Recovery Plan 2021: Ecco come l'Italia risponderà alla crisi

Con l’avvio della campagna di vaccinazione contro il Covid-19 e l’approvazione del Recovery Plan per lo sblocco dei fondi europei da 209 miliardi di euro previsti dal Recovery Fund, l’Italia auspica un 2021 di ripresa e crescita in risposta alla crisi economica che ha colpito il nostro paese.

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Il 2021 è ormai alle porte e si prospetta carico di novità. Le forze politiche da mesi sono a lavoro per metter in campo un piano di attacco che possa contrastare la crisi economica e la recessione che ha colpito il nostro paese a seguito dell’emergenza Covid-19. Diversi i provvedimenti che attendono il via libera dal governo, in primis il varo della Legge di Bilancio 2021 (da approvare entro il prossimo 31 dicembre 2020) e lo sblocco dei 209 miliardi di euro da parte di Bruxelles, previsti dal Recovery Fund per tutti i paesi europei colpiti dalla crisi pandemica. 

A tal proposito, l’Italia – come molte altre nazioni dell’UE – sta delineando il cosiddetto Piano nazionale di ripresa e resilienza, ovvero un programma di investimenti dettagliato con riforme e voci spesa che serviranno a favorire la ripresa economica e l’avvio del processo di digitalizzazione del nostro paese. Come ribadito dalla Commissione europea, condizione necessaria per l’erogazione dei fondi sarà l’attuazione di specifiche riforme che dovranno essere in linea con le raccomandazioni stilate dall’Unione europea nell’ambito del Next Generation EU.

Ecco di seguito alcuni punti saldi sui quali si baserà il Recovery Plan made in Italy.

Digitalizzazione

La parte più corposa dei fondi (quasi 50 miliardi di euro) sarà investita nel processo di Internazionalizzazione e Transizione 4.0 che interesserà non solo i settori della pubblica amministrazione, della cultura e del turismo ma anche tutte quelle imprese che hanno maggiormente patito la crisi economica in questo 2020 a causa del Coronavirus. Questa manovra ha l’obiettivo di stimolare gli investimenti privati e dare stabilità e certezze alle aziende nel lungo periodo (si stima da novembre 2020 a giugno 2023).

Infrastrutture

Destinati all’efficientamento energetico degli edifici pubblici e all’adeguamento antisismico sono circa 40 miliardi di euro. 27 miliardi andranno poi alle opere ferroviarie per favorire la mobilità e i collegamenti veloci sul nostro territorio nazionale. Un’altra grande conquista riguarda il prolungamento fino a giugno 2022 del Super Bonus 110%.

Rivoluzione Green

Il governo ha deciso di stanziare ben 13 miliardi per l’economia circolare e le energie rinnovabili. Previsto, inoltre, un ulteriore fondo da 900,000 euro da investire nell’acquisto di veicoli e motoveicoli ibridi, elettrici e Euro 6 a zero o basse emissioni.

Quest’ultimo punto è stato fortemente raccomandato dalla Commissione europea e dalla sua presidente, Ursula von der Leyen.

Occupazione e Lavoro

Grandi novità sul fronte occupazionale. Il Recovery Plan prevede il sostegno a diverse categorie messe in difficoltà dalla crisi economica, in particolare ai giovani (2 miliardi di euro), alla salute e sicurezza sul lavoro (0,1 miliardi), alle politiche attive (1,3 miliardi), alla lotta contro il lavoro sommerso (0,2 miliardi) e ad un piano strategico nazionale per le nuove competenze (0,5 miliardi).

0,4 miliardi di euro saranno, inoltre, destinati alle politiche sociali a supporto delle donne lavoratrici e 1,7 miliardi all’imprenditoria femminile. Questi sostegni rientreranno nella macroarea riguardante la vulnerabilità, l’inclusione sociale, lo sport e il terzo settore. Qui, in particolare, il Recovery Plan prevede delle misure di sostegno per: studenti con disabilità e AFAM (0,04 miliardi), housing sociale (2,23 miliardi), servizi sociali integrati (0,07 miliardi), cittadelle dello sport (0,71 miliardi), housing temporaneo e stazioni di posta (0,45 miliardi).

Diritto allo studio e Ricerca

Anche questi due settori, spesso poco valorizzati dalle politiche nazionali, saranno incluse nel PNRR con 19 miliardi di euro dedicati al potenziamento della didattica e alla ricerca.

Cybersecurity

Una delle principali sfide del nuovo millennio in tema sicurezza. A tal proposito, una parte dei fondi stanziati dal Recovery Fund, saranno destinati al rafforzamento del Perimetro di Sicurezza Nazionale Cibernetica tramite:

“Interventi tecnologici, di processo, di governance e di awareness che incrementino le difese cibernetiche ed il grado di resilienza del Paese”

Previsto, inoltre, la creazione di un apposito Centro di ricerca e sviluppo per la cybesecurity.

