Sta diventando sempre più pressante la richiesta dei partiti al governo affinché si vada ad effettuare un nuovo scostamento di bilancio per poter mettere nuovi aiuti emergenziali: ristori, contributi a fondo perduto, bonus onnicomprensivi e reddito di emergenza.
Un deficit che sia in grado di far fronte alle emergenze economiche di questa fase congiunturale in cui c’è una evidente necessità di fornire ristori ai settori che gravitano nuovamente in crisi, rinnovare la Cassa integrazione e soprattutto cercare di calmierare, con un taglio importante, le bollette di luce e gas che interessano non solo alle famiglie, ma anche alle tante imprese che rischiano altrimenti di dover chiudere.
Uno sforzo, quello richiesto dai partiti, che contabilmente è stato stimato di circa mezzo punto di Pil, ossia 9-10 miliardi.
Invece il nuovo anno si apre in modo positivo per quanto riguarda il mondo della previdenza a partire dai leggeri rincari sugli assegni pensionistici alle possibilità di una maggiore flessibilità in uscita che sarà oggetto di discussioni tra governo e sindacati.
Infatti, la revisione della legge Fornero sarà affidata a tre tavoli tecnici, di cui ancora non si conosce alcuna data relativa agli incontri. Senza che si apportino delle modifiche alla legge Fornero, tra un anno, terminato il ponte di Quota 102, i canali di uscita ritorneranno ad essere quelli ordinari del 2012: 67 anni di età per la vecchiaia o 42 anni e 10 mesi per l’anticipata (uno in meno per le donne).
Nuovi ristori 2022: serve uno scostamento di bilancio
La richiesta dei partiti al governo affinché si vada ad effettuare un nuovo scostamento di bilancio per poter emettere nuovi aiuti emergenziali diventa sempre più pressante. Una richiesta che perviene a pochi giorni dall’approvazione della manovra di bilancio da ben 32 miliardi e che vede i partiti stessi in un complicato contesto politico per via dell’infittirsi degli incontri funzionali alla designazione del nuovo Presidente della Repubblica, per evitare di andare ad elezioni anticipare e al tempo stesso, gestire l’emergenza pandemica.
Dunque nuovi aiuti emergenziali, per cui però sappiamo bene non ci sono in realtà fondi e per questo la soluzione sarebbe proprio uno scostamento di bilancio, un po' come era successo più o meno lo scorso anno intorno a questo periodo.
Nuovi ristori 2022: misure restrittive per la variante Omicron
Va riconosciuto che nonostante la distensione prima del periodo festivo e l'ottimismo che si era profuso rispetto alla ripresa del paese, la nuova variante ha riportato a chiusure e zone gialle che sono attive in diverse regioni, e con loro la necessità di supportare attività e lavoratori e lavoratrici in vista di conseguenze potenzialmente più negative.
Sarà su quest’ultimo tema che il Consiglio dei Ministri di questa settimana risulterà totalmente focalizzato, alla ricerca di adeguate misure anti-Covid e sulla possibile estensione del Super Green Pass a tutti i lavoratori. Misure restrittive ma che risultino funzionali a far proseguire il percorso di ripresa economica intrapreso nel 2021.
Quest’anno, infatti, doveva essere quello della consacrazione della ripresa e poteva rappresentare la naturale prosecuzione di un trend di crescita economica (il Pil stimato per il 2022 è +4,2%) che avrebbe permesso di raggiungere, sin dalla fine del primo trimestre dell’anno, il livello pre-crisi.
Ma, invece, il 2022 inizia condizionato dalle complicazioni causate dal pesante incremento dei casi riscontrati e dalla crescita delle ospedalizzazioni.
Al tempo stesso, la minore gravità sta portando i paesi europei a mantenere ferma la decisione di non effettuare più lockdown per non condizionare ulteriormente economia e lavoro. Nonostante ciò, come detto alcuni settori riprendo a soffrire.
Nuovi ristori 2022 e i rincari dell’energia
A questi temi generati nuovamente dalla pandemia si vanno ad associare quelli legati all’inflazione connessa soprattutto al rincaro dell’energia. Su quest’ultimo tema il governo, d’accordo con la maggioranza, ha già stanziato risorse per 3,8 miliardi, che però sembrano non poter essere sufficienti.
Un delicato equilibrio, quindi, che probabilmente porterà a rivedere le stime economiche e la nuova distribuzione che la crescita del Pil potrebbe avere nel corso dell’anno. Stime, anche di deficit, che saranno da rivedere in considerazione dell’adozione di misure funzionali ad arginare l’emergenza e, nel contempo, a sostenere l’economia.
Qualora queste funzionino, il piano di vaccinazione della popolazione proceda speditamente e non si faccia ricorso a penalizzanti restrizioni che condizionino la ripresa economica è probabile che a partire dalla primavera si possa tornare ad un importante crescita dell’economia.
Rispetto al 2020, va, inoltre, sottolineato come attualmente non tutta l’economia stia soffrendo allo stesso modo. Ci sono settori che erano già in affanno prima e che ora risultano particolarmente in difficoltà: turismo, ristorazione, alberghiero.
Più o meno lo stesso che riguarda alcuni settori del divertimento, come ad esempio le discoteche che rimarranno chiuse fino al 31 gennaio e necessiteranno di essere indennizzate. Il delicato equilibrio quindi dovrà avere l’obiettivo di limitare il raggio d’azione delle restrizioni, accelerare sui booster e dare seguito alle riforme congiunte ad una politica economica espansiva.
