Postepay: rimborso sugli acquisti fino a marzo!

Il Cashback di stato è ufficialmente finito il 31 dicembre 2021. Per i possessori di Postepay, la carta di Poste Italiane, invece, i rimborsi continueranno.

E’ passato quasi un mese da Natale, la stagione più bella dell’anno ci ha lanciati nell’anno nuovo. Il 2022, però, non è iniziato esattamente nel migliore dei modi. 

Già a fine dicembre 2021, infatti, i casi Covid in Italia avevano raggiunto livelli record, con numeri giornalieri mai visti prima ben oltre le centinaia di migliaia. Nonostante un anno fa siamo stati introdotti ai vaccini contro questa pandemia che infuria da ormai due anni, i casi non sembrano calmarsi. 

Colpa soprattutto della nuova variante, Omicron, la quale sembrerebbe in qualche modo aggirare i vaccini se si è stati inoculati con due dosi senza dose booster (ovvero la terza). Ancora non è esattamente chiaro come la variante funzioni, tuttavia pare accertato che la terza dose aumenti la protezione contro di essa. 

Non è ancora chiaro, comunque, quanto duri tale immunità. Secondo uno studio statunitense, infatti: 

Dobbiamo solo riconoscere che tutte queste stime sulla protezione conferita dalla terza dose nei confronti di Omicron sono relative a persone che sono state recentemente vaccinate. Ci chiediamo quale sia la durata di tale protezione.

Un bel grattacapo per i governi del mondo, i quali proprio non sanno che pesci prendere, se chiudere, riaprire, imporre restrizioni o lasciar girare libero il virus. 

In Italia, ove la classe politica sembra ora tutta concentrata sull’elezione del Presidente della Repubblica, il governo Mario Draghi sembra pensare ad una ripartenza piuttosto che a delle chiusure. 

Vero è che nelle ultime settimane vi sono state delle restrizioni a causa della quarta ondata, ma il governo ha intenzione di porre immediatamente rimedio grazie al nuovo Decreto Sostegni, che andrà a concedere ristori alle attività più colpite da quest’ultima fase della pandemia. 

La Legge di Bilancio 2022, approvata nelle ultime settimane di dicembre, sembra infatti confermare questa velleità di ricrescita del governo. Tra le tante novità figurano ingenti bonus per l’acquisto di svariati beni, nonché finanziamenti diretti alle famiglie più colpite dalla pandemia. 

In effetti, la Legge di Bilancio rientra nel ben più ampio Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), ovvero l’ambizioso progetto di ricrescita messo a punto da Mario Draghi grazie ai fondi europei

Sembra strano, dunque, che una delle misure proposte da Giuseppe Conte, premier prima di Draghi, sia scomparsa dalla Legge di Bilancio

Sto parlando del Cashback, ovvero un incentivo agli acquisti per tutti gli italiani che rimborsava il 10% degli acquisti effettuati

Fermiamoci un momento sul Cashback, perché in realtà non è stato completamente rimosso. I possessori di Postepay, la carta emessa da Poste Italianecontinueranno infatti a ricevere la misura ancora per qualche mese. 

Ma cos’è esattamente il Cashback? Perché ha fallito e perché è ancora in auge per la Postepay? Vediamolo insieme.

Cashback: cos’è e perché è stato cancellato

Il Cashback, come dicevamo, era una misura per incentivare gli acquisti dopo la grande crisi economica generata dalla pandemia. 

Il periodo, tuttavia, non era esattamente appropriato per incentivare gli acquisti, in quanto i numeri di occupanti delle terapie intensive e, soprattutto, dei morti a causa del Covid erano a numeri record.

Il governo stesso, infatti, istituì una zona rossa nazionale nei giorni in cui gli acquisti avrebbero potuto raggiungere livelli molti alti, ovvero la settimana di Natale

L’idea, inoltre, era che il Cashback, ovvero il rimborso del 10% degli acquisti, avrebbe ridotto l’evasione fiscale in quanto valido solamente per gli sborsi su carta di credito o bancomat.

Secondo il governo, quindi, l’uso dei contanti sarebbe diminuito per far fronte all’uso della carta, riducendo quindi l’evasione fiscale. 

Mario Draghi, il successore di Giuseppe Conte, ha cancellato poi la misura del Cashback. Se, come dicevamo, il Cashback non ha certamente aiutato nell’incentivare gli acquisti, a quanto pare non è neanche servito per ridurre l’evasione fiscale

Un documento del Ministero dell’Economia di Draghi, infatti, spiega che:

Il Progetto cashback ha contribuito a stimolare i pagamenti elettronici e a rafforzare la digitalizzazione del Paese, ma non sembra aver conseguito effetti significativamente differenti per i settori a più elevata propensione all’evasione fiscale.

La misura risulterebbe molto onerosa anche nel caso in cui gli incentivi fossero mirati ai settori ad alta evasione.

L’ultima frase è legata al fatto che il Cashback aveva comunque un costo, ovvero il costo del rimborso stesso. Secondo il report del Ministero, quindi, il Cashback costava più di quanto recuperasse in diminuzione dell’evasione fiscale, e per questo motivo era inutile tenerlo ancora attivo. 

Insomma, sebbene la misura di Giuseppe Conte avesse buone intenzioni e fosse certamente vantaggiosa per i cittadini che ne hanno preso parte, di certo non lo era per lo stato e, quindi, per la comunità intera. 

Il 31 dicembre 2021 il Cashback ha esalato l’ultimo respiro, venendo cancellato per l’anno 2022. 

