Reddito di Emergenza: Ecco le date della seconda rata REM!

Settimana decisiva per i pagamenti del Reddito di Emergenza. La seconda quota, relativa al mese di luglio, è ormai alle porte. Le lavorazioni INPS sono riprese a pieno regime e gli esiti di attribuzione dei pagamenti iniziano a venire pubblicati all’interno delle pagine personali sul portale web. Entro una decina di giorni arriveranno i pagamenti del REM seconda rata.

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Dopo lunga attesa e mille ipotesi sulle date di pagamento, la seconda mensilità del Reddito di Emergenza sembra prossima a essere liquidata da parte dell’INPS.

In queste ore sono stati pubblicati i primi esiti di attribuzione della nuova quota relativa al mese luglio 2021, segno evidente che la lavorazione delle domande è ripresa, o comunque procede e inizia a offrire nuove date.

I pagamenti dovrebbero seguire a breve. Secondo quanto comunicato dall’INPS entro una decina di giorni saranno disposte le date di pagamento.

Quando viene pagata la seconda mensilità del Reddito di Emergenza?

Si sono fatte davvero tantissime supposizioni circa la possibile cadenza di pagamento delle 4 mensilità di Reddito di Emergenza disposte dal DL Sostegni bis.

Forse, siamo stati un po’ fuorviati dal precedente Reddito di Emergenza, quello del primo DL Sostegni, le cui tre rate per moltissimi cittadini arrivarono nelle ultime tre settimane di luglio, e ci siamo illusi che le attuali quattro rate potevano essere pagate con altrettanta solerzia.

Del resto le mensilità che spettano agli aventi diritto, sono riferite ai mesi di giugno, luglio, agosto e settembre, dunque già nettamente in ritardo rispetto al calendario. Sembra però che l’Istituto previdenziale non desideri abituarci a queste raffiche di pagamenti, ma preferisca ripristinare una frequenza mensile delle erogazioni, sia pure effettuate in ritardo.

La metà del mese sembra essere ormai l’appuntamento fisso del pagamento della quota di Reddito di Emergenza.

A partire da giovedì 9 settembre, nella sezione dedicata al Reddito di Emergenza del portale INPS, per molti richiedenti sono comparse le date degli esiti relativi alla attribuzione della seconda quota relativa al mese di luglio.

Pollici verdi rivolti in su significano assenza di criticità. La domanda è stata accolta e la seconda rata nel giro di pochi giorni sarà liquidata. La data, o le date di disposizione dei pagamenti non sono note, tuttavia sappiamo che entro una decina di giorni dalla pubblicazione degli esiti di queste ore, l’INPS provvederà a effettuare i pagamenti ai nuclei familiari aventi diritto nelle modalità indicate in sede di domanda.

Intorno al 15 settembre dovremmo dunque iniziare a vedere i primi pagamenti della seconda rata del Reddito di Emergenza, quella relativa al mese di luglio 2021.

Per quanto riguarda le rimanenti due mensilità di REM, è davvero difficile fare una previsione, quanto reperire informazioni dall’INPS, che tende a fornire indicazioni relative esclusivamente al breve e talvolta brevissimo periodo, attraverso i canali social.

Se seguiamo la cadenza dei pagamenti che sembra stia entrando a regime, possiamo tuttavia ipotizzare un pagamento della quota di agosto intorno a metà ottobre, e l’ultima quota relativa al mese di settembre, pagata a metà novembre.

Tutto ciò, bene inteso, mentre ancora moltissimi richiedenti la cui domanda di REM è stata accolta, rimangono in attesa della prima mensilità relativa a giugno 2021. Come sempre l’INPS non rilascia dichiarazioni al proposito, ma si limita a pubblicare le disposizioni di pagamento sui Fascicoli previdenziali dei richiedenti.

Per questi ultimi non rimane dunque altro da fare che attendere con fiducia la pubblicazione delle date di pagamento a loro assegnate.

E se la domanda di REM non è stata accolta, cosa possiamo fare?

Si può fare ricorso per il Reddito di Emergenza?

Purtroppo se la domanda di REM non è stata accolta, si può fare molto poco.

Innanzitutto l’INPS non prevede la possibilità di presentare domande tardive del Reddito di Emergenza oltre il termine tassativo del 30 luglio 2021.

