Accendere un mutuo è la soluzione a cui ricorrono la maggior parte delle persone che acquistano un immobile, e anche molti che devono effettuare una ristrutturazione molto dispendiosa. Pochi infatti hanno la liquidità sufficiente per spese così imponenti: molto più semplice è richiedere un finanziamento per poter così poi diluire negli anni il debito da restituire.
Nel prendere questa decisione, però, è bene valutare tutti i costi che si affronteranno: il rischio è quello di ritrovarsi a pagare ogni mese spese troppo alte per il proprio reddito. Prima di accendere un mutuo, quindi, bisogna avere bene in mente l’entità di tutti i costi connessi (spese d’istruttoria e notarili, perizie, imposta sostituiva e assicurazioni obbligatorie e facoltative); è necessario inoltre capire se in quel momento sia più conveniente avere un tasso fisso o variabile, e soprattutto avere chiaro quale sarà l’effettivo importo della rata mensile (sull’argomento consigliamo questo approfondimento su come calcolare la rata del mutuo).
In questo senso, è importante sapere che alcune tipologie di mutuo prevedono anche un periodo di preammortamento: una fase iniziale durante il quale il mutuatario deve rimborsare solo la quota di interessi. In questo articolo vedremo nel dettaglio di cosa si tratta e come funziona.
Come funziona il preammortamento del mutuo?
Il preammortamento prevede una prima fase in cui la rata di rimborso è costituita principalmente dalla quota di interessi; col passare del tempo questi tenderanno a diminuire, mentre crescerà invece la quota legata alla restituzione del capitale erogato. È una soluzione che può essere adottata per vari motivi.
Per l’istituto di credito, innanzitutto, questo periodo può rappresentare una forma di garanzia, soprattutto se ha qualche dubbio sulla capacità del mutuatario di saldare con regolarità le rate nel corso del tempo.
Un altro motivo per cui può essere previsto un periodo di preammortamento è quello di agevolare il cliente rendendo inizialmente più leggere le rate del mutuo: è infatti un tipo di soluzione che richiedono spesso quei giovani che si accingono ad accendere un mutuo per la prima casa, per avere una fase iniziale più ‘morbida’ a livello di costi, in attesa di sistemarsi meglio economicamente.
Ma la ragione di un preammortamento può essere anche puramente tecnica, ossia avere lo scopo di far slittare le scadenze delle rate: se ad esempio un mutuo è stato sottoscritto il 15 settembre, grazie al periodo di ammortamento si potranno far slittare il pagamento a fine mese, rendendo così più comodo e semplice tenere conto della scadenza.
Quali effetti ha il periodo di preammortamento?
Come detto, il grande vantaggio del preammortamento è quello di poter avere per un certo periodo di tempo delle rate più contenute. Bisogna però anche considerare che la fase di preammortamento, aggiungendosi a quella di ammortamento vero e proprio, può far allungare la durata del mutuo, di un tempo che varia a seconda dell’istituto di credito che lo ha erogato. Infine, è bene sapere che un periodo di preammortamento molto lungo può portare anche ad un aumento delle spese sui tassi d’interesse, comportando una maggior onerosità del finanziamento sul lungo periodo.