Pellet, prezzo in netto calo: ecco 3 consigli su quando conviene acquistare e perché

Il prezzo del Pellet è in netto calo anche grazie alla riduzione dell’Iva. Ma quando conviene acquistare? Ecco 3 consigli per risparmiare.

Pellet sempre più conveniente. Il primo semestre del 2023 ha fatto registrare un calo dei prezzi medi del Pellet anche grazie alla riduzione dell’Iva introdotta dal governo Meloni. Ma cosa ci aspetta nei prossimi mesi? E soprattutto quando conviene approvvigionarsi?

Il Pellet, nonostante rincari avuti lo scorso anno e ancora oggi la biomassa più usata dagli italiani.

Nella stagione invernale appena trascorsa è stata la soluzione preferita da molti per riscaldare la propria abitazione, nonostante abbia toccato i massimi storici.

La causa di questi folli aumenti sono da ricercarsi nell’aumento del prezzo del gas naturale pari a 25 volte i dati del 2020. Il costo infatti è passato dagli 8,219 €/MWh del 2020 ai 231,736 €/MWh di agosto 2022.

Nell’ultimo trimestre del 2022, prima del taglio dell’Iva, un sacchetto standard di 15 kg è arrivato a costare circa 15 euro, contro i 4 euro medi degli anni passati. Un aumento pari a quattro volte rispetto ai dati del 2021.

Ma nonostante tutto, secondo i dati diffusi da ARERA il biocombustibile è stato la scelta preferita dagli italiani ma anche quella più conveniente.

Si, perché a seguito del taglio dell’Iva dal 22 al 10% attualmente è possibile risparmiare 1,70 euro per ciascun sacchetto da 15 kg.

Vediamo nel dettaglio la situazione e alcuni consigli relativi all’acquisto.

Pellet, incredibile calo del prezzo: ecco cosa succederà nei prossimi mesi del 2023

Il Pellet continua ad essere tra le biomasse preferite dagli italiani. A dirlo i dati diffusi sulla stagione invernale appena trascorsa secondo il quale sempre più famiglie hanno preferito l’amata stufa a pellet.

Si tratta di strumenti sicure che garantiscono un’ottima resa in ambienti molto grandi da riscaldare.

Nei mesi scorsi, il prezzo del biocombustibile è lievitato sensibilmente a causa dell’aumento del prezzo del gas naturale colpevole anche la scarsità della materia.

Va detto che certamente l’Italia non è tra i maggiori produttori di Pellet, anzi. Su 3,35 milioni di tonnellate consumate nell’anno, soltanto 450.000 sono prodotte in Italia.

Importiamo dunque circa l’85% da Slovacchia, Repubblica Ceca, Austria e dalla Croazia.

La situazione al momento sembra essere ridimensionata considerando anche i dati diffusi dall’AIEL, l’Associazione Italiana per le energie agroforestali. I dati diffusi evidenziano un calo del prezzo del 17% rispetto a dicembre.

Su un sacchetto di 15 kg il risparmio ad oggi sarebbe di 1,70 euroIl costo medio dunque sarebbe sceso a 9,21 euro e si presume che tale ribasso sia destinato a durare nel tempo.

La progressiva riduzione è frutto dell’abbassamento dell’Iva, dal 22% al 10% introdotta dalla legge di bilancio 2023.

Allora con dati alla mano è arrivato il momento opportuno per fare una scorta in vista del prossimo periodo invernale

Pellet, ecco alcuni consigli su quando conviene acquistare

Per risparmiare qualche soldo, il Pellet va acquistato in determinati momenti dell’anno. Si tratta si di periodi pre-stagionali, di solito in primavera o in estate quando la domanda è molto bassa.

Inoltre quando si fa procede all’acquisto del pellet bisogna fare molta attenzione all’imballaggio.

Infatti secondo alcune stime di Advance Easy Moving, l’imballaggio di sacchi di Pellet può arrivare ad incidere fino a 26-30 euro a tonnellata.

Oltre alla qualità e le attenzioni relative all’imballaggio, molto importante è tenere costantemente pulita la stufa programmando una manutenzione ordinaria ed una straordinaria almeno una volta l’anno da un tecnico abilitato.

Occhio anche al bruciatore. Il momento di maggior consumo è la fase di accensione, dunque è consigliabile impostarlo alla massima potenza.

Oltre al taglio dell’Iva, ecco gli altri motivi della riduzione del prezzo

In questi mesi l’Iva sul pellet per volontà del governo Meloni è passata dal 22% al 10%.

Ma non solo questo ha spinto ad un calo dei prezzi. Anche la paura dei produttori di non vendere il prodotto e la riduzione del prezzo del gas naturale hanno contribuito ad un abbassamento dei prezzi.

Molti grossisti, infatti, avevano i depositi pieni e la paura di non poter recuperare quanto investito ha fatto il resto insieme anche alla riduzione del prezzo del legno che ha subito anch’esso  una flessione dopo gli aumenti dei mesi scorsi.

Achiropita Cicala
Achiropita Cicala
Collaboratore giornalistico, classe 1985.Ho una laurea magistrale in Economia Applicata, conseguita presso l'Università degli Studi della Calabria. A percorso universitario ultimato, ho approfondito sul campo le competenze acquisite in Finanza e Statistica presso alcuni studi commerciali. Attualmente, collaboro con diverse testate giornalistiche online per le quali scrivo, con flessibilità, di argomenti che spaziano dall'economia alla politica, dal mondo della scuola a quello dell'amministrazione pubblica. Passioni? La scrittura in primis, la grafica in secundis!
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