Questo diktat vale anche per i nuclei che, anche se rispettati i termini temporali corretti, si sono visti respingere la domanda per mancato rispetto di uno o più requisiti.

In caso di reiezione della domanda, l’unica operazione prevista dall’Istituto previdenziale, è la richiesta di chiarimenti in merito all’istruttoria e al suo esito negativo.

La domanda di chiarimenti può essere inoltrata contattando direttamente la sede territoriale INPS di competenza. Si può inviare anche un messaggio a partire dalla propria pagina personale MyINPS del sito web. L’INPS risponderà direttamente oppure delegherà la sede locale competente a chiarire le motivazioni delle rilevate criticità.

L’INPS mette a disposizione anche un Contact Center Integrato, che risponde ai numeri 803 164 (da fisso) e 06 164 164 (de mobile), attraverso il quale reperire delucidazioni riguardo la propria posizione REM.

Come alternativa finale ci si può avvalere della consulenza di un intermediario abilitato, ad es. CAF e patronati, che interrogheranno per conto nostro l’INPS.

In questo articolo trovi elencate tutte le modalità per contattare l’INPS e ottenere informazioni riguardo la tua posizione sul Reddito di Emergenza.

Perché non è stata accettata la domanda di Reddito di Emergenza?

Le motivazioni del mancato accoglimento di una domanda di Reddito di Emergenza sono molteplici.

Possono esistere sicuramente ragioni specifiche al nucleo familiare che ne ha fatto richiesta.

In buona parte dei casi però la ragione principale risiede nel mancato rispetto dei requisiti reddituali e patrimoniali del nucleo familiare, oppure nella presenza all’interno del nucleo di uno o più trattamenti economici statali incompatibili con il Reddito di Emergenza. Riassumiamo allora quali sono i criteri di accesso.

Innanzitutto il solo richiedente, al momento di presentazione della domanda, deve avere regolare residenza in Italia, senza però che gli venga richiesta una durata minima di permanenza.

Il reddito familiare, nel mese di aprile 2021 non deve eccedere l’importo mensile di REM che il nucleo familiare andrebbe a percepire. Importo eventualmente elevabile di un dodicesimo del canone di locazione dichiarato in DSU, per i nuclei che vivono in casa di affitto.

Il patrimonio mobiliare familiare con riferimento al 2020, dunque quanto il nucleo possiede su conti correnti, azioni, titoli di stato ecc. non superiore a 10 mila Euro. La soglia è aumentata di 5 mila Euro per ogni componente successivo al primo, fino al massimo di 20 mila Euro. La presenza di componenti in condizione di non autosufficienza o disabilità grave prevede l’incremento ulteriore di 5.000 Euro ciascuno.

Il valore Isee, attesta dalla DSU in corso di validità al momento della presentazione della domanda, non superiore a 15 mila Euro.

Il Reddito di Emergenza è altresì incompatibile con la presenza all’interno del nucleo familiare di componenti che hanno beneficiato o stanno beneficiando delle indennità Covid-19 previste dal primo DL Sostegni (41/2021). A queste si aggiunge il Bonus per lavoratori agricoli e il Bonus per lavoratori del settore della pesca.

Il Rem non è compatibile inoltre con trattamenti pensionistici diretti o indiretti, a esclusione dell’assegno ordinario di invalidità, l’assegno di invalidità e tutti i trattamenti pensionistici assistenziali come l’assegno sociale.

Non è compatibile con rapporti di lavoro dipendente di cui siano titolari uno o più componenti il nucleo, la cui retribuzione lorda complessiva, al momento della presentazione della domanda, sia superiore al valore della quota mensile spettante di REM.

Infine il Reddito di Emergenza non è compatibile con il Reddito di Cittadinanza e la Pensione di Cittadinanza per l’intero periodo della sua fruizione.

Quanto spetta di Reddito di Emergenza?

Gli importi delle mensilità di Reddito di Emergenza sono commisurate al numero di componenti il nucleo familiare, alla loro età e alla presenza di disabilità, e calcolate mediante l’utilizzo della scala di equivalenza.

  • Un single percepisce 400 Euro mensili,
  • Un adulto e un minore, 480 Euro,
  • Due adulti, 560 Euro,
  • Due adulti e un minorenne, 640 Euro,
  • Due adulti e due minorenni, 720 Euro,
  • Tre adulti e due minorenni, 800 Euro,
  • Tre adulti e due minorenni di cui un componente gravemente disabile o non autosufficiente, 840 Euro.

