PMI italiane e decreto Cura Italia: gli scenari per il 2021

A fronte delle conseguenze della pandemia sui ricavi delle PMI italiane nel 2020, gli analisti si mostrano ottimisti per il 2021 anche grazie alle proroghe previste dal decreto Cura Italia.

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L’impatto del covid-19 sull’economia è stato significativo e ha colpito pesantemente molti settori imprenditoriali italiani. Le PMI italiane sono le realtà che più di tutte si sono trovate in difficoltà, dovendo gestire le forti ripercussioni economiche sui ricavi, conseguenti ai provvedimenti ministeriali attuati per contenere l’emergenza.

Le misure imposte dal governo per mantenere il distanziamento sociale, limitare gli spostamenti, oltre che l’introduzione di nuove modalità lavorative, ha comportato una diminuzione del fatturato delle PMI italiane e ciò ha costretto molte attività alla chiusura (temporanea o meno) e al licenziamento di gran parte della forza lavoro.

Per venire incontro alla grave situazione in cui si sono travate (e ancora si trovano) molte PMI italiane, il governo italiano ha varato diversi provvedimenti di emergenza tra cui il decreto Cura Italia – entrato in vigore nel marzo 2020.

Come riporta il testo in Gazzetta Ufficiale, il piano introduce: "Misure urgenti di sostegno per famiglie, lavoratori e imprese connesse all’emergenza epidemiologica da covid-19. Le disposizioni introdotte mirano ad assicurare un primo necessario supporto economico ai cittadini e alle PMI italiane che affrontano problemi di liquidità finanziaria a causa dell’emergenza sanitaria internazionale dichiarata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e agli episodi di diffusione del virus verificatisi nel nostro Paese."

La situazione delle PMI italiane nel Rapporto Cerved PMI 2020

I dati sulla salute delle PMI in Italia sono negativi e lo scenario che si prospetta per i prossimi mesi del 2021 non è certo dei migliori. A ciò va aggiunto il clima di continua incertezza in cui versa il nostro Paese e le sue Istituzioni. Tutti questi elementi influenzano fortemente la tenuta del business delle PMI italiane e, di conseguenza, le sorti di centinaia di lavoratori.

Lo stato in cui versano attualmente le PMI italiane non è esclusivamente effetto della crisi pandemica. Secondo le analisi condotte nel Rapporto Cerved PMI 2020, il covid-19 ha colpito le PMI italiane alla fine di un decennio di lenta ripresa (interrottosi già nel 2018). I dati mostrano come solo nel 2019 i ricavi reali delle PMI avevano colmato la distanza finanziaria dal 2007 (con un +2%).

Il covid-19 danneggia le PMI italiane sul fronte della redditività lorda e netta

Dal lato della redditività, il MOL (Margine Operativo Lordo) si registra fermo ai livelli del 2013. Ecco quindi che, per rispondere all’emergenza sanitaria e ai mancati ricavi, le PMI italiane saranno costrette a ridurre i costi operativi. Ciò comporterà un calo sia della redditività lorda (-19%) sia di quella netta (-6,6%).

L’esplosione dell’emergenza coronavirus arriva quindi in momento di particolare debolezza per le PMI italiane. Secondo l’ISTAT, se si prende in considerazione il periodo compreso tra marzo e aprile 2020, più del 70% delle PMI hanno visto un dimezzamento o una riduzione (tra il 10% e il 50%) del loro fatturato.

I mancati pagamenti intaccano la liquidità delle PMI italiane

All’instabilità dei fatturati aziendali va aggiunta la grave situazione dei mancati pagamenti delle PMI, che raggiungono i limiti massimi durante i mesi di pieno lockdown (tra il 45% e il 70%, rispetto al 29% pre-covid) e che influiscono sulla liquidità patrimoniale delle imprese. In alcuni settori poi, l’incidenza delle scadenze non pagate appare ancora più allarmante, basti pensare alle imprese turistiche o alla ristorazione (arrivate a settembre 2020 con valori pari all’80%).

Sempre i dati del Rapporto Cerved PMI 2020 mostrano, infatti, un calo generale del fatturato delle PMI italiane (circa il 12,8% riferito al 2020) – che continuerà ad incedere nel 2021 per un buon 11,2%. La perdita totale stimata è di circa 227 miliardi di euro (riferito al biennio 2020-21).

Quali gli scenari per le PMI italiane nel 2021?

La diffusione del coronavirus continuerà ancora a produrre conseguenze economiche su scala mondiale. Anche il report del Barometro Censis-Commercialisti sull’andamento dell’economia italiana mostra valori non incoraggiati per le PMI. Secondo i dati, circa 460.000 PMI in Italia rischiano la chiusura per colpa della crisi sanitaria. Quali saranno, quindi, le prospettive per le PMI italiane nel 2021?

Nonostante i mesi difficili che ancora dovrà affrontare l’economia del nostro Paese, piccoli spiragli si intravedono sul fronte delle PMI. Il Rapporto Cerved PMI 2020 prevede una ripresa più repentina nell’ambito dei processi di patrimonializzazione delle aziende, che hanno contribuito a rafforzare la sostenibilità delle PMI italiane

Il decreto Cura Italia sostiene le PMI sul fronte liquidità

Le misure d’emergenza, attuate dalle istituzioni italiane con il decreto Cura Italia, sono state pensate per venire incontro alle PMI italiane favorendone la liquidità, abbassando i tassi di interesse e intervenendo sul peso dei debiti finanziari.