Sanità:

Settore in prima linea nella lotta al Coronavirus, alla sanità sono destinati ben 9 miliardi di euro. In particolare, verrà potenziata la telemedicina, l’assistenza di prossimità (4,8 miliardi) e anche l’innovazione, la ricerca e la digitalizzazione del sistema sanitario (4,2 miliardi).

Fisco:

Il Recovery Plan prevede anche interventi sulla tassazione, con particolare attenzione ai ceti medi (con reddito compreso tra 40,000 e 60,000 euro). Verranno, infatti, messi in atto interventi di revisione al fine di ricalibrare oneri fiscali e Irpef.

La panoramica di interventi è molto corposa e l’impatto sull’economia e sul PIL italiano non sarà indifferente. Le stime dell’ISTAT (link) per l’economia italiana nel 2021 prevedono una parziale ripresa (+0,4%), anche grazie all’attuazione dei provvedimenti previsti dal Recovery Plan a partire da gennaio 2021. La previsione di fine periodo (ovvero per il 2026) è di un incremento del PIL del +2,3%.

A contribuire ci saranno l’incremento della domanda interna +3,8% (rispetto al calo nel 2020, -7,5%) e della domanda estera netta +0,3 % (-1,2% nel 2020), oltre che un margine positivo per le spese reali delle famiglie, delle ISP e degli investimenti (rispettivamente +4,5% e +6,2%). Anche le AP avranno una crescita diffusa nei due anni (+2,0 per il 2021 e +0,1 per il 2022).

I provvedimenti per rispondere alle crisi economica dell’anno appena trascorso avranno conseguenze positive non solo sul Prodotto Interno Lordo italiano ma anche sul mercato del lavoro. L’ISTAT stima che la messa in pratica delle riforme a sostegno dei lavoratori previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, produrranno una parziale ripresa nel 2021 (+3,6%) anche grazie al rimpasto tra disoccupati e inattivi.

Grande attenzione anche riguardo il debito pubblico che ha subito una forte espansione in Italia a causa degli interventi straordinari dovuti alla pandemia. La bozza del Recovery Plan così riporta:

“È evidente quanto sia cruciale per le prospettive di espansione dell’economia e per la sostenibilità del debito pubblico selezionare progetti di investimenti pubblici ad alto impatto sulla crescita e accrescere l’efficienza delle Amministrazioni pubbliche preposte ad attuare tali progetti”

La crisi economica dovuta all’emergenza sanitaria ha davvero messo in ginocchio l’Italia. Ciononostante, la ripresa prospettata dall’ISTAT non dà certezze e si manifesterà lenta e graduale. Molto dipenderà non solo dall’evoluzione dell’epidemia ma soprattutto dalla campagna di vaccinazione, che ha preso avvio nel nostro paese e in tutta Europa lo scorso 27 dicembre. Ad influire in maniera rilevante sulla ripresa economica saranno la disponibilità dei vaccini e le tempistiche per la sua somministrazione. A questo si aggiungono anche gli effetti dovuti alla messa in pratica dei provvedimenti previsti dal Recovery Plan che – si auspica – daranno uno stimolo in più agli investimenti, con particolare riguardo a quei settori e alle imprese maggiormente colpite dalla crisi economica dovuta all’emergenza pandemica da Covid-19. L’Istituto nazionale di Statistica ha infatti rilevato per il 2020 un pesantissimo crollo del fatturato – con conseguenti perdite – per tutte quelle attività legate al turismo quali: trasporto aereo (-58,3%), servizi di alloggio (-52,0%), tour operator, agenzie di viaggio e altri servizi ad esse connesse (-73,2%).

Prospettive di ripresa per il 2021 sul fronte degli investimenti azionari

I segnali positivi ci sono e si devono principalmente al riavvio degli stimoli fiscali e monetari e alla repentina risposta del mondo scientifico per la lotta al Coronavirus.

Le proiezioni prevedono un forte tasso di crescita per paesi come Regno Unito, Canada e Singapore che nel corso del 2020 hanno subito una spinta recessiva maggiore. Questi nel 2021 andranno a spodestare i grandi protagonisti quali: USA (che perdono la loro leadership), Giappone e Corea del sud che saranno comunque caratterizzati da una crescita, seppur più lenta. Altro elemento positivo arriva dalle risposte dei mercati azionari in seguito ai risultati delle elezioni presidenziali dello scorso novembre:

L’approdo di Biden alla Casa Bianca ha avuto l’effetto di togliere quella nota di incertezza che poteva influenzare negativamente i mercati.

Più in generale i mercati finanziari beneficeranno, già dai primi mesi del 2021, dell’avvio di una fase di ripresa e di un’espansione monetaria e fiscale con guadagni e valutazioni che – gli analisti prevedono – saranno in crescita.