Altrimenti, con nuovi coprifuoco, saranno inevitabili altre richieste di compensazioni anche per altri settori come ad esempio quelli che riguardano il commercio.
E poi, non sono da trascurare, per effetto del rincaro delle bollette dell’energia, le piccole e medie imprese, la manifattura e tutte le aziende energivore.
Molte, infatti, sono le aziende che pensano di fermare l’attività, nonostante gli ordini importanti pervenuti, con i quali hanno contribuito all’ottimo anno dell’intera economia italiana. Il leader leghista Matteo Salvini degli aiuti sulle bollette alle aziende ne fa ormai un mantra da giorni.
Tante sono le aziende che stanno valutando di chiudere perché non ce la fanno piu a sostenere i costi delle bollette energetiche. Per cui servono strategie molto urgenti in attesa che di realizzare la transizione verso i progetti di produzione di energia rinnovabile.
Pensioni 2022: leggeri aumenti per il nuovo anno
Invece il nuovo anno si apre in modo positivo per quanto riguarda il mondo della previdenza a partire dai leggeri rincari sugli assegni pensionistici alle possibilità di una maggiore flessibilità in uscita che sarà oggetto di discussioni tra governo e sindacati.
Infatti, la revisione della legge Fornero sarà affidata a tre tavoli tecnici, di cui ancora non si conosce alcuna data relativa agli incontri. Senza che si apportino delle modifiche alla legge Fornero, tra un anno, terminato il ponte di Quota 102, i canali di uscita ritorneranno ad essere quelli ordinari del 2012: 67 anni di età per la vecchiaia o 42 anni e 10 mesi per l’anticipata (uno in meno per le donne).
Intanto dopo due anni a inflazione zero, le pensioni di gennaio degli italiani vedranno riconosciuto un accredito adeguato al costo della vita dovuto all’inflazione: un +1,7% che però nel primo trimestre del 2022 che verrà limato successivamente calcolando un aumento solo dell’1,6%, in coerenza con quanto si prevedeva fino a qualche mese fa. In primavera poi verrà ad essere effettuato il conguaglio della differenza.
L’altra novità è rappresentata dalla fine dell’era delle fasce cosiddette Letta, salite nel corso degli anni da 5 a 7, e si torna ai tre scaglioni Prodi, che risultano più convenienti perché le percentuali non si applicano secche a tutto l’assegno, ma con un meccanismo simile a quello dell’Irpef.
E dunque: rivalutazione piena al 100% per gli assegni fino a quattro volte il minimo (2.062 euro), al 90% per la quota di assegno tra quattro e cinque volte il minimo (tra 2.062 e 2.578 euro), al 75% per la porzione oltre cinque volte il minimo (oltre 2.578 euro).
In base alle recenti stime dell’Inps, le pensioni da 1.500 euro al mese lordi saliranno di 25 euro, quelle da 2 mila euro aggiungeranno altri 34 euro, gli importi da 2.500 euro riceveranno 42 euro in più. E così a crescere: 3 mila euro si incrementeranno di 48 euro, le pensioni da 3.500 euro passeranno a 3.555, quelle da 4 mila toccano 4.061 euro.
Pensioni 2022: la mediazione di Quota 102
Terminato il triennio di Quota 100 voluto dal governo gialloverde, l’adozione di Quota 102, come mediazione tra governo e maggioranza per evitare il ritorno immediato alla legge Fornero, sarà a beneficio di una ristretta minoranza rappresentata da 16.800 lavoratori in possesso dei requisiti necessari: 64 anni di età e 38 di contributi.
Una misura questa transitoria valida solo per il 2022 voluta, come detto, solo per spezzare lo scalone che si sarebbe creato dopo la fine di Quota 100,a dicembre 2021, con l’uscita consentita a 62 anni e quella ordinaria a 67 anni.
Le prime uscite per Quota 102 saranno a maggio ed agosto, per via delle finestre di legge di tre e sei mesi previste per dipendenti privati e pubblici dal raggiungimento dei requisiti.
Pensioni 2022: Opzione Donna
Il canale di uscita anticipata riservato alle lavoratrici dipendenti e autonome che hanno compiuto, rispettivamente, 58 o 59 anni, nel 2021 e possono contare su 35 anni di contributi - è stato riconfermato per il 2022.
L’effetto delle finestre, rispettivamente di 12 mesi per le dipendenti e 18 mesi per le autonome, portano l’uscita di queste donne, nate entro il 1963 o 1962, tra la fine di quest’anno e il prossimo.
La stima della platea interessata, secondo i calcoli dell’Inps e Ragioneria, è di circa 17 mila donne. La modalità di uscita prevede il calcolo con il contributivo.
Pensioni 2022: Ape sociale
È stata confermata anche per l’anno in corso ed è stata allargata ad un numero più ampio di mansioni gravose: da 15 a 23 categorie. La stima del governo è di 21.500 soggetti potenziali per il 2022.
L’allargamento alle nuove categorie porterà benefici soltanto 1.700 lavoratori in più. Anche l’eliminazione dei tre mesi tra la fine della Naspi (il sussidio di disoccupazione) e l’inizio dell’Ape andrà ad avvantaggiare un numero limitato di lavoratori (1.500).
L’emendamento alla manovra di bilancio ha permesso di far scendere da 36 a 32 anni la contribuzione per edili e ceramisti così da poter richiedere l’Ape e uscire a 63 anni (saranno 300 i potenziali beneficiari).
Quindi, complessivamente a beneficiare delle misure per i prepensionamenti tra Quota 102, Opzione Donna e Ape sociale allargata, saranno 55.300 i lavoratori in potenziale uscita anticipata nell’anno in corso.