Il provvedimento, varato lo scorso 17 marzo 2020, riguarda diverse categorie di lavoratori e imprese che maggiormente hanno subito le conseguenze della crisi pandemica. Con particolare riferimento alle PMI italiane, il decreto Cura Italia prevede una serie di incentivi quali:

  • L’accesso agevolato al Fondo di garanzia PMI, con un importo massimo concesso che viene innalzato a 5 milioni di euro.
  • La concessione di proroghe e revoche su mutui e prestiti per professionisti e PMI, al fine di facilitare la il capitale liquido delle imprese.
  • L’introduzione di due bonus: uno per la sanificazione dei luoghi di lavoro e l’altro per il credito d'imposta, destinato alle quote di locazione per botteghe e negozi.
  • Lo stanziamento di 50 milioni di euro come incentivo per le PMI interessante alla produzione (o alla riconversione dell’attività) in mascherine, tute protettive, occhiali o camici.

L’innalzamento dell’indice di resilienza rende le PMI italiane più solide nel tempo

Altra buona notizia riguarda l’indice di resilienza, acquisito dalle PMI italiane negli ultimi anni, che determinerà livelli di solidità finanziaria sostenibili anche nel lungo periodo. Si rafforzano, quindi, i fondamenti finanziari delle PMI che – nell’attuale contesto di poca crescita di redditività e fatturato – danno la possibilità alle imprese di richiedere finanziamenti e quindi di investire per rispondere alla crisi.

Digitalizzazione e sostenibilità: i nuovi pilastri delle PMI italiane leader della crescita 2021

La grave situazione che si è trovata ad attraversare l’economia italiana nel 2020 e che ha coinvolto buona parte delle PMI italiane, può essere sfruttata come rampa di lancio per l’avvio di un vero e proprio cambiamento epocale nelle politiche aziendali.

Il lockdown imposto a livello nazionale ha dato forza ad altri fronti dell’economia, emersi con prepotenza nel corso del 2020, come l’e-commerce – unico settore a vedere una crescita senza precedenti nei propri volumi di vendita. Gran parte delle PMI italiane si sono dovute adattare al cambiamento in corso, inserendo l’apposita sezione per il commercio online al fine accrescere la competitività nei propri canali di offerta.

Il 29% delle PMI italinane ritiene, infatti, che inserire la sostenibilità tra i criteri-guida nella scelta delle strategie aziendali possa favorire l’uscita dall’attuale crisi. Digitalizzazione e Sostenibilità sono altrettanti capi saldi dei finanziamenti previsti dal Recovery Plan link mio articolo – il piano di ripresa nazionale inserito nell’ambito del Next Generation EU.

Resilienza trasformativa: strategia vincente per il rilancio delle PMI italiane?

Per le PMI italiane si può parlare, quindi, di resilienza trasformativa, intesa come la capacità delle PMI di rialzarsi dopo un momento di profonda crisi e recessione. Tale rinascita va, però, coniugata a politiche e interventi innovativi che proiettino le realtà aziendali nel mondo post-covid e in quella che il prof. Rosario Faraci – insegnate di economia e gestione delle imprese all’Università di Catania – ha chiamato Quarta Rivoluzione Tecnologica.

Queste le parole del docente catanese circa gli ipotetici cambiamenti da attuare alla realtà economica delle PMI italiane: "Da un lato la resilienza per rimarcare la capacità di saper tornare al punto di partenza dopo l’urto violento del covid-19, dall’altro le politiche trasformative capaci di coniugare l’innovazione con la ripresa economica e capaci di fare qualcosa di nuovo e di diverso rispetto all’esistente".

La strada verso la Quarta Rivoluzione Tecnologica (o Industria 4.0)è quindi già avviata e le PMI italiane che sapranno riconvertire il proprio business, in termini di Digital Transformation, sostenibilità ed economia circolare link, saranno le realtà vincenti in grato di restare sul mercato e di essere più forti di prima.

Le proroghe del decreto Cura Italia: ulteriore tassello per la rinascita delle PMI italiane

Agevolazioni aggiuntive, a favore della ripresa delle PMI nell’Italia post-covid, sono le proroghe delle scadenze previste dal decreto Cura Italia. Inizialmente con termine ultimo posto al 31 gennaio 2021, i provvedimenti sono stati prolungati fino al 30 giugno 2021.

Le disposizioni già inserite nel decreto Cura Italia, approvato nel marzo 2020, oltre ad esser state estese, sono state anche potenziate. Eccone una breve panoramica:

  • Per i micro-prestiti da 30.000 euro con garanzie statali al 100% (accesso al Fondo PMI), gli anni di interessi diventano 15 (invece che 10).
  • Per le Mid Cap non ci sarà più accesso al Fondo PMI, ma queste potranno usufruire della garanzia SACE per i prestiti fino 5 milioni di euro (con una copertura del finanziamento al 90%).
  • Le PMI possono richiedere la sospensione delle rate per mutui e prestiti (moratoria straordinaria valida fino al 30 giugno 2021).
  • Le PMI possono usufruire dell’assicurazione SACE per avere garanzie a protezione di finanziamenti preesistenti (scadenza valida fino al 30 giugno 2021). 

Anche le attività che svolgono attività finanziaria possono accedere alle agevolazioni previste dal decreto Cura Italia e alla moratoria straordinaria del Fondo di garanzia già destinato alle PMI italiane. Tutte le richieste dovranno essere inoltrate tramite PEC o altri strumenti che permettano di tracciare con data certa movimenti o comunicazioni.