Pandemia, è boom per le polizze vita!

Pandemia, è boom per le polizze vita! Più di 4 milioni di italiani hanno sottoscritto ex novo o hanno provveduto a rinnovare una polizza vita! Di questi 4 milioni, sono 750 mila le persone che si sono per la prima volta avvicinate a questo tipo di prodotto. L'incertezza per il futuro che ha portato la crisi pandemica, fa crescere negli italiani il bisogno di protezione; il settore assicurativo si mantiene solido con le polizze vita che costituiscono ad oggi il 19% degli asset finanziari esistenti nei portafogli delle famiglie italiane. Se volete saperne di più leggete l'articolo all'interno del quale troverete anche un approfondimento sulle polizze vita.

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La pandemia ha portato cambiamenti enormi non solo sotto il profilo economico ma anche sotto il profilo comportamentale. Paura e incertezza sono diventati aspetti radicati nel pensiero degli italiani e il bisogno di protezione e sicurezza per il futuro è ritornato importante e impellente.

Ecco perché l'emergenza sanitaria ha segnato come non mai prima nella nostra storia, il ritorno alla ribalta di un prodotto quanto mai tradizionale quale quello delle polizze vita

In effetti i dati ci riportano cifre estremamente significative. Più di 4 milioni di italiani hanno sottoscritto ex novo o hanno provveduto a rinnovare una polizza vita, di questi 4 milioni sono 750 mila le persone che si sono per la prima volta avvicinate a questo tipo di prodotto. È' evidente, dunque, che l'incertezza frutto della crisi pandemica ha acuito proprio il bisogno di protezione. Ma la pandemia ha agito anche su situazioni comportamentali degli italiani stessi.

Pandemia, polizze vita e stili di vita

Lo studio che gli istituti di ricerca mUp research e Norstat hanno condotto per conto di Facile.it, ha fatto eseguire ha evidenziato come le abitudini degli italiani siano state condizionate non solo sotto il profilo economico ma anche comportamentale e di conseguenza, ha analizzato come questi cambiamenti comportamentali possano aver impattato riguardo le loro scelte in materie di risparmio e prodotti finanziari.

Nello specifico lo studio ha rilevato che oltre 30,7 milioni di italiani, ovvero 7 persone su 10 hanno ammesso di aver manifestato paure mai avute prima della pandemia. Paure che bisogna dire sono ancora presenti nonostante l'allentamento delle restrizioni e i primi segnali di ritorno ad una apparente normalità.

In effetti ancora ad oggi più di 20,6 milioni di italiani una percentuale pari al 47,1% ha ancora paura degli assembramenti, percentuale che sale al 67% se consideriamo le persone nella fascia di età più adulta che va dai 65 ai 69 anni.

Quasi 8 milioni sono poi gli italiani che hanno poi paura di incontrare altre persone anche se si tratta di parenti o amici, paura più diffusa nella fascia di età più giovane, quella che va dai 18 ai 24 anni connessa alla possibilità di essere possibile causa di trasmissione del virus soprattutto per i nonni.

Sono poi più del 36% gli italiani che hanno ancora paura di salire sui mezzi pubblici e tanti ancora quelli che hanno paure legate proprio agli spostamenti e ai viaggi. In effetti lo studio ha stimato che dei sei milioni e mezzo di italiani che hanno rinunciato alla vacanza sono 2 milioni quelli che lo abbiamo fatto proprio per paura di contrarre il virus.

Paure che hanno condizionato non poco i rapporti sociali, le abitudini ma anche lo stile di vita. Significativo il numero degli italiani cha ad oggi hanno ancora paura di recarsi al ristorante, stiamo parlando di 8 milioni di persone, una percentuale di poco superiore al 18% degli italiani, paura però che bisogna dire è crescente rispetto all'età.

Infatti, questa paura sale al 27,4% se consideriamo individui con età compresa tra i 55 e i 64 anni, scende all'8,1% se ci riferiamo a individui con età compresa tra 18 e 24 anni.

Pandemia e polizze vita  

Non c'è da meravigliarsi se in tutto questo stato di paura, incertezza e preoccupazione per il futuro gli italiani abbiano considerato conveniente ricorre alla stipula di una copertura assicurativa come strumento di protezione dai rischi. Nello specifico abbiamo detto che sono stati più di 4 milioni gli italiani che hanno sottoscritto o rinnovato una polizza vita e di questi 4 milioni, 750 mila sono le persone che per la prima volta si sono avvicinate a questo prodotto.  

Lo studio condotto ha rilevato che sono stati circa mezzo milioni gli italiani che per la prima volta proprio nel periodo pandemico hanno sottoscritto polizze assicurative sanitarie, malattia o infortuni, una percentuale corrispondente al 3,1% degli italiani, percentuale che sale fino al 6,8% che si considerano individui in età più adulta compresa tra i 70 e i 74 anni.

Quindi possiamo senza dubbio affermare che nonostante il Covid il settore assicurativo si sia dimostrato solido e anzi abbia riacquistato un nuovo vigore. In effetti dobbiamo dire che l'andamento delle vendite nel settore assicurativo in generale, in questi anni caratterizzati dal Covid è stato altalenante.

Immediatamente dopo l'annuncio del primo lockdown, da marzo a maggio 2020 la raccolta dei premi assicurativi si è ridotta notevolmente, poi è tornata a crescere ma comunque si sono lasciati sul campo 150 miliardi di euro corrispondenti ad una diminuzione del 5% rispetto al precedente anno.

Quello che bisogna però rilevare, ed è un dato confermato dalla Banca d'Italia, è che le polizze vita non hanno mai perso il loro ruolo centrale nell'insieme dei risparmi degli italiani, a settembre del 2020 queste rappresentavano il 19% degli asset finanziari esistenti nei portafogli delle famiglie italiane.

E' però il 2021 l'anno in cui l'interesse per gli italiani per queste polizze trova maggiore conferma. Il protrarsi della crisi ha radicato lo stato di preoccupazione e incertezza e amplificato l'esigenza di copertura dai rischi tanche che sono stati quasi 4 milioni gli italiani che per la prima volta hanno sottoscritto questo prodotto, ma un aumento addirittura del 27% ha avuto la ricerca online di coperture assicurative rispetto all'anno precedente. 

Pandemia e polizze: quanti tipi di polizze

Destreggiarsi tra i vari tipi di polizza esistenti in commercio non è semplice, esistono polizze destinate alle più svariate esigenze di copertura, da assicurazioni che coprono il rischio di malattia e infortuni, quindi prodotti assicurativi di tipo più tradizionali ad altre, invece a contenuto più finanziario e con finalità più di investimento che di copertura.

Tra tutti i tipi di polizza senza dubbio quello su cui lo studio di Facile.it ha voluto porre l'attenzione e offrire una sorta di manuale per il consumatore, è forse la polizza più diffusa tra quelle del ramo vita, ed è l'assicurazione temporanea caso morte (TCM) che prevede l'erogazione di un capitale definito ai beneficiari qualora la morte dell'assicurato avvenga entro un determinato intervallo temporale.

E' una copertura alla portata di tutti che consente di coprirsi spendendo poco in termini di premi periodici da versare ecco perché ben si adatta alle esigenze delle famiglie monoreddito, oppure a quelle che hanno contratto un debito importante come un mutuo o un prestito e sono soggetto al rischio di non poter restituire questa somma in caso di morte del debitore principale, ma adatta anche a tutti coloro che vogliono comunque garantire una sorta di sicurezza ai propri figli un un prossimo futuro.

Proprio la trasversalità delle finalità per le quali può essere contratta, fa sì che sia uno strumento anche molto richiesto. Pertanto, andiamo a definire le caratteristiche di questa polizza.

Per chi fosse interessato ad approfondire un video tratto dal canale Filippo Angeloni - YouTube, offre spuntiinterssanti sul tema.

Pandemia e polizza TCM

Abbiamo detto che la finalità di una copertura caso morte è quella di assicurare un capitale inizialmente prestabilito ai beneficiari qualora la morte dell'assicurato avvenga entro una data di scadenza pattuita.

Quindi i primi due elementi fondamentali che caratterizzano un contratto TCM sono l'individuazione dell'assicurato ovvero dell'individuo alla cui durata di vita sono agganciati gli eventi oggetto della copertura assicurativa e la definizione della durata contrattuale ovvero del periodo di tempo per il quale la copertura risulta essere efficace.

Altro elemento che è necessario definire all'origine, ovvero al momento della stipula è il capitale da assicurare, che in una assicurazione temporanea caso morte può essere crescente oppure decrescente. 

Ma procediamo per gradi.

Pandemia, TCM: durata 

E' importante stabilire attentamente e in maniera ragionevole la durata del contratto assicurativo perché è proprio questa durata che definisce il periodo in cui di fatto, è attiva la copertura assicurativa pertanto, solo se il decesso dell'assicurato avviene in questo intervallo temporale, l'assicuratore sarà tenuto al pagamento della propria prestazione.

E' quindi abbastanza intuitivo che se si stipula questo contratto per proteggere le persone a noi care durante gli anni di un mutuo o di un prestito, non ha senso stipulare una copertura assicurativa che abbia una durata superiore a quella del mutuo o del prestito stesso.

D'altro canto, è anche vero che non tutti gli individui e non a tutte le età  si possono sottoscrivere polizze sulla vita. Ci sono sia dei limiti inferiori che superiori. Bisogna innanzitutto essere maggiorenni per stipulare una polizza vita e non bisogna avere più di una certa età in genera variabile dai 65 ai 78 anni dipende dalle compagnie per poter stipulare un contratto. 

Si può però avere una durata contrattuale che superi il limite anagrafico e questo può accadere quando si abbia la stipula prima del raggiungimento dell'età massima, tuttavia, in questa eventualità è previsto che il contratto possa essere stipulato per una durata che arrivi fino al compimento dell'ottantacinquesimo anno di età dell'assicurato.

Pandemia, TCM: capitale assicurato

Il capitale assicurato può essere costante oppure decrescente. Nel primo caso si pagherà un premio periodico costante per tutta la durata della polizza e il capitale che si ottiene in caso del verificarsi dell'evento oggetto della prestazione assicurata è noto e fisso a priori.

In ipotesi di capitale decrescente si pagheranno premi periodici decrescenti ma tale sarà anche l'importo che si avrà in caso di prematura scomparsa dell'assicurato.

Quindi quando si sceglie una copertura assicurativa, bisogna sempre calibrare questi elementi, durata e capitale, sulla base delle effettive esigenze di copertura che si hanno.

Pandemia TCM: condizioni di rischio

Bisogna poi considerare che essendo polizze connesse alla durata di vita umana, al momento della stipula, al fine di evitare che si verifichino quelli che in termini tecnici si chiamano fenomeni di moral hazard o adverse selection, l'assicuratore deve provvedere sempre ad accertarsi delle condizioni di salute dell'assicurato e delle relative situazioni di rischio che possono caratterizzare la sua attività lavorativa o di vita in generale.

Il che vuol dire che normalmente un assicuratore può valutare in senso peggiorativo riguardo la possibile durata di vita di un individuo particolari abitudini, come ad esempio il fumo. Normalmente un fumatore ha, proprio perché si trova in condizione di rischio maggiore, una maggiorazione del premio che in alcuni può arrivare anche all'80% perché tende a crescere in funzione con l'età.

Così come molte compagnie non pagano la prestazione a scadenza se il decesso avviene a seguito dello svolgimento di un'attività sportiva pericolosa, perché questa rappresenta una situazione di aggravamento del rischio. Attività sportiva rischiosa può essere considerata ad esempio l'arrampicata libera, il pugilato, la lotta, il paracadutismo, insomma qualunque attività sportiva per effetto della quale la probabilità di morte dell'individuo subisca un aggravamento.

Così come dobbiamo dire che non tutte le professioni che si esercitano sono dalle compagnie considerate idonee alla stipula di una polizza vita.

Sicuramente non lo sono tutti i lavori pericolosi, come i piloti di aerei i sommozzatori ma anche lavori più comuni come, ad esempio, in alcuni casi gli operai, i muratori, possono essere una discriminate alla stipula di polizza vita TCM.

Il concetto di base è sempre lo stesso l'attività professionale svolta non deve portare ad un innalzamento della probabilità di morte dell'assicurato che possa rendere molto più probabile il pagamento a scadenza della prestazione assicurata da parte della compagnia.

Pandemia TCM: visita medica

A fronte di situazioni di rischio che possono essere evidentemente manifeste come quelle che abbiamo sopra descritte, ci sono altre che non sono immediatamente evidente al momento della stipula del contratto ma che se esistenti possono influenzare o meno la decisione della sua stipula.

Proprio per questo normalmente le compagnie assicurative fanno fare sempre una visita medica all'assicurato prima della stipula del contratto per sincerarsi del suo stato di salute.

In aggiunta, proprio per evitare che qualcuno possa avere rilasciato, in sede di visita medica, dichiarazioni mendaci o non veritiere, è sempre previsto per i contratti TCM la presenza di un cosiddetto periodo di carenza.

La previsione di un periodo di carenza significa che il contratto non inizia subito a produrre i propri effetti, ossia l'obbligo alla copertura non scatta contestualmente alla stipula ma solo dopo che sia decorso appunto il periodo di carenza che normalmente è di 6 mesi e che in alcuni casi può essere esteso anche a 12 mesi.

Pandemia TCM: coperture aggiuntive

Il prodotto assicurativo è poi un prodotto fortemente personalizzabile per cui accanto alla copertura principale, che in questo caso è il rischio di morte dell'assicurato entro la scadenza contrattuale, si possono inserire anche coperture aggiuntive.

Si può ad esempio aggiungere la copertura per il rischio di invalidità permanente per evitare situazioni dannose che possono derivare all'individuo o ai suoi cari in seguito ad un infortunio che lo ponga in condizioni di non produrre reddito, oppure si possono aggiungere coperture per il caso di malattia e così via, questo sempre in base alle esigenze e ai bisogni di copertura dell'assicurato.

Pandemia TCM: vantaggi fiscali

In ultima analisi bisogna poi dire che le polizze vita, in questo caso la TCM, è una polizza detraibile ai fini Irpef, come tale si possono detrarre i premi versati per una percentuale corrispondente al 19%, a partire da un minimo di 530 euro fino ad un massimo di 750 euro se la polizza è stipula proteggere persone con disabilità molto gravi.

Infine, bisogna dire poi che le polizze assicurative non sono mai soggette al pagamento della tassa di successione per i beneficiari.