiedere fino a 50 euro al mese, ma solo se questi è:

  • studente universitario;
  • iscritto ad un corso di formazione professionalizzante;
  • iscritto alle liste di collocamento presso i centri per l’impiego;
  • volontario per il Servizio Civile Universale (non quello Regionale);
  • lavoratore o tirocinante, ma con reddito basso.

Per reddito basso si intende un reddito annuo che risulterebbe incapiente a fini IRPEF, cioè inferiore a:

  • 8.315 euro in caso di lavoratori dipendenti;
  • 4.800 euro in caso di lavoratori autonomi.

Pertanto, in caso di abbandono dello studio o licenziamento, il maggiorenne non permetterebbe l’erogazione.

Assegno Unico: ecco cosa cambia in caso di figli disabili!

L’Assegno Unico è previsto anche per chi ha a carico figli con patologie disabilitanti. Di recente in un articolo relativo all’indennità di frequenza, s’è parlato dell’assegno mensile disposto per chi ha un figlio affetto da patologie legate ai DSA, cioè ai Disturbi Specifici dell’Apprendimento

Questo è uno dei tanti supporti economici che il Governo Draghi ha voluto garantire per le persone affette da disabilità, specie dopo gli eventi degli ultimi tre mesi, tra rischio di sospensione dell’assegno d’invalidità civile e taglio ai fondi per la disabilità.

Nel caso dell’Assegno Unico Universale il pagamento prevedrà un aumento tra 85 fino a 105 euro in caso di soggetti affetti da disabilità media, grave o stato di non autosufficienza.

Sono extra garantiti per venire incontro alle spese e all’assistenza sanitaria che le famiglie dovranno richiedere in casi come questi, anche perché in Italia ci sono oltre 15.000.000 di famiglie con minori, e di queste ben 650.000 hanno figli diversamente abili.

Oltre a questo supporto si potrà richiedere anche quest’anno, in caso di figli dai 3 ai 6 anni, un supporto integrativo per le spese della retta annuale per l’asilo nido, cioè il bonus nido 2022.

Il quale comprende anche un incentivo extra in caso di figli diversamente abili. Ti consiglio di darci un’occhiata.

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