Nel mese di settembre, oltre al Reddito di Emergenza, l’INPS dispone il pagamento di altri trattamenti economici in favore di famiglie e lavoratori. In questo rticolo trovi il calendario completo dei pagamenti di settembre. Nelle prossime righe sono riassunti gli appuntamenti INPS di qui a fine mese.

Altri pagamenti INPS di settembre oltre il Reddito di Emergenza: Pensioni

In linea con il prolungamento al 31 dicembre 2021 dello stato di emergenza nazionale, la Protezione Civile ha diffuso l’ordinanza n. 787 del 23 agosto 2021 che per i mesi di settembre, ottobre e novembre, conferma l’anticipo dei pagamenti di tutti i trattamenti pensionistici, assegni, pensioni e indennità di accompagnamento erogate agli invalidi civili.

Dal 27 settembre al 1° ottobre saranno erogati i trattamenti di competenza del mese di ottobre, dal 25 e il 30 ottobre i trattamenti di novembre.

Anche per questi mesi si tratta sempre di un anticipo riservato ai titolari di pensione che ritirano in contanti presso ufficio postale, oppure che hanno richiesto l’accredito su rapporti bancari di Poste Italiane.

Non è ancora stato pubblicato un calendario ufficiale dei pagamenti secondo la consueta modalità che utilizza le lettere iniziali del cognome. Possiamo però utilizzare lo schema dei mesi passati e ipotizzare pagamenti così distribuiti:

  • Lunedì 27 settembre, lettere A-C,
  • Martedì 28 settembre, lettere D-G,
  • Mercoledì 29 settembre, lettere H-M,
  • Giovedì 30 settembre, lettere N-R,
  • Venerdì 1° ottobre, lettere S-Z.

Per i titolari di trattamenti pensionistici che hanno optato per per la modalità di pagamento su conto corrente bancario, non sono previsti anticipi e l’accredito sarò disposto per il 1° ottobre.

Altri pagamenti INPS di settembre: NASpI, Bonus Irpef, Bonus Bebè

La seconda parte di settembre riserva ancora alcune date ormai diventate fondamentali per molti cittadini.

Il giorno 15 è dedicato alla prima ricarica del Reddito di Cittadinanza per i nuovi percettori o per coloro che ne hanno richiesto il rinnovo, e che troveranno sulla propria Carta RdC l’importo spettante commisurato alla situazione redditale-patrimoniale e alla composizione del nucleo.

Il giorno 27, invece, spetta alla ricarica delle Carte RdC i cui titolari stanno già percependo il sostegno, ovvero dalla seconda mensilità in poi. Dal mese di settembre, inoltre, stando alle parole dell’INPS, le quote di RdC dovrebbero finalmente essere integrate con la quota spettante dell’Assegno unico temporaneo per figli a carico.

In questo articolo trovi tutti i dettagli del funzionamento dell’Assegno unico temporaneo.

E ancora altri pagamenti. Fra il 10 e il 17 settembre, l’INPS provvederà a erogare le indennità NASpI ai lavoratori rimasti involontariamente senza lavoro. Sempre a loro favore, il giorno 23 settembre, l’INPS erogherà nelle stesse modalità di pagamento relative alla NASpI, il Bonus Irpef di importo pari a 100 Euro.

Lo stesso Bonus Irpef (conosciuto anche come ex Bonus Renzi), verrà erogato ai lavoratori dipendenti, direttamente in busta paga da parte del datore di lavoro.

Infine, il Bonus Bebè, l’assegno di natalità riconosciuto, a domanda, a ogni figlio nato a partire da un anno di età, o dal momento dell’ingresso in famiglia per i minori adottati o in pre affido. L’assegno viene riconosciuto anche in assenza di Isee, condizione che comporta l’attribuzione della quota di importo minimo, e sarà una fra le misure di sostegno alla genitorialità che dal 2022 verranno assorbite dall’Assegno unico universale.

Il Bonus Bebè prevede disposizioni di pagamento nelle modalità indicate in richiesta, fra i giorni 10 e 18 di ogni mese. La data di assegnazione precisa dipende dal momento in cui è stata fatta richiesta del Bonus Bebè.