Se volete più informazioni sulla cancellazione del Cashback, vi linkiamo un video informativo di HDblog:

Postepay: rimborsi Cashback fino a quando?

In realtà, non è ancora detta l’ultima parola per la misura del Cashback. Infatti, sebbene per il resto del paese sia stata ufficialmente cancellata il 31 dicembre 2021, i possessori di Postepay continueranno a ricevere i rimborsi per ancora qualche mese. 

La decisione è di Poste Italiane, che presumibilmente porterà anche il peso della spesa che ne consegue. 

Non sarà, tuttavia, una misura esattamente uguale al Cashback. Non verranno, infatti, rimborsati il 10% degli acquisti, ma a chi possiede una Postepay verrà rimborsato 1 euro ogni 10 di compere. Il riaccredito, quindi, scatterà solo con spese di 10 euro o superiori. 

Inoltre, non sarà possibile cumulare più di 10 euro di riaccrediti al giorno, e sarà possibile ricevere riaccrediti solo da negozi partner con Poste Italiane

Una specie di “Cashback minore”, quindi, che però potrebbe rimborsarvi l’equivalente di qualche caffè al giorno, se siete persone particolarmente dispendiose. 

Ad ogni modo, i rimborsi Postepay hanno anch’essi una data di scadenza. La misura, infatti, finirà il 31 marzo. Se siete possessori di carta Postepay, quindi, affrettatevi a scaricare l’app e ad attivare la misura Cashback.

Se non siete ancora in possesso di una Postepay ma volete usufruire dei rimborsi, spiegheremo fra qualche paragrafo come ottenere una carta. Prima, però, vediamo come funziona questo sistema di cashback

Postepay rimborsi: come funziona il Cashback?

E’ importante notare che tali rimborsi Postepay verranno attribuiti sia ai possessori di “carta normale” sia ai possessori di “Evolution”, di cui spiegheremo la differenza più avanti.

Per partecipare all’iniziativa e vedersi rimborsare parte degli acquisti sarà necessario scaricare l’app ufficiale di Postepay, la quale funzionerà un po’ come funzionava l’app IO per il Cashback governativo messo in pratica dal governo Conte.

Con l’applicazione sarà possibile formalizzare l’acquisto con QR code nei negozi partner, e sarà poi possibile ricevere il rimborso.

L’app Postepay è disponibile sia su Apple Store che su Google Play, quindi sarà possibile scaricarla sia su iPhone sia su dispositivi Android.

L’app è anche un mezzo essenziale per ottenere la Postepay stessa. La procedura completa, però, verrà spiegata nel prossimo paragrafo.

Postepay rimborsi: come ottenere la carta

Innanzitutto, esistono quattro tipi di Postepay: Postepay StandardPostepay Evolution, Postepay Junior Postepay IOstudio.

Ha certamente più senso iniziare dalla Postepay Standard in quanto è quella più usata. E’ possibile usare questa carta come normale carta di credito, pagando quindi elettronicamente e acquistando sui siti. Non è, tuttavia, possibile ricevere bonifici

Per ricevere la Postepay Standard bisogna fare domanda direttamente in Poste, presentandosi allo sportello con Codice Fiscale e documento di riconoscimento. Compilata e consegnata la richiesta, la carta verrà attivata dopo qualche giorno. 

Per ottenere la Postepay Standard bisogna pagare 10 euro, ma non vi sono costi di gestione annuali come altre carte di credito. 

La Postepay Evolution è, come il nome stesso suggerisce, un’evoluzione della Postepay Standard. La versione Evolution permette di ricevere ed effettuare bonifici, e si ottiene esattamente come la Postepay Standard, ovviamente specificando quale si vuole una volta allo sportello. 

La Postepay Evolution ha costi leggermente più alti. Bisogna, infatti, pagare 20 euro al momento dell’attivazione (5 euro per l’emissione e 15 euro per la prima ricarica minima) e, successivamente, un canone annuo di 12 euro

Per quanto leggermente più costosa della versione Standard, la Postepay Evolution è comunque più economica di tante altre carte di credito in circolazione. 

In seguito esiste anche la possibilità della Postepay Junior. Questa, però, è riservata ai minorenni fra i 13 e i 17 anni. E’ anche un ottimo ed economico modo per i genitori di concedere un metodo di pagamento elettronico e controllabile ai propri figli. 

Il costo della Postepay Junior è solamente 5 euro per l’attivazione. Non vi è canone annuale, e per attivarla occorre presentarsi allo sportello con il tutore legale (quindi anche genitore) del soggetto a cui andrà intestata la carta. Dopo la compilazione dei moduli, la carta viene consegnata immediatamente.

Infine, l’ultimo “tipo” di Postepay è la Postepay IOstudio. E’ una carta prepagata gratuita riservata agli studenti delle scuole primarie, secondarie e paritarie. Creata in collaborazione con il MIUR, permette agli studenti di avere sconti sui libri, musei, cinema e teatri. 

La Postepay IOstudio è utilizzabile in tutto il mondo, ma non è valida per gli acquisti di prodotti come sigarette, giochi d’azzardo ed altri prodotti di questa natura. 

Questi dunque tutti i tipi esistenti di Postepay. Ricordiamo, inoltre, che dal 1o febbraio sarà necessario il Green Pass per accedere alle poste. Il Green Pass “normale” si ottiene anche risultando negativi ad un tampone molecolare (per 72 ore) o rapido (per 48 